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Autore: Soul of the Crow    28/07/2013    7 recensioni
Questa long è il sequel de "L'Avvento del Sole Nero".
Ci troviamo nella serie di IE GO CS: l'El Dorado e la Feida stanno distruggendo il Giappone, e come era successo anni prima con il Fifth Sector e la Confraternita del Sole Nero, un'altra forza si dovrà mettere al lavoro per far tornare le cose come dovrebbero essere.
Servirà l'aiuto degli ex Emissari del Sole Nero, e tra viaggi nel tempo e nuovi personaggi, saranno svelate anche nuove notizie riguardanti la Confraternita del Sole Nero: un esperimento avvenuto alla nascita della Confraternita, ma risultato troppo pericoloso da poter essere portato a termine, potrebbe tornare a galla e qualcuno sarà costretto a compiere una scelta...
Per i dettagli, vi aspetto dentro.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Aster non riusciva a vedere altro intorno a sé poiché era completamente circondato dal buio; inoltre, ogni tanto avvertiva anche una strana sensazione di freddo glaciale, seguita subito dopo da una di un caldo infernale, alle quali succedeva una raffica di vento:
- Dove sono finito? Stavo per colpire l’albero creato dalla tecnica speciale di Hana e Tsu con il Northern Winds, poi è comparsa quella strana luce nera e dorata… - rifletté lui, cercando di ricordare quello che era successo in precedenza, ma ad un certo punto, ci fu un’altra brezza, ma c’era qualcosa di strano in quella corrente d’aria rispetto alle precedenti:
- Luce e tenebre… Credo di sapere chi ha generato questa folata di vento. - pensò, mentre osservava le particelle dorate e violacee che danzavano intorno a lui spinte dai soffi di vento.
Pochi istanti dopo, vide una figura splendente di una luce bianca e pura che avanzava lentamente verso di lui e, man mano che si avvicinava, si sentivano anche raffiche di vento sempre più forti e frequenti; dopo alcuni minuti, l’individuo misterioso fece la sua apparizione: il buio di quel posto creava un forte contrasto con l’armatura bianca e i lunghi capelli biondi dell’uomo. Non era possibile distinguere il volto a causa della maschera che gli copriva il viso, ma che permetteva ugualmente di scorgere gli occhi color sangue; inoltre, le braccia erano avvolte da vortici dello stesso colore delle particelle dorate e viola scuro portate poco prima dalla brezza.
- H- Huayra? Come mai ti trovi qui? Non ti ho nemmeno evocato! E poi che posto è questo? - gli chiese sorpreso l’albino dopo aver riconosciuto il proprio avatar.
- Come ben sai, sono una manifestazione della tua energia spirituale e questo è il luogo in cui risiedo quando non mi evochi e dove mi rigenero se indebolito durante uno scontro tra keshin: ci troviamo nella tua mente. - gli rispose calmo l’altro.
- E da quando puoi parlare? - gli chiese il ragazzo.
- Si tratta di “telepatia”, sempre se si può definire così. Comunque, non mi era possibile utilizzarla troppo a lungo a causa della presenza della Fiamma del Sole Nero: era un potere troppo grande e fortemente in contrasto con quello degli avatar, tanto da impedirci di sfruttare al massimo le nostre qualità. Inoltre, non permetteva a chi si trovava vicino ad essa di utilizzare il proprio keshin e ne bloccava i poteri; per questo le gemelle Sunlight hanno sempre dovuto ricorrere ad Avatar Proibiti, ma erano troppo potenti per controllarli e li imprigionarono nella pietra, bloccando la loro energia con rune antiche.
Una volta lontano da quella fonte di poteri, sei riuscito ad evocarmi, ma credo che gli altri non abbiano avuto la stessa fortuna… - prima che potesse finire la spiegazione, Kazetsuki lo interruppe:
- Ti riferisci ai keshin degli altri ex Emissari con “altri”? Scusa se te lo dico, ma mi pare piuttosto strano: hanno pur sempre gli Avatar Proibiti con loro e non hanno mai avuto problemi a controllarli. -
- Sono molte le cose che tu e gli altri non sapete. I Keshin Proibiti vi sono stati utili è vero, ma esattamente com’è successo per te, stanno rischiando di sostituire quelli originali. Per quelli di voi che non sono mai riusciti a sviluppare un proprio avatar il problema non si pone, ma chi possedeva già un’energia abbastanza forte per creare un keshin prima della missione del Sole Nero, potrebbe correre dei rischi. A questo punto, si può solo sperare che la voce che hai sentito avesse ragione sul vostro conto. - gli rispose Huayra.
- Sai a chi apparteneva? - gli domandò Aster, riferendosi alla voce che aveva sentito durante la partita.
- No, ma dovresti aver riconosciuto quella luce. Non è la prima volta che la vedi e credo non sarà l’ultima. Non so se anche i tuoi amici hanno sentito quella voce, ma molti possedevano ancora gli Avatar Proibiti e dubito che ci siano riusciti. - dopo quell’ultima frase, il ragazzo avvertì nuovamente quelle sensazioni di gelo e calore, scomparse da quando aveva visto l’avatar; in quel momento però quest’ultimo aveva lo sguardo rivolto verso due piccole luci, una rossa e una blu, ben visibili nel buio che li circondava.
- Tsk. Non ci voleva. - mormorò il keshin, ma il suo padrone lo sentì ugualmente.
- Di che parli? - l’albino doveva ammettere di essere abbastanza stupito di sé stesso: non gli era mai piaciuto porre o ricevere troppe domande, ma sembrava che lui e i suoi compagni sapessero fare solo quello da quando erano finiti in quell’epoca.
- Ti basti sapere questo: nessuno di voi è ancora pronto per scoprire i propri veri poteri, e vale lo stesso per te a causa di coloro che hanno generato quelle due luci. - lo informò l’avatar, mentre sulla sua schiena partiva un bagliore nel quale erano evidenti sei figure nere, probabilmente erano le sue ali rimaste nascoste perché dello stesso colore del paesaggio che li circondava.
- Ho solo un’ultima raccomandazione da farti: continua a migliorare e aiuta i tuoi compagni. Fino alla comparsa degli Undici Supremi, è tutto ciò che potete fare. - quelle furono le ultime parole di Huayra, prima che la luce sprigionata dalle sue ali diventò troppo forte perché Kazetsuki potesse tenere gli occhi aperti e perché il buio potesse continuare a resistere.


Tre giorni dopo la partita… Di sera… Nell’infermeria dell’Organizzazione delle Ali Nere…

Quando Aster riaprì gli occhi, si rese conto di non trovarsi più con Huayra, ma in quella che doveva essere una delle stanze dello Spiraglio di Luce delle Ali Nere a causa delle pareti rivestite di lastre metalliche e anche dalle luci a neon sul soffitto. Si trovava disteso su qualcosa, ma probabilmente non si trovava più nella sala d’allenamento.
- Ben svegliato Aster! - esclamò una voce maschile allegra.
L’albino si alzò subito, tenendo una mano a massaggiare la testa, e si accorse di trovarsi in una stanza che somigliava molto ad un infermeria, ma c’erano diversi lettini oltre a quello su cui si trovava lui: a occhio e croce, avrebbe potuto ospitare una decina di persone.
Si voltò verso la direzione dalla quale proveniva la voce e vide l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento: si trattava di Alan Wing, ex membro dei Quattro Grandi degli Emissari del Sole Nero. Il suo aspetto non era cambiato molto rispetto alla fine della Confraternita, a parte la pelle che era diventata un po’ più scura, i capelli erano leggermente più corti e un ciuffo spuntava ben evidente sulla sua testa e un codino che gli arrivava fino alle ginocchia, ma il motivo per cui Kazetsuki non voleva vederlo in quel momento era legato ad alcuni poteri che possedeva l’argenteo: la telepatia e la possibilità di vedere i sogni altrui. Se riusciva ancora ad utilizzarlo, doveva aver visto e sentito la sua conversazione con Huayra, quindi non era escluso che avesse deciso di dirlo agli altri quanto prima, ma lo stesso Aster non sapeva se il suo keshin avesse veramente cercato di comunicare con lui o se fosse stato solo uno strano sogno.
- Qualcosa non va? - la voce di Wing riportò l’albino alla realtà.
- No no, è tutto a posto. Piuttosto, potresti spiegarmi come sono finito in quest’infermeria? E che ne è stato della partita? - gli chiese subito Kazetsuki e l’altro si concesse una breve risata:
- Non hai mai fatto tutte queste domande a qualcuno in una volta, a parte al tuo keshin quando parlavate nella tua mente. - a quella risposta, l’albino sgranò gli occhi: i suoi timori avevano trovato conferma. E se Alan avesse deciso di dirlo a qualcun altro?
- Non mi hai ancora detto perché mi trovo qui. - gli ripeté Aster.
- Ti ci abbiamo dovuto portare io e Sho. Se ben ricordi, in campo era comparsa una strana luce nera e dorata, così Phoenix ci aveva avvisato di andarcene, ma tu eri rimasto a fissarla. Le scosse sismiche sono ricominciate e dopo un po’, tu hai preso i sensi. A parte te, ci sono stati alcuni infortunati a causa delle tecniche dei membri della Squadra B, ma non era niente di troppo grave.
In ogni caso, era ora che ti svegliassi: sono passati più di tre giorni da quando ti sei addormentato. - gli spiegò l’argenteo, per poi avviarsi verso l’uscita della stanza:
- E a nessuno di voi era passata per la testa l’idea di svegliarmi? - domandò il ragazzo dagli occhi color cenere con una punta d’irritazione nella voce, anche se gli sembrava impossibile che fosse passato tutto quel tempo mentre lui dormiva.
L’altro scrollò le spalle come se non gli importasse:
- Invece di arrabbiarti, sarebbe meglio raggiungere l’ufficio di Phoenix. Ci deve spiegare alcune cose, ma ha preferito attendere che ci fossimo tutti. - lo informò il ragazzo dagli occhi dorati, mentre usciva dall’infermeria, seguito poco dopo dall’altro.
- Oh, sta tranquillo: non ho intenzione di parlare del tuo sogno agli altri... - disse Alan al compagno di squadra mentre s’incamminavano verso la destinazione:
- Anche perché credo che qualcuno lo sappia già. - aggiunse senza farsi sentire dall’altro.


Una decina di minuti dopo… Nell’ufficio di Marcus Phoenix…

Quando i due erano arrivati, ad attenderli c’erano tutti gli altri ex Emissari, Sho e Isako con i rispettivi partner androidi e Marcus Phoenix. C’era chi era seduto al tavolo e chi era rimasto in piedi ad osservare il soffitto o il paesaggio fuori dalle finestre dell’ufficio, ma come aveva detto Wing, nessuno di loro sembrava stare troppo male. Nessuno fece caso ai nuovi arrivati, fino a quando il leader delle Ali Nere non alzò lo sguardo verso la porta:
- Vedo che stai bene anche tu. In un certo senso ne sono sollevato, anche se sono stato io a chiedere a Yuki e agli altri di comportarsi in quel modo, anche se penso che abbiano voluto sfogarsi un po’ visto che sono mesi che svolgono solo compiti che loro definirebbero “noiosi”… - disse lui, e come se fosse stata richiamata dalle sue parole, la porta automatica si aprì nuovamente e il capitano della Squadra B entrò nell’ufficio, anche se stavolta indossava una felpa argentata col simbolo delle Ali Nere al centro del petto e pantaloni color blu scuro.
- Oh, Yuki… Stavamo giusto parlando di te e della tua squadra… - seguì un’altra interruzione da parte della diretta interessata:
- Sì sì, ho capito dove vuole arrivare. Potremmo aver esagerato un po’, ma lo abbiamo fatto per prepararli a ciò che li aspetta: sa anche lei che molti membri dell’El Dorado sono spietati e non esitano ad usare mezzi come questi per vincere una partita. - gli ricordò lei, per poi aggiungere:
- Comunque, sono andata a controllare poco fa “lei sa cosa” e non penso che potrà esserci utile ancora per un pò. Se i lavori procedono senza intoppi, sarà pronta in meno di tre giorni. -
- Potrei sapere a cosa si sta riferendo? - s’intromise Aster.
- Dovresti calmarti un po’. Credo che tu ti sia alzato dalla parte sbagliata del letto dell’infermeria. - commentò Kuromi.  
- A differenza di te non mi sono infortunato e poi mi sembra di essere sempre l’ultimo che viene informato. - ribatté l’albino.
- Non è il caso di discutere su qualcosa del genere! - esclamò Aoiri.
- Adesso basta! Vi state comportando come dei bambini! - aggiunse Kira, ma Tsukikage e Kazetsuki non sembravano volerla ascoltare.
- Ehm… - esalò dopo qualche istante di silenzio Marcus, attirando nuovamente l’attenzione su di sé:
- Ho preferito aspettare che ci foste tutti prima di dirvelo: da quando è comparsa quella strana luce durante la partita d’allenamento, si sono verificate diverse scosse. Durante il pomeriggio di quello stesso giorno, sono tornato lì insieme a Sho e Isako e abbiamo trovato la sala d’allenamento danneggiata; ho già predisposto che tutti gli androidi di quest’organizzazione andassero a ripararla, e nonostante lavorino da più di tre giorni, è chiaro che ci vorrà ancora qualche tempo prima che torni ad essere utilizzabile. Fino a nuovo avviso, vi concedo del tempo libero. - spiegò lui, ma quando ebbe finito, notò che sui volti degli ex Emissari erano dipinte delle espressioni piuttosto sorprese che aveva visto molte volte da quando erano finiti lì:
- Sentite, probabilmente voi continuate a pensare che io possa comportarmi come Pandora, ma se non vi fidate, potete anche tornare nella vostra epoca.
Io non ho intenzione di comportarmi come quella donna che non ha fatto altro che servirsi di voi, ma siete liberi di non credermi; vi consiglio di usare questo tempo libero per riflettere, ma chi vuole rimanere dovrebbe cercare di ambientarsi.
Questi sotterranei comprendono quattro piani e le stanze, dal promontorio in cui ci troviamo adesso, sono disposte proseguendo verso l’entroterra. Potete andare in tutte le sale, ma vi chiedo di stare lontani dalla sala d’allenamento per non ostacolare i lavori di riparazione; inoltre, potete anche uscire dallo Spiraglio di Luce delle Ali Nere, ma se deciderete di farlo, dovrete stare attenti: nessuno sa dell’esistenza di quest’organizzazione e preferirei che le cose rimangano immutate il più a lungo possibile. Se volete, potete andare. - gli ex Emissari se ne andarono subito dopo senza proferire parola, fino a quando gli unici a rimanere nella stanza furono Phoenix, Sho, Isako, Yuki e i due animali androidi:
- Non sarà stato un po’ duro con loro? - gli fece notare Okada.
- Come ho detto poco fa, se il fatto di riportare alla normalità la loro storia non è una motivazione sufficiente per spingerli ad affrontare questa situazione, io non intendo trattenerli. Hanno già accettato di aiutarci, ma credo che quella partita abbia insinuato dei dubbi in alcuni di loro: ora che sanno qual è il potenziale degli avversari che dovranno affrontare, sanno che hanno bisogno di migliorare se vogliono vincere per riportare tutto alla normalità. - le spiegò il biondo, per poi rivolgersi ai colleghi:
- Anche voi potete prendervi qualche giorno libero fino a quando gli androidi non mi riferiranno che la sala d’allenamento sarà tornata a posto. Ve lo meritate dopo tutti questi giorni di lavoro. - dopo quell’ultima frase, anche i tre ragazzi rimasti e gli androidi se ne andarono, lasciando solo il trentenne, il quale portò lo sguardo fuori dalla finestra:
- Loro hanno ancora la possibilità di riavere indietro i loro cari, ma c’è chi non ha la stessa fortuna. Spero che non decidano di sprecare quest’opportunità. - pensò lui, portando una mano al medaglione che portava al collo. Il motivo di quel pensiero era legato a qualcosa contenuto in quel ciondolo, l’ultimo legame che gli era rimasto col suo passato, buio come il Sole ormai calato all’orizzonte.  


Angolo di Emy
Non so voi, ma mi pare che Phoenix non abbia tutti i torti…
Comunque, ci sarà un po’ di relax per gli ex Emissari, e sarà una buona occasione per descrivere alcune sale presenti nello Spiraglio di Luce delle Ali Nere.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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