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Autore: Tyara Riddle    07/02/2008    1 recensioni
I Green Leaft era la squadra di Rugby che rappresentava il paese del fuoco, era stato grazie agli insegnamenti rudimentali del mister Kakashi che ora potevano definirsi veri giocatori. Molti di loro avevano iniziato a praticare questo sport da bambini senza grandi pretese, infondo erano anni che Konoha non aveva una squadra decente. Poi era arrivato Sasuke Uchiaha che si poteva definire un mago del pallone ovale. Non per nulla nella sua famiglia vi erano generazioni di grandi rugbisti. L’ultimo era stato suo fratello maggiore Itachi, finito poi a giocare nel campionato mondiale con gli Akazuki Terror. Beh poi ovviamente come in ogni squadra che si rispetti c’era pure la schiappa … Naruto Uzumaki.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10

 

“Non avete nulla di meglio da fare?” chiese Naruto strappando le foto dalla bacheca.

“Non essere timido … racconta come ti ha premiato la tua Hinata!” uggiolò malizioso Kiba.

“Abbiamo un campionato  a cui pensare e non a queste sciocchezze!” replicò rosso in viso.

“Da quando sei diventato così serio?” chiese Choji ridendo.

“Oh insomma volete farvi una manica di affari vostri?! Perché non prendete il mezzo pure il Tengu?”

Si voltarono verso Sasuke e poi guardarono Naruto … scoppiarono a ridere più forte di prima.

“Lui se lo può permettere.” Precisò Shino.

“Scusa che vorresti dire?! Io non posso avere una ragazza?”

“Hinata l’erede del clan più importante di Konoha …  e tra parentesi non che abbia importanza, mia cugina?” domandò Neji lanciando occhiate assassine al biondo.

“Allora meglio attaccare questa!” Inozuka strappò una pagina dall’interno del giornale.

 

Temai attirato dalle grida dei ragazzi li raggiunse, si era attardato negli spogliatoi più del solito dopo l’allenamento.

“Cosa sta…” restò muto a fissare quella foto.

Shikamaru Nara e la general Manager della squadra a braccetto in abito da sera.

“Ino è sempre bellissima. Non trovi, Sabaku?” Sospirò Choji voltandosi verso il compagno.

Temai non rispose, si limitava a puntare gli occhi su quella dannata immagine, poco importava che potesse trattarsi di un impegno di lavoro o piacere. Non ne aveva parlato con lui. Si considerò mortalmente offeso. Perché diavolo gli aveva nascosto la sua uscita con la Yamanaka?

Poi perché si stava tanto arrabbiando? Non era né suo padre né suo fratello infondo.

“Sono solo uno stupido.” Bisbigliò mordendosi il labbro.

“Sei la solita bestia, Kiba!” gridò Naruto stracciando anche quella foto.

“Ci vuoi rovinare tutto il divertimento? Sei diventato tanto serio.” Lo canzonò Inozuka, evitando che riuscisse a colpirlo con uno scappellotto.

Naruto non rispose, era rimasto a fissare il Sabaku perplesso. Sapeva che era legato al Capitano, ma perché quegli occhi sembravano dovessero ad un momento all’altro riempirsi di lacrime?

“Dai non te la prendere.” Rise circondando con le braccia le spalle di Temai e dirigendosi verso la porta che si aprì in quel momento per far entrare Shikamaru e Kurenai.

Il Sabaku girò la testa offeso mentre gli passava accanto abbracciato a Uzumaki.

“Che avete combinato?” chiese Nara afferrando per la camicia Naruto per tirarselo dietro.

“Andiamo lascialo lo stai soffocando!” gridò Temai vedendo il biondo cambiare colore.

“Scusa non me ne ero accorto.” Replicò con finta innocenza.

 

Gaara continuava imperterrito a guardare l’orologio, anche se il mattino seguente lo attendeva la sfida contro i Dark Sound non riusciva a dormire … lei non era ancora rientrata … lei era uscita ancora con Itachi.

“Per questo odio tutti gli Uchiha.” Borbottò fingendo di dormire quando sentì la chiave girare nella toppa.

Matsuri entrò traballando seguita dal giocatore degli Akazuki Terror. Quella sera aveva decisamente esagerato con il vino. Si appoggiò al muro farfugliando qualcosa. Lui stava per darle un bacio quando fu colpito da un cuscino.

Si voltò e lo vide a sedere che fingeva di non averli nemmeno notato, ma era l’unico che avesse potuto farlo.

“Siamo gelosi, eh?” biascicò Itachi.

“Non te ne devi tornare a casa?” rispose serio.

“Sì ma prima voglio la mia ricompensa.” Farfugliò attirando a sé Matsuri.

Venne scagliato contro il muro della camera: “Fuori!”

“Te ne approfitti solo perché sono ubriaco.” Si difese.

“Proprio come te. Ora dammi Matsuri e va a dormire.” Disse sollevando di peso la ragazza.

“Ma guarda come diventa protettivo questo moccioso. Notte.” Ridendo scese le scale.

“Ci si può ridurre in questo stato?” le domandò sapendo che non le poteva rispondere e poi come diavolo si era vestita?! Lo spacco della gonna lasciava in luce la lunga gamba fasciata da delle calze di nailon ricamate in pizzo nero. Doveva concentrasi su altro non era un maniaco o quasi … dopo averla adagiata sul divano la coprì con la giacca.

-         Vuole proprio regalare del materiale a quei paparazzi?! Perché poi con quel cretino di Itachi. Per metterla in imbarazzo basto già io.-

Era geloso e doveva assolutamente arrendersi alla realtà delle cose, per quanto avesse sempre cercato di nasconderlo anche a se stesso, le voleva bene … anche troppo secondo i suoi canoni di autovalutazione.

“Gaara?” chiese lei svegliandosi.

“Stai bene?” domandò serio.

“Ho male alla testa.”

“Con tutto quello che hai bevuto ci credo.” La riprese il rosso.

“Itachi?”

“Se ne è tornato a casa.” Precisò stizzito.

“Gaara …”

“Che c’è?” chiese seccato.

“Ti amo.” Bisbigliò lei

“Che hai detto?” domandò, ma lei non poteva rispondergli era tornata a dormire.

 

  
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