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Autore: AnnabelSwift    28/07/2013    2 recensioni
"Ero convinta che il tempo avrebbe guarito le mie ferite, ma il cuore mi fa sempre più male. Quando incontro Scorpius in Sala Grande, o in Biblioteca, o sulle scale, sembra che il mio piccolo organo stia per squarciarsi, e le farfalle nello stomaco sono simili a pugnali. Ricordo i suoi abbracci, i suoi capelli, il suo profumo; lo desidero con tutta me stessa. Bramo che lui cinga di nuovo i miei fianchi e mi accarezzi ancora una volta le guance. E se anche questo avvenisse, non sarei mai sazia di lui. Sento un vuoto interiore, senza di lui. Un angosciante vuoto che non sarà mai più colmato. Una terribile assenza che non riuscirò mai a scacciare."
Terza classificata al contest 'Tutti pazzi per la Nuova Generazione!'
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Farfalle come pugnali


Mi ritrovo a nascondere nell’armadio il cuscino con la nostra foto stampata sopra, il pupazzo che mi aveva regalato per San Valentino – una scimmia dai grandi occhi dolci, « Mi ricorda te » aveva detto scherzando – e a ficcare in una borsa di plastica tutte le sue lettere. Sul comodino, di fianco alla foto con la mia famiglia, c’è la piccola ametista che mi aveva regalato per il compleanno. « Questo è il mio cuore » mi aveva sussurrato all’orecchio, « ora è tuo ». Non avrei mai detto che Scorpius Malfoy potesse essere tanto dolce, a volte. Fai attenzione, Rose. Me lo ripetevo tutte le sere prima di addormentarmi, tutte le mattine appena sveglia, e in ogni attimo in cui non fossi occupata. La verità è che non ci avevo nemmeno provato. Mi ero completamente ceduta a lui. Mi aveva trattato come una bambola, malgrado io fossi convinta che Scorpius potesse davvero essere il mio Ken. Mi ero affidata a lui, facendomi aiutare, ma è stato lo sbaglio più grosso. Mi sembra di non riuscire a respirare, con questo macigno sullo stomaco e la gola annodata. Non riesco a piangere, non riesco a sfogarmi. Temo di aver finito le lacrime la settimana scorsa, quando scendevano copiose sulle mie guance. Non riuscivo a frenarle. Non avrei dovuto dargli una seconda possibilità.
Il dormitorio è invaso dal silenzio: tutte dormono. Mi ficco sotto le coperte senza nemmeno cambiarmi. Le molle del letto cigolano. Abbraccio il cuscino che profuma di lavanda, ripensando alle parole di qualche ora prima. « Non voglio più essere il tuo cagnolino, Scorpius » avevo detto con voce tremante. Non volevo che finisse così. Volevo solo che cambiasse atteggiamento nei miei confronti.
« Non so perché mi comporto così » si era limitato a dire.
« Perché devi trattarmi come se fossi un giocattolo? » avevo urlato. « Prima mi lasci, dicendomi che non sono importante, che non mi ami. Dopo un giorno torni, spiegandomi che volevi solo migliorare la situazione tra noi, darmi uno scrollone, supplicandomi di perdonarti. E dopo poco più di una settimana siamo punto e a capo! »
« Rosie, ascoltami… »
« No » lo avevo interrotto. « Non voglio ascoltarti. Voglio solo chiudere il discorso ».
« Si riaprirebbe domani » aveva detto di rimando. « Rose, io non ti amo ».
Dentro di me era improvvisamente scoppiata una tempesta. Il cuore martellava talmente forte da far male, come se volesse rompere lo sterno e uscire fuori dal corpo.
« O, perlomeno, non ti amo più come prima ».
Non riuscivo a parlare. Mi sentivo un pesce lesso, con la bocca aperta, senza che ne uscisse alcun suono. Dopo pochi istanti, sputai l’unico pensiero che in quel momento ero riuscita a formulare. « Mi fai schifo ».
« Rosie, ti prego. Mi dispiace. Scusa ».
Ora, invece, i pensieri erano talmente tanti che sembravano fluttuare nella mia mente senza un ordine. « Ah, ti dispiace? Cosa me ne faccio delle tue scuse? Butta a terra un piatto, poi chiedigli scusa. Si riaggiusta? »
Scorpius non aveva risposto. I suoi occhi erano fissi sulle mie scarpe bianche.
Ecco di nuovo il vuoto. Avevo solo le parole di mio padre in testa: « Rose ha scelto un Grifondoro, cara! » Fu il fatidico giorno, durante le vacanze di Natale, in cui dovetti confessare di essere innamorata. Non potevo dire la verità. Non potevo dire a mio padre, Ronald Weasley, che il mio ragazzo era un Serpeverde. La mamma fece scorrere lo sguardo più volte su di lui, poi su di me. Al Binario nove e tre quarti, prima di andare a Hogwarts,  promisi a mio padre che avrei battuto Malfoy in ogni test. Gli assicurai che non avrei mai sposato un Purosangue, dato che nonno Arthur non avrebbe approvato. Ma il peso della menzogna, col passare del tempo, diventò difficile da sopportare. Decisi quindi di inviare un gufo a casa. L’ultima parola era quasi illeggibile, dato che una lacrima aveva sfumato l’inchiostro. “Mamma, papà, sono innamorata di Scorpius Malfoy. Perdonatemi” era tutto ciò che ero riuscita a scrivere.
Mi ero finalmente ricordata che Scorpius era ancora lì. « Avevo una vita che mi rendeva felice, e ho lasciato che andasse in pezzi pur di stare con te. Non ti ho amato per noia o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità ».
 
Ero convinta che il tempo avrebbe guarito le mie ferite, ma il cuore mi fa sempre più male. Quando incontro Scorpius in Sala Grande, o in Biblioteca, o sulle scale, sembra che il mio piccolo organo stia per squarciarsi, e le farfalle nello stomaco sono simili a pugnali. Ricordo i suoi abbracci, i suoi capelli, il suo profumo; lo desidero con tutta me stessa. Bramo che lui cinga di nuovo i miei fianchi e mi accarezzi ancora una volta le guance. E se anche questo avvenisse, non sarei mai sazia di lui. Sento un vuoto interiore, senza di lui. Un angosciante vuoto che non sarà mai più colmato. Una terribile assenza che non riuscirò mai a scacciare.
  
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