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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    27/07/2013    5 recensioni
[L'Era Glaciale]Le femmine belle possono essere pericolose.
Molto pericolose.
Delle femmine belle ti puoi innamorare…
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L’armatura che ho da anni sulla pelle non si spezzerà solo per un ricordo lontano. Io dimenticherò. Come ho sempre fatto.
Scapperò. Come ho sempre fatto.
E non mi volterò indietro.
In effetti, ora che ci penso, tutta la mia vita è stata solo un’enorme fuga.
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La love story di Diego e Shira inventata da me. Un amore che riapre vecchie ferite e ne sana di nuove, un amore a volte doloroso, ma che è destinato a durare in eterno.
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Ti proteggerò a qualunque costo.
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Guardami e dimmi che non vuoi morire.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Manny, Shira, Sid
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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POV Shira
 
Uffa…
Quanto ci mette Diego a venire?
Stamattina è scappato come se avessi la lebbra…
Faccio avanti e indietro davanti all’albero.
Uff…
Tra poco mi consumo le zampe.
Mmmh…
Dai, Dieghito… Ho bisogno di muovermi!!!
Muoio…
È già l’alba, forza!!
Che noia…
Ti prego!!! Tra poco non ci sarà più nessun animale in giro!!
Dai, Zanna Bianca…
È già difficile trovare un animale prima dell’alba, figuriamoci dopo.
Un crampo allo stomaco mi fa fermare.
Ahi…
Mi siedo per terra, cercando di fermare la fame.
Sono tre giorni che non mangio nulla…
Cerco di frenare i morsi che mi attanagliano lo stomaco.
Sto male…
A Diego non ho detto nulla. Non gli serve preoccuparsi per me tra le altre cose.
Già è abbastanza difficile trovare il cibo, non gli serve sapere che questa privazione mi distrugge.
Un altro crampo.
Aaah…
Con Sbudella c’era sempre cibo a sufficienza.
A volte anche più di quello che era necessario.
Un sorriso mi scappa sulle labbra quando ripenso a Sguincio che si infilava nella cambusa a rubare le provviste.
Perché se n’è andato, stamattina?
Ho fatto qualcosa di sbagliato, ieri?
Non mi sembra, davvero…
Forse…
Il mio sguardo si fissa nel vuoto.
Ieri sera…
Nell’albero…
No.
 
Stesi nell’albero, uno vicini all’altro, le due tigri osservano le stelle dal piccolo foro che Diego ha praticato per poter vedere i bagliori nel cielo.
La “lezione” di Diego sulle stelle si è interrotta quando, esasperata e divertita, Shira l’ha corretto sulla posizione della Stella Polare.
Ora, da lunghi minuti, i due sono in silenzio, a fissare semplicemente la volta stellata con sguardo attonito e stupito.
Alla fine, quando la tigre arancione si decide a parlare, la sua voce quasi rimbomba nel silenzio che poco prima si era formato.
“Tu hai viaggiato molto seguendo quelle stelle, vero?”
Shira lo guarda quasi stupita, coi suoi occhi zaffiro che scintillano nel buio, e poi sussurra, timorosa, un debole:
“Sì”.
Nella oscurità Shira non riesce a distinguere la sua espressione, ma sente uno smorzato “Mh” che non le lascia presagire nulla di buono.
Nervosamente, la tigre femmina si sistema lentamente in una posizione più comoda, urtando Diego vicino a lei.
Anche Diego cerca di non incrociare il suo sguardo, e si gira da un’altra parte impacciato.
Shira cerca di ignorare il torrente di sensazioni che le stanno entrando nell’anima, mentre, lentamente, i suoi occhi tornano su di lui.
Ancora, con lo sguardo vacuo fisso sul cielo stellato, Diego chiede, indagatorio:
“E…”. Una pausa, nervosa, e una leggera inclinazione nella sua voce.
“E ti manca viaggiare?”
Shira abbassa lo sguardo, leccandosi le labbra per il nervosismo.
Sì.
Oh, sì.
Ma come spiegargli quanto gli manca la sensazione del vento che scompiglia il pelo?
Come spiegargli quanto è meravigliosa la sensazione dell’aria salata che ti sferza il viso? E di come è bello sentirsi dire da Sbudella quel caro “Brava, Shira…”.
Forse, la soddisfazione per quel riconoscimento, forse, dovuta alle poche attenzioni avute nell’infanzia da Sabor, forse quella dolce realizzazione che gli riempiva il cuore quando guardava Sguincio e notava il suo sguardo geloso…
Forse, è per questo che non può restare.
Prende fiato prima di parlare.
“Tutti e due sappiamo che non posso restare”.
Diego la guarda e, stavolta, Shira può vedere chiaramente i suoi occhi scintillare.
“Perché?”. La sua voce è esitante, rotta da un singhiozzo lievemente trattenuto, bassa e roca.
Anche a Shira un singhiozzo sale per la gola, e si ferma, incerto.
No.
Non la vedrà piangere.
Non questo.
Tutto ma non questo.
Ci sarebbero tante cose che potrebbe dire (che VORREBBE dire): ti voglio bene, ma… Mi sono affezionata a te ma… Ma, ma, ma…
Tanti ma.
Non è coi ma che si fanno la storia.
“Potresti anche restare.”
La sua voce è ancora rotta, quasi piangente.
“Con noi”.
Nel buio, Shira vede i suoi occhi verdi (bellissimi) brillare e poi lui ingoiare lentamente.
“Con me.”
Stavolta gli occhi della tigre bianca si spalancano, e poi, lentamente, scintillano di lacrime.
E le parole che pronuncia sono anch’esse spezzate e rotte da singhiozzi incontrollabili.
“Lì è la mia casa, Diego…”
Diego abbassa lo sguardo, confusa, ma lei continua a parlare.
“è l’unico posto dove sono veramente al sicuro! E se sono lì, anche tu sei al sicuro! Sbudella non mi cercherà, non si vendicherà su te…”
Ormai i suoi occhi zaffiro sono ricolmi di lacrime, e il bianco pelo è macchiato, sotto gli occhi, di candide goccioline.
“Io…Noi…”
Non sa più cosa dire. Quindi, prende un respiro e rimane, zitta, a guardarlo.
Lui non la guarda direttamente.
Sta zitto, fissando il buio, e da ciò che Shira può vedere della sua espressione, è assorto in qualche riflessione.
Si volta verso lui e chiede, interrogativo:
“Quindi…” Shira lo sente deglutire nel buio, e nuove lacrime gli salgono agli occhi.
“Non… vuoi… neanche… provare?”
La fronte della tigre bianca si imperla leggermente di goccioline bianche, mentre la sua mente pensa velocemente a una risposta che possa non ferirlo.
Sente così tante sensazioni passarle nella testa che quasi le scoppia.
Trema violentemente vicino a lui.
E sussurra, leggermente incerta:
“Questa non è casa mia…”.
Lo vede voltare la testa nel buio, a fissare di nuovo quelle candide e luminose stelle. La luna gli fa brillare, per un momento, gli occhi, e lei pensa che preferirebbe morire piuttosto che vedere quegli occhi piangere.
“Sai, io ho sempre creduto che casa è dove sono le persone che ami…”
La sua voce è stranamente calma, senza nessuna inflessione particolare, semplicemente…vuota.
O almeno questo è ciò che le sembra.
Con lo sguardo lo cerca, lo trova, e vede il suo sguardo perso in quelle stelle.
Non sa che dire.
Forse bisogna solo stare zitti.
E così rimane anche lei zitta, a fissare le stelle, e a sperare che da un momento all’altro lui decida di parlare.
Ma lui non dice una parola.
Si addormenta dopo pochi minuti.
E lei non può fare altro che addormentarsi vicino a lui, con quella stessa frase che le rimbomba nella testa.
“Casa è dove sono le persone che ami…”
Ma c’è qualcuno che ami in quella stramba compagnia?
Alza lo sguardo e incontra i suoi occhi, ora chiusi, ma di cui ancora vede, nei suoi pensieri, il bel riflesso verde.
Sì.
Forse c’è qualcuno…
 
Si sarà offeso?
Si può essere offeso per così poco?
Con lui è come cercare di ballare un valzer: bisogna stare attenti a non pestare i piedi all’altro.
Possibile che davvero, DAVVERO ciò che ho detto l’abbia fatto star male?
Mi sembrava tranquillo ieri…
Che cosa posso avergli mai detto di così brutto, gli ho solo detto che forse sarei tornato da Sbude…
Aspetta.
Aspe, spe, spe spe…
Potrebbe…
E se…
Solo l’idea mi terrorizza.
Possibile che abbia seriamente…
Pensato…
Che…
Le zampe agiscono prima di me.
In un attimo sono in piedi.
E poi corro.
E la mia testa sta pensando più in fretta del vento che mi scompiglia il pelo, e il mio cuore batte forte.
Il vuoto nello stomaco torna a farsi sentire, ma lo ignoro.
Devo correre.
Veloce.
Prima che…
 
Terza persona
Diego è vicino alla costa, a guardare con gli occhi luccicanti il mare sotto di lui.
Le luci del sole appena nato lo fanno sembrare ancora più blu, e il luccichio dell’acqua si riflette nelle sue iridi verdi.
La massa blu sotto di lui, invitante, sembra chiamarla con la sua voce dolce e melliflua.
Il freddo venticello estivo gli passa sulla pelle veloce, e a lui passa un lieve brivido lungo la schiena, ma è un attimo.
Si ritrova a guardare, con la coda nell’occhio, la nave ancora ancorata lì, nell’Insenatura a ZigZag, e la luce che il ghiaccio sprigiona.
Un sorrisetto gli sfugge per un istante.
Basterebbe lasciarla andare…  E tutto questo finirebbe.
Basterebbe lasciarla partire… E non sentirebbe più quel senso di colpa roderlo da dentro e mangiarlo vivo.
Basterebbe che se ne andasse…
E lui la ricorderebbe per tutta la vita.
Forse non la lascerebbe neanche partire. Appena lei si allontanerà di pochi metri, lui gli correrà incontro e gli urlerà dietro di non andare via. E lei non potrà fare altro che urlare dalla nave, e provare a raggiungerlo senza riuscirci.
Sarà sempre così, tra noi due? si chiede. Sarà sempre un perderci e cercare di riacchiapparci?
Forse un giorno la perderà davvero per sempre.
Forse un giorno non riuscirà più a riprenderla.
Teme quel giorno con la stessa intensità con cui lo desidera.
 
POV Shira
Più veloce, più veloce…
Forse è già tardi, forse l’ha fatto…
No, no, no.
Shira, non ci pensare.
Corri.
Veloce.
Forza.
Puoi raggiungerlo.
VUOI raggiungerlo.
 
Terza persona
Possibile che quello che prova sia così intenso?
Possibile sia vero amore?
Si è innamorato solo una volta, e ricorda a malapena i sintomi.
Forse perché allora era troppo giovane per capire l’amore o forse ora è troppo vecchio per risentirlo.
 
POV Shira
Lo perdo…
Corri o lo perdo…
Corri…
Più veloce…
O la perdo…
 
Terza persona
La figlia di Enya…
Chi l’avrebbe detto.
E lui doveva fargli da padre…
E ora si ritrova innamorato della sua stessa figlia.
Non è MIA figlia.
Il pensiero l’ha torturato per anni.
È la figlia di un'altra tigre.
Non lo hai mai ammesso, ma quella ferita ancora brucia dentro te.
 
POV Shira
D’un tratto…
Un muso.
Un ricordo.
RIHANNA!
Devo rallentare.
Chiudo gli occhi.
No, no, no…
Ti prego, non lo fare!
Veloce, devo andare più veloce!!!!
Ma l’orrore mi paralizza, e mi rallenta, e per quanto cerchi di correre, di muovere le zampe, loro sembrano più lente di come vorrei andassero.
Piccola, ti prego…
No, non di nuovo…
Che cosa è successo?
No, stavolta no.
Sono arrivata tardi.
Stavolta non arriverò tardi.
 
Terza persona
Il mare, sotto di te, luccica e brilla.
La tua immagine, riflessa lì in fondo, ti ricambia un sorriso poco convinto.
Eppure, basterebbe così poco, pensi.
Basterebbe così poco per far finire tanti dolori.
Il mio, il suo…
Basterebbe così poco per finire una vita.
Sa bene come la vita può essere strappata via nelle maniere più svariate e in secondi anche scarsissimi. Lo sa. Ha visto lui stesso la sofferenza di mille animali uccisi dalle sue zampe assassine.
Squartati, infilzati, azzannati…
Ma il suicidio…
È una strada che non ha mai contemplato.
Forse perché l’ha sempre ritenuta una scemenza.
Togliersi una vita che ci è stata donata.
Uccidersi.
Da soli.
Una sciocchezza.
L’ha sempre vista così.
Ma in effetti, ora capisce molto di più le motivazioni che possono spingere un qualcuno ad uccidersi.
Sorride.
C’è voluta lei per capirlo.
Strano come si altaleni il suo ruolo di fonte di gioia e di sofferenza.
Strano il suo ruolo nella sua vita.
Prima figlia, poi amica, e infine innamorata.
Una stranezza dopo l’altra.
Eppure lui la ama.
Sissignore, la ama con tutta la sua anima e tutto il suo corpo.
Si sente ardere di passione se solo sono vicini, e ama tutto di lei.
Ama i suoi sorrisi e i suoi silenzi.
Ama le risate e i pianti.
Ama le confidenze e i segreti.
Ama le sue fusa e i suoi ringhi.
Ama il suo orgoglio e la sua fragilità.
Ama corpo e anima.
Ama sua figlia o ama la sua amante?
L’acqua, sotto di lui, scintilla.
Sempre più invitante lo chiama.
 
POV Shira
E intanto, inevitabili, altri ricordi risalgono alla mente.
NOOO!!!!
Un urlo che squarcia la notte.
Il sangue, sulla neve.
Tutto quel sangue…
Il tempio, davanti a me, che pare, con le sue luci alle finestre, quasi chiamarmi come un mostro per mangiarmi.
E poi…
Buio.
E mi risveglio sul mare.
E Sbudella è con me.
NON PERDERE LA CONCENTRAZIONE!!!!
E corro, corro, fino a che comincia a girarmi la testa.
Fa caldo.
Ho fame.
Ma continuo, traballante, a correre come posso.
Continuo.
Avanti.
Sempre più incerta.
O la perdo.
 
Terza persona
Ad un tratto, qualcosa, improvviso, attira la sua attenzione.
Un lampo bianco, vicino alla costa, poco lontano da dove si trova ora.
Balza sulle zampe con uno scatto felino.
Impossibile non riconoscerlo.
“Shira…” sussurra, indeciso se essere stupito o solo leggermente incuriosito dalla sua presenza lì.
Ma non c’è tempo per pensare, perché già sa cosa stia andando a fare.
La vede dirigersi verso la nave.
Non c’è neanche tempo per chiedersi “Che cavolo fa?”
La sta già rincorrendo.
Sta andando da Sbudella.
 
POV Shira
Forza, forza, forza!!!
Forse ce la faccio.
Il respiro comincia a mancarmi.
Cavolo…
Non ho mai corso così in fretta, e per tutto questo tempo.
Sono abituata a lunghe distanza e a velocità elevate, ma stavolta ci ho veramente dato dentro.
Shira, resisti, FORZA SHIRA!!
Sei una tigre o una mammola?
D’un tratto, sento un passo di corsa dietro di me, che mi raggiunge, che si fa sempre più veloce.
Ma chi…
Prima che me ne possa accorgere, sono a terra, schiacciata da un peso più potente di me.
Quando alzo lo sguardo, vedi gli occhi verdi.
“DIEGO!”.
 
POV Diego
Sento tutto il viso in fiamme mentre, con le zampe, la trattengo.
La scena mi ricorda, vagamente, un evento successo molto, molto tempo prima.
Lei tra le mie braccia, come ora, a ringhiarmi contro un “Ti odio!” forte e deciso, e io a cercare di calmarmi.
Ora è Shira ad essere calma, anzi, quasi spaventata, e io furioso a provare, ancora, a non farla andare via.
Strano come poco prima ho desiderato intensamente che lei se ne andasse.
E ora la trattengo qui, vicino a me, con me, sulla terraferma.
Possibile non riesca mai a separarmene davvero? Mi è entrata nel cuore così profondamente?
“Diego…”. Un sussurro, quasi un sospiro, una supplica, lieve, delicata.
Ma stavolta non la mollo.
No, non la lascio andare.
“Credevo… Tu… Stessi andando da Sbudella?”
La guardo stupito. Che…
“Cosa?”
“Pensavo mi volessi consegnare a lui! Pensavo… Dopo…Ieri…”, spiega, quasi affannata, in cerca delle parole giuste, leggermente spaventata, ma sempre combattiva. Vedo il lampo di determinazione che ben conosco passarle negli occhi.
“Tu…” sussurro, stupito. “Stavi venendo…per me?”. Non so se esserne felice o sconcertato.
Forse dovrei solo esserne terrorizzato. Lei non riesce a lasciarmi andare, come io non riesco a lasciar andare lei.
“Ti avrebbe ucciso…” sussurra, flebile e sommessa.
La guardo, ancora, stretta tra le mie braccia, dolcemente spaventata e stranamente piccola.
Quasi una bambina.
La MIA bambina.
Ma ora non posso pensarci.
Non VOGLIo pensarci.
Riesco solo a dire, anche io sommesso come lei:
“E io credevo tu stessi andando da Sbudella…”.
Lei fa tanto d’occhi, e d’improvviso mi trovo a perdermi in quell’azzurro così puro e calmo come il mare a cui lei appartiene.
Così belli…
Gli occhi della MIA cucciola.
“Mi avresti lasciato.”
Lei, a questo punto, abbozza una risata, che però si spegne subito nella sua gola. Un tentativo scarso di far sembrare la cosa una cosa inutile, stupida, sciocca.
Ma sappiamo tutti e due che non è stata una cosa stupida.
Né sciocca.
È stata la cosa più bella che sia successa tra noi due.
“Ci stavamo rincorrendo a vicenda…” mi trovo a sussurrare, più a me stesso che a lei.
Shira deglutisce, lentamente, e un sorriso lieve appare sulle sue labbra.
“Volevi proteggermi?”
La guardo, stralunato.
E lì, tra le mie braccia, sorridente e con gli occhi accesi di infantile gioia, rivedo, come l’avevo sempre vista nelle mie fantasie, la piccolina che coccolavo col pensiero nei miei sogni.
E d’un tratto il passato e il presente si mischiano, e una nuova immagine appare davanti ai miei occhi, al posto della sua.
Enya.
“Ti proteggerò a qualunque costo”.
Rimane un istante a guardarmi.
Le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie…
E in un baleno, così all’improvviso, le sono addosso.
Ed il bacio è lento, dolce, quasi un piccolo assaggio.
La vedo sussultare sotto di me, la sento dibattersi per un istante, poi anche lei si abbandona alla dolcezza del momento.
E lì, con l’acqua che prima avevo tanto agognato sentire sulla pelle, baciandoci con la passione di due tigrotti ai primi amori, lì si consuma il nostro primo VERO rapporto.
E io mi ritrovo a tremare per il desiderio che sento bruciare dentro il petto, per lei, sì, per la tigre che ho di fronte.
Ormai, lo so, l’ho capito, la Shira bambina non esiste più, e l’amore paterno non è questo, no.
Ma mentre la bacio, mentre la accarezzo dolcemente e respiro con avidità il suo profumo d’acqua salata, un nuovo dubbio sale alla mia mente.
È Enya o Shira?
 
POV ?
“Signore, guardi un po’ cosa abbiamo a riva!”
L’animale passa veloce il cannocchiale al suo vicino, che scruta, con avidità, il punto indicato.
“Mmmh…Due pesci piuttosto grossi, direi.”
Il piccolo vicino a lui, in tono semi isterico e veloce, domanda con voce rauca:
“Li sbudelliamo all’istante, capitano?”
“No, no!” esclama lui, frenando l’entusiasmo del coniglio.
“No, Sguincio…”. Si toglie il cannocchiale da viso, rivelando il muso da scimmione e i denti gialli. “Ho un’idea migliore…”

Note dell'autrice:
Tutti insieme a tre.
1...2...3...
FINALMENTE!!!!!
E qui direi davvero "finalmente". Ho finalmente aggiornato (scusate, sono imperdonabile, un ritardo pazzesco, ma ero in vacanza, giuro!!!) e finalmente i nostri due tigrotti si sono rivelati.
Ma le cose finiscono qua?
Naturalmente...NO.
Li ho fatti tribolare troppo poco, non trovate? (risata malvagia).
Sì, lo so che ormai mi seguite da quasi 20 capitoli che escono a distanze improponibili e che questa roba è mielosa da far star male ma...
La storia sarà ancora lunghetta.
Per il momento vi posso dire alcune cosette:
1) Shira scoprirà che Enya e Diego erano fidanzati;
2) Un evento arriverà a rendere felici le due tigri, ma sarà poi causa di disperazione e dolore;
3) Qualcuno (sì, avete capito tutti di chi si tratta) farà di tutto per mettersi in mezzo, anche se non facendosi vedere...;
4) Un personaggio della saga diventerà molto amico di Shira:
5) E, infine, Nonnina è un dottore. ... NON GUARDATEMI COSI', E' VERO!!! 
Lo so, non sembra vero ma è così: Nonnina ha studiato (non chiedetemi dove) da dottore.
E questo sarà spesso importante per ferite, lesioni o malori vari.
Quindi, in tutti i casi, tranquilli: ABBIAMO UN MEDICO IN FAMIGLIA!!!
Al prossimo capitolo! Grazie a tutti quelli che mi seguono, vi adoro, non credevo di avere tanto successo!

  
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