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Autore: Shari Deschain    28/07/2013    1 recensioni
[Spoiler 3x08]
La mano di Scott è calda contro la sua spalla, e Isaac è grato di quel calore. Sta congelando. Sarà a causa dei vestiti bagnati o del vento sempre più freddo della notte, ma gli sembra anche di tremare. Non ne è sicuro però, perché potrebbe essere Jennifer, ancora stretta tra le sue braccia, la causa di quel continuo tremolio. È tutto molto confuso a dire il vero.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Isaac Lahey, Scott McCall, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Pairing/Characters: Isaac Lahey, Scott McCall
Rating: PG
Warnings: Post 3x08, Spoiler, Angst, H/C;
Word Count: 882 (fdp)
N/A: Scritta per il COWT #3.5, prima settimana, missione #1, prompt “ritorno” e per 500themes_ita, prompt #193. Chiamandoti casa.





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La mano di Scott è calda contro la sua spalla, e Isaac è grato di quel calore. Sta congelando. Sarà a causa dei vestiti bagnati o del vento sempre più freddo della notte, ma gli sembra anche di tremare. Non ne è sicuro però, perché potrebbe essere Jennifer, ancora stretta tra le sue braccia, la causa di quel continuo tremolio. È tutto molto confuso a dire il vero.

Nessuno si è ancora mosso. Cora sta ancora piangendo, Derek è ancora in ginocchio, tutti gli altri sono ancora chiusi nel loro silenzio attonito e Boyd è ancora una forma lontana, immobile e scura (e fredda almeno quanto lui, pensa quasi distrattamente Isaac. Solo che lui potrà riscaldarsi in qualche modo tra un'ora o due giorni o una settimana ─ il tempo è un concetto molto relativo in questo momento ─ mentre Boyd è destinato a diventare sempre più freddo. Freddo come lo era Erica quando l'hanno seppellita. Freddo come suo padre. Freddo come il congelatore. Freddo come─)

«Torniamo a casa.»

Anche la voce di Scott è calda, in un qualche strano modo. Le persone gentili danno sempre una bella sensazione di calore, non è vero?

Jennifer si agita appena e Isaac apre le braccia e la lascia andare. Lei si alza in piedi e fa qualche passo incerto verso Derek, prima di voltarsi di nuovo verso di loro con occhi imploranti. Cosa devo fare?, sembra chiedere. E nessuno sa cosa rispondere. A parte Scott, ovviamente.

«Torniamo a casa», ripete, questa volta rivolto a tutti gli altri e non soltanto a lui. Ma la sua mano stringe un po' di più la spalla di Isaac e tanto basta.

*

Anche il viaggio di ritorno è silenzioso. Per qualche giorno ci saranno probabilmente un sacco di silenzi tra di loro. Non è una brutta cosa (eccetto per Stiles, forse. Stiles e il silenzio non sono concetti che vanno molto d'accordo), ad Isaac piace il silenzio.

Le luci sono tutte spente, Melissa non è a casa ─ è una settimana che fa turni doppi, lavorando anche di notte, altra voce da aggiungere al figurativo conto finale degli alpha ─ ma sul tavolo ci sono due piatti coperti e un bigliettino con uno smile disegnato alla fine. Isaac lo fissa per qualche secondo senza capire.

«Ha saputo che sei andato via da scuola perché stavi male», spiega Scott. «Probabilmente è brodo di pollo, in caso ti servisse un altro motivo per non avere fame.»

Isaac ─ che non ha niente contro il brodo di pollo, anzi gli piace abbastanza ─ annuisce appena.

«Meglio andare a dormire», mormora in risposta.

Scott annuisce a sua volta, gli da una pacca sulla spalla, poi prende i piatti e li porta in cucina.

«Buonanotte.»

Non sarà una buona notte ─ non ci sono state e non ci saranno buone notti per un bel po' di tempo ─ ma Isaac sorride comunque.

*

Ritornare all'appartamento di Derek non è proprio per niente come tornare a casa. O forse sì, se come casa si intende la casa di suo padre. È un po' come la sensazione di masticare cibo guasto, quando un luogo una volta felice si trasforma in un ricettacolo di brutti ricordi. Qualcosa di buono c'è ancora ─ i pomeriggi passati sul divano a far finta di fare i compiti, il profumo del caffè, svegliarsi da un incubo e sapere che Derek è nella stanza di fianco e che quindi va tutto bene, andrà tutto bene, niente di cui preoccuparsi, davvero ─ ma il pavimento è ancora bagnato e i suoi occhi continuano a tornare nel punto in cui Boyd è caduto per l'ultima volta.

Derek non c'è. Isaac non si aspettava che ci fosse, altrimenti non sarebbe venuto. Sa che adesso lui è l'ultima persona che Derek vuole avere intorno, e lo capisce. Così come aveva capito la notte in cui il suo alpha lo aveva cacciato via. A volte per proteggere le persone a cui vuoi bene è necessario allontanarle. Niente di strano.

Isaac si siede sui relitti del divano, senza sapere bene cosa fare. Osserva i profondi graffi sulle pareti e sul pavimento, le macchie di sangue sparse un po' ovunque, il modo in cui, alla luce del giorno, quel posto sembri persino peggio.

Non ha voglia di piangere. È brutto da dirsi ─ le lacrime non dovrebbero essere soggette al volere quanto alla necessità di sfogare un dolore ─ ma è vero. Non ha alcuna voglia di piangere. Piangere è una faccenda complicata, che prende tempo ed energie, oltre ad essere abbastanza inutile. Isaac non piange. Ricorda. Ricorda la famiglia che ha perso e quella che non pensava di poter perdere, poi pensa alla famiglia che ancora gli rimane. Pensa a come vendicare e a come proteggere. Non è giusto che due cose tanto differenti siano ugualmente difficili.

*

Non sa per quanto tempo rimane su quel divano semidistrutto ─ abbastanza perché il sole non arrivi più ad illuminare gli angoli, comunque ─ ma quando infine ritorna in sé, si sente spossato come dopo una lunga prova di forza. Il cellulare gli vibra in tasca (non per la prima volta, probabilmente) ma non ha bisogno di guardare il display per sapere che è Scott che lo sta chiamando.

Isaac sbadiglia e non risponde, però si rimette in piedi e attraversa a lunghi passi il pavimento umido. Esce chiudendosi istintivamente la porta alle spalle.

Tempo di tornare a casa, pensa.



   
 
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