Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: xsslender    29/07/2013    0 recensioni
Lui mi diceva ridendo che era un libro aperto. Ma io non la pensavo così, era complessato, complicato e, anche conoscendolo, non riusciresti ad immaginare quello che pensa. Forse si, era un libro aperto, ma scritto in una lingua comprensibile solo a lui. Oppure era un libro aperto davvero ma il problema ero io, il problema eravamo tutti noi, che non sapevamo leggere. Non sapevamo leggere i suoi occhi.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Vai, ti prego, me l'hai promesso, ricordi?» mi disse Clara spingendomi verso l'oggetto del suo desiderio.
«Si, ma non credo di esserne tanto sicura..» lo guardai e arrossii. Era belllissimo. «No, no, no! Non voglio Clara!» urlai e lui si girò verso di noi, entrambe diventammo rosse, poi lui si girò dall'altra parte, ignorandoci. Abbassai la voce. «È impossibile!»
Eravamo nella palestra della scuola e c'era il rappresentante che stava parlando, noi, ovviamente, non ascoltavamo una parola.
«Muoviti!» sussurrò spingendomi. «Ti prego, hai fatto una promessa, mantienila!» feci un lungo respiro e, dopo essermi ricomposta, andai vicino a lui e gli feci il mio migliore sorriso.
«Ciao.» gli sorrisi.  Lui si girò come prima ma stavolta sul suo volto vidi l'accento di un sorriso.
«Ehi!»  si girò completamente verso di me, dedicandomi tutta la sua attenzione.
«Piacere, Ellaphiss, ma tu chiamami Phiss» gli porsi la mano e lui me la strinse.
«Il piacere è il mio, sono Justin.» so come ti chiami, chi non ti conosce qui? Sei il ragazzo più popolare della scuola, e di questo non mi stupisco, sei così bello.
«Ti volevo chiedere un favoreee..» dissi piano indulgiando sull'ultima e.
«Dimmi..» mi guardò un po' preoccupato.
«Allora, c'è una mia amica che vorrebbe avere un appunto con te.» guardai la sua faccia, sbuffò. «Puoi darle una chance?» feci degli occhi dolcissimi.
Mise le mani conserte. «Quest'amica sei tu?»
Arrossì: «N-no, è lei.» mi girai e indicai Clara. Lei lo salutò con la mano e lui alzò la testa in segno di saluto. Ritornai a lui e lui ritornò a me. «Allora?»
«...Domani sera alle nove al ristorante vicino alla stazione?»
«ODDIO SI, GRAZIE...IO...NON SO COME RINGRAZIARTI» feci un sorriso enorme che fece sorridere anche lui.
«Un semplice grazie e un abbraccio vanno bene.» lo abbracciai un po' stupita e lui mi strinse.
«Grazie..» mi staccai, gli sorrisi un'ultima volta e lui nuovamente ricambiò. «Ehm, ci vediamo..»
Andai da Clara tutta eccitata.
«Domani sera alle nove al ristorante vicino alla stazione!» le dissi, felicissima per la mia amica.
«Grazie Clara!» l'abbracciai velocemente perchè sapevo che stava per svenire da un momento all'altro.
 
"Mamma, queste scarpe mi faranno volare!" dissi a mamma, lei sorrise e corsi fuori.
Iniziai a giocare a basket e mamma e papà vennero fuori a vedermi incintandomi urlando "Vai Justin!"
Saltai e toccai la rete "La rete! MAMMA, HO TOCCATO LA RETE, GIURO CHE HO TOCCATO LA RETE"  urlai. Sentii risa, poi urla, ritornai sul terreno e vidi sangue.
Mi svegliai e mi misi a sedere velocemente col respiro affannosso. Mi toccai il viso, stavo piangendo. Mi asciugai le lacrime e mi misi le mani sul viso. Guardai l'ora accendento l'abat-jour, erano le quattro e mezza.
«Mamma, la rete..» sussurrai nel buio. Le lacrime che avevo asciugato prima scesero di nuovo lungo il mio viso e non feci nulla per fermarle, iniziai a singhiozzare silenziosamente vedendo, davanti a me, solo il buio.
 
Sputai la mia cioccolata calda. «COSA?»
«Ho la febbre!!» sentii Clara piagnucolare. Era la sera in cui lei e Justin dovevano uscire. Erano le sei.
«CAVOLO! E ora...?» le chiesi, un po' spaventata dalla risposta.
«Adesso vai a quel fottuto appuntamento e dici che verrà rimandato!» cercai di ribattere «Niente! Vai! Io devo andarmi a prendere la pillola per il mal di testa, ho anche il raffreddore. Ci sentiamo Phiss, grazie.» attaccò.
Posai il telefono e guardai la mia cioccolata calda. Accidenti, a me non piaceva nemmeno quello. Però era vero che è bellissimo.
Tutta colpa di quella domenica. Io e Clara siamo andate in una pineta dove molto lontano c'è un piccolissimo porto e ci siamo messe lì a prendere il sole, c'erano anche altre persone, tra cui il ragazzo che mi piace.
«Facciamo una sfida!» disse Clara, io la guardai con aria interrogativa. «Corriamo fino al porto nude e poi ci buttiamo in acqua, okay?» 
«Clara, no! NO! NO!» si slacciò in un momento il pezzo di sopra e si abbassò le mutande e corse a buttarsi in acqua, tutti la guardarono. Diedi un'occhiata anche al ragazzo che mi piace, George, anche lui la stava fissando a bocca aperta.
Tutti ripresero a fare le loro cose, e Clara mi urlò:«Phiss, tocca a te!»
«Scordatelo!» le urlai.
«Se rifiuti dovrai farmi un favore enorme!» mi urlò.
«Preferisco farti quello!»
«Okay!» e ritornai a prendere il sole. «Ehm...Clara!»
«Cosa?» mi misi a sedere e la guardai.
«Mi riporteresti il costume?» risi e mi buttai portandole il costume.
 
Arrivai alle nove e dieci lì, vidi Justin aspettare. Era bellissimo, indossava un jeans attillato a vita bassa con una maglia semplice nera e le Converse nere. Non solo sono arrivata in ritardo, ma devo dirgli anche che l'appuntamento era annullato.
Appena mi vide, mi sorrise, poi perse il sorriso e si alzò dalla panchina dove era seduto.
«Io...» mi guardò, stava sicuramente pensando 'questa ha mentito quando ha detto che l'amica non era lei'.
«Clara mi ha chiesto di spostare l'appuntamento, ha la febbre e la madre non le permette nemmeno di uscire fuori la porta della sua camera...» trattenne una risata. Guardò l'orologio. Mi affrettai a dire qualcosa «Se vuoi chiamo un taxi, ti faccio accompagnare e ti pago io il viaggio.»
«Mia madre è uscita e io non ho le chiavi, non mi aspettava così presto.» guardò nuovamente l'orologio e poi mi guardò «Ti va di mangiare qualcosa?» mi sorrise dolcemente e ricambiai il sorriso arrossendo. 
«Ehm...si!»ed entrammo. Il mio cuore batteva forte mentre lui mi porgeva il suo braccio ridendo e non sapevo nemmeno perchè. "Calmati, Ellaphiss, ti ha chiesto di uscire solo perchè non aveva le chiavi di casa e si seccava di girare per la città da solo!" scossi il capo ed entrammo. Era un ristorante enorme e color beige, caramello, colori delicati e sembrava di gran classe. Non vi ero mai stata. 
Ci sedemmo ad un tavolo e iniziammo a chiacchierare, ordinammo pesce. Ua, era proprio un ristorante serio!
Dopo la domanda "dimmi un po' di te" e aver ascoltato da lui cose che già sapevo grazie a Clara, gli chiesi: «Raccontami della tua famiglia.» 
Lui si irrigidì, perse il sorriso e l'atmosfera che avevamo creato tra di noi si ruppe in un secondo, cercai di rimediare. «No, scusa, cioè, se non vuoi parlarne fa niente.» lui mi guardò e sembrava tranquillizzarsi. «Vuoi ordinare qui il dolce oppure andiamo da un'altra parte?»
«Si è fatto tardi, scusa, devo tornare a casa.» diventai triste. Ecco, ora mi odia e non vorrà mai più vedermi. Ordinò il conto e lo pagò. 
«No, aspetta, pago io!» ma oramai aveva già fatto tutto lui. Uscì e mi chiamò un taxi, entrai.
«Buonanotte Phiss.» mi sorrise freddamente e chiuse la porta, il taxi partì. Mi girai a guardarlo, sostava al lato della strada immobile. 
Che avevo detto di male? Cosa c'era nella sua famiglia che lo rendeva tanto triste da non poterlo raccontare a nessuno?
  
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