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Autore: Annika Mitchell    24/07/2013    1 recensioni
Una raccolta di stralci di storie mai nate, ritratti di persone conosciute e sconosciute, pezzi di una me che non conosco, anime di persone che ho incontrato una volta per strada e di cui non ho mai conosciuto la storia, vite mai vissute ma scritte, briciole e rimasugli di chi non c'è più e di chi semplicemente non c'è mai stato.
Storie che hanno senso solo grazie a quel lettore che si ferma ad ascoltarle e, perché no, a leggere di sé.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Queen of superficial.

"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma."



Celine sognava. Di amare una rockstar, di essere bella, di saper scrivere ciò che pensava del mondo e di vedere l’America.

Sognava di essere qualcun’altra; in un’altra vita sarebbe voluta essere in grado di amare, quando in realtà non era altro che misantropa e incoerente.

Incoerenza era quel suo modo di attaccarsi alle cose materiali, nonostante definisse il mondo come superficiale; lei, regina della superficialità.
Incoerenza era il sentimento di odio che nutriva nei confronti degli oggetti del suo amore: amava deridere i lineamenti degli uomini di cui si infatuava, perché diceva che le faceva meno male saperli imperfetti nella loro irraggiungibilità.
Incoerenza era la sua falsa modestia, di quando cercava complimenti dicendo di non meritarli e si arrabbiava pensando che il mondo non fosse in grado di comprendere la sua arte.

Celine viveva. Male, di passioni fugaci, di sospiri e desideri impossibili, di scelte sbagliate o non intraprese, di vite vissute da altri.

Viveva come il peggiore dei codardi, fingendosi Don Chichotte senza avere il coraggio di fronteggiare i propri mulini a vento.
 

«Non c’è coerenza, in questa vita.» soffiò una mattina d’inverno,  rivolgendosi alla gatta, troppo magra da accarezzare e troppo vecchia per correre.
La gatta, Jamie, non le rispose mai.
Lei credette di sentirla miagolare che persino l’incoerenza è una forma di coerenza.

Celine si morse la lingua, pensando che nella vita aveva sprecato troppo tempo a lamentarsi di non averne abbastanza.

Si stese sul letto che aveva settant’anni e troppi rimpianti.
Chiuse gli occhi sperando di riuscire finalmente a vedere l’America.
Non li riaprì più.

Sulle labbra, l’ombra di un sorriso delineava il futuro che non era mai riuscita a raggiungere. Mai, prima d’allora.






Note: 
La seconda legge della termodinamica messa lassù, come citazione, è fondamentale negli studi delle tre del mattino sull'oltretomba e le manifestazioni di chi non c'è più (e non c'è mai stato).
Io ci credo spesso, in queste cose.
E credo che la vita sia incoerente; o perlomeno non è possibile trovarvi coerenza se non nella stessa morte.
Celine era morta in vita, mi piace pensarla viva in morte.
   
 
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