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Autore: tata_angel    24/07/2013    2 recensioni
Ma non c' era tempo da perdere, infondo doveva fare le valigie e sistemare tutto, era così felice di andare in Argentina, ed era sicura che sarebbe andato tutto bene.
Blue moon! Spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FORTI EMOZIONI
POV SHADE
 
-Papà, papà sei qui!- Urlò felice il ragazzino correndo incontro all'uomo
-Tesoro vieni qui!- sospirò l'uomo che, con il dolore dentro al cuore, cercò di trattenere le lacrime che, prepotentemente,cercavano di cadere dai suoi occhi. 
Il cuore iniziò a lacerarsi, il dolore era quasi insopportabile, ma cosa avrebbe potuto fare? Era l' unica soluzione! 
O per lo meno lo sembrava in quel momento.
 
Il silenzio era diventato imbarazzante, si sentivano le forchette che sbattevano contro i piatti. 
Da quando era arrivato Christian era sceso un silenzio tombale, forse era questo l'effetto che fa ritrovare una persona che non vedi da tanto tempo? Forse farà lo stesso effetto anche a me.. 
Forse anche io sarei rimasto immobile guardandolo fisso negli occhi.
Forse anche io avrei lasciato che le gambe tremanti mi stendessero a terra.
Forse anche io avrei fatto scendere delle lacrime dai miei occhi blu. 
Forse anche io non avrei pronunciato una singola parola, permettendo che il silenzio riempisse il vuoto attorno a noi.
Forse anche io avrei lasciato che le mie braccia avvolgessero il suo collo 
Forse anche io gli avrei permesso di asciugarmi le lacrime. 
Chi lo sa. In quel momento però mi fermai ad immaginare un momento che non so né se, né quando o come sarebbe arrivato. 
-Devo andare a prendere Jhon?- chiese Rein rompendo il silenzio 
-No! Vado io, è troppo buio- rispose Elza, lasciando una nota di tristezza sul viso di Rein che, probabilmente, voleva prendere un po' d' aria fresca
-Se per te va bene, posso accompagnarla io- mi intromisi. 
Rein inarcò le labbra in un sorriso, mentre Elza era visibilmente scettica. 
-Non so...- 
-Dai mamma, sono con Shade- ribatté Rein 
-Sei sicuro? non vorrei disturbarti- mi disse Elza
-Ma figurati, io amo uscire di notte per respirare aria fresca- sorrisi io, speranzoso di ottenere il suo consenso. 
-Okay, ma state attenti vi prego- rispose lei 
-Certo!!- esclamò gioiosa Rein. 
-Ma non è che un giorno di questi mi ritornate fidanzati?- esordì Elza, facendo arrossire visibilmente Rein che scosse energicamente la testa.
 
POV REIN 
-Mamma!!- esclamai io -ma cosa ti viene in mente!- 
-Che ne so, state sempre vicini. Vi ho visto sul divano, sareste una bella coppia- ribatté lei, mentre Shade arrossisce di colpo. 
Mia madre non era mai stata così aperta, mi aveva stupita con questa sua affermazione. 
Guardai Shade, era ancora rosso in viso, con lo sguardo fisso sul piatto di pasta appena finito. 
-Vado a prendere il giacchetto e andiamo. Okay?- mi rivolsi a Shade che si limitò a sorridermi
-Vado anche io. Mi aspetti giù?- risposee poi
-Certo!-
Salii le scale ripensando ancora alle parole di mia madre "sareste una bella coppia" e in un attimo mi apparve lo sguardo di Shade davanti agli occhi. 
Quel suo blu mi faceva sentire come se stessi in acqua e stessi affogando perché non sapevo nuotare. Questa pensiero mi fece perdere il senno e in un attimo mi ritrovai stesa in fondo alle scale con il suo viso a pochi centimetri dal mio. 
-Tutto bene?- mi chiese lui sorridendo
-S-si- risposi io, se così si poteva dire, di certo non è una bella sensazione farsi le scale in scivolata.
In un attimo mi sentii andare a fuoco, non riescii a sostenere lo sguardo, mi alzai e salii di fretta in camera mia. 
Presi il giacchetto dall'armadio e mi sbrigai ad uscire dalla stanza per scendere, sicuramente lui aveva già finito di prepararsi. 
Passai davanti allo specchio, mi guardai il viso e mi accorsi che le mie guance erano ancora arrossite; corsi in bagno per sciacquarmi il viso e calmare i miei bollenti spiriti e scesi frettolosamente. 
-Finalmente hai finito, ma quanto ci mettete voi donne a prepararvi?- 
-Quel che ci vuole- risposi laconica io
-Non potreste essere un po' più veloci? Un po' come noi- 
-Stai scherzando vero?- lo guardai con serietà
-No, lo penso davvero. Ci mettete troppo tempo, noi siamo un  po' più veloci- 
-Lo credo bene. A noi ragazze non piace uscire da buzzurre come voi- dissi io per provocarlo un po' 
-Non siamo buzzurri, semplicemente non amiamo metterci troppo tempo- 
-Tutte scuse!- ribattei io, aprendo la porta e salutando mia madre -Sbrigati! Jhon ci sta aspettando- urlai io, per tagliare la conversazione e scrollarmene il peso. 
 
 
Avevo una tremenda paura, non era stata affatto una bella idea uscire di notte e, quel che era peggio, non riuscivo nemmeno a stringere il braccio di Shade per la mia timidezza. 
Gli avevo risposto davvero male, sono stata ingiusta con lui, voleva solo aiutarmi o almeno credo. 
Mollo un sospiro attirando la sua attenzione 
-Che c'è?- mi chiese lui posando il braccio sulle mie spalle 
-No, niente- sbottai io spostando con uno scatto la spalla: il contatto con lui non mi faceva stare a mio agio, mi sentivo in gabbia. Anche se mi faceva sentire al sicuro, non sopportavo la pressione.
Abbassò lo sguardo e tornò a prendere a calci i sassi che trovava per strada il cui rumore, dato il silenzio che c'era, si sentiva per tutta la via. 
-Anzi..- iniziai io 
-Mh..- mugugnò lui 
-Volevo scusarmi per oggi, ti ho risposto davvero molto male. Volevi solo sapere qualcosa di me e io ti ho trattato a pesci in faccia- guardai in basso, lui cercò di guardmi fisso negli occhi, quindi sollevò i mento. Continuava a guardarmi e io mi sentii come nuda davanti a lui come se tutti quei segreti che portavo dentro di me non fossero più così tanto al sicuro. 
In quel momento avrei voluto sparire.
-Figurati. Non sei la prima. Me lo dicono tutti che ispiro violenza- scherzò lui. 
-Ma su questo non ci piove- risposi io. 
-Ma cosa? Stai dicendo davvero?- 
-Beh se devo essere sincera, anche tanto- 
Si fermò in un secondo, mi strinse il braccio per bloccarmi e incrociò le sue dita fra le mie facendomi sussultare. Per scherzare cercò di me storcerle, ma usando sempre molta gentilezza ordinandomi di chiedere scusa, ma io non cedetti al suo ricatto.
-Shade, mi fai male!- ridemmo insieme, come due bambini di cinque anni che si rincorrono nei più grandi prati verdi e fioriti che si trovavano fuori Firenze. 
Mi ritrovai con le spalle al muro, lui avvicinò il suo viso al mio, non sentivo più niente: lo abbaiare dei cani nelle case, le macchine che passavano sulla strada, il volume della televisione alta negli appartamenti, il tempo che scorreva veloce, la consapevolezza che Jhon ci stesse aspettando. Non importava più niente, o perlomeno a me. 
-Rein!- mi sentii chiamare, mi voltai e trovai Fine, che stava a pochi passi da noi
-Fine, ciao come stai? - risposi io arrossendo violentemente
-Bene, grazie!- rispose lei -Come va con tuo padre?-  
-Sempre lo stesso- risposi io 
-Mi dispiace- ribatté lei -Lo sai, quando vuoi puoi chiamarmi. Non ti chiamo io perché so che potrebbe darti fastidio,quindi fallo tu quando ne senti il bisogno-  
Sorrisi gentilmente, era sempre stata una bell'amica. Le ero grata, era una delle cose di cui avevo bisogno: una spalla su cui piangere e nessuno a impedirmi di respirare con calma. Mi girai verso Shade per poterlo presentare, ma lo vidi imbambolato, avevo lo stesso sguardo che aveva Fine mentre guardava una torta gigante alla panna e cioccolato. 
Schiarii la voce, affinché Shade si potesse  riprendere dallo stato di trance in cui era caduto
-Shade, lei è Fine. Fine, lui è Shade-
-Piacere- sussurrarono loro. 
- Ora scusa ma dobbiamo andare a prendere Jhon da un suo amichetto. Ci starà aspettando. Andiamo Shade?- lo presi dalla manica della maglietta
-Certo!- esclamò lui. 
 
Chiusa la porta di casa mia madre mi si buttò al collo, mi stringe forte quasi a volermi strozzare. 
-Mamma, cosa hai?-  sussurrai io, la presi per le spalle e la staccai da me, le guardai il viso: aveva le guance rosse, occhi lucidi e pieni di lacrime, ma con un sorriso enorme sul viso. 
-Cosa c'è, mamma? Dimmelo!- sbottai io scuotendole le spalle, iniziai a preoccuparmi, e se fosse successo qualcosa a mio padre? Non volevo nemmeno pensarci..
-Elza!- esclamò Shade, mentre l'afferrava per le spalle e la poggiava sul divano,  sentii Jhon che stringeva il lembo dei pantaloni. Lo guardai e aveva un’espressione terrorizzata. Gli poggiai una mano sul capo scompigliandogli un po’ i capelli
-Venite qui!- esclamò mia madre. Tutti noi ci sedemmo vicino a lei aspettado che inizi a parlare
-Si è svegliato!- urlò lei di gioia, rimasi impassibile, rimasi seduta sul divano mentre sentivo il cuore riprendere a battere normalmente. Cercai di capire a cosa si riferisse, poi la realtà mi colpì in pieno: mio padre si era svegliato. Aspettavo quelle parole, le avevo attese da tanto. 
Mi erano sembrati anni dall'incidente. 
Shade mi riscosse dai pensieri -Si è svegliato, Rein. Si è svegliato!- Sentir ripetere quelle parole mi fece recepire completamente il loro significato. Guardai Shade sorrisi e lo abbracciai. 
Lo abbracciai come lui fosse mio padre, come se in lui riuscissi a vedere mio padre. 
Si era svegliato, avrei potuto parlargli di nuovo.
Avrei potuto abbracciarlo.
Avrei potuto sorridere insieme a lui.
Avrei potuto stringergli la mano sentendo la sua reazione.
Avrei potuto guardarlo negli occhi.
Avrei potuto vederlo sorridere.
Avrei potuto sentire la sua risata. 
Avrei potuto avere di nuovo la mia famiglia, soprattutto in quel momento che Chris era tornato da noi.
Ci incamminammo subito verso l'ospedale, tutti noi sentivamo la voglia di abbracciarlo forte e dimostrargli il nostro affetto. 
 
  
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