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Autore: La Chiave di Do    24/07/2013    2 recensioni
Summertime made promises
it knew it couldn't keep.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Turner, Miles Kane
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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     Accidents and toffee drops
     and thinking on the train


*



Svegliarsi con un gran mal di testa alcolico non è mai piacevole, tantomeno quando questo è accompagnato da un senso di nausea abbastanza spiacevole da infastidirti ma non sufficiente a permetterti di liberarti. Mi alzo subito, consapevole in qualche modo dell'ora tarda -è quasi mezzogiorno infatti, lo leggo dal cellulare posato sul comodino- e un capogiro mi coglie violento, dandomi un senso di smarrimento tutt'altro che simpatico: bene, la prematura scomparsa della bottiglia di Cognac si sta impegnando a far soffrire il suo vedovo, nonchè suo assassino senza scrupoli; in cucina trovero' un analgesico?
Mi trascinerei pesantemente fuori dalla stanza se non mi accorgessi istantaneamente di aver dormito sul divano. Okay, ricordo di essermi addormentato qui, ma sono certo di non essermi portato una coperta, nè di essermi sfilato le scarpe, eppure la soluzione a quel semplice enigma mi è chiara solo quando, infilata la porta della cucina, mi ritrovo davanti il musetto sorridente di Alex, spettinato e leggermente rosso in viso.
Improvvisamente ricordo tutto. Buongiorno” farfuglia passandomi una tazza di caffè appena tirata fuori dal forno a microonde “Tieni, l'ho scaldato”.
Afferro' il caffè e già dal primo sorso mi sento rigenerato, e la mia mente, piu' lucida, trova improvvisamente strana l'assoluta naturalezza di Alex, la sua solita premura, il suo sorriso che si, sembra un po' imbarazzato, ma è sempre il suo. E mentre bevo mi fissa.
Che c'è!?” forse lo dico con troppa violenza mentre riappoggio la tazza perchè sembra esserci come un tentativo di giustificazione nel tono della sua risposta.
Niente! Davvero, io...” balbetta confuso passandosi una mano fra i capelli “Mi chiedevo solo se... beh, io...”
Se...?”
Se stessi bene, tutto qui, davvero...”
Piu' mi avvicino a lui e piu' la sua voce si affievolisce, in uno strano gioco di proporzionalità inversa.
Sto bene, Alex...”
Non so di preciso cosa elabora la mia mente mentre prendo la decisione, nè riesco a sentire piu' altro che il mio battito cardiaco cosi' forte da volermi saltare fuori dal petto ignorando completamente la presenza dello sterno mentre chino un po' la testa di lato e lo costringo ad appoggiarsi al lavello e a frenare la sua marcia all'indietro.
Miles?”
Cristo Alex, perchè devi rendermi le cose difficili? Sto combattendo tutto il senso di colpa che essere attratti da una creatura come te impone e tu ti perdi in toni di voce da verginella e tremori di labbra, evitalo, sul serio. Sarebbe tutto piu' facile se non profumassi di dopobarba e se a questo punto il mio petto si fosse già incontrato col tuo, e se tutto questo in fondo non mi piacesse cosi' tanto da farmi girare la testa.
Il suo respiro è caffè e Marlboro, e assomiglia incredibilmente al mio mentre mi riempie le narici... forza Miles, basta perdersi in fronzoli, sai come si bacia una donna, non puo' essere tanto diverso. Indugio ancora un poco ad una distanza snervante, troppo breve per non sentirlo respirare, ed è solo allora che mi slancio e lascio che le nostre labbra si incontrino; dopo pochi secondi, o dopo un paio di ere glaciali la mia mano corre da sola dietro la sua nuca, e come guidate da una strana forza telepatica interiore le labbra si schiudono, si incrociano ed incastrano come mai accaduto prima, lasciando che la sua lingua umida mi scivoli in bocca con una lentezza meravigliosa e dolcissima.
Il suo bacio è esattamente come lui, delicato, timoroso ma ben calibrato e caldo, non inesperto, ma come in attesa che sia io a osare un po' di piu', a stringermelo un po' piu' vicino e a inventarmi un capogiro da regalargli, o una stretta al cuore da strappargli.
Non ho scusa che tenga, nè l'ha lui: eravamo perfettamente sobri e lucidi mentre le nostre lingue si intrecciavano per la prima volta, e neppure eravamo stanchi, bensi' freschi di sonno e caffè; e non possiamo neppure fingere che non ci stia piacendo.
Quando il bacio si scioglie e restiamo fronte a fronte a respirare troppo in fretta già so quale sarà a breve la domanda di Alex.
Miles... perchè?” balbetta confuso, reggendosi alle mie spalle per non cadere.
Sorrido, ancora ad occhi chiusi.
Per spiegarti la mia sbronza di ieri sera, no?”

 

 

***
 

Non sarei invece del tutto capace di spiegare come io sia finito sul divano insieme ad Alex a guardare un vecchio film western con Paul Newman sulla televisione francese -in silenzio assoluto, perchè tanto tutti e due lo conosciamo tanto bene che potremmo ridoppiarlo in inglese- come ai vecchi tempi, o quasi. Già, perchè la nostra routine cinefila era solitamente ben spartita fra le due metà del divano delimitate da un paio di birre, infilate nella piega fra i cuscini della seduta, e abbastanza pop corn da arrivare almeno alla fine del primo tempo; non è mai stata di certo una nostra abitudine quella che ci si è naturalmente proposta all'alba di mezzogiorno di un'assonnata giornata estiva: io, a piedi nudi, con al testa comodamente adagiata sulle gambe -incredibilmente comode per la loro magrezza- incrociate di un Alex troppo intento a sfogliarmi i capelli per seguire la trama di Butch Cassidy. Sembra trovare estremamente piu' interessante una mia ciocca dietro l'orecchio destro, ciocca che ogni volta che mi ritorna ad accarezzare il retro del padiglione auricolare mi tortura di piacevolissima pelle d'oca tutto il fianco destro, dalla punta dell'orecchio fino a metà gamba, e un mugolio sommesso tradisce il mio apprezzamento. Le sue dita lasciano perdere i miei capelli e si inerpicano lungo la linea della mia giugulare, scendendo fino a giocare con la mia clavicola, ed è allora che le palpebre si abbassano facendomi perdere anche quell'ultima briciola di concentrazione.
Sei una troia” biascico.
Si mette a ridere di gusto, la sua solita risata stupida e cristallina che mi ha sempre scaldato l'anima, anche prima di stamattina, di ieri sera, di una settimana fa; cala il nasetto appuntito a respirarmi dietro l'orecchio, proprio dove poco prima la sua mano mi ha fatto tremare, ma mi rivolto, sottraendomi ai suoi giochetti crudeli e catturandogli il polso per fermarlo. E lui ride, ride ancora e sembra felice.
Ricordami perchè siamo sul divano”.
Guardavamo un film” risponde con un sorriso.
Intendo perchè siamo in questa posizione sconveniente sul divano ridacchiando come due piccioni in calore”.
Il suo sorriso si fa imbarazzato e lievemente malizioso.
Beh, mi hai baciato”.
L'hai fatto prima tu”.
Ma poi non hai cenato con me” ribatte con una punta di amarezza “E hai voluto dormire sul divano” osserva.
Ha ragione, ma non posso dargliela vinta, non subito: è un po' per conferma che lo strattono per i capelli e gli impongo di chinarsi a baciarmi, a regalarmi ancora un sentore della colazione fra il palato e la lingua, e lui risponde senza divincolarsi.
Non essere bacchettone” sussurra educato “Non è affatto sconveniente starsene cosi'”.
Ah no?” faccio sarcastico, supino con la testa sulle sue ginocchia.
Accenna di no con la testa, ma fa un sorriso dei suoi, uno di quelli che anticipano una delle sue.
Scatta, sfila le gambe da sotto di me con un'agilità che sempre gli invidiero' e mi scavalca con la destra stendendosi comodamente a cavalcioni su di me, la fibbia della sua cintura appena all'altezza del mio ombelico.
Questa è una posizione sconveniente” decreta sorridendo.
Mi scruta curioso, stupito della mia espressione stupita mentre mi sfiora il naso con il suo poco prima di sputare la frase che la mente sta elaborando da tutta la notte, e forse anche dal giorno prima:
E' assurdo, Miles”.
Sorrido io stavolta, allungando una mano a scostargli un ciuffo di capelli dagli occhi: è incredibile la rapidità con cui gli crescano, sembra ieri che siamo stati insieme a tagliargli e sono di nuovo una massa scomposta di boccoli uccisi alla nascita da un colpo di spazzola; entro l'anno potrebbero sfiorargli le spalle.
Cosa è assurdo?”
Io, te... questo strano noi nato per caso” spiega con una lentezza tale che sembra dubitare delle sue stesse parole “Ieri eri il mio migliore amico e ora...”
Sono il tuo migliore amico”.
E mi baci in un modo da considerarsi illegale”.
Cosi'?”
Non so da dove mi sia venuta di preciso, sarà la sua presenza a rendermi cosi' teatrale, ma gli prendo il viso fra le mani e mi scopro a succhiargli le labbra con un avidità rara persino per me, pronto a bermi ogni suo sospiro roco.
Nessuno dei due è in grado di sentire la porta aprirsi e dei passi maschili farsi piu' vicini fino ad entrare in salotto, fino a quando un pesante accento francese ci balbetta qualcosa di simile a “oh scusatemi, io non credevo...” poco prima di allontanarsi.
Ehy aspetta!” strilla Alex abbandonandomi le labbra e balzando in piedi, rosso in viso come non l'ho mai visto e decisamente affannato “Dicci tutto Peter!”
Il tecnico di studio si volta lentamente, una mano fra i riccioli ormai piu' grigi che biondi e uno sguardo sconvolto dietro i grossi occhiali da vista.
Beh ragazzi...” balbetta confuso “Scusate l'intrusione...”
Non hai interrotto niente!” esordisco io casualmente, forse perggiorando ulteriormente l'imbarazzo generale.
Peter sorride appena, ricomponendosi tiepidamente.
Volevo solo chiedere... beh, la sessione iniziava alle due e...”
Iniziava!?” balziamo contemporaneamente, io e Alex, lo sguardo di entrambi corre immediatamente al suo cellulare sul tavolino: le due e trenta, e i titoli di coda del film stanno finendo di scorrere in quel momento.
Alex alza le spalle con noncuranza prima di posare una mano sulla spalla di Peter.
Giorno libero Pete, lascia perdere tutto e va a farti una scampagnata nei boschi!”
Che cosa!?”
Ride, poi risponde divertito.
Dico sul serio, Turner e Kane pagano, voi vi divertite!”
Il tecnico ci squadra con un sopracciglio alzato, poi, prima di andarsene, tutto quello che aggiunge è un “E non solo noi” sarcastico, poi la porta si richiude con delicatezza.
Silenzio, il piu' assoluto e completo. Poi scoppiamo a ridere, contemporaneamente, a crepapelle, come se avessimo appena sentito la piu' divertente fra le barzellette.
Cristo Alex, hai appena buttato via una giornata di lavoro!”
E tu ti sei fatto beccare a limonare con me!”
Silenzio, di nuovo: nulla sembra piu' divertente, ma tragico, meravigliosamente tragico.

 

***
 

L'acqua della doccia sembra volermi togliere di dosso il nuovo odore dei baci di Alex, di questo nuovo strano sentimento e della decina di sigarette fumate insieme per il nervosismo di esserci scoperti qualcosa di piu' che migliori amici; l'acqua della doccia, bollente e sensuale, mi accarezza cosi' delicatamente da non allontanarmi troppo dal pensiero di Alex, e mi fa sogghignare all'idea che, da bravo idiota, non sto pensando ad altro che a lui da tutto il giorno. Sorrido, ad ogni chiusi sotto il getto caldo quando un leggero scricchiolio mi distrae: Alex, a piedi nudi sulla porta del bagno. Chiudo l'acqua.
Che ci fai qui?”
Prima di rispondere mi osserva a lungo, con la curiosa attenzione che lo contraddistingue dai comuni mortali, come se potesse capire tutto di me in un'occhiata.
Scusami” sussurra pronto ad uscire.
Figurati” non faccio in tempo a dirlo che è già tornato indietro e seduto sul water chiuso, le gambe accavallate e un gran sorriso.
"Devo fare la doccia anche io” si spiega “Ho avuto caldo stanotte”.
Lo osservo e non capisco cosa voglia: se ci fosse stato qualche secondo fine nel suo entrare in questo momento sarebbe già nudo e di fronte a me sotto la doccia, lui invece se ne sta seduto li' a guardarmi con tenerezza.
Non ti disturba se resto qui?”
Un cenno negativo del capo e riapro l'acqua; quale essere umano normale se ne starebbe li' a guardare qualcuno che si fa la doccia per il gusto di farlo? Lo occhieggio di tanto in tanto, e lui non mi toglie gli occhi di dosso mentre con estrema calma si sbottona la camicia e la getta scompostamente di fianco alla mia, ben ripiegata, ma è mentre porta le mani al bottone dei jeans che mi sento improvvisamente piu' debole, con il fiato un po' piu' corto, troppo poco sangue al cervello e troppo dove non dovrebbe.
Lo vedo arrossire di colpo, coi pantaloni già a metà coscia, e io faccio lo stesso trovandomi costretto a dargli le spalle per non rendere troppo evidente la mia attrazione; ruoto fulmineo il regolatore di temperatura su un freddo siberiale, il che aiuta.
Se vuoi me ne vado” balbetta fingendo di non guardarmi, ma fissando ostinatamente il mio riflesso nello specchio.
Resta”.
Non so perchè dopo una risposta del genere esco dalla doccia e mi arrotolo un asciugamano in vita a una velocità impressionante, ma cosi' preso dal coprirmi mi perdo l'entrata nella cabina doccia di Alex, intento a maledirmi per il getto gelido. E' bello, spudorato, ingenuo, l'acqua lo accarezza e non sa di essere perfetto; si strofina gli occhi schermati dalle ciocche di capelli, le scosta, mi guarda, mi spara dritto al cuore un sorriso, costringendomi a lasciare il bagno per buttarmi sul divano con una strana bestiola nascosta nel petto che mi martoria lo stomaco, lo stritola, lo rivolta, lo accarezza con una piuma.
Passa davvero troppo poco -visto che in quel lasso di tempo non sono riuscito a trovare una spiegazione razionale alla tachicardia- prima che Alex esca dal bagno con un asciugamano in vita, forse per imitazione, forse per insolito pudore. Aspetta che sia io a sedermi per fargli posto invece che spintonarmi come suo solito, poi si siede al mio fianco, le mani sulle ginocchia, i capelli umidi, le labbra secche.
Hai acceso tu la radio?” chiede con il tono di chi non sa come iniziare una discussione; non me ne ricordo, ma è stato probabilmente un automatismo, quindi annuisco senza una vera espressione sul viso mentre distrattamente sento passare qualcosa dal sound vagamente anni cinquanta.
Lo sento accoccolarsi piu' vicino, pescarmi una mano e giocherellare in un punta di dita con il profilo di uno dei miei anelli, girandoci intorno con l'indice a seguirne la spirale dorata, poi senza preavviso vi accosta le labbra e mi ci sfiora i polpastrelli in un gesto cosi' delicato che mi stupisco io stesso di trovarlo estremamente erotico. Nessuno strano giochetto di quelli che sembrano fatti apposta per alludere ad altro, nessuna sfida di sguardi ardenti, solo il tocco leggero delle sue labbra fra le mie dita e l'intero mondo sembra collassarmi addosso.
Sono eleganti” sussussa arrossendo lievemente stringendomi la destra con la sua, ma la mia mente è tanto annebbiata e turbata che non riesco a cogliere il significato di quelle parole.
Non riesco neppure a rendermi conto di avergli soffocato la frase fra le labbra e di avergli stretto la mano libera fra i capelli tanto forte da averlo fatto gemere, completamente e assolutamente affamato della soffice aridità delle sue labbra d'un carminio pallido, di averlo totalmente sovrastato e costretto a spingersi contro il bracciolo del divano, me ne rendo realmente conto solo quando l'umido calore del suo palato mi accarezza la lingua.
Una voglia ben conosciuta, la voglia, la brama, la smania di possesso immediato mi prende violenta e frammista a un cieco senso di colpa, come se trovassi inconsciamente il desiderio stesso profondamente sbagliato, come se sapessi che non è un mio diritto desiderare il mio migliore amico, desiderare Alex, che è qualcosa di piu' di un angelo, ed è una voglia non solo mentale, ma solidamente fisica, oserei dire quasi dolorosa per quanto mi sforzi cercando di riportare alla mente le immagini piu' orrende e tristi della mia esistenza di respingerla. Eppure i suoi baci non sono meno appassionati dei miei, le sue mani mi sfiorano il collo e le spalle come se cercassero di piu', i suoi respiri sono forti, quasi ansimanti, intercalati da mugolii impazienti; la mia mano si muove da sola, lungo il suo petto, soffermandosi per un momento all'orlo dell'asciugamano ma restandovi al di sopra prima di scivolare ad accertarsi che il suo desiderio sia presente quanto il mio... e restare delusa. Nessuna reazione, nessuna rigidità celata dall'imbarazzo e dalla spugna di cotone, come se non l'avessi neppure sfiorato Alex è assolutamente rilassato, cruda testimonianza della sua totale assenza di desiderio.
Mi stacco da lui velocemente, balbettando scuse inutili e strofinandomi le mani sulle cosce per farle smettere di tremare.
Sembra perplesso, Alex. Mi guarda come un cucciolo che sa di aver fatto qualcosa di sbagliato, con occhi enormi dal basso all'alto, l'intensità della sua espressione, del suo rossore, dei suoi ansiti inutili sembra amplificata dal silenzio.
Io...” balbetta cercando di riavvicinarsi; io, inerme al cospetto di quello sguardo, lo lascio fare “Non avevo capito... ecco...”
Santo Dio, quello sguardo confuso, quelle labbra umide della mia stessa saliva, quel viso arrossato che cerca di giustificare la propria ingenuità è quanto di piu' adorabile e snervante abbia mai visto, un po' come ritrovarsi davanti John Lennon in persona per poi ricordarsi che è morto nell'ottanta, meraviglioso e innarrivabile, in pratica.
Alex...”
No Miles, sono... un cretino, ecco”.
Alex...”
Voglio dire, siamo soli, siamo qui e...”
Alex!” gli prendo il viso fra le mani, lo bacio con tutta la tenerezza che riesco ad incanalare, lo faccio di nuovo e sento i suoi muscoli rilassarsi, arrendendosi al mio abbraccio “Non c'è niente che non vada, okay?”
Ma...”
Forse” dico ora con assoluta calma, consapevole delle mie parole “nessuno dei due è ancora davvero pronto”.

 


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