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Autore: Palmeras Celestiales    29/07/2013    2 recensioni
Provate ad immaginare di svegliarvi una mattina e rendervi conto che quello che vi circonda non vi appartiene. O almeno, a voi sembra così.
Andate in cucina, fate la solita colazione di sempre: una tazza di caffè ben addolcito, pancakes, un bicchiere di succo d’arancia.
Vi fate una bella doccia, rilassante e con l’acqua bollente. Lunga, perché siete stanchi, terribilmente stanchi per l’appuntamento scottante avuto la sera prima.
Vi vestite, tenuta da lavoro solita: abito casual, cravatta, borsa da lavoro.
Poi andate in cucina, prendete le chiavi di casa, guardate di sfuggita il calendario ed, improvvisante, notate che la data segnata indica un giorno che dista ben due anni dal giorno che credevate di vivere.
L’occhio scatta sulla posta, lasciata sul tavolo per visionarla in serata. Iniziate ad aprire tutte le buste, e le date sono di quell’anno corrente che, tuttavia, non corre insieme a voi.
Un giorno, una di queste lettere attira la vostra attenzione particolarmente: dice che avete cancellato una certa Clementine Kruczynski dalla vostra memoria.
Ma voi non sapete neanche chi sia questa ragazza. La vostra testa gira vorticosamente: uno sciame di domande la occupa e la sconvolge drasticamente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Punto Di Domanda

 

 

 

Provate ad immaginare di svegliarvi una mattina e rendervi conto che quello che vi circonda non vi appartiene. O almeno, a voi sembra così.
Andate in cucina, fate la solita colazione di sempre: una tazza di caffè ben addolcito, pancakes, un bicchiere di succo d’arancia.
Vi fate una bella doccia, rilassante e con l’acqua bollente. Lunga, perché siete stanchi, terribilmente stanchi per l’appuntamento scottante avuto la sera prima.
Vi vestite, tenuta da lavoro solita: abito casual, cravatta, borsa da lavoro.
Poi andate in cucina, prendete le chiavi di casa, guardate di sfuggita il calendario ed, improvvisante, notate che la data segnata indica un giorno che dista ben due anni dal giorno che credevate di vivere.
L’occhio scatta sulla posta, lasciata sul tavolo per visionarla in serata. Iniziate ad aprire tutte le buste, e le date sono di quell’anno corrente che, tuttavia, non corre insieme a voi.


Un giorno, una di queste lettere attira la vostra attenzione particolarmente: dice che avete cancellato una certa Clementine Kruczynski dalla vostra memoria.
Ma voi non sapete neanche chi sia questa ragazza. La vostra testa gira vorticosamente: uno sciame di domande la occupa e la sconvolge drasticamente.

 

Non avevo idea di chi fosse questa Clementine. Ma leggere quella lettera… incredibile. Com’è possibile cancellare la memoria? Chi avrebbe mai voluto una cosa del genere e, soprattutto, PERCHÉ?
Avvertita Carrie che non sarei andato al lavoro quel giorno, mi diressi alla Lacuna Inc. per capire di più circa quella strana storia.
Arrivato lì davanti, notai l’impossibilità del mio cervello di apprendere qualcosa di nuovo.
Non avevo proprio voglia di far NULLA. Così cambiai direzione e mi diressi alla stazione.
Destinazione? Montaulk.

 

Ho sempre amato quella spiaggia, d’inverno, poi, è particolarmente bella.
Deserta, l’oceano la bagnava delicatamente, mentre una leggera brezza accarezzava dolcemente il mio viso.
Improvvisa, eccola lì.
Capelli rossi con alcune ciocche azzurre, ammirava lo spettacolo che le si parava davanti.
Le onde dell’oceano, potenti in partenza, s’infrangevano appena sfioravano la sabbia.
Uno sguardo, un guizzo improvviso:
«Ciao».
Ed io, timidamente: «Heylà».
E senza rendermene conto, parlavamo come se ci conoscessimo da sempre. Sul treno lei mi domandava di tutto ed io non sapevo cosa risponderle. Che dirle, che mi ero fatto cancellare la memoria e non so perché? Mi avrebbe considerato un pazzo.
Tornati a New York, prima di separarci:
«Comunque, io mi chiamo Clementine. Puoi chiamarmi Clem, se vuoi!»
un debole sorriso sul mio viso, abbagliato dalla sua leggerezza.
«Ehm… si lo so, è un nome orribile. Se ti può consolare, non l’ho scelto io». Continuava lei spigliata.
Cercando di riacquistare lucidità: «Io sono Joel. Joel Barish, piacere…»
Mentre allungavo la mano, sul volto di lei compariva la stessa espressione compiaciuta che, un attimo prima, doveva esser comparsa  ul mio volto.
Con coraggio ed un pizzico di non curanza strinse la mia mano.
«Ci si vede!» All’unisono.

 

A casa, straiato sul letto, occhi serrati, pensavo a quella strana giornata. Così divertente… così intensa…
Dovevo sapere. Perché?
Cosa era accaduto di tanto orribile da farsi cancellare la memoria?
E i momenti belli? Possibile che non ne avevamo avuti?
Stando a quella giornata, non si direbbe. Stando a tutti i momenti vissuti insieme fino a quel giorno non si direbbe.
Con lei mi ero divertito un sacco. Ma se già la conoscevo, perché cancellarla?

«Joel?» Al telefono, preoccupata. «Ho ricevuto una strana lettera oggi…»
«Anch’io».
Silenzio tombale. Sconcerto sui nostri volti, le parole strozzate in gola. Urlavamo e non ci sentivamo.
«Mi sembra assurdo. Non lo so… come se il mondo mi fosse crollato a dosso». Cupa la voce di lei al telefono. «Joel? Ci sei ancora?»
«Si…» In silenzio, il telefono appiccicato alle orecchie per sentire il nostro respiro, per sentire il battito irregolare dei nostri cuori. «Domani andremo alla Lacuna Inc. per capire bene».
«Cosa c’è da capire? A me pare tutto chiaro».
«Voglio sapere perché!» Rabbia e ostinazione nella mia voce, un brivido di paura e sconforto.

 

Il giorno dopo, alla Lacuna Inc. un’infermiera ci ha accolto all’entrata, all’esterno della clinica. Mary, si chiamava così, ci ha raccontato della terapia alla quale io e Clem eravamo stati sottoposti, terapia alla quale era stata sottoposta anche lei a sua volta. Dopo averlo scoperto e aver scoperto di aver ripetuto lo stesso “errore” pur avendo cancellato la memoria, aveva ritenuto giusto informare tutti i pazienti della clinica dell’accaduto, perché la terapia non ottiene i risultati sperati, come ha dimostrato lei, come abbiamo dimostrato io e Clem.

Una serie interminabile di disastri la nostra convivenza!
La risposta alla nostra domanda.
Inizio interessante, continuità monotona ed assillante.

 

Sconcertati tornavamo a casa e, ultima, la decisione di andare avanti autonomamente, per godere delle sorprese future.

Strazio e desolazione affollavano la mia mente, disteso sul letto, dopo aver ridato a Clem tutte le sue cose.

  
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