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Autore: Frankie_ Echelon    22/07/2013    2 recensioni
Gerard Way incontra per la prima volta Frank Iero. Tra loro nasce così una forte amicizia, Che si evolva poi in altro?
[..] provavo una fitta di dispiacere quando i miei pensieri ruotavano intorno all'immagine di Frank: Frank che sorrideva, Frank che masticava lentamente perso nel vuoto, Frank che corrugava le sopracciglia quando non capiva qualcosa, Frank che si inumidiva le labbra con la lingua.. Frank che si mordeva il labbro inferiore quando si sentiva in imbarazzo. Tutto di Frank mi faceva star male, pensavo a lui sempre, anche nei momenti meno opportuni. Stava diventando un'ossessione, la mia ossessione. [..]
-cap.2
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
 
Una volta, quando avevo più o meno otto anni, il professore di letteratura ci diede un tema da fare a casa. Dovevamo dire cos'era per noi l'arte, cosa rappresentava e dove potevamo trovarla.
Rimasi stupito dalla traccia di quel tema. Ricordo che rimasi ore e ore a fissare il mio quaderno con la penna blu tra le dita senza riuscire a scrivere niente.
Il significato di arte era semplice ma era il “dov'era” che mi risultava difficile capire. Dov'era l'arte?
Nei musei? No, troppo facile. Non poteva essere la risposta giusta, il professore non ci avrebbe mai dato un compito così scontato, così banale. No, lui dava temi dove dovevi pensarci una sera intera prima di trovare la risposta giusta, dove dovevi chiedere aiuto al papà o la mamma perché da solo non potevi riuscirci. Io beh, non ero mai stato propenso a chiedere aiuto quindi semplicemente non li facevo, ma quel compito.. oh, quel compito si era insinuato nella mia psiche. Dovevo farlo, e non avrei chiesto nemmeno aiuto.
Dov'era l'arte? Non lo sapevo ma volevo scoprirlo. Ero un bambino troppo curioso e testardo. Se volevo l'arte, l'avrei trovata.. anche se sarei dovuto andare in capo al mondo.
Misi la penna dentro il mio astuccio di Bat-man, presi il mio quadernetto da disegno e uscii nel cortile dietro casa.
Mi fermai sulla soglia incerto se avventurarmi nel cortile o no. Avrei trovato lì la mia arte?
Avanzai di qualche passo, ricordo ancora perfettamente la sensazione di solletico che mi procurava l'erba sotto i piedi scalzi.
Mi guardai intorno cercando di capire se nel mio piccolo giardino si potesse trovare arte. Mi avvicinai alle aiuole tenute con estrema cura da mia madre e notai i fiorellini gialli, rosa e bianchi che crescevano in mezzo al verde.
Vidi i colori vivaci mischiarsi al verde delle foglie e capii che quello era arte. Sì, per me era arte, così annotai su un foglio “i fiori sono arte. L'erba e le foglie sono arte”.
Guardai in alto e vidi un cielo limpido, con leggere nuvole bianche che sembravano i batuffoli di cotone con cui mia madre mi accarezzava per pulirmi il graffio con il disinfettante.
Annottai anche questo “il cielo è arte, le nuvole sono arte”.
Mi voltai leggermente rimanendo accecato dal sole tropo forte per i miei occhi chiari. Era bellissimo anche se faceva male, così annottai anche questo “il sole è arte”.
Decisi che nel giardino non avrei trovato nient'altro così tornai dentro e trovai mia nonna che sfornava dei biscotti con le gocce di cioccolato, l'odore era tremendamente invitante.
Osservai mia nonna posare la teglia sul tavolo senza accorgersi della mia presenza. Quando finalmente si accorse di me mi donò uno di quei suoi meravigliosi sorrisi, quelli che ti fanno venir voglia di abbracciarla forte.
Annotai anche questo “sorridere è arte”.
L'abbracciai e scappai fuori dalla porta principale.
Camminai per un po' cercando di captare qualcos'altro che potesse dirmi cos'era l'arte.
Arrivai al centro commerciale ma nulla, lì, mi faceva pensare all'arte. Girai l'angolo e vidi in lontananza un uomo seduto su un mucchio di scatoloni. Mi avvicinai piano, era ricoperto di sporcizia e puzzava. Pensai che gli servisse aiuto. Sapevo che non dovevo parlare con gli estranei, specialmente se questi erano dei barboni, ma il mio istinto mi disse che dovevo avvicinarmi.
Alzò lo sguardo verso di me e io mi bloccai per lo spavento ma riabbassò lo sguardo e io presi coraggio e mi avvicinai ancora di qualche passo.
In quel micro secondo in cui i nostri sguardi si incrociarono vidi la tristezza, il dolore e la paura. Prima di allora non avevo mai potuto credere che una persona potesse essere così limpida nello sguardo.. non potevo credere che esistessero persone tanto tristi e sole..
<< Non dovresti stare qua, ragazzo. Questo non è posto per te >> disse con voce calda e bassa senza, però, guardarmi.
<< Lo so.. mi scusi >> riuscii a dire deglutendo a vuoto dato che la mia saliva si era prosciugata.
<< E allora vattene >> disse lui girandosi alla sua destra. Indietreggiai leggermente per paura.
Dalla destra comparve un cucciolo di un cane. Era tutto nero e sporco ma tremendamente vivace. E appena l'uomo lo prese e iniziò a giocarci vidi il suo volto tramutarsi in pura gioia. La tristezza, la paura, la solitudine erano scomparse, ora era solo.. felice.
L'uomo mi ignorò per tutto il tempo che rimasi lì, fermo nella stessa posizione. Decisi di andarmene e, appena svoltai l'angolo, annotai sul foglio “anche i barboni sono arte..”.
Decisi che avevo abbastanza materiale per completare il mio compito così tornai a casa.
Mi sedetti sul tavolo della cucina e iniziai a scrivere. Senza rendermene conto scrissi tantissimo..
 
Mi sono domandato cosa potesse essere l'arte e dove la potessi trovare. Solitamente avrei risposto che l'arte sono i quadri e le statue e che quindi l'arte si trova nei musei. Ma ho pensato che sarebbe stato troppo semplice così ho deciso di fare un giro, forse avrei trovato l'arte mentre camminavo. E così è stato.
Mi sono reso conto che l'arte può essere qualunque cosa, come i fiori colorati in un giardino, le foglie. Il cielo con le sue nuvole può essere arte. Anche mia nonna Helena che mi sorride (ma non solo la mia ovviamente) mentre prepara i biscotti può essere arte.
L'arte è qualunque cosa che ti dia emozioni. Spesso queste emozioni posso essere belle, come ad esempio gli uccellini che cinguettano, o brutte come un barbone in una strada stretta e puzzolente..”
 
Avevo azzeccato, l'arte è tutto questo. Il mondo in sé è arte.
Ma appena incontrai i suoi occhi la mia priorità di arte cambiò. Era lui la mia arte, il mio soggetto, la mia musa.
Capii solo allora che l'arte era anche ossessione..



Salve a tutti :3
è la prima volta che scriva una Frerard quindi spero esca bene :)
Mi scusa per la lunghezza del capitolo ma è solo il prologo, non potevo aggiungere altro.
Prometto che i prossimi capitoli saranno molto più lunghi <3
Beh, spero che vi piaccia e, se volete, potete armi sapere cosa ne pensate :3
Potete scrivere anche commenti negativi, eh! Nessuno vi mangia, anzi vi ringrazierei comunque. Spete, le critiche servono a migliorare <3
Beh, a presto
MIC 

   
 
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