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Autore: alwayswithgreenday    28/07/2013    5 recensioni
Quando dici di essere pronto al peggio, non sei mai pronto veramente.
E questo Frank lo capì quando la sua monotona vita fu bellamente mandata a puttane dall’imminente trasferimento a Belleville, citta del suo tanto odiato cugino, e all’incontro di tre ragazzi del posto. In particolare di uno di essi; Gerard. Che oltre a fargli scoprire nuove verità su se stesso, lo porta a vivere per la prima volta la sua vita sul filo del rasoio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quella sensazione di benessere e relax assoluto che si prova dopo una lunga e riposante dormita? Una di quelle sensazioni in cui ti senti pronto ad affrontare una giornata impegnativa a scuola o una qualche partita importante di campionato? Io no.
Non ho chiuso occhio per tutta la notte. Il pensiero e l’agitazione per la mattina seguente mi aveva tenuto sveglio. Avrei conosciuto quella massa di idioti meglio conosciuti come ‘gli amici di Ryan’. Se fossero stati come lui, avrei dovuto temere il peggio.
Mi alzai dal letto a fatica e mi trascinai in bagno per darmi una sistemata. Schiacciai alla meno peggio la ciocca mora di capelli lasciando che coprisse un occhio e sistemai con una passata di spazzola le parti laterali bionde e rasate. Restai chiuso in bagno il tempo di una lavata e di una risistemata in generale, poi tornai in camera a scegliere i vestiti. Dovevo cercare di essere il più normale possibile, per non dare tanto nell’occhio ed evitare che l’attenzione del gruppo degli amici di mio cugino si potesse spostare su di me. Dovevo passare inosservato, così da evitare di essere ridicolizzato davanti a tutta la scuola da quei scimmioni.
Così dopo un attenta riflessione optai per una felpa nera tinta unita col cappuccio. Dei jeans, rigorosamente strappati, e delle converse nere distrutte. Presi lo zaino e me lo misi in spalla mentre scendevo a passo lentissimo giù per le scale.
-Frank, è arrivato Ryan! Ti sta aspettando qui fuori! Mi raccomando tesoro... Cerca di integrarti… almeno a scuola.- sospirò mia madre. Le feci un cenno con la testa come per dirle di non preoccuparsi e la salutai uscendo.
Eccolo li, davanti alla soglia. Dire che lo sguardo che mi stava lanciando era inquietante era estremamente riduttivo. Feci per salutarlo con la mano, ma un suo ringhio stroncò ogni mio tentativo di apparire gentile nei suoi confronti.
-Stammi a sentire.- si incupì ancora di più inchiodandomi con lo sguardo. –Tu non mi piaci, okay? Sei strano. Per me è già straziante averti in famiglia, ora mi tocca anche farti da balia. Dovrò presentarti ai miei amici, l’ho promesso a mia madre. Ti siederai a pranzo con noi, perciò vedi di renderti il più invisibile possibile.  Sono stato chiaro?- alzò il tono di voce pronunciando le ultime frasi come a voler rimarcare il concetto. Deglutii rumorosamente e annuii. Mi ficcai le mani in tasca e infilai le cuffiette.
Sapevo che mio cugino mi odiasse, ma non mi aveva mai detto cosa realmente pensasse di me così apertamente. Di solito si limitava a scacciarmi con qualche grugnito infastidito o a mostrarmi il dito medio se, a suo avviso, facevo di tutto per infastidirlo. In un certo senso ci ero rimasto male, non mi importava di ciò che pensasse lui, ne tanto meno i suoi amici, ma il fatto che mi avesse attaccato in quel modo, appena sveglio, con una notte in bianco alle spalle, mi aveva fatto girare i coglioni. E avevo l’impressione che nulla avrebbe potuto rimettere apposto quella giornata iniziata così male.
Arrivammo in silenzio all’edificio. Entrai incerto sul dove andare mentre mio cugino spariva tra la calca senza degnarmi neanche di un saluto. Davvero strano.
Sbuffando mi diressi verso la segreteria dove mi diedero il foglio con gli orari, le chiavi dell’armadietto e  una piccola mappa dell’istituto. Avevo biologia alla prima.
Bene, credo che una bella dormita durante tutta l’ora non possa nuocere a nessuno. Mi incamminai ed arrivai, dopo varie figure di merda nello sbagliare aula, nella mia classe.
-Ragazzi lui è Frank, Frank … Iero. L’ho pronunciato bene?- Chiese titubante il professore. annuii flebilmente. –Puoi sederti li infondo se per te non è un problema stare da solo.- Aggiunse poi il docente schiarendosi la voce. Eseguii. Non mi tolsi neanche le cuffie dalle orecchie, ma parve che nessuno se ne accorse. Iniziava a piacermi la poca considerazione che mostravano nei miei confronti professori e resto dei compagni di classe. Potevo dormire in pace e ascoltare per ore la musica senza che nessuno mi interrompesse per attaccare bottone in una conversazione sconclusionata e noiosa o che qualche professore richiamasse la mia attenzione sulla propria lezione. La prima e la seconda ora passarono in fretta. Non me ne accorsi neanche. Tra una dormita e qualche scarabocchio disegnato a penna sul banco, il tempo volò. La terza ora, per me, sarebbe stata un dramma. Educazione fisica. Ma che diamine di materia è? Può essere considerata tale? Diamine no! Sudore, esercizi imbarazzanti e qualche calcio ad un pallone. Ecco cos’era. Una materia per  palestrati senza cervello, non come me. In mancanza sia di fisico che di cervello, allora potevi definirti un mio simile. E magari avremmo potuto saltare l’ora di ginnastica assieme, come stavo facendo in questo momento. Rintanato nelle docce a fumare una sigaretta. Meglio così. Tanto nessuno avrebbe fatto caso alla mia assenza, no?
Abbandonai la testa all’indietro sulle mattonelle ingiallite delle pareti e mi misi a pensare a quanto poco mancasse al fatidico incontro. Avrei pranzato assieme ad un orda di tipacci sconosciuti coi quali avrei preferito non avere mai a che fare. Ma non avevo scelta. Mia zia e mia madre si erano coalizzate per, a detta loro, salvare quel poco di vita sociale che mi rimaneva. Ma chi le aveva interpellate? Io stavo bene da solo. Non avevo bisogno di una comitiva, per giunta di persone totalmente differenti da ciò che io ero, ne tantomeno di avere una vita sociale attiva.
Il fumo che saliva dalla sigaretta si diradò fino a esaurirsi. La spensi definitivamente sul muro e la gettai oltre la finestra aperta.
-Ma che cazz…?- una voce maschile sottile fuori dalla finestra imprecò leggermente sorpresa. – Che cazzo mi hanno lanciato?- ripeté la stessa voce. Adesso meno alterata, divertita oserei dire.
Una testa spuntò dal bordo della finestra e sobbalzai per lo spavento non appena la vidi fissarmi. Il ragazzo avrà avuto si o no tre anni in più di me. Portava dei lunghi capelli corvini fino alle spalle ad incorniciargli il viso leggermente femminile e paffuto. Naso alla francese e due grandi occhi verdi, un verde spento, ma comunque irresistibile. Si, irresistibile. Magnetico; a tal punto da impedirmi inconsapevolmente di spostare lo sguardo da lui.
-Sta più attento la prossima volta.- asserì il moro sorridendo appena per poi scomparire subito dopo e andarsene chissà dove per la scuola.
Scossi la testa per tornare al mondo reale risvegliandomi da quello stato di trance in cui ero finito vedendo gli occhi di quel ragazzo e mi alzai deciso a dimenticarli il più in fretta possibile. La campanella suonò e mi avviai in classe tentando di cancellare l’episodio di poco prima. Insomma, non  è normale incantarsi in quel modo sul viso di uno sconosciuto, no?
Le lezioni seguenti mi sfiancarono letteralmente, quando suonò l’ora della pausa pranzo per poco non mi commossi.
Raccattai i libri in fretta e furia, gettandoli a caso nella cartella per poi dirigermi verso la mensa a passo svelto. Stavo decisamente morendo di fame. Mi misi in fila aspettando il mio turno per rimpinzarmi di quel cibo insipido e scotto dall’aspetto raccapricciante. Quando arrivai di fronte alla cuoca, la fame scomparve improvvisamente. Il cibo era visibilmente stomachevole, perciò presi una minima porzione di tutto per poi cercare con lo sguardo il tavolo di Ryan e dei suoi ‘’stra fighissimi’’ amici.
Mi avvicinai a loro e mi sedetti di fianco, su una sedia abbastanza in disparte.
-Ehi ragazzi, questo è Frank. Mio cugino. E’ nuovo qui, viene da Newark. Trattiamolo bene il coglioncello, qui non conosce nessuno e mia madre mi ha raccomandato di farlo ambientare. Okay?- disse Ryan, prima di continuare la sua amabile chiacchierata con una troia che gli sedeva accanto. Dopo un ‘okay’ generale e disinteressato tutti si cominciarono a presentare. Erano quattro ragazzi. Erik, il più minuto. Capelli chiari e occhi piccoli e sottili come spilli. Sembrava un tipo furbo e inaffidabile. E se avessi dovuto scegliere delle persone di cui circondarmi, lui sarebbe stato l’ultimo, sul serio. Poi c’era Zack. Aveva una stazza davvero imponente, se solo avesse avuto voglia di darmi uno schiaffo, probabilmente la mia testa sarebbe schizzata in orbita. Era davvero gigantesco. Ma come guardia del corpo di Ryan, ci poteva stare. Tony, un ragazzo che in quanto a bellezza non aveva rivali, ma le dimensioni del cervello potevano essere paragonate a quelle di una gallina. E infine Alex. Alex sembrava il più sicuro di se. Anche lui un bel ragazzo, ma decisamente più astuto di Tony. Avevo sentito parlare di lui da mia zia, lodava spesso le sue capacità intellettive. Diceva che era quasi un genio, ma che oltre a quello fosse anche un ottimo amico per Ryan. Alla fine avevo riconfermato la mia ipotesi, sarebbe stato meglio girare alla larga da quei tipi.. ma infondo non era stata una mia scelta. E fortunatamente sembrava che a loro di me non interessasse proprio nulla. Quindi semplicemente mi limitavo a seguirli come un ombra silenziosa.
-T’oh guarda chi c’è.. la mia checca preferita- Asserì Ryan rompendo il silenzio che era calato improvvisamente, rivolto verso qualcuno mentre gli altri scoppiavano a ridere voltandosi verso mio cugino. –Qual buon vento Wa..- non riuscì a terminare la frase che l’altro rispose serio. -Levati dalle palle Hammer.-
Quella voce. Era lui. Ne ero sicuro. Il ragazzo dagli occhi verdi. E rimasi pietrificato nel vederlo; per la seconda volta.

*spazio autrice*
EHILA'! 
Sono in ritardo con l'aggiornamento. Speravo di fare più in fretta, ma ho avuto un po di impicci e non ho trovato il tempo per mettermi a scrivere qualcosa di decente. Questo è il meglio che sono riuscita a postare alle 3:22 di notte. perdonatemi se fa schifo o se è pieno zeppo di errori grammaticali. Spero di no, ma se ci sono segnalatemeli che correggo. 
mmh, chissà chi sarà il misterioso tipo dagli occhi verdi. ewe 
Comunque spero che questo capitolo non vi abbia scoragiati a tal punto di non voler più continuare la storia, vorrei sapere anche cosa ne pensate magari. AH! QUASI DIMENTICAVO! 
Voglevo ringraziare 
Im_Not_Okay, acator, erykachan, percybeth_2000 Bianca_bibi per aver recensito il primo capitolo così numerose/i. :D Grazie davvero. <3 *tanti cuori a voi* spero l'aggiornamento non vi deluda troppo. UN BACIONE.
-Gee. x

                                         
  
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