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Autore: lafatablu    23/07/2013    1 recensioni
Collocata nella terza stagione di Angel e nella sesta stagione di Buffy, questa storia parla di come a volte sia sufficiente fare un semplice piccolo gesto, per modificare il corso degli eventi e forse il corso di un intera esistenza. Crossover fra “Papà” (ATS 3x10) e “Fuori controllo” (BTVS 6x10) di cui si consiglia la visione.
Versione completa di I need you già pubblicata nelle mie storie!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase, Winifred Burkle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parte 2

La nascita miracolosa del figlio di due vampiri era un fatto senza precedenti. Wesley doveva saperne di più. Da ore, l’ex osservatore era intento a consultare i suoi libri, avrebbe voluto informare Rupert Giles per consultarsi con lui e questa sera non escludeva di farlo.

Gunn invece insisteva che era importante sapere come fare per combattere contro la setta di vampiri, che accerchiava da ore l’albergo e sosteneva che era importante incrementare il loro arsenale e la loro forza.

Lorne sottolineava che l’incantesimo di protezione non avrebbe retto a lungo, dopo tutto lui non era esperto di magia, lui era solo un demone empatico. Sarebbe stato utile consultare una vera strega.

Fred controllava ancora la lavagna in cui ore prima aveva stilato la lista dei nemici di Angel, che volevano rapire Connor. Più controllava e verificava e più si faceva strada in lei la convinzione che avevano urgente bisogno di un aiuto esterno. Aveva quindi riproposto la sua idea, quella che Cordelia aveva scartato subito, bollandola come una “pessima, pessima idea”.

Tutti e tre erano d’accordo che servissero: Competenza di un esperto. Armi e forza. Alta Magia.

Con enorme sorpresa di Fred, Wesley concordava con lei. “Si, Giles potrebbe aiutarci”. Anche Gunn era d’accordo “Beh, si dice che nessuno possa battere una cacciatrice, quando si tratta di prendere a calci i cattivoni. Mi piace, ci sto!” Lorne acconsentì dicendo “Qui non servono solo i muscoli o i libri, avere con noi una strega esperta, adesso sarebbe davvero un grande aiuto ..e poi, sono amici di Angel, Wesley e Cordelia dopo tutto, quindi perché non chiamarli subito?”

Insomma tutto conduceva a Sunnydale. Pareva che la soluzione dei loro problemi portasse esattamente in quella direzione. Lì c’era Rupert Giles, lì c’era la strega potentissima e soprattutto, lì c’era la cacciatrice.

“Già, ma hai sentito prima? Cordelia pensa che non sia il caso, anche se non sono certa di aver capito il perché” rispose Fred “eppure, per più di una ragione, continuo a pensare che l’unica persona in grado di aiutare Angel, sia Buffy.”

Poi raccontò al gruppo ciò che aveva sentito da Darla, e Wesley, come fosse illuminato da un improvvisa folgorazione, prese in mano la situazione “Dobbiamo parlarne con Angel. Subito”

--- --- ---

“Che cosa? State scherzando, vero? Io dovrei fare cosa? secondo voi dovrei chiamare Buffy perché non riesco a far addormentare mio figlio?” Angel teneva in braccio Connor e passeggiava nervosamente per la stanza, era esausto. “Sono un padre terribile, non riesco neppure a farlo smettere di piangere ..sono un padre terribile”

“Angel non essere sciocco, ovvio che non stiamo dicendo questo” disse Lorne.

“Pensaci Angel” incalzò Wesley. “Guarda la cosa dal lato giusto, ovvio che qui non serve una babysitter, certo che no. Dico solo che abbiamo bisogno di aiuto e anche subito. L’albergo è circondato da un infinità di demoni che vogliono Connor per i più disparati motivi. Holtz e altri tuoi nemici non aspettano altro che mettere le mani su tuo figlio e come se non bastasse, la W&H è appostata là fuori con le sue squadre d’assalto. Non possiamo batterli, sono troppi. L’incantesimo di protezione sta per cedere. Serve la competenza di Willow, di Giles e.. la forza di..”

Angel gli lanciò uno sguardo torvo che avrebbe potuto incenerirlo all’istante.

“NO, Wes. Discorso chiuso, mi hai sentito? Non voglio coinvolgerla in questo, è chiaro?”

Connor, sentendo la voce agitata del padre, pianse ancora più forte, quasi come se avesse percepito la gravità del pericolo. Angel si sedette di nuovo, posandolo sulle sue ginocchia e cullandolo nel tentativo di rassicurarlo, ma inutilmente. Gunn, Lorne e Wesley si scambiarono uno sguardo fra il divertito e il preoccupato e insistettero ancora, ma Angel pareva non sentire ragioni.

“Insomma, perché no?” chiese Fred “Qual è il problema vero? Non vuoi chiedere aiuto perché hai paura di dire alla tua ex che hai un figlio e che sua madre è Darla? È questo il vero problema? Ma questo è insensato, siamo nel bel mezzo di un emergenza, sono certa che lei capirà. Si tratta comunque di salvare la vita di un innocente e Darla sarebbe..”

Fred si fermò a guardare Angel che pareva non ascoltarla. Era più interessato ad osservare il sorriso di suo figlio, che per un breve attimo aveva smesso di piangere.

Perché hai smesso? Si chiese Angel, mentre a sua volta, rispondeva estasiato al sorriso di Connor, con un altro sorriso.

“Sono le fusa” disse distrattamente Lorne, rispondendo alla domanda non espressa verbalmente da Angel. Lorne lo conosceva bene, aveva letto la domanda nella sua anima.

“Le fusa? Intendi dire come i gatti? cosa centrano le fusa con Connor e Buffy?” chiese Gunn.

Angel e Lorne si scambiarono uno sguardo di intesa che significava

“Io so - che tu sai - che io so”

Connor cominciò a piagnucolare di nuovo, ma più sommessamente, anche lui doveva essere esausto. Aveva solo poche ore di vita e già la fuori vi era un mondo crudele che non aspettava altro che poter banchettare con la sua carne. Senza spostare lo sguardo da Connor, Angel ignorò Gunn e con voce calma e pacata rispose a Fred.

Man mano che parlava, lei giurò di aver sentito un suono basso e profondo, proveniente dal petto e dalla gola di Angel, un suono ritmico e costante che pareva quasi ipnotico. Angel faceva le fusa? Oh cielo, non l’aveva mai notato prima.

“Fred, capisco la tua.. la vostra.. preoccupazione, ma sei completamente fuori strada. No.. non è quello il problema. Non ho paura di dire a Buffy di Connor, per il semplice motivo che lei sa già di Connor. Sa tutto, compreso il suo nome ..anzi lei ha saputo il suo nome prima di voi, visto che.. insomma, ok io adoro quel nome e sono stato io a sceglierlo, ma lei ha pensato che fosse bellissimo. Anche a Buffy è piaciuto subito, quindi è come se.. lo avessimo deciso insieme.. un nome Irlandese.. ecco era proprio questo che Buffy voleva.. e..”

Fred spalancò gli occhi incredula “ma… ma… quando? ..hai parlato con Buffy? Angel..?”

Nella stanza era calato il silenzio, Connor finalmente dormiva e Angel adattò il suono della sua voce, seguendo il dolce ritmo del battito del suo cuore. La voce non era che un sussurro e ricordò che le uniche volte che era stato in grado di fare questo, era stato sempre in presenza di Buffy, e ora ripeteva questo miracolo in presenza di suo figlio. Angel era connesso alla vita attraverso loro due, respirava il loro respiro e si sentiva vivo come non mai.

“Mentre voi eravate in ospedale con Connor, ho chiamato Buffy. Lei doveva saperlo e doveva saperlo subito. Io.. avevo bisogno che lei sapesse, capisci? Sa anche che potrebbe essere utile il suo aiuto, lei sa tutto.” chiuse gli occhi e poggiò la testa sullo schienale della poltrona.

“Andrà tutto bene, abbiamo solo bisogno di riposare un po’”

Ad un cenno di Lorne, Fred e Gunn uscirono dalla camera e Fred aspettò che anche Wesley li raggiungesse. “Wesley?” chiese Angel mentre sistemava Connor nella culla, “Chiama Sunnydale, parla con Giles e..”

Fred attese ancora, sperando di sentire le parole giuste “..e Willow e..” Fred tornò sui suoi passi “..e Buffy, avanti Angel, non c’è miglior tempo del presente”

Annuendo, Angel sorrise a Fred, mentre Connor si svegliò e cominciò di nuovo a strillare. Pareva che in quella culla vi fosserò le spine, decisamente il cucciolo preferiva le braccia del padre.

“Avanti piccolo, andrà tutto bene. Lo so che sei spaventato, lo sono anche io ..ma ora smetti di piangere. Non siamo soli, hai sentito la zia Fred? Fra poche ore..noi due..”

Così Wesley aveva chiamato Giles, ma non l’aveva trovato. Seppe che si era trasferito da tempo in Inghilterra. Neppure Buffy era a casa e non riuscì a parlare neanche con Willow. L’unico con cui riuscì a parlare fu Xander, che non disse molto, ma Wesley riuscì comunque a percepire un qualche disagio nella sua voce, come se fossero nel bel mezzo di una apocalisse, o come se non volesse avere nessuna conversazione con lui.

Fortunatamente Fred era piuttosto ostinata, e dopo numerosi tentativi, alle prime ore dell’alba riuscì a trovare Buffy. Pareva preoccupata per sua sorella e per Willow. Disse che Dawn, proprio poche ore prima, aveva rischiato di morire in un incidente d’auto in cui Willow era alla guida. Fred passò la telefonata a Wesley che spiegò la gravità della situazione. Concordarono subito che Buffy avrebbe preso il primo aereo e che in poche ore sarebbe stata a Los Angeles.

Vedendo il sorriso sul volto di Wesley, Fred volle sapere e lui rispose che sorrideva per le ultime parole dette da Buffy.

Avevo proprio bisogno di una vacanza ..e Angel ancora una volta mi sta aiutando. Beh, tecnicamente sono io che sto aiutando lui, ma..ancora una volta lui.. ok, ci stiamo salvando a vicenda.. abbiamo bisogno l’uno dell’altro e il momento non poteva essere migliore di così

 

   
 
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