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Autore: ivi87    27/07/2013    8 recensioni
Timeline: post 4x23 ma senza il finale con il botto ihihih *-*
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Dopo la discussione di “Always” Rick chiude ogni rapporto con Kate e i due si allontanano l'uno dall'altra. Sarà uno "speciale incidente" a far sì che le loro strade si incrocino di nuovo.
Nuove situazioni, nuove coppie, nuove avventure, ognuna corredata da una canzone speciale.
Perché come dice Kate, quando sei innamorato ‘all the songs make sense’ ;-P
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Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When you're in love, all the songs make sense'
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# 21 - Try

 



Il sole del primo pomeriggio filtra dalle grandi vetrate del soggiorno colpendo, ad intervalli regolari, il volto teso di Castle, che cammina avanti e indietro nervosamente.

Posa il cordless, con cui ha chiamato Jacinta, nella sua base ed estrae dalla tasca il cellulare.

Ha promesso di non chiamare Kate. Di lasciarle ventiquattrore per pensare.

Pensare a cosa? A come lasciarlo?

Fissa ancora per qualche istante il suo i-Phone e poi lo rimette via.

“Cosa ha detto?” la domanda di Martha lo riporta alla realtà.

“Verrà qui tra un’ora”.

Martha gli poggia amorevolmente una mano sull’avambraccio “Le hai anticipato il motivo del tuo invito?”.

Castle nega con la testa “Non mi sembrava giusto, glielo chiederò di persona, faccia a faccia”.

Sua madre annuisce “Capisco” mormora comprensiva.

Lui la guarda negli occhi “So che chiedere il test di paternità è la cosa più giusta e responsabile da fare in questo caso ma, mamma, è come incolpare solo lei. Che mi piaccia o no, eravamo in due. Io... sono sicuro di essere stato...attento...ma non si sa mai, giusto?”

“Richard...” sua madre tenta di calmarlo.

“No, no, sai... me lo merito! Ricordi? Credevo di avere solo sprecato tempo in questi anni... che a Kate non importasse di me, così le ho voltato le spalle. Come tu stessa mi hai fatto notare, la stavo punendo e ora il karma punisce me. Mi sta bene”.

Martha scuote la testa “Tesoro nessuno ti sta punendo e Jacinta e il bambino saranno i benvenuti nella nostra famiglia se il test sarà positivo. Ma è nostro dovere esserne sicuri”.

“Già” sospira Castle, guardando nel vuoto.

Con una piccola carezza tra i capelli, Martha lo lascia un po’ da solo con i suoi pensieri.

 

 

 

Al piano di sopra, Anche Alexis è pensierosa.

“Arancia”

Peter, seduto alla scrivania, osserva la ragazza che sta a gambe incrociate sul letto.

“Albero”

Nulla. Alexis non accenna a distogliere lo sguardo dal copriletto.

“Cibo” tenta Peter un’ultima volta.

I loro occhi finalmente si incontrano “Lo so che tenti di attirare la mia attenzione sparando parole a caso”.

“Non sono parole a caso. Io... ho voglia di un’arancia e... sto pensando a piantare un albero per... avere sempre del cibo a portata di mano. Visto? Ha senso!” ribatte Peter con orgoglio.

“L’arancia è un frutto!” lo corregge lei.

“E la frutta è cibo!” aggiunge subito “E sono riuscito a distrarti. Missione compiuta!” si avvicina e si siede anche lui sul letto.

“Scusa” mormora Alexis “Non ci sono molto con la testa”.

“Direi, tra tre mesi avrai un fratellino” Peter vede che lei non dice nulla “O una sorellina”.

“Dovrei esserne felice, vero?” domanda Alexis, quasi a sé stessa.

Peter corruccia la bocca “Più o meno...non lo so. È un bel casino...”.

“Ho sempre voluto un fratellino” confessa poco dopo “Ma non in questo modo”.

“Sai...” Peter esita un attimo, poi prosegue “...Kate mi ha raccontato di tua madre... ero curioso e ammetto di averti googlata mentre non avevo niente da fare in ospedale” si ferma e aspetta fino a che non vede spuntare un piccolo sorriso sul volto di Alexis “Ma non c’era scritto granchè, così ho chiesto a mia cugina... ti dispiace?”.

La ragazza scuote la testa “Cosa vuoi sapere?”.

“Come fai a stare lontana da tua madre? Cioè, anche io non ho un genitore, ma non l’ho mai avuto, mai visto in vita mia... il mio vuoto è relativo. Non ti manca una cosa che non hai mai avuto”.

Alexis capisce benissimo. È la stessa cosa che Castle le ha sempre detto in merito a suo  padre.

“Ma tu una mamma ce l’hai e immagino che il fratellino che hai sempre voluto rientrasse nel quadretto mamma/papà/fratello/sorella, no?” domanda Peter con sincero interesse.

“No” risponde di getto, Alexis “Peter, non sono io che sto lontana da mia madre. È lei che sta lontana da me. Salvo un paio di volte l’anno...”.

“Oh...”.

“Kate non te l’ha detto” nonostante le due donne non ne avessero mai parlato, Alexis era certa che Kate sapesse.

“Mi ha detto solo che tua madre è un’attrice e che quindi gira molto il paese” spiega Peter.

“È stata troppo buona” sussurra Alexis, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso “Ad ogni modo mi è stato subito chiaro che non saremmo mai stati una classica famiglia. Ma poi papà si è risposato e non lo so... la voglia di un fratellino è rimasta. Certo, sono cresciuta, non ci penso ogni minuto...”

“Quindi diciamo che un po’ ti piacerebbe se il bambino fosse di tuo padre”.

“Non conosco quella donna, sono protettiva nei confronti di papà e avrei preferito mille volte che ad essere incinta fosse Kate ma, sì, un po’ sono contenta”.

Peter sorride.

“Solo un po’... un 20% diciamo” si affretta ad aggiungere “In fondo il bambino non ha colpe, no?”.

Peter annuisce “Così si fa! Ora che sei di umore migliore vogliamo spendere due minuti per notare che siamo in camera tua e per di più sul tuo letto?”.

“Scordatelo! Mia nonna e mia padre sono di sotto e c’è una tragedia in atto!!”.

Peter sgrana gli occhi “Ma quanto sei maliziosa?! Io intendevo schiacciare un pisolino e basta!”.

“Si, certo” risponde ridendo, l’unica cosa, in effetti, a cui Peter stesse mirando.

“Sai, siete voi ragazze quelle che stanno sempre a pensare al sesso in verità, non noi poveri maschietti!”.

“Ah si? Perciò se io ora casualmente mi sdraiassi a letto tu schiacceresti veramente un pisolino, anziché iniziare a baciarmi?”.

Peter alza vigorosamente le spalle “Certamente”.

Sfidandolo, Alexis si sdraia molto lentamente, con sguardo languido. Un braccio alzato sulla testa, l’altro morbido sulla pancia. Le gambe semi stese.

Poteva essere la copertina di luglio di un calendario per uomini, se non fosse per tutti quei vestiti.

“Lo vedi? Mi stai provocando!” esclama Peter, sentendosi già accaldato.

“Non è colpa mia, io dormo così!” dice con innocenza, cercando di non ridere.

 

 




Il campanello scuote Castle dai suoi pensieri.

È già passata un’ora?

Voleva prepararsi un discorso prima dell’arrivo di Jacinta. Cercare le parole giuste per dirle che avrebbe riconosciuto quel bambino solo dopo aver accertato un reale legame di parentela. Ma ogni pensiero finiva per ricondurlo a Kate.

A passi pesanti va verso la porta e una volta aperta, resta di sasso.

Non è la donna che sta aspettando, quella davanti a lui.

“Kate...” mormora appena.

Da un lato è felice di vederla e di procrastinare l’incontro con Jacinta, dall’altro non è sicuro di voler sentire quello che Kate ha da dire.

“Posso entrare?” chiede la detective, quasi con timore.

Le ventiquattrore da lei richieste non sono ancora passate.

A malapena è trascorsa mezza giornata.

Come può aver già preso una decisione?

È così semplice per lei scegliere di lasciarlo?

Rick non dice nulla. Si limita a spostarsi di lato facendole segno di entrare.

Quel piccolo moto d’orgoglio misto a rabbia che si è insinuato in lui, arriva presto alle sue labbra “Non sono ancora passate ventiquattrore, hai fatto presto”.

Kate percepisce dell’astio in quella frase e capisce quanto gli ha fatto male.

“Scusa per stamattina” pronuncia Kate “E per essermene andata”.

Castle la osserva in silenzio.

“La mia prima reazione a caldo è stata quella di scappare. Ammetto di aver sbagliato. Ti ho lasciato da solo senza nemmeno chiederti come stavi. Ho pensato solo a me stessa come... prima...come quando mi trinceravo dietro al mio muro”.

“E non è stato così?” domanda Castle, lievemente sprezzante.

Kate scuote la testa “No, l’esatto contrario. Ora sono vulnerabile, senza corazza. Ora le possibilità di soffrire sono infinite e quando l’ho vista... l’unico mio pensiero era che ormai ti avevo perso, che avresti avuto una famiglia con lei e non ci sarebbe più stato posto per me” cerca di spiegarsi, deglutendo con forza “Ho pensato che non era servito a nulla fare la terapia e risolvere i miei problemi emotivi perché tanto ho finito per soffrire comunque”.

Castle è confuso. Vorrebbe abbracciarla e consolarla ma ancora non sa perché lei sia lì “Non capisco, sei qui per dirmi che resti o per lasciarmi?” domanda serio.

Kate tira un grosso sospiro “Sono qui perché ti amo” lo dice come se fosse la cosa più facile al mondo da dire e allo stesso tempo più difficile “Non mi importa di niente, ti amo e basta. Non sarà facile, ma voglio esserci” e con il dorso della mano si asciuga una lacrima ormai senza controllo.

Castle non sa che dire. Si aspettava di essere lasciato e non di sentire quelle due parole tanto agogniate.

“Ti prego dì qualcosa” sussurra con un filo di voce Kate, dondolandosi tesa, da un piede all’altro.

“Credevo che fossi venuta per lasciarmi” le risponde, fissandola negli occhi con stupore.

Lei annuisce appena “L’intenzione era quella, la testa mi diceva di lasciarti andare...” accenna un debole sorriso al pensiero, si tocca il piccolo anellino e il sorriso si allarga di più “...ma il cuore non ne ha voluto sapere”.

“Non so cosa dire io...”.

Lo scrittore è visibilmente senza parole, cosa che fa ridere la detective “Un ‘ti amo anch’ io’ non mi dispiacerebbe” scherza Kate, allentando così la tensione.

Lui la attira a sé avvolgendola in un caldo abbraccio e la accontenta “Ti amo” le sussurra all’orecchio.

Nel sentirlo, un brivido le scorre dalla nuca lungo tutta la spina dorsale e d’istinto lo bacia. Forte. Come se non lo facesse da un secolo.

“Non voglio vedere, non voglio vedere”.

L’urlo alle loro spalle li costringe a staccarsi di colpo.

Voltandosi verso le scale vedono Peter con le mani davanti agli occhi e Alexis che gli dà uno scappellotto.

La ragazzina sorride e abbraccia Kate e il padre, Peter invece si sistema su uno degli sgabelli vicini al bancone “Deduco che avete fatto pace?”.

Castle si volta verso Kate, perplesso “Abbiamo litigato?” domanda, con l’ovvio intento di chiudere la questione una volta per tutte.

Kate coglie al volo l’opportunità lanciatale e risponde a tono “Non mi risulta”.

I quattro si sorridono guardandosi tra di loro e quando lo sguardo di Castle si posa su Peter, un piccolo segno rosso sul suo collo attira la sua attenzione.

Tutto considerato, quel momento di allegria potrebbe tornare utile per affrontare un certo discorso in maniera serena.

Così, come se niente fosse, Castle esclama “Data la situazione attuale in cui la nostra famiglia si trova, non c’è bisogno che dica a voi due...” si ferma per indicare bene i due giovani fidanzatini con il dito indice puntato “...di prendere precauzioni, vero?”.

Non solo Alexis e Peter, ma persino Kate è sbalordita.

“Che c’è, pensate che sia stupido?” domanda, vedendoli così sorpresi.

“N-no...” balbetta Alexis diventando completamente rossa dalla testa ai piedi.

Peter, con molta nonchalance si allontana, da Castle, cercando di mantenersi ad una distanza di sicurezza.

Kate se ne accorge e una piccola risata le nasce spontanea, consentendo così a Rick e Alexis di notare il gesto autoconservatore di Peter.

“Tranquillo, per tua fortuna non ho armi in casa. Sei più fortunato di Ashley” lo rassicura Castle, cercando di non mettersi a ridere.

“Si? Beh se non vi spiace, sto qui lontano ancora per un po’” borbotta Peter sentendosi un po’ agitato.

“Siete tutti qui?” Martha scende le scale, sempre con gran stile, e mentre passa davanti all’ingresso si sente suonare alla porta.

Come se il tempo si fosse fermato, le cinque persone di quella casa si immobilizzano. Congelate sul posto.

Questo è il potere che quella donna ha su di loro.

“E’ Jacinta...” spiega Castle “...le ho chiesto di venire...per parlare...”.

Nessuno osa aprire bocca. Anche perché non c’è molto da dire.

Rick prende la mano di Kate “Non devi restare se non te la senti” le dice con tono dolce.

“Voglio esserci” risponde Kate, con fermezza.

Rick le bacia il dorso della mano e poi fa segno a Martha di aprire.

“Signora Rodgers” Jacinta saluta con distacco mentre entra, forse memore dell’atteggiamento tenuto dall’attrice, il giorno prima.

Martha accenna un sorriso tirato e la lascia accomodare.

Di più non può fare. Anche la recitazione ha un limite.

Quando l’assistente di volo arriva al centro del salotto si guarda attorno “Wow, cinque contro uno, sembra quasi un’esecuzione”.

“Nessuna esecuzione, vogliamo solo parlare un po’” Castle prende in mano la situazione conducendola verso il divano, seguito da Martha e Kate.

I due ragazzi restano in disparte in cucina, con le orecchie ben tese.

“Mi sembra che mi abbiate detto tutto ieri” esclama sprezzante guardando Martha.

Prima di scatenare un altro scontro verbale, Castle precede sua madre “Ieri ci hai presi un po’ in contropiede... ma adesso possiamo parlare con calma e serenità” Rick si volta verso Martha “Giusto?”.

La donna sfodera un fintissimo sorriso “Ma certo”.

“Siamo stati a letto insieme e ora sono incinta, cos’altro c’è da dire?” sbotta frettolosamente.

A quell’affermazione, Kate si irrigidisce di colpo.

“Capisco che tu ti senta sotto accusa ma vogliamo solo capire come possa essere successo” ritenta Castle, con calma e gentilezza.

“Davvero? Vuoi un disegnino?” ribatte lei con tono offeso.

“Dove sei stata fino ad ora?”.

La voce di Kate stupisce anche sé stessa, ma non è riuscita a trattenersi.

La domanda è lecita e tutti si voltano verso la diretta interessata, in attesa di una risposta.

“Quando ho scoperto di essere incinta ero in Brasile con la compagnia aerea. Per precauzione mi è stato sconsigliato di prendere l’aereo  e di affrontare lunghi viaggi” spiega rilassandosi, parola dopo parola.

“Potevi telefonare” anche Kate ribatte calma, poi si accorge di quello che sta facendo.

Sta conducendo un interrogatorio?

Sta marcando il territorio?

“Ma tu chi diavolo sei?” domanda Jacinta, scocciata dalle sue domande.

“Kate fa parte della famiglia” risponde Martha, con il velato sott’inteso ‘tu invece no’.

Jacinta assottiglia lo sguardo, scrutando la detective “Kate...capisco...” poi scocca uno sguardo eloquente a Richard.

In quel momento, Kate si ricorda una frase detta da Castle, la sera che hanno fatto l’amore la prima volta.

...Peccato che chiamarla Kate una ventina di volte non ha fatto che sbattermi in faccia l’amara verità...

Le carte sono in tavola, un re e due regine.

“Perché non mi hai chiamato?” chiede Castle.

Jacinta diventa seria, non più sarcastica “Perché ci siamo visti solo un paio di volte... e non è una cosa che si può certo dire al telefono, dal Brasile per giunta”.

“Avrei preferito saperlo subito, anche per telefono”.

“Per avere la possibilità di convincermi ad abortire? O credete forse di poter dare in adozione il mio bambino?!!” Jacinta si alza di colpo, in preda all’agitazione.

“No, no non me lo sognerei mai” Castle la vede accarezzarsi furiosamente la pancia respirando a fondo “Calmati per favore” la prende per le spalle con delicatezza e la aiuta a calmarsi.

Kate sistema un cuscino e la fa riaccomodare sul divano mentre Jacinta riprende la normale respirazione “So di non essere la benvenuta, ma non cambia il fatto che questo sia tuo figlio”.

“Io... mi dispiace, ma devo esserne sicuro” le dice, sperando di non causarle un’altra crisi.

“Cosa significa?” domanda, avendo ben capito il senso della frase.

Rick esita un secondo e poi parla “Voglio fare il test di paternità”.

Jacinta stringe con forza la pelle del divano e punta gli occhi in quelli di Castle.

“È per questo che mi hai chiamata? Bene, e sia! Ti farò sapere dove e quando!” si alza e con cipiglio fiero se ne va.

Martha si passa le mani in volto, affranta.

“Mamma, stai bene?”.

La donna guarda il figlio in volto “Speravo che vacillasse almeno un po’ alla tua richiesta”.

Castle dondola un po’ la testa “Lo speravo anche io”.

 

 

 

 * Try – Pink - http://www.youtube.com/watch?v=fdHCec23BKE

 

 

 

 

Ivi’s Corner:

 

Ok, lo so, me ne sto nel bunker ho capito t__t

Faccio un saltino all’Ikea per cercare almeno un paio di mobili per arredarlo come si deve. Un minimo di confort me lo dovete concedere u.u

 

Anyway... Kate è tornata!! Contente???!!! Solo per questo voglio poter mettere la tv e qualche libro nel  bunker u.u

 

Ma Jacinta resta... quindi immagino che non mi posso prendere un divano x stare comoda vero? Magari un pouf.. :-P

 

Al prossimo :-***

 

 

Buona weekend

 

 

Ivi87

  
   
 
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