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Autore: ElisaJ7B    23/07/2013    2 recensioni
[Amnesia:The Dark Descent]
Daniel è alle prese con la sua dipendenza dal Laudano, un potente sedativo molto pericoloso.
Alexander cercherà di riportarlo sulla giusta strada con qualunque mezzo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Daniel si svegliò lentamente nel proprio letto.

 

Le coperte lo avvolgevano completamente, rallentando ogni movimento.

Con gli occhi chiusi, il ragazzo si godeva il tiepido calore della candela, che doveva essere nei paraggi.

Daniel si sentiva piuttosto intontito, ma ormai ci si era abituato.

 

Il Laudano confondeva i suoi sensi, soprattutto la vista.

Per quanto riguarda l’udito, al ragazzo sembrava di essere all’interno di una bolla di sapone.

I rumori erano attutiti e confusi, tra cui si distinse un colpo di tosse per attirare l’attenzione.

 

Il ragazzo aprì finalmente gli occhi e seduto su una sedia accanto al letto vide Alexander.

Il barone indossava la solita espressione impassibile, sebbene un accento di preoccupazione fosse appena percettibile.

 

Daniel lo salutò pigramente.

“Buongiorno signore”, aggiungendo un timido sorriso.

“Non è più giorno.” Il tono di voce di Alexander era più basso del solito, con un velo di impazienza.

“Dato che sono le nove di sera.” “Ma cosa…?” Daniel era sconcertato.

 

Il barone si passò una mano tra i capelli, cercando di rimanere il più calmo possibile.

“Mentre stavamo attuando una tortura, all’improvviso sei svenuto e caduto per terra.

Così, dal niente. Un attimo prima eri con la sega in mano a fare il tuo lavoro; e un attimo dopo eri disteso sul pavimento.”

 

Il ragazzo si nascose sotto le coperte, imbarazzato.

 

Alexander si avvicinò per fargli una carezza, il tono di voce un po’ più addolcito.

“Il tuo corpo sta cedendo, Daniel. Dobbiamo interrompere la cura del Laudano. Finirà per ucciderti.”

 

Daniel si rese conto che senza il sedativo gli incubi sarebbero tornati e con una mano allontanò bruscamente quella del barone.

 

“No! Sono in grado di farcela, posso resistere!”

“Non temere. Non smetterai subito. Per adesso ci limiteremo a diminuirne la quantità.

Ricomincerai a percepire le cose come prima nell’arco di un paio di settimane. Dopo, smetterai di prendere il Laudano definitivamente.”

 

Le parole di Alexander suonavano dure alle orecchie di Daniel, che iniziava ad essere preso dal panico.

“E… e quando gli incubi torneranno?” Il respiro del ragazzo era diventato irregolare e le sue mani tremavano.

 

No. Gli incubi non torneranno. Non lo permetterò.

 

Pensava, fissando le coperte sotto di sé.

“Troveremo una soluzione in questi giorni. Per adesso, riposati. Sei ancora stordito, per stasera salterai la razione di Laudano.”

Detto ciò, il barone si alzò dalla sedia e si diresse velocemente alla porta. Gli occhi di Daniel si spalancarono.

 

Aveva davvero intenzione di lasciarlo una notte senza il sedativo?

Appena Alexander chiuse il portone, il ragazzo schizzò fuori dal letto e lo rincorse.

“La prego! Non posso dormire senza.”

La sua voce si era ridotta a un piagnucolio, quasi come quello di un bambino.

 

L’uomo più anziano accellerò il passo.

“No. Non morirai se una notte non avrai del Laudano.” Disse freddamente dirigendosi alla sua stanza.

“La supplico…” Daniel insisteva. Il barone entrò nella propria camera, ma il ragazzo fu più veloce e sgattaiolò dentro anche lui.

 

“Daniel, esci immediatamente dalla mia stanza.”

“Non finché non mi avrà dato il sedativo.” Si impuntò il ragazzo.

“Perché sei così testardo?” Alexander alzò gli occhi al cielo.

“Va bene. Ti concederò mezza fiala di Laudano.”

Scavalcando Daniel, il barone si condusse all’armadietto. Lo aprì, prese una provetta e poi lo richiuse.

 

Il ragazzo rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto una tale quantità del suo liquido dolce e verde tanto agognato.

“Vado a prendere un bicchiere dove versare la metà di domani. Nulla deve andare sprecato.” Disse Alexander. Poi uscì dalla sua camera.

 

Daniel fissava l’armadio. Avrebbe tanto voluto allungare la mano e afferrare tutte le fiale, berle fino a rimanere svenuto per un mese intero.

Uscì da quel sogno pensando alla reazione che avrebbe scatenato nel barone. Rabbia, sicuramente. Mista a disgusto e pena.

Al pensiero si allontanò dall’armadietto, ma non riusciva a distogliere lo sguardo.

Ad un tratto gli venne un idea.

 

Non si accorgerà di certo se prendo qualche fiala. Nel caso la mezza razione non basti.

 

Con foga aprì le ante di legno e afferrò un bel po’ di fiale, nascondendole nella vestaglia.

Sentendo i passi di Alexander, richiuse tutto in fretta e furia  e si sedette sul letto, con aria innocente.

Il vecchio uomo entrò nella stanza e appoggiò il bicchiere su un tavolo, andando a rimettere la boccetta piena a metà nell’armadietto.

Alexander borbottò piano “Che strano… mi sembrava di averlo richiuso per bene, invece è socchiuso.”

 

A Daniel gelò il sangue.

Se lo avesse perquisito e avesse trovato le fiale addosso a lui, cosa sarebbe potuto succedere? Probabilmente lo avrebbe punito.

“Mah, forse le ante sono troppo vecchie e si saranno riaperte da sole. Daniel, sei così pallido, stai bene?”

Il barone era sereno. Forse non si era accorto di nulla.

 

Daniel cominciò a dire molte frasi insieme, voleva soltanto uscire al più presto da quella stanza.

“Si… cioè, no! M-mi sento solo molto stanco.  Prendo il bicchiere di Laudano e vado a letto. Buona notte!”

 

Agguantò il bicchiere con la mano sinistra, mentre con la destra nascondeva il bozzo che si era formato nella veste, che nascondeva il bottino.

Aprì la porta con il gomito, senza farsi scoprire e mise un piede fuori dalla camera quando Alexander lo chiamò.

“Daniel.” Il ragazzo si bloccò.

 

Si girò lentamente e con un sorriso finto disse “…si?”

“Mi prometti che riuscirai a non farne più uso? La tua vita mi sta scivolando tra le dita, come la sabbia.

Come faccio a proteggerti dall’Ombra, quando devo proteggerti anche da te stesso?”

 

Il volto del barone era indecifrabile come sempre, ma il tono di voce lo ingannò, rivelandosi preoccupato.

Daniel allargò il sorriso e rispose gioiosamente “Certo! Sono sicuro che grazie ai suoi consigli ci riuscirò. A domani!”

 

E corse via lasciando la porta aperta dietro di sé.

Alexander era piuttosto perplesso, ma non ci prestò attenzione.

Chiuse il portone e si sedette sulla solita poltrona per leggere.

 

Ah! Per un attimo ho pensato che mi avesse scoperto! Si, riuscirò a smettere, ma solo quando il Laudano sarà finito.

 

Rise tra sé e sé, rallentando il passo verso la stanza degli ospiti.

Appena entrato nella sua camera, tolse le fiale dalla vestaglia e le appoggiò sul letto.

 

Dove potrei nasconderle? I servi del barone potrebbero trovarle mentre fanno le pulizie.

 

Daniel si guardò in giro.

Pensò di nasconderle sotto il letto, ma aveva paura che con il proprio peso le avrebbe rotte.

Guardò il pavimento, ma le piastrelle erano tutte perfettamente allineate.

Però vicino all’ingresso individuò una mattonella un po’ scheggiata.

 

La sollevò e sotto vide che c’era spazio appena per qualche piccolo oggetto.

Ci mise delicatamente dentro le sue preziose fiale e la rimise al suo posto.

 

Vista da fuori sembrava solo una piastrella rotta, ma sotto custodiva un enorme tesoro.

Soddisfatto, Daniel bevve il suo bicchiere di Laudano e svenne sul proprio letto.

Riposava tranquillo sotto le coperte, con la certezza che per un bel po’ non avrebbe avuto incubi.

 

Almeno finché il suo segreto rimarrà tale.

  
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