La mattina dopo si alzò
tranquilla e riposata.
Guardando fuori si rese conto di aver dormito per circa 9 ore
consecutive. Era
una cosa che non le capitava da anni.
La tisana aveva funzionato alla
perfezione, oppure
aveva semplicemente bisogno di un letto comodo e di un cuscino soffice
per
dormire tranquilla.
Sentì finalmente di aver
recuperato tutto il sonno
perduto in quei giorni, e guardandosi allo specchio notò
anche quanto il suo
aspetto era migliorato: i suoi occhi erano più vivi del
solito, e non aveva più
quel pallore che l'aveva accompagnata durante tutto il viaggio da sola.
L'ultima volta che aveva osservato il suo riflesso nell'acqua aveva
visto una
donna distrutta, riuscendo appena a riconoscersi.
La tisana, la tisana, tutto merito
della tisana.
Doveva andare a ringraziare quella donna.
Si vestì in fretta, e in
pochi minuti fu già fuori
dall'osteria. Tuttavia prima di passare da Angela decise di concedersi
un po'
di tempo per arrivare alla spiaggia.
Già quando fu quasi
arrivata un odore strano le riempì
le narici. Era un odore gradevole, doveva essere l'odore del mare.
Chissà
com'era il mare, Liz non l'aveva mai visto. Le bastò
attraversare in lungo una
stretta stradina ed ecco che una splendida visione le si
presentò davanti. Una
lunga distesa di acqua cristallina che si estendeva fino all'orizzonte.
Liz
pensò di non aver mai visto in vita sua qualcosa di
così meraviglioso. Era
persino più suggestivo e più incantevole del
giardino incantato a palazzo.
Rimase a bocca aperta a fissare quel panorama, riscuotendosi solo
quando
qualcuno la spinse. In effetti era rimasta paralizzata al centro di
strada. L'uomo
che l'aveva urtata, probabilmente un marinaio, si scusò, per
poi correre in
direzione del porto.
Liz lo seguì con lo
sguardo, arrivare dai suoi
compagni, e insieme scaricare la merce dalla barca.
Era affascinata dalla prospettiva
di salire su di una
barca a vela, una di quelle che si vedevano lontano, verso l'orizzonte,
e
magari andare via, andare all'avventura, andare ad esplorare cosa ci
potesse
essere oltre quell'infinita distesa azzurra.
Chissà, forse un
giorno...
Adesso basta, la sua mente aveva
preso troppo a
sognare, era ora di riportarsi con i piedi a terra. Doveva andare da
Angela.
Gettò un ultimo sguardo
sognante dietro di sé, prima
di sparire in una stradina.
Arrivata al negozio, fece per
aprire la porta, quando
essa si spalancò da sola, dall'interno, e di fronte a lei
apparve un ragazzo.
Sollevò lo sguardo verso di lei, poi non appena la vide
trattenne il respiro.
Fu solo per un secondo, ma Liz se ne accorse.
Strinse gli occhi, incuriosita, ma
subito
l'espressione del giovane si rilassò.
Lui la lasciò passare,
poi si allontanò di fretta.
L'occhio della ragazza cadde sulla spada che il ragazzo portava
attaccata al
fianco, vagamente familiare, ma non ci fece caso più di
tanto. L'unica cosa che
le importava era di aver finalmente trovato qualcuno da sfidare a
duello.
Seguì con lo sguardo
quella chioma castano-bionda
allontanarsi per un po', indecisa, poi quando il giovane
girò per infilarsi in
un'altra stradina Liz scattò nella sua direzione. Stava
quasi per andargli
incontro quando un'altra figura gli si avvicinò.
Liz stette ad osservare la scena
dietro l'angolo, e
riusciva anche a sentire ciò che si dicevano.
<< Ma che sei
impazzito?! Vuoi farti scoprire?!
Come ti salta in mente di portarti la spada?!E poi dove sei stato tutta
la
mattinata?! >> gli si rivolse l'uomo. Sembrava davvero
tanto infuriato.
Il ragazzo cercò di
scusarsi.
<< Sei un
irresponsabile! >>lo accusò
nuovamente l'uomo.
A quelle parole il ragazzo si
irrigidì. Lo superò con
grandi passi.
<< Aspetta Eragon!
>>
Eragon? Dove altro aveva sentito
quel nome? Non
riusciva a ricordare.
Decise di seguire i due uomini
ancora.
La sua scelta si rivelò
ancora più soddisfacente
quando si rese conto dell'identità dell'altro uomo.
Incredibile, senza saperlo aveva
seguito colui che si
era proposta di trovare a tutti i costi. Sorrise soddisfatta quando
riuscì a
collegare ogni cosa. Niente poteva sfuggirgli.
Avanzò a grandi passi
verso di loro, senza dare troppo
nell'occhio, e mentre i due erano ancora impegnati a discutere con una
mossa
fulminea si spinse in avanti ed estrasse dal fodero la spada che il
giovane si
portava appresso: era rossa.
Ma non aveva pensato affatto alle
conseguenze di quel
gesto.
Il ragazzo gli sferrò
una violenta gomitata proprio
sullo sterno, facendole cadere la spada, mentre l'uomo le
bloccò entrambe le
braccia dietro la schiena.
<< Si può
sapere chi sei?! >>
<< Nessuno di
importante...la questione qui
è...chi sei tu! >>disse Liz guardando il
vecchio con freddezza.
<< Sei una spia
imperiale? >>chiese
ingenuamente il ragazzo rivolgendole due profondi occhi color nocciola.
La ragazza rise, poi rivolse
l'attenzione al giovane,
inchiodandolo col suo sguardo.
<< Cosa te lo fa
pensare? >>
<< Il fatto che sei
così abile nel combattimento
e così scaltra nel pedinare le persone >>
Liz sorrise
compiaciuta:<< Bene, un punto a tuo
favore, allora non siete così sciocco come date a vedere...
>>commentò.
La riccia rise di nuovo di fronte
alla sua
espressione.
Intanto l'uomo gli piegò
di più le braccia dietro la
schiena, facendola urlare di dolore.
<< Dimmi chi sei, non
ho pietà per nessuno,
nemmeno per le fanciulle >>intervenne con tono duro.
<< Sono solo una
ragazzina curiosa, tutto qui
>>
<< Dimmi cosa vuoi!
>>intimò facendola
urlare di nuovo.
Doveva liberarsi al più
presto, altrimenti le avrebbe
spezzato le ossa.
<< Beh, per essere un
vecchio siete abbastanza
forte >>
<< Non prenderti
gioco di noi ragazzina, stai
scherzando col fuoco >>
<< Io so voi chi
siete >>disse la ragazza
d'un tratto, facendosi seria << siete l'assassino di
Morzan, e appartenete
ai Varden >>
Una sola frase.
L'uomo, sconvolto,
allentò per un attimo la presa, e
Liz ne approfittò per liberarsi con uno strattone.
Si compiacque osservando la faccia
sorpresa del
vecchio, e anche del ragazzo.
<< Allora sei una
spia davvero! Come fai a
sapere tutte queste cose? >>le chiese quest'ultimo.
<< Non sono una spia,
mi trovavo semplicemente
nel posto sbagliato al momento sbagliato...forse tu non ricordi, ma io
sono
quella bambina che si trovava nel giardino incantato, che ti ha visto
uccidere
Morzan >>
<< Cosa? Non...
>>ma interruppe a metà la
frase, rimanendo interdetto << ...oh >>
Evidentemente gli era venuto in
mente. << Si può
sapere cosa vuoi da noi? >>
<< Uhm, niente,
voglio solo confrontarmi con te
in duello... >>
<< Come faccio a
sapere che non ci denuncerai
alle guardie? >>
<< Perché
dovrei? Anche io sono ricercata...
>>
<< Davvero?
>>intervenne a questo punto il
giovane, curioso. La ragazza lo guardò intensamente, per poi
annuire.
<< Ci sono. Tu sei la
Dama di ghiaccio
>>disse ancora.
La ragazza sorrise ancora,
stupita:<< Wow, altro
punto a tuo favore! Mi sono proprio sbagliata su di te, Eragon
>>
Lui fece un sorriso imbarazzato.
<< Allora? Accettate
la sfida oppure no?
>>
<< Non
possiamo...è troppo pericoloso, e poi
siamo di partenza >>
Liz annuì, arresa.
<< Forse avete
ragione, per un Cavaliere dei
Draghi è troppo pericoloso >>
Entrambi gli uomini sussultarono a
quelle parole.
<< Intuizione
>>spiegò, alzando le spalle
<< state tranquilli, con me il vostro segreto
è al sicuro >>
<< Come facciamo a
fidarci di te?! >>
disse il giovane.
<< Credo di averlo
già spiegato...io tifo per
te, Eragon >>
I due però non
sembravano abbastanza convinti.
<< Speriamo di
rivederci dai Varden un giorno
>>pronunciò lei.
<< Addio...ehm...
>>iniziò Eragon.
<< Liz
>>si presentò.
<< Addio Liz
>>finì la frase, poi si
allontanò col vecchio, che prima di girarsi le rivolse
un'occhiata
inquisitoria, che lei sostenne con fierezza.
Allora era vero.
Un nuovo Cavaliere, un nuovo Drago.
Forse per Alagaesia c'era davvero
qualche speranza.
L'obiettivo primario era intanto arrivare sani e salvi dai Varden, una
parte
molto difficile se si considera quante volte Liz e Murtagh sono stati
in
pericolo nel loro viaggio.
Ma non poteva fare altro che
sperare, e porre fiducia
nell'uomo che accompagnava il giovane. Era sicuramente uno dei
migliori, Liz ne
era certa.
Si svegliò quel giorno
per un forte mal di testa.
Erano passati due giorni da quando
il Cavaliere e il
suo accompagnatore erano partiti da Teirm.
Si era completamente dimenticata di
ringraziare
l'erborista quel giorno, troppo impegnata a sognare e immaginare come
sarebbe
stato il regno senza Galbatorix. Un'utopia, ecco cosa.
La sua indole pessimista era
prevalsa, e aveva visto a
poco a poco tutti i suoi sogni frantumarsi, riportandola alla
realtà, che aveva
portato con sé anche il mal di testa, che non era
più scomparso.
Maledizione. Per una volta che
aveva trovato qualcosa
che la facesse dormire in pace ecco che arriva l'emicrania. Cosa le
sarebbe
toccato dopo?!
Liz sbuffò, alzandosi
dal letto, nervosa di prima
mattina. Non era un buon segno.
Uscì in fretta, diretta
un'altra volta
all'erboristeria.
Entrò nel negozio come
una furia, tanto che Angela,
girata di spalle, quasi si spaventò.
<< Liz! Che ci fai
qui? >>chiese
perplessa, vedendola in quello stato frenetico.
<< Non riesco a
dormire! Un'altra volta!
>>ringhiò la ragazza.
La donna alzò gli occhi
scuri verso di lei,
osservandola incuriosita.
<< Ancora incubi?
>>
<< No, cazzo!
Emicrania! Sto impazzendo!
>>
<< Eh, lo vedo
>>mormorò Angela.
<< Allora mi vuoi
aiutare oppure no?
>>disse sbattendo i palmi sul bancone.
La donna la guardò,
ancora più perplessa.
<< Ma che hai? Il
ciclo? >>scherzò la
donna.
<< No! Ti ho detto
che ho mal di testa! Ora mi
dai qualcosa oppure no?! >>
Angela alzò le
spalle:<< Beh, devo prima capire
quel è la causa di questa emicrania no? Allora, hai il
ciclo? >> domandò
tranquillamente.
<< No
>> rispose secca.
<< Da quanto tempo
non hai il ciclo? >>
<< Cazzi miei
>> rispose ancora una volta
bruscamente.
La donna alzò gli occhi
al cielo, spazientita.
<< Allora, vuoi che
ti aiuti oppure no?
>>chiese seccamente.
<< Il ciclo non
c'entra, credimi, passa avanti
>>
<< Senti o me lo dici
oppure te ne puoi anche
andare, e ti tieni il mal di testa! >>alzò un
po' la voce.
Gli occhi della ragazza di fronte a
lei diventarono di
botto lucidi.
Angela allora avanzò
verso di lei, capendo la gravità
della situazione.
Liz non rispose, si
limitò ad abbassare gli occhi.
Poco dopo un singhiozzo la scosse.
<< Liz?
>>
Nessuna risposta.
<< Liz mi dici
cos'hai? >>
La ragazza non alzò
nemmeno per un attimo lo sguardo.
<< Liz sei incinta?
>>
Ecco la parolina magica trovata.
Angela aveva capito
subito che lo stato così nevrotico di Liz poteva dipendere
da un'eventuale
gravidanza. Era per questo che le aveva posto tutte quelle domande.
Inoltre
l'emicrania poteva essere dovuta alla gravidanza, quindi coincideva
tutto.
Ecco che i singhiozzi della ragazza
si fermarono, e
gli occhi azzurri di Liz quasi la perforarono.
<< Vieni qui, tesoro,
ti do subito qualcosa per
calmarti >>disse in tono dolce, prendendola per mano.
Liz tirò su col naso,
poi si fece trascinare
nell'altra stanza.
Non voleva raccontare a nessuno
della gravidanza, ma
davvero non ce la faceva più a portare questo peso da sola.
In fondo Angela era
stata così gentile la prima volta. Sicuramente si sarebbe
occupata di lei,
anche quando era in quello stato.
<< Perché
ho questo carattere di merda? Me lo
spieghi? >>
la supplicò.
<< Non è
colpa tua, piccola, è normale
>>la consolò la donna.
<< Vieni, raccontami
tutto, io sono qui...
>>la incoraggiò ancora.
Dopo un ultimo singhiozzo Liz
alzò lo sguardo verso di
lei.
La donna davanti a lei le dava
un'impressione
così...materna.
Si fece avanti e la strinse in un
abbraccio.
Liz ne aveva bisogno, aveva bisogno
davvero di
un'amica, qualcuno a cui confidare tutto. Forse la persona giusta era
proprio
quella di fronte a lei.
Angela le aveva offerto di restare
a Teirm.
L'avrebbe ospitata, l'avrebbe
aiutata col bambino.
Sembrava tutto improvvisamente
così facile, così
comodo.
Fosse stata una persona normale
avrebbe accettato
subito.
Ma Liz era particolare, l'aveva
sempre saputo. A volte
la sua mente era così contorta da dover per forza trovare un
lato negativo alle
cose.
Per questo non le rispose subito,
per questo chiese
tempo per pensarci.
Quando finalmente dopo un paio di
giorni di
riflessione aveva quasi accettato, e stava andando all'erboristeria per
comunicarglielo,
il destino volle che Liz vedesse in piazza qualcuno attaccare un nuovo
manifesto.
Si avvicinò,
incuriosita, pensando alla povera
prossima vittima del re, quando vide stampata nientemeno che la faccia
di
Murtagh.
Subito si accese nella sua testa
una spia di allarme.
<< Che significa?
>>chiese di getto, senza
pensarci.
L'uomo si girò verso di
lei, con sguardo
interrogativo.
<< Q-questo ragazzo
non era già ricercato?
Perché state attaccando di nuovo manifesti? >>
<< Senti ragazzina,
circa ogni settimana spuntano
almeno una decina di facce nuove da attaccare, cosa vuoi che mi ricordi
io?
>>commentò scocciato.
<< Mi potete dire
almeno se la taglia è la
stessa? >>
L'uomo all'inizio
sbuffò, poi però acconsentì.
<< Venite,
seguitemi... >>disse
incamminandosi presso una stradina e facendole cenno di seguirlo.
Spuntarono di fronte ad un muro,
nel quale vi erano
attaccati circa un centinaio di manifesti.
<< Ecco, qui ci sono
tutti i criminali più
importanti...beh, passati il tempo a controllare >>e se
ne andò di fretta,
senza lasciarle il tempo di ringraziare.
Liz alzò lo sguardo,
sconvolta. Come avrebbe potuto
fare a controllare tutto?
Si passò una mano fra i
capelli, sospirando, poi
iniziò il suo lavoro, con buona volontà.
Dopo qualche secondo
trovò le facce di Eragon e del
vecchio: le taglie erano altissime. Erano giudicati i peggiori nemici
del
regno.
Dopo un po' di ore spese a
ricercare in lungo e in
largo ecco che lo trovò: un manifesto ingiallito con il viso
di Murtagh
stampato sopra. E proprio accanto a lui quello raffigurante la dama di
ghiaccio, col cappuccio e la maschera, irriconoscibile. Le loro due
taglie
erano uguali.
Liz si adoperò per
staccarli dalla parete, facendo
attenzione a non strapparli.
Dopo averlo fatto, li
arrotolò entrambi e li mise nella
sacca, poi tornò al punto di partenza.
Lì il nuovo viso di
Murtagh era circa in cinque o sei
manifesti della piazza.
Ne staccò un altro, per
osservarlo meglio e
confrontarlo con quello vecchio.
Non solo il disegno era cambiato,
raffigurandolo sia
di fronte che di profilo, ma la cosa più sconvolgente era la
taglia sulla sua
testa. Era aumentata enormemente, arrivando quasi al livello di Eragon.
Dopo qualche secondo di shock, Liz
si precipitò
dall'erborista.
<< Angela! Angela!
Guarda qui! >>prese i due
manifesti e glieli mostrò, poi aspettò la sua
reazione con ansia.
<< Wow, questo allora
sarebbe il famoso
Murtagh...carino il ragazzo >>sorrise.
<< Beh, oltre
questo...cosa noti? >>
<< La sua taglia
è aumentata parecchio...
>>commentò la donna.
<< Lo so!
>>dichiarò la ragazza
saltellando.
<< Hai idea di cosa
significhi? >>chiese
Angela.
<< Che probabilmente
Murtagh non è stato
catturato! Anzi! E' riuscito a fuggire!
>>esclamò con gli occhi
luccicanti.
<<
Già...credo sia l'ipotesi più azzeccata
>>annuì.
Liz prese a fare il giro di tutto
il negozio, avanti e
indietro, parlando con Angela della situazione, o meglio parlando da
sola,
visto che la donna non disse nemmeno una parola.
<< Come ho potuto
dubitare di lui? E se adesso
mi stesse aspettando dai Varden? Sarà preoccupatissimo per
me...perché mi sono
trattenuta qui così tanto! Io lo sapevo che dovevo andare
subito! >> si
rimproverò.
<< Liz fermati un
attimo! >>esclamò
esasperata la donna.
Ma la ragazza non le diede retta e
dopo averle detto
che tornava in osteria per preparare le cose della partenza
sparì oltre
l'ingresso, senza darle il tempo di fermarla o di dire qualcosa.
Ma la donna era preoccupata:e se
fosse tutto un
trucco? O un errore? E se Murtagh non fosse comunque riuscito ad
arrivare dai
Varden?
Come avrebbe fatto Liz a sopportare
un'altra
delusione?
Poi ebbe un'idea.
Liz tornò in negozio
trafelata dopo un'oretta circa.
<< Allora, ho
sistemato tutto, ho pagato il
locandiere, ho comprato un po' di provviste e ho preso anche un
cavallo...credo
di aver fatto tutto. Non mi sto dimenticando nulla vero??
>>chiese
agitata alla donna.
<< Liz sei proprio
sicura di voler partire?
Diventa sempre più pericoloso per la condizione in cui
sei... >>
<< Certo che sono
sicura. Avevo promesso che ci
saremmo incontrati dai Varden, e così farò
>>pronunciò decisa, << e
poi sono sicura di farcela...ancora non ha manco tre mesi!
>>disse
sorridendo e toccandosi il ventre piatto.
La donna la circondò con
le braccia, stringendola
forte.
<< Avrei voluto
accompagnarti...ma veramente non
posso... >> disse amareggiata.
Liz le mise una mano sulla spalla
:<< Non ti
preoccupare, davvero. >>
A questo punto Angela strinse gli
occhi,
concentrandosi sul suo sguardo.
<< Liz, hai pensato
all'evenienza che Murtagh possa
anche non essere arrivato dai Varden? O che non ci arrivi mai?
>> disse
seria.
Liz spalancò gli occhi.
Evidentemente non ci aveva
pensato. Era stata talmente euforica per aver scoperto che non era
nelle mani
del re da non pensare affatto a quante altre possibili azioni avrebbero
potuto
verificarsi.
E se fosse arrivata dai Varden ma
lui non c'era? E se,
appunto, non fosse mai arrivato? Come avrebbe fatto?
Allora è vero che la
speranza può far risvegliare in
te un dolore e una paura così grandi da impedirti anche di
muoverti. All'inizio
si era, per così dire, rassegnata alla perdita di Murtagh.
Era quasi riuscita a
farsene una ragione, a sopportarlo.
Ma adesso, ci sarebbe riuscita
anche per una seconda
volta?
Forse no, l'avrebbe aspettato per
l'eternità. Sarebbe
morta ogni giorno aspettandolo.
Sarebbe riuscita a vivere con una
tale ansia nel
cuore?
<< Ho avuto un idea,
Liz, lascia che ti spieghi
>> Angela interruppe i suoi pensieri, riscuotendola.
Puntò i suoi occhi di
ghiaccio sui suoi scuri, curiosa.
<< Vedi, io ho
l'abilità di saper leggere il
futuro delle persone... >>
<< Cosa? Dici sul
serio? Perché non me l'hai
detto subito?? >>
<< Liz, a volte
conoscere il futuro può essere
doloroso...non puoi scappare al destino, riflettici... >>
La ragazza si zittì,
abbassando lo sguardo.
<< I-io ho bisogno di
sapere se lo rivedrò,
Angela...non posso vivere con questo peso nel cuore, mi
distruggerà un giorno
>>ammise, seria.
<< Tu ti fidi? Se io
ti dirò che non lo rivedrai
te ne farai una ragione e resterai qui? >>
Dopo pochi minuti di esitazione la
ragazza alzò lo
sguardo.
<< Sì, lo
farò >>concluse.
<< Bene
>>e si diresse verso l'altra
stanza.
Quando tornò aveva in
mano un piccolo sacchetto di
pelle.
<< Io non mi prendo
gioco delle persone usando
quelle stupide sfere di cristallo o quelle inaffidabili carte...il mio
potere
va molto oltre... >>commentò piuttosto
soddisfatta.
Tuttavia Liz notò che
non c'era alcun sorriso sul suo
volto, solo concentrazione, quasi preoccupazione.
<< Circa qualche
giorno fa ho predetto il futuro
ad un ragazzo con queste ossa... >>disse seria.
<< Davvero? E
com'era? Lui ti ha creduto?
>>chiese tutto d'un fiato.
<< Non lo so,
sinceramente...all'inizio non ci
crede nessuno, poi, beh, sono costretti a crederci...
>>commentò la donna.
Poi rovesciò sul tavolo
il contenuto del sacchetto,
facendo cadere alcuni bastoncini strani.
Vedendo che Liz li guardava
interessata, Angela la
informò:<< Queste sono ossa di drago
>>.
La ragazza si ritrasse, con una
smorfia di disgusto.
Angela non vi fece caso, e prese le
piccole ossa fra
le mani.
Liz notò solo adesso che
vi erano incise piccole rune.
Alzò lo sguardo, il volto della donna era serio: aveva gli
occhi chiusi e
mormorava qualcosa.
Un improvviso tremito scosse la
ragazza quando si rese
conto di avere di fronte, quasi sicuramente, una strega.
Spalancò gli occhi,
agitata, quando la donna lasciò
andare le ossa sul bancone, rimanendo sempre ad occhi chiusi.
<< Angela, voglio
solo sapere se rivedrò
Murtagh. Il resto non mi interessa, tienitelo per te...
>>. La donna la
zittì, sollevando la mano.
Ed ecco che finalmente
aprì gli occhi, concentrandosi
sulla lettura delle rune.
Dopo alcuni minuti di silenzio
assoluto Liz stava
iniziando ad avvertire una certa ansia. Vedeva la donna di tanto in
tanto
asciugarsi la fronte, poi ritornare alla lettura. Infine ebbe una
reazione
strana: spalancò gli occhi, quasi spaventata.
<< Angela, che
c'è? Si tratta di Murtagh? Lo
rivedrò? Allora? >>chiese impaziente.
L'indovina respirava
affannosamente.
<< Angela?
Rispondimi! Che succede? >>
chiese ancora Liz, iniziando ad agitarsi.
Finalmente Angela
sollevò lo sguardo. <<
Vattene, Liz, vattene dai Varden, subito.
>>esclamò con voce tremante ma
autoritaria.
Liz arretrò, spaventata.
<< Mi dici cosa
succede? >>
L'indovina improvvisamente
sbattè le mani sul bancone,
facendola sussultare.
<< V-a-i!
>>
<< M-ma Murtagh?
>>chiese timidamente.
La donna con furia spinse le ossa
oltre il bancone,
che caddero a terra con un rumore sordo.
<< Rivedrai il tuo
Murtagh solo se ti sbrighi ad
andare dai Varden! Altrimenti non ci arriverai mai!
>>urlò la donna,
guardandola con occhi minacciosi.
La ragazza, sempre più
spaventata, si ritrovò ad
arretrare sempre di più, poi, quando giunse vicino alla
porta d'ingresso si
voltò di scatto e fuggì dal negozio.
Si ritrovò a correre verso il suo cavallo, senza alcun motivo. O meglio senza sapere il perché, il motivo lo sapeva benissimo: le parole e il tono dell'indovina l'avevano lasciata atterrita.
Eh già, sono ancora viva.
Almeno credo di riscattarmi con un capitolo bello lungo e avvincente come questo, no? Vi prego ditemi che mi perdonate :)
A me piace tanto questo capitolo, per non contare che ci sono stata un secolo a scriverlo, non so perché... Beh, diciamo che adesso che è estate sono ancora più impegnata che d'inverno!
Spero mi facciate sapere cosa ne pensate :) A presto dolcezze <3