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Autore: ElisaJ7B    28/07/2013    2 recensioni
[Amnesia:The Dark Descent]
Daniel è alle prese con la sua dipendenza dal Laudano, un potente sedativo molto pericoloso.
Alexander cercherà di riportarlo sulla giusta strada con qualunque mezzo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le due settimane passarono in fretta.

 

Perciò, come promesso, Alexander interruppe la cura.

Fino a quel momento, Daniel si era accontentato delle dosi elargite dal barone.

A questo punto, fu costretto a utilizzare le fiale che aveva sottratto all’armadietto tempo fa.

 

All’inizio, andò tutto bene.

Alexander non sospettava minimamente che il ragazzo avesse nascosto del Laudano.

 

Poi le fiale finirono.

 

***

 

Daniel bevve con rammarico l’ultima dose di Laudano, per poi addormentarsi nel suo letto.

Il giorno seguente si riunì con Alexander per fare colazione. Il barone iniziò ad elogiarlo.

“Daniel, sono davvero soddisfatto di te, hai fatto grandi progressi.

Sono più di tre settimane che non vieni da me a causa degli incubi.

E senza aver bisogno del Laudano.”

 

Il ragazzo rimase muto. Da quando la cura era stata interrotta, lui prendeva il sedativo di nascosto.

Per non rispondere, prese una fetta di pane e iniziò a mangiarla.

 

Almeno adesso non devo più mentire. Cosa farò ora che il Laudano è finito…

 

“Daniel?” Il giovane alzò la testa di scatto.

Si era perso nei suoi pensieri e Alexander lo stava chiamando.

“Sbrigati a finire la colazione e andiamo a lavorare.” lo rimproverò.

 

Daniel finì di mangiare e si recarono alle prigioni. Dopo una lunga giornata, arrivò il momento di andare a dormire.

Daniel si stese sotto le coperte e cominciò a rilassarsi. Poco dopo si addormentò, ma non molto a lungo.

 

Sembrava che gli incubi lo stessero aspettando, con il tempo aveva dimenticato quanto fossero terrificanti.

Si svegliò di soprassalto e sudato nel suo letto. Attese l’arrivo del giorno leggendo, passando la notte insonne.

Le notti successive si ripeterono allo stesso modo. Non appena si addormentava, gli incubi lo spaventavano tanto da costringerlo a svegliarsi.

 

Occhi spalancati, corpo tremante e la bocca aperta che non riusciva a prendere aria. La sua vita senza Laudano era diventata un inferno.

 

***

 

Dopo molti giorni, Daniel si era ridotto a uno straccio.

 

Privato del sonno e dall’appetito, il suo fisico si stava indebolendo sempre più.

Una sera, il ragazzo era seduto sul suo letto.

 

Siamo tornati al punto di partenza… e Alexander non ha ancora trovato un rimedio. Io non ce la faccio più…

 

Scoppiò a piangere.

Le lacrime rigavano il suo volto, raggiungendo le labbra con il loro sapore salato.

Daniel iniziò a singhiozzare piano, per paura di essere scoperto dal barone.

 

Il giovane era diventato instabile, non riusciva più a gestire le proprie emozioni.

 

Devo avere del Laudano! All'istante!

 

Daniel si alzò di scatto con i pugni serrati.

Sgattaiolò fuori dalla stanza silenziosamente e andò alla camera del barone. I suoi occhi erano sbarrati, a causa della follia e per vedere meglio al buio.

Percorse i corridoi di marmo senza paura, data l’importanza dell’obiettivo. La luce nella stanza era accesa, riusciva a vederla da sotto la porta.

 

Si avvicinò piano e appoggiò l’orecchio sul portone di legno. Non sentendo rumori, Daniel afferrò la maniglia e sbirciò all’interno della stanza.

Era vuota. Entrò velocemente e richiuse la porta dietro di sé.

 

Rapidamente si diresse all’armadietto, ma si bloccò.

I suoi occhi, sebbene sembrasse impossibile, si allargarono ancora di più per la sorpresa. Il suo respiro si fermò e le mani iniziarono a tremare.

 

L’armadietto era stato chiuso con un lucchetto.

Daniel si avvicinò al piccolo oggetto metallico, attaccato in mezzo alle ante. Lo prese delicatamente tra le dita e lo osservò.

Sembrava molto resistente, con una piccola incavatura nella parte in basso.

 

Una chiave! Il lucchetto deve avere una chiave!

 

Pensò velocemente. Daniel cominciò a cercarla per tutta la stanza. Aprì tutti i cassetti, le ante e le scatole all’interno della camera.

Controllò tutte le mattonelle, poi sotto il letto e dietro i quadri. Sbirciò perfino all’interno del servizio da the, appoggiato sopra un tavolo accanto alla poltrona.

 

Dieci minuti dopo, la camera era a soqquadro.

E non aveva trovato la chiave.

 

Il respiro di Daniel era diventato molto pesante, per la fatica e l’insuccesso. Con rabbia, cominciò a tirare pugni alle ante dell’armadietto, nel pieno della pazzia.

 

Prima o poi cederanno! E il Laudano sarà mio, tutto mio!

 

“DANIEL!”

Il ragazzo si fermò all’improvviso e lentamente si voltò.

 

Sulla soglia della camera c’era Alexander, impassibile come sempre. Con le mani sui fianchi.

“Potresti dirmi, di grazia, che cosa sta succedendo? Hai distrutto la mia camera. Guardati intorno. Hai combinato un disastro.”

 

Ma il ragazzo non lo stava ascoltando. Il suo unico obiettivo era trovare la chiave per l’armadietto.

 

Deve averla addosso! È per questo che non l’ho trovata!

 

Daniel si avventò sul barone e lo buttò a terra, stendendosi su di lui.

Freneticamente cominciò a cercare nelle tasche della camicia e dei pantaloni.

 

“Daniel! Che cosa stai facendo?!”

“La chiave! Dove hai messo la chiave?”

“Di cosa stai parlando?” Alexander non riusciva a capire cosa stesse accadendo.

La follia aveva donato al giovane una forza irrompente, alla ricerca dell’oggetto prezioso.

 

Il vecchio uomo cercò di allontanarlo, ma Daniel continuava a cercare.

Finalmente, trovò la chiave nella tasca interna della giacca rossa del barone.

 

Si alzò con un balzo e si diresse all’armadietto. Alexander si alzò velocemente, lo prese per le spalle e lo girò.

Rimase spaventato dall’espressione macabra del ragazzo, ma iniziò a parlare.

“Daniel, cosa ti succede? Non eravamo riusciti ad allontanarti dal Laudano? Troveremo una soluzione, vedrai. Basta solo aspettare che…”

 

Il giovane si liberò dalla morsa del barone e gli tirò un pugno in pieno viso.

“Lasciami stare!” Urlò, tornando all’armadietto. Le sue mani tremavano e non riusciva a fare entrare la chiave nel buco della serratura.

 

Dopo molti tentativi, riuscì a sbloccarlo e buttare il lucchetto sul pavimento.

Aprì le ante vittorioso e stette qualche secondo ad ammirare le fiale contenenti il liquido verde.

Allungò una mano lentamente per prenderle.

 

Poi sentì un forte dolore alla testa, una calda sensazione e poi tutto diventò buio.

Daniel si ritrovò svenuto sul pavimento della camera di Alexander.

 

Il barone, con ancora i resti della teiera in mano, guardava il ragazzo.

Daniel era disteso per terra, in un lago del suo stesso sangue misto a the.

I cocci dispersi ovunque. Il barone raccolse i pezzi di porcellana del servizio da the borbottando.

 

Buttò i resti in un angolo della stanza e rimase a fissare Daniel.

“A mali estremi…”

 

Si avvicinò a lui, si abbassò e lo prese delicatamente in braccio.

Daniel aveva un’espressione triste, la bocca leggermente aperta.

 

“…estremi rimedi.”

  
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