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Autore: SarcasticColdDade    27/07/2013    0 recensioni
Brian, Matt, Zacky, Jhonny e Amy hanno appena perso il loro migliore amico, e ora si ritrovano a dover affrontare la situazione, cercando di farsi forza tra di loro.
Tutto cambia però quando Brian decide di rimanere da solo, cosa succederà allora? E se tutto cambiasse per sempre?
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Dopo 90 capitoli sono qui per annunciare ufficialmente che questa FF è giunta al termine. Ringrazio di cuore tutti coloro che l'hanno letta, che l'hanno apprezzata e che me l'hanno sempre dimostrato con tutte le recensioni che ho ricevuto, è stato bello sapere che quello che scrivo piaceva a qualcuno e spero di essere sempre stata in grado di emozionarvi o anche solamente farvi sorridere! Grazie ancora, di tutto. <3

Amy.



5 anni dopo...

La nostra vita era andata avanti, eravamo cresciuti, eppure ogni singolo ricordo era ancora ben piazzato nella mia mente. Quei cinque anni erano praticamente volati, forse addirittura troppo in fretta, ma io e Brian eravamo rimasti sempre quelli di un tempo: felici, innamorati e con la nostra bellissima bambina, che ormai aveva 6 anni tondi tondi. Non che fosse un'adolescente, ma era strano vederla finalmente così cresciuta. - Di nuovo pensierosa? -, mi fece notare lui, mentre continuava ad accarezzarmi i capelli: eravamo comodamente seduti sul piccolo dondolo che si trovava sul nostro portico, a guardare la nostra bambina giocare.
- Un po', stavo riassumendo questi cinque anni.. -, ammisi.
- Mamma! Mamma guarda! -, gridò allora Caroline, porgendomi un fiorellino che aveva appena colto dal nostro giardino, - Non è bellissimo? -, mi chiese.
- Sì amore, è stupendo -, dissi con entusiasmo, mettendomi a sedere meglio, - Perché non lo indossi? -, le chiesi allora, prendendo la piccola mollettina che indossava per fermarlo poi su una ciocca di capelli.
- Come mi sta? -, chiese subito, cercando di guardarlo.
- Benissimo -, rispose Brian al posto mio, - E ora torna a giocare, o il piccolo Sanders si arrabbia.. -, aggiunse poi, anche se era già praticamente corsa via.
- Ha preso tutta la vanità del padre.. -, gli feci notare, ricevendo di tutta risposta un'occhiata torva, - E comunque, tra quei due c'è del feeling -, aggiunsi, con tono divertito, mentre mi stendevo di nuovo su di lui.
- Tra lei e Owen? Dici? -, mi domandò, ridacchiando.
- Già, meglio stare attenti -, ribattei, ridacchiando a mia volta, - Oh e hey, tra poco arrivano Willow e Thomas! -, gli ricordai. Persino quei due alla fine avevano deciso di trasferirsi stabilmente ad Huntington, visto che ormai entrambi si erano affezionati sia a noi che al posto in generale. Thomas ormai aveva 23 anni, eppure era già riuscito a trovare un ottimo lavoro, mentre Willow ne aveva 21 e presto sarebbe diventata una giovane mamma a tempo pieno, di un bellissimo maschio che avrebbero chiamato James, in onore di suo padre.
- Sì, lo so, anche se devo ammettere che il pancione di quella ragazza mi turba ancora un po'.. -, ammise.
- E' tua nipote, acquisita ma comunque nipote, è ovvio che ti turbi ancora un po' -, gli assicurai.
- Già, ma prima o poi mi ci abituerò, come mi ero abituata al tuo quando eri incinta di Caroline -, sussurrò, posando poi istintivamente una mano sul mio ventre, piatto da anni. Dopo di lei non c'era stata nessun'altra gravidanza, e la cosa ci andava bene, in fondo: certo, avere più di un figlio era sempre stato il mio sogno, ma nella vita non si poteva di certo avere sempre tutto quello che si desiderava, e comunque, la mia era già perfetta così, non potevo chiedere di meglio.
- Esattamente -, ribattei allora, posando a mia volta la mano sulla sua.
- Ci credi che Jimmy sarebbe diventato nonno? Insomma, lui? -, mi chiese allora, in un sussurro.
- Se tu sei riuscito a diventare padre, lui poteva tranquillamente diventare nonno -, sussurrai allora, ridacchiando poco dopo.
- E che padre, il migliore di tutti i tempi -, ribatté, pavoneggiandosi come al solito.
- Sì, sei l'eroe della nostra bambina -, sussurrai nuovamente, questa volta alzando il viso per poter posare un bacio sulle sue labbra.
- E tu la sua eroina, chi altro sarebbe in grado di cucire quei bellissimi vestiti per i suoi saggi? -, mi ricordò.
- Tua madre -, risposi, con una stretta di spalle.
- E' vero, ma tu sei più brava -, aggiunse, riprendendo ad accarezzarmi i capelli con fare lento. In quel momento ero talmente rilassata che mi sarei anche potuta addormentare, molto tranquillamente per di più: l'unica cosa che sembrò svegliarmi da quel torpore fu il rumore del clacson della macchina dei nostri ospiti. - Eccoli -, disse allora Brian, aspettando che mi alzassi io prima di seguirmi, cosa che fu anche un po' costretto a fare, visto che ero stesa completamente su di lui. - Willow! -, gridò allora la piccola, correndole incontro, senza darle quasi neanche il tempo di scendere dall'auto, abbracciandola poi per quanto poco ci riuscisse, come fece anche il piccolo Owen.
- Caroline, Owen calmatevi, fatela respirare almeno -, sussurrai, mentre ci avvicinavamo ad entrambi, - Ciao Will, Thomas -, aggiunsi poi, facendo un veloce cenno ad entrambi.
- Ciao Amy, grazie per averci invitati -, disse lei, mentre accarezzava appena i capelli della piccola, visto che in quel periodo si era addirittura alzata di un altro paio di centimetri.
- Oh, non c'è di che, andiamo dentro su! -, li incitai poi, - Così vi offriamo qualcosa -, aggiunsi.
- Vi seguiamo -, disse allora Brian, che nel mentre aveva affiancato Thomas, per fargli il solito terzo grado.
- Allora, come sta il mio nipotino? -, domandi automaticamente a Willow, mentre tenevo per mano Caroline, che a sua volta teneva per mano Owen.
- Oh, benissimo, dall'ecografia risulta che è tutto okay, nessuna complicazione -, rispose, con un sorriso raggiante.
- E sei già al nono mese, il momento è ormai vicino -, le ricordai, con fare materno.
- Lo so, ma non sono poi molto spaventata, insomma...non vedo l'ora di vederlo, che sarà mai qualche ora di travaglio? -, disse, ridendoci su.
- Oh si, continua a ragionare così, altrimenti avrai il panico assicurato! -, le assicurai, mentre entravamo tutti in casa.
Ci spostammo tutti in cucina, come al solito, mentre la tavola era già apparecchiata per tutti quanti: non era stato molto semplice far entrare tutti, ma per fortuna alla fine avevamo trovato i posti. Sarebbe stato il pranzo di famiglia allargata migliore della storia, me lo sentivo. Ebbi allora il tempo di voltarmi a guardare Brian e Thomas, che ancora parlavano fittamente. - Il solito terzo grado -, le sussurrai all'orecchio, - Niente di preoccupante -, aggiunsi, poi.
- Sicura che si ricordi che ho raggiunto la maggiore età? -, mi domandò, prima di scoppiassimo entrambe a ridere.
- Parlavate di noi? -, chiese allora Brian.
- No amore, metti a bada le tue manie di protagonismo, per una volta -, lo supplicai, mentre mi avvicinavo a grandi passi al frigo, - Cosa volete da bere? -, domandai poi a tutti.
- Succo! -, dissero in coro Caroline e Thomas.
- Sì, anche per me andrà bene del succo -, si aggiunse Willow, facendo un po' di fatica per mettersi seduta, persino con l'aiuto del marito.
- Per me uguale -, disse poi Thomas, mentre Brian semplicemente annuì impercettibilmente.
- Bene, allora succo per tutti -, dissi nuovamente, tirandolo fuori dal frigo mentre l'uomo di casa prendeva i bicchieri. Per il primo giro di bevuta restammo in silenzio, solamente al secondo ricominciarono le chiacchiere. - Allora, gli altri quando arrivano? -, domandò Willow, prendendo poi un altro sorso dal suo bicchiere.
- A momenti, avevano tutti delle commissioni da fare -, le risposi, lanciando una veloce occhiata complice a Brian, che capì al volo.
- Oh, che genere di commissioni? -, chiese Thomas.
- Niente di che, le solite cose.. -, rispose Brian, restando ovviamente sul vago, - Allora, come è andata questa ecografia di controllo? -, le chiese, subito dopo.
- Bene, benissimo, il bambino è sano come un pesce e non vede l'ora di usci.. -, cominciò a dire, bloccandosi poi probabilmente dopo aver sentito un forte calcio, - ..come dicevo, non vede l'ora di uscire -, aggiunse allora, completando quella frase e facendo ridere tutti di gusto.
- E' tutto okay? -, le domandò allora Thomas, con fare apprensivo.
- Bene, tutto bene -, rispose lei, prendendo poi un piccolo respiro.
- Willow...che cos'hai? -, le domandò allora Owen, seguito da Caroline, - Si Willow, stai male? -, le chiese.
- No piccoli, sto benone e voi presto avrete un...cuginetto di secondo grado? -, domandò, rivolta a tutti noi, ridacchiando.
- Sì, tanto siamo comunque tutti una grande famiglia, stabilire qual'è veramente il legame non serve -, rispose Brian, prendendo poi Caroline in braccio, mentre io feci lo stesso con Owen.
- Esattamente -, concordai, - Però sta bene -, gli assicurai poi.
- Willow..posso sentire quando scalcia? -, le domandò allora Caroline, allungando una manina verso il suo pancione.
- Certo, poggia pure.. -, la incitò, posando poi la mano su quella di lei, - Sta per farlo, ne sono sicura.. -, aggiunse poco dopo e ne avemmo la conferma quando Caroline scoppiò a ridere, divertita come al solito.
- L'ho sentito! L'ho sentito! -, esclamò, tutta contenta.
- Appena nasce potrai anche prenderlo in braccio, sei contenta? -, le chiese.
Lei annuì con vigore, prima che Owen ribattesse: - E io? -, chiese, con un piccolo broncio.
- Anche tu, tutti prenderanno in braccio il nostro piccolino -, rispose allora, tranquillamente, stringendo nel contempo la mano di Thomas.
- Va bene -, ribatté allora, sorridendo ampiamente e mostrando le sue fossette già abbastanza evidenti, che ovviamente aveva preso totalmente dal padre.
Fu proprio in quel momento che, improvvisamente, sentii il mio telefono vibrare: lo tirai allora fuori dalla tasca senza dare nell'occhio, leggendo sotto l'isola della cucina il messaggio che Valary mi aveva appena mandato. Istintivamente diede una leggera gomitata a Brian, comunque senza farmi vedere, facendolo leggere anche a lui.
- Oh oh, io corro un attimo in bagno, torno tra un secondo -, disse allora Willow. Oh, che fortuna!
- Certo tesoro, va pure -, dissi, aspettando poi che uscisse dalla cucina per parlare nuovamente, - Sono qui, sbrighiamoci -, esclamai, sotto voce. Ovviamente, tutti erano a conoscenza del perché gli altri erano stati fuori tutta la mattina, tutti eccetto Willow. Una sorpresa rimaneva una sorpresa, del resto.
Completamente di corsa, facemmo entrare tutti in casa, sistemando poi i vari regali che le avevano comprati, praticamente tutti per il piccolo in arrivo, sul tavolino e sul divano del soggiorno. - Su su, muovetevi! -, dissi, mentre ci appostavamo tutti ai lati, lasciando libera la visuale. Non molto dopo sentimmo finalmente lo scarico del wc, poi subito dopo la porta aprirsi. - Sorpresa! -, gridammo tutti in coro, Thomas e i bambini compresi, quando arrivò alla fine dell'ingresso, con un'aria semi sconvolta dipinta in viso.
- Ma...ma..cos'è tutta quella roba? -, chiese, poco dopo, mentre noi ancora ridevamo.
- E' per il bambino in arrivo, più qualcosa anche per voi -, rispose Valary, che ovviamente si era occupata di dirigere la cosa fin dall'inizio, - Niente ringraziamenti, l'abbiamo fatto volentieri -, aggiunse, tutta di fretta, ricambiando poi l'abbraccio che Willow le aveva appena dato, stringendola forte nonostante il pancione.
- Grazie, grazie, grazie! -, esclamò, tutta contenta, passando poi a Matt, così a Gena, poi a Zacky e infine a Johnny e Lacey, - Ma non dovevate comunque...insomma, è tantissima roba.. -, aggiunse poi, con gli occhi lucidi, mentre Thomas l'affiancava.
- E che importa? Possiamo permettercela, no? -, chiese Zacky, ricevendo poi un segno d'assenso da tutti noi.
- E poi l'abbiamo fatto con molto piacere, davvero -, ripeté Gena, stringendosi al marito.
Prima che qualcuno potesse replicare, sentimmo bussare alla porta, che era ancora semi-chiusa. - Toc toc, si può? -, chiese allora Chris, riunendosi a noi per la prima volta dopo due anni, dal momento che era partito per quello che aveva definito “il viaggio della sua vita”.
- Chris! -, dicemmo tutti in coro, - Entra, muoviti! -, aggiunse allora Brian, andandogli incontro per abbracciarlo stretto. In fondo, era un bel po' di tempo che non si vedevano e in quel tempo era anche cambiato, un po' almeno: si era alzato di qualche centimetro, aveva lasciato crescere la barba e il viso aveva assunto un'espressione forse addirittura più matura dell'ultima volta che l'avevo visto. Era cambiato anche il fatto che, in quel momento, con lui c'era una giovane donna: probabilmente della sua stessa età, con due grandi occhi chiari, misti ad una carnagione non molto scura. - E vedo che hai portato anche qualcun'altro -, aggiunse allora, - Ciao, io sono Brian -, aggiunse poco dopo, tendendogli la mano.
- Maya -, rispose lei, cordialmente.
- Sì -, concordò poi Chris, - Maya, ti presento, Brian, Amy, Willow, Thomas, Gena, Zacky, Lacey e Johnny e ovviamente i piccolini, Caroline e Owen.. -, aggiunse, tutto d'un fiato, ridacchiando prima di continuare. - E James, ovviamente -, disse poi, indicando il pancione di Willow. - E beh, ragazzi, vi presento Maya, la mia fidanzata -, specificò poco dopo.
- Piacere di conoscervi, ho sentito tanto parlare di voi...però non vi prometto che riuscirò ad imparare tutti questi nomi velocemente -, disse lei, con aria imbarazzata, ridendo comunque poco dopo.
- Prenditi il tempo che ti serve, intanto accomodatevi entrambi -, disse ancora Brian, chiudendo poi la porta al posto loro.
- Ora mancano solamente mia sorella e Ben.. -, dissi, facendo appena in tempo a finire la frase per sentire il campanello squillare più volte.
- Dicevi, amore? -, domandò allora Brian, andando poi ad aprire agli ultimi invitati.
- Sempre gli ultimi, eh? -, domandai a Maggie, che nel frattempo stava facendo scendere dalle sue braccia la piccola Kara, che ormai aveva la stessa età di Owen.
- Abbiamo una reputazione da mantenere, del resto -, mi ricordò Ben, mentre ci salutavamo.
- Bene, ora che siamo al completo, donne, in cucina con me, avrò bisogno di una mano se vogliamo mangiare -, ammisi, incamminandomi poi semplicemente verso la cucina, con a seguito Caroline e le altre.
- Arriviaaamo! -, disse Valary, con tono teatrale, prima che tutte entrassimo nella grande cucina, dove da lì a poco ci saremmo messe al lavoro.
- Voi maschietti...non rompete niente -, dissi, lanciando una veloce occhiata a tutti quanti, prima di tornare dalle altre.
- Allora, quasi mamma, come va la gravidanza? -, domandò Maggie a Willow, che stava aiutando Gena a prendere un contenitore per l'insalata, troppo in alto per la sua statura.
- Bene, benissimo, il parto dovrebbe essere a giorni, in realtà -, rispose.
- Ti senti pronta? -, le domandò allora, mentre prendeva dal frigo l'insalata che era solamente da condire.
- Beh, ho avuto nove mesi per prepararmi, del resto, ma sono sicura che quando sarà il momento rimarrò comunque spiazzata -, ammise.
- E' normale che sia così, qui l'abbiamo provato in tre, puoi crederci -, disse Valary, cominciando a tagliare i pomodori.
Io, invece, cominciai a mettere l'acqua sul fuoco, visto che il piatto principale di quel pranzo sarebbe stata la pasta, con un ottimo sugo tutto italiano. - Andrà tutto bene, tu devi solamente stare tranquilla e rilassata -, le consiglia.
- E' quello che sto facendo, anche perché ho Thomas che mi controlla costantemente... -, cominciò, assumendo poi una postura più dritta e rigida, alzando l'indice, - ..non fare quello, attenta a quell'altro, niente sforzi! -, disse, imitando il tono del marito, facendoci ridere tutte.
- E' apprensivo, è una cosa buona -, constatò Lacey, continuando a ridere.
- Sì, è per questo che lo amo -, ammise, - Ho fatto proprio bene a sposare il mio migliore amico, ora che ci penso -, aggiunse poco dopo, facendoci ridere di nuovo.
- Si, sposare i propri migliori amici è sempre la cosa migliore -, concordai.
- Tu sì che mi capisci -, disse lei, dandomi una piccola pacca sulla spalla.
Ridemmo ancora tutte insieme, prima di tornare al lavoro, cominciando seriamente a preparare il pranzo che avremmo consumato tutti insieme.
- E tu Maya? Da quanto stai con Chris? -, le chiesi, evitando così che si sentisse tagliata fuori.
- Tre mesi, ma mi sembrano una vita -, rispose, con l'aria di una che era perdutamente innamorata.
- Vi siete conosciuti mentre lui era in viaggio? -, le chiese Lacey, mentre beveva il po' di succo che si era appena presa.
- Sì, proprio alla stazione per Tokyo, ero in viaggio anche io, diretta lì, sullo stesso treno -, disse.
- Oh, che fortuna allora! -, esclamai.
- Già, io mi ero seduta al suo posto per sbaglio, ero molto stanca e lui è arrivato improvvisamente, dicendomi con fare gentile che gli avevo appena rubato il sedile...ero imbarazzatissima e lui se ne accorse subito, così mi invitò a restare, sedendosi accanto a me nonostante il posto fosse di un altro -, cominciò a raccontare, - Per tutto il viaggio abbiamo parlato, scoprendo addirittura che i nostri Hotel erano vicino, poi appena scesi ci siamo dati appuntamento per visitare una delle tappe turistiche e da quel giorno siamo insieme -, aggiunse, in un secondo momento.
- Wow, sembra un film.. -, disse Willow, con aria sognante, - Io ho conosciuto Thomas a scuola, io facevo la seconda media e lui il secondo superiore -, disse poi, ridendo e facendoci ridere ancora una volta.
- E' comunque romantico -, disse allora Maya, come per consolarla.
- Sì dai, mi accontento! -, concluse lei, scuotendo appena il capo.
- Su signore, ora al lavoro vero o dopo niente dolce fatto in casa! -, le minaccia, prima che ci rimboccassimo tutte le maniche.

 

***

Cominciammo a portare le cose da mangiare in salone solamente quando i ragazzi finirono di apparecchiare il grande tavolo che avevamo addirittura dovuto unire ad un altro, facendogli poi fare i turni per andare a prendere le bottiglie con la roba da bere. Ci sedemmo tutti solamente dopo 10 minuti buoni, dal momento che avevamo dovuto servire tutti i piatti. - Oh, finalmente si mangia! -, dissero i ragazzi in coro.
- Ringraziate almeno le cuoche -, mi lamentai, mentre mi sedevo.
- Grazie -, dissero allora, nuovamente in coro, dopo essersi scambiati un'occhiata.
Tutte insieme, allora, scuotemmo il capo, mentre io mi accingevo a tagliare la pasta di Caroline, visto che i spaghetti non le erano mai andati molto a genio, prima di cominciare a mangiare a mia volta.
- Quindi ormai il parto è imminente? -, domandò Chris, - Diavolo, sono partito che avevate in mente solo di sposarvi e ora state per mettere addirittura su famiglia! -, aggiunse, prima che potesse rispondere.
- Sì, ormai si, dovrebbe essere entro il finesettimana -, disse, rispondendo alla prima domanda, - E beh..strano come cambiano le cose, eh? -, aggiunse.
- Già, come sono strani i capelli bianchi che stanno spuntando a Brian.. -, disse lui.
- Hey! Che dici? Non ho assolutamente nessun capello bianco! -, si lamentò lui, ovviamente.
- In effetti, Brian.. -, cominciò Zacky, che gli sedeva accanto, - ..credo di averne appena trovato uno -, aggiunse, con fare divertito.
- Impossibile, ho solo 35 anni, per la miseria -, si lamentò, decidendo poi di non ascoltarli più, mentre finiva il suo piatto di pasta.
Trascorremmo i successivi minuti soprattutto ad osservare divertiti Caroline, Owen e Kara che guardavamo con fare insistente il pancione di Willow, posandoci le mani sopra solamente quando lei li avvertiva che il piccolo stava scalciando. - D'accordo, chi vuole il dolce? -, chiesi.
- C'è anche un dolce? -, domandò Johnny, curioso.
- Proprio così, però stavolta sarete voi maschi ad andare a prenderlo, noi abbiamo già fatto abbastanza -, sussurrai, con un sorriso divertito sulle labbra, lanciando poi un'occhiata complice alle altre.
- Oh beh, cosa non si fa per mangiare -, ribatté Johnny, alzandosi per primo, seguito poco dopo dagli altri, che sparirono in cucina per qualche minuto.
- Siete finiti nel tritarifiuti? -, gridò Valary, dopo qualche altro minuto di attesa.
- No, abbiamo fatto i piatti -, rispose Brian, entrando poco dopo di nuovo in salone, con in mano due piattini con dentro il dolce che avevo preparato.
- Addirittura i piatti? -, domandai, quasi incredula, sorridendogli comunque.
- Visto come sono bravo a stupirti? -, mi domandò, rubandomi un veloce bacio mentre posava uno dei due piatti davanti a me.
- Sono anni che mi stupisci, ormai -, gli feci notare, dopo aver ricambiato quel suo bacio.
Nel giro di qualche altro minuto tutti avevano finalmente il dolce, che per fortuna piacque a tutti, portando con sé anche parecchi complimenti. - Porta una cosa del genere alla prossima cena! -, disse subito Zacky, facendoci ridere tutti.
- In effetti è talmente buono che potrei anche rifarlo -, ammisi, in presa ad un attacco di modestia.
- La modestia.. -, sussurrò Brian, ridacchiando.
- Inutile dire che ho ripresto dal migliore, vero? -, sussurrai a mia volta, imboccando poi un altro pezzo di dolce.
- Oh.. -, mormorò allora Willow, - Misà che devo andare di nuovo in bagno -, aggiunse, alzandosi poco dopo e facendo velocemente il giro del tavolo.
- Tutto bene? -, le domandai.
- Sì.. -, rispose subito, voltandosi poi di scatto verso di me, - No..mi si sono rotte le acque -, aggiunse, col fiato corto, guardando poi per terra il pavimento, in quel momento completamente bagnato.
Nel giro di mezzo secondo eravamo già tutti in piedi, impanicati come non capitava dal parto di Valary. - Io prendo le chiavi della macchina, voi, Thomas e Amy, cominciate a portarla fuori! -, ci ordinò Brian, cominciando allora a cercare le chiavi.
- Sì, andiamo, su.. -, sussurrai, mormorando poi qualche veloce parola, cercando di rassicurarla il più possibile. Io e Thomas la portammo allora di fuori, verso la macchina, quando finalmente Brian ci raggiunse.
Farla salire non fu facile, dal momento che era nel panico più totale. - Amore, respira, devi respirare, okay? -, disse subito Thomas, passandole una mano sul viso per scostarle una ciocca di capelli.
- Sì..si -, ansimò lei, cominciando a respirare forse ancora più affannosamente, stritolando praticamente la mia mano. Partimmo allora diretti verso l'ospedale, mentre gli altri ci seguivano dietro con le loro auto. Non appena arrivammo l'aiutammo nuovamente a scendere, mentre un paio di infermieri lì di turno ci aiutavano. - E' in travaglio -, dissi subito.
- La ricoveriamo subito, allora -, rispose, mentre entravamo, - Jackie! Portami quella sedia a rotelle! -, gridò, facendola poi sedere per portarla poi via.
- Posso venire, vero? Sono il marito! -, disse subito Thomas.
- Certo, venga, e si prepari, non credo manchi molto al parto -, gli assicurò l'infermiere, mentre insieme sparivano oltre la porta, lasciandoci lì in preda al panico quasi quanto Willow.

***

Passarono tre ore, tre ore che passammo in sala d'attesa, camminando avanti e indietro, prima che qualche infermiere ci desse qualche nuova notizia. - Allora, come sta? E il bambino? -, domandai subito, tenendo in braccio Caroline, mentre gli altri erano tutti dietro di me.
- Stanno bene entrambi, il parto non ha avuto complicazioni, sono stati entrambi molto bravi -, rispose, con un sorriso raggiante, prima di tornare al suo lavoro.
Passarono allora altri 20 minuti, prima che ci lasciassero entrare per vedere entrambi: inutile dire che ci catapultammo tutti nella stanza, nonostante non fosse poi così grande.
La scena che ci si parò davanti era probabilmente una delle più belle che avessi mai visto, e mi ricordò molto il giorno in cui avevo partorito io stessa la mia bambina, e così sicuramente successe a Valary: Willow era ovviamente sdraiata sul letto, con la schiena appoggiata a due enormi cuscini e Thomas le sedeva accanto, mentre entrambi guardavamo il piccolo James con aria rapita. Quest'ultimo aveva gli occhi chiusi e la manina stretta intorno al dito della mamma. - E'...è bellissimo -, sussurrò Gena, quasi in preda alle lacrime.
- Si, lo è.. -, rispose Willow, semplicemente.
- Possiamo ufficialmente dare il benvenuto a questo piccolino nella famiglia Sevenfold, giusto? -, domandò Brian, commosso, anche se cercava in tutti i modi di nasconderlo.
Lasciai la piccola a terra, prendendo allora automaticamente la sua mano e stringendola. - Si che possiamo.. -, sussurrò in risposta Willow, - Diamo il benvenuto al piccolo James Alexander Sullivan... -, aggiunse, sollevando allora il capo verso Brian, sorridendogli, - Prenderà anche il suo cognome, abbiamo deciso così -, sussurrò poi nuovamente, questa volta facendo commuovere del tutto Brian, che si lasciò scappare una lacrima.
Avevamo promesso, tutti quanti, di rimanere sempre una famiglia ed eravamo riusciti a mantenere quella promessa: nel corso degli anni ci eravamo sempre aiutati l'un l'altro, eravamo sempre rimasti insieme, nel bene o nel male e ora avevamo appena dato il benvenuto all'ennesimo componente.
Da piccola ero solita farmi tanti film mentali su come sarebbe potuta essere la mia vita, ma mai mi sarei aspettata che fosse così...perfetta. I miei amici mi avevano sempre aiutato a renderla tale e Brian e la nostra bambina avevano semplicemente completato l'opera.
E ora eravamo tutti lì, in una stanza d'ospedale, cercando di trattenere le lacrime di fronte ad un bambino che, sicuramente, sarebbe stato straordinario esattamente come la mamma e il papà. E chissà, magari anche come il nonno che ero sicura, in quel momento, ci stesse guardando dall'alto. Come aveva fatto sempre e come avrebbe sempre fatto.

  
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