Parte
2
La nascita
miracolosa del figlio di due vampiri era un fatto senza precedenti. Wesley
doveva saperne di più. Da ore, l’ex osservatore era intento a consultare i suoi
libri, avrebbe voluto informare Rupert Giles per consultarsi con lui e questa
sera non escludeva di farlo.
Gunn invece
insisteva che era importante sapere come fare per combattere contro la setta di
vampiri, che accerchiava da ore l’albergo e sosteneva che era importante
incrementare il loro arsenale e la loro
forza.
Lorne sottolineava
che l’incantesimo di protezione non avrebbe retto a lungo, dopo tutto lui non
era esperto di magia, lui era solo un demone empatico. Sarebbe stato utile
consultare una vera strega.
Fred controllava
ancora la lavagna in cui ore prima aveva stilato la lista dei nemici di Angel,
che volevano rapire Connor. Più controllava e verificava e più si faceva strada
in lei la convinzione che avevano urgente bisogno di un aiuto esterno. Aveva
quindi riproposto la sua idea, quella che Cordelia aveva scartato subito,
bollandola come una “pessima, pessima idea”.
Tutti e tre erano
d’accordo che servissero: Competenza di
un esperto. Armi e forza. Alta Magia.
Con enorme
sorpresa di Fred, Wesley concordava con lei. “Si, Giles potrebbe aiutarci”.
Anche Gunn era d’accordo “Beh, si dice che nessuno possa battere una
cacciatrice, quando si tratta di prendere a calci i cattivoni. Mi piace, ci
sto!” Lorne acconsentì dicendo “Qui non servono solo i muscoli o i libri, avere
con noi una strega esperta, adesso sarebbe davvero un grande aiuto ..e poi, sono
amici di Angel, Wesley e Cordelia dopo tutto, quindi perché non chiamarli
subito?”
Insomma tutto
conduceva a Sunnydale. Pareva che la soluzione dei loro problemi portasse
esattamente in quella direzione. Lì c’era Rupert Giles, lì c’era la strega
potentissima e soprattutto, lì c’era la
cacciatrice.
“Già, ma hai
sentito prima? Cordelia pensa che non sia il caso, anche se non sono certa di
aver capito il perché” rispose Fred “eppure, per più di una ragione, continuo a
pensare che l’unica persona in grado di aiutare Angel, sia
Buffy.”
Poi raccontò al
gruppo ciò che aveva sentito da Darla, e Wesley, come fosse illuminato da un
improvvisa folgorazione, prese in mano la situazione “Dobbiamo parlarne con
Angel. Subito”
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“Che cosa? State
scherzando, vero? Io dovrei fare cosa? secondo voi dovrei chiamare Buffy perché
non riesco a far addormentare mio figlio?” Angel teneva in braccio Connor e
passeggiava nervosamente per la stanza, era esausto. “Sono un padre terribile,
non riesco neppure a farlo smettere di piangere ..sono un padre
terribile”
“Angel non essere
sciocco, ovvio che non stiamo dicendo questo” disse
Lorne.
“Pensaci Angel”
incalzò Wesley. “Guarda la cosa dal lato giusto, ovvio che qui non serve una
babysitter, certo che no. Dico solo che abbiamo bisogno di aiuto e anche subito.
L’albergo è circondato da un infinità di demoni che vogliono Connor per i più
disparati motivi. Holtz e altri tuoi nemici non aspettano altro che mettere le
mani su tuo figlio e come se non bastasse, la W&H è appostata là fuori con
le sue squadre d’assalto. Non possiamo batterli, sono troppi. L’incantesimo di
protezione sta per cedere. Serve la competenza di Willow, di Giles e.. la forza
di..”
Angel gli lanciò
uno sguardo torvo che avrebbe potuto incenerirlo all’istante.
“NO, Wes. Discorso
chiuso, mi hai sentito? Non voglio coinvolgerla in questo, è
chiaro?”
Connor, sentendo
la voce agitata del padre, pianse ancora più forte, quasi come se avesse
percepito la gravità del pericolo. Angel si sedette di nuovo, posandolo sulle
sue ginocchia e cullandolo nel tentativo di rassicurarlo, ma inutilmente. Gunn,
Lorne e Wesley si scambiarono uno sguardo fra il divertito e il preoccupato e
insistettero ancora, ma Angel pareva non sentire
ragioni.
“Insomma, perché
no?” chiese Fred “Qual è il problema vero? Non vuoi chiedere aiuto perché hai
paura di dire alla tua ex che hai un figlio e che sua madre è Darla? È questo il
vero problema? Ma questo è insensato, siamo nel bel mezzo di un emergenza, sono
certa che lei capirà. Si tratta comunque di salvare la vita di un innocente e
Darla sarebbe..”
Fred si fermò a
guardare Angel che pareva non ascoltarla. Era più interessato ad osservare il
sorriso di suo figlio, che per un breve attimo aveva smesso di
piangere.
Perché hai smesso? Si chiese Angel, mentre a sua volta, rispondeva
estasiato al sorriso di Connor, con un altro sorriso.
“Sono le fusa”
disse distrattamente Lorne, rispondendo alla domanda non espressa verbalmente da
Angel. Lorne lo conosceva bene, aveva letto la domanda nella sua
anima.
“Le fusa? Intendi
dire come i gatti? cosa centrano le fusa con Connor e Buffy?” chiese Gunn.
Angel e Lorne si
scambiarono uno sguardo di intesa che significava
“Io so - che tu
sai - che io so”
Connor cominciò a
piagnucolare di nuovo, ma più sommessamente, anche lui doveva essere esausto.
Aveva solo poche ore di vita e già la fuori vi era un mondo crudele che non
aspettava altro che poter banchettare con la sua carne. Senza spostare lo
sguardo da Connor, Angel ignorò Gunn e con voce calma e pacata rispose a
Fred.
Man mano che
parlava, lei giurò di aver sentito un suono basso e profondo, proveniente dal
petto e dalla gola di Angel, un suono ritmico e costante che pareva quasi
ipnotico. Angel faceva le fusa? Oh cielo, non l’aveva mai notato
prima.
“Fred, capisco la
tua.. la vostra.. preoccupazione, ma sei completamente fuori strada. No.. non è
quello il problema. Non ho paura di dire a Buffy di Connor, per il semplice
motivo che lei sa già di Connor. Sa tutto, compreso il suo nome ..anzi lei ha
saputo il suo nome prima di voi, visto che.. insomma, ok io adoro quel nome e
sono stato io a sceglierlo, ma lei ha pensato che fosse bellissimo. Anche a
Buffy è piaciuto subito, quindi è come se.. lo avessimo deciso insieme.. un nome
Irlandese.. ecco era proprio questo che Buffy voleva..
e..”
Fred spalancò gli
occhi incredula “ma… ma… quando? ..hai parlato con Buffy?
Angel..?”
Nella stanza era
calato il silenzio, Connor finalmente dormiva e Angel adattò il suono della sua
voce, seguendo il dolce ritmo del battito del suo cuore. La voce non era che un
sussurro e ricordò che le uniche volte che era stato in grado di fare questo,
era stato sempre in presenza di Buffy, e ora ripeteva questo miracolo in
presenza di suo figlio. Angel era connesso alla vita attraverso loro due,
respirava il loro respiro e si sentiva vivo come non
mai.
“Mentre voi
eravate in ospedale con Connor, ho chiamato Buffy. Lei doveva saperlo e doveva
saperlo subito. Io.. avevo bisogno che lei sapesse, capisci? Sa anche che
potrebbe essere utile il suo aiuto, lei sa tutto.” chiuse gli occhi e poggiò la
testa sullo schienale della poltrona.
“Andrà tutto bene,
abbiamo solo bisogno di riposare un po’”
Ad un cenno di
Lorne, Fred e Gunn uscirono dalla camera e Fred aspettò che anche Wesley li
raggiungesse. “Wesley?” chiese Angel mentre sistemava Connor nella culla,
“Chiama Sunnydale, parla con Giles e..”
Fred attese
ancora, sperando di sentire le parole giuste “..e Willow e..” Fred tornò sui
suoi passi “..e Buffy, avanti Angel, non c’è miglior tempo del
presente”
Annuendo, Angel
sorrise a Fred, mentre Connor si svegliò e cominciò di nuovo a strillare. Pareva
che in quella culla vi fosserò le spine, decisamente il cucciolo preferiva le
braccia del padre.
“Avanti piccolo,
andrà tutto bene. Lo so che sei spaventato, lo sono anche io ..ma ora smetti di
piangere. Non siamo soli, hai sentito la zia Fred? Fra poche ore..noi
due..”
Così Wesley aveva
chiamato Giles, ma non l’aveva trovato. Seppe che si era trasferito da tempo in
Inghilterra. Neppure Buffy era a casa e non riuscì a parlare neanche con Willow.
L’unico con cui riuscì a parlare fu Xander, che non disse molto, ma Wesley
riuscì comunque a percepire un qualche disagio nella sua voce, come se fossero
nel bel mezzo di una apocalisse, o come se non volesse avere nessuna
conversazione con lui.
Fortunatamente
Fred era piuttosto ostinata, e dopo numerosi tentativi, alle prime ore dell’alba
riuscì a trovare Buffy. Pareva preoccupata per sua sorella e per Willow. Disse
che Dawn, proprio poche ore prima, aveva rischiato di morire in un incidente
d’auto in cui Willow era alla guida. Fred passò la telefonata a Wesley che
spiegò la gravità della situazione. Concordarono subito che Buffy avrebbe preso
il primo aereo e che in poche ore sarebbe stata a Los Angeles.
Vedendo il sorriso
sul volto di Wesley, Fred volle sapere e lui rispose che sorrideva per le ultime
parole dette da Buffy.
“Avevo proprio bisogno di una vacanza ..e Angel ancora una volta mi sta aiutando. Beh, tecnicamente sono io che sto aiutando lui, ma..ancora una volta lui.. ok, ci stiamo salvando a vicenda.. abbiamo bisogno l’uno dell’altro e il momento non poteva essere migliore di così”