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Autore: _dirty_ice    30/07/2013    2 recensioni
Un viaggio senza ritorno le aprirà gli occhi su un mondo nuovo, che non ha mai visto prima perchè è stata bendata da un passato nero. Scopre che si può scappare da qualcuno o qualcosa, ma non dalla propria mente. Megan vuole imparare a vivere, perchè vuole salvarsi.
«Mi rialzai sanguinante e sciaquai le ferite. Guardai lo specchio rotto e pensai che sarebbe stata l'ora di una rivoluzione. Sarei riuscita a conquistare la parte di me che non vedevo riflessa, mi sarei completata. Capii che quello era lo scopo della mia vita.»
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Mind Full of Stars
 


Dopo aver camminato un po', prima seguendo la strada principale, poi scendendo giù, in una straduccia sterrata dove man mano che la proseguivi il profumo salato del mare si faceva sempre più intenso siamo arrivati ad una piccola casetta dai muri bianchi, circondata da un piccolo orto. Tutto era tenuto con cura e dedizione, i frutti e le verdure pendevano rigogliose dalle piante. Delle piantine di fragole giacevano in un angolino, piene di fiorellini bianchi e fragole rosse.
Ray cerca le chiavi nei suoi jeans e dopo averne estratto un piccolissimo mazzo di appena tre chiavi ne infila una nella porta. Quando la apre, l'interno è ricoperto dalla penombra, ma lui apre le finestre e le leggere luci del tramonto illuminano la piccola casa.
Un totale CASINO. Giornali ovunque, pezzi di torta ammuffiti, la televisione coperta da stracci usati. E poi una chitarra distesa sul divano.
- Ecco, non fare caso al disordine. Lui abita quì da quando mi sono trasferito. - ridacchio.
- Non preoccuparti, non è un problema -
- Vieni, ti accompagno in bagno, così ti dai una ripulita. - Lo seguo, e con l'acqua tolgo la glassa bianca che mi copre al lavandino. Lui intanto va da una stanza ad un'altra come un pazzo e poi torna in bagno facendo attenzione a non entrare in un momento inopportuno.
- So che sono un po' grandi, ma è meglio che ti metta dei vestiti puliti. - me li porge, ben piegati, e poi sparisce e chiude la porta. Li spiego e vedo che sono un semplice pullover grigio e dei jeans. Mi svesto e rivesto in fretta ed esco dalla stanza. I jeans sono talmente lunghi che mi coprono i piedi, e lo stesso lo fanno le maniche della maglia con le mani. Sembro una bambina nei vestiti del papà.
- Ti stanno bene - se la ride lui. - Mpf. - sbuffo io, incrociando le braccia con l'espressione imbronciata in volto.
Mi accorgo adesso che è seduto sul divano con in braccio la chitarra. Quello strumento è davvero fantastico. Ben tenuto, senz'altro. Ray doveva tenerci parecchio.
- Suoni la chitarra?
- Oh, diciamo. Il mio sogno è diventare un musicista, ma come hai visto sono solo un semplice fottuto pasticciere. - lo guardo, un po' scioccata.
- Fammi sentire. -
- Cosa? - mi guarda lui, la sua solita espressione da citrullo.
- Suona. - lo esorto.
Ray è contrariato, storce la bocca, ma una mia occhiata cattiva lo rende obbligato e così si arrende. Abbraccia la chitarra, se la sistema bene sulle gambe e poi poggia le sue dita lunghe sulla tastiera. Inizia a pizzicare le corde, prima cauto, poi sempre più a suo agio. Il suo corpo, apparentemente così goffo, si muove armoniosamente, guidato dalla musica. E' a suo agio, si vede dalla sua espressione sul viso, dai suoi movimenti. E' felice. La musica si diffonde, il suono a volte distorto, a volte così limpido, va a comporre una canzone che non conosco.
Quando interrompe quella sorta di magia, è abbattuto e un po' triste.
Non so cosa dire, ma dopo un po' esclamo
- Cazzo. - Ray mi fissa.
- Sei bravissimo. Fai venire i brividi. Cazzo. - continuo a imprecare.
- Davvero lo pensi? Non è niente di che -
- Ray, seriamente, vaffanculo. Sei fortissimo, punto. - lui mi sorride. Ancora quella leggera sfumatura rossa d'imbarazzo gli colora le guance, lo sguardo abbassato che poi si alza e incontra le mie pupille, attente a scrutarlo. Mi guarda, adesso, senza esitazione, e quel rossore si diffonde fino a perdersi completamente. Anche lui mi osserva silenzioso come fa un cervo nel bosco, quando sente un rumore, anche il più lieve, con le orecchie rivolte in alto, pronte a percepire altri suoni avvertitori che connettano l'impulso alle gambe slanciate per addentrarsi nella selva in una corsa svelta, fra la vita e la morte. Io il cacciatore, nascosto ma anch'egli pronto a scattare per conquistarsi una vita, attento a mirare bene l'obbiettivo per far partire il proiettile fulmineo. Lui era la mia vittima? No, forse no. Forse quel ruolo di cacciatore me l'ero legato addosso a causa della mia forza nascosta, quella che intendeva il ragazzo dell'aereo. Magari solo perchè sono decisa e concentrata a stravolgermi l'esistenza, a cambiarmela completamente o addirittura a forgiarmene una nuova. Ma più probabilmente sembravo la predatrice perchè ero a confronto con un debole, un cervo. Non debole, ma forse indifeso, o...insicuro e troppo buono e ingenuo per avvertire e non cadere nelle trappole. Lo sguardo di confronto si estendeva lungo fra di noi, teso e invisibile.
- Grazie. - sussurra. E gli sorrido anch'io. I nostri occhi sciolgono il legame. No, non era quella la situazione. Lui non era un cervo ed io non ero un cacciatore. Ma chi può dirlo che io non fossi il cervo? E che sotto le benevoli spoglie del ragazzo pasticcione e un po' timido non ci fosse la determinazione e la crudeltà di un cacciatore? Nessuno può saperlo.

La notte ha vinto il giorno, e la luna è tornata a brillare insieme alle innumerevoli stelle. Ho salutato Ray, lasciato la casetta bianca e adesso i lampioni alti segnano il mio cammino sotto la luce elettrica. Cammino lungo una strada che porta ad un piccolo parco, oscurato perchè senza fonti di luce, così che il cielo si prospetti vivido su di me. Delle piante rendono il posto nascosto a molti. Inoltre è vuoto, fatta eccezione per quei piccoli insetti che emettono strani suoni costanti, balzando sull'erba fresca, e gli altri che danzano nell'aria, agitando le loro minuscole e velate ali, mentre brillano di una luce gialla. Le lucciole.
Mi distendo su una panchina, a pancia in sù, col naso rivolto al cielo punteggiato di stelle. Sono sempre rimasta affascinata da esse, ma non mi era permesso ammirarle quando ero a casa. Quindi, adesso, mi ci stavo immergendo dentro, a quel cielo così scuro e profondo, senza limiti. Non sento più neanche il freddo, da quanto mi ci sono persa, ma leggere nuvolette calde escono ad ogni piccolo respiro dalla bocca semichiusa.
Mi piacerebbe tanto rivedere il ragazzo. Mi rendo conto solo adesso che non gli ho chiesto neanche il nome. E' così stupido.
Avrei tanto da dirgli, anche se sono sicura che, semmai lo ritrovassi, mi dimenticherei di tutto, per qualche assurda ragione.
Mi basterebbe anche solo ritrovare i suoi occhi per avere un po' di speranza. Mi sento così sola e incapace di fare qualcosa. Vuota. Adesso che sono scappata, che sono libera di fare quello che voglio, mi sento più imprigionata che mai. Mi rendo conto che sono solo un piccolissimo essere infelice in un universo immenso, e la mia vita non servirà a niente. In fondo, la vita delle persone è sempre uguale, più o meno. C'è chi lavora, chi si fa una famiglia, chi ha un sacco di amici, chi segue le proprie passioni, chi ama. Ma alla fine, che senso c'è in tutto questo? Voglio dire, vivono solo per attimi di felicità. Quando si svegliano, nei loro letti morbidi, cosa pensano? Niente, che è una nuova giornata, e poi si alzano. Faranno le stesse cose. Mangeranno per colazione, andranno a lavoro, passeranno del tempo libero. Forse c'è un senso a tutto questo. Forse la vita è questa, in sostanza. Sembra così complessa, ma in fondo potrebbe essere così semplice.
In realtà io la penso così perchè non ho nessuno accanto, niente di consistente. Il mio cuore è vuoto, la mia mente piena di...stelle. Piccole luci di speranza che luccicano in un buio totale.
Non ho mai provato emozioni. Vere, autentiche. E' tutto evanescente, perchè non sono mai stata felice, spensierata, leggera, tranquilla. Perchè non ho mai riso per davvero. Perchè non ho neanche mai odiato nessuno. Perchè non ho amato.
Mi sento come una macchina senza cuore. Ed è una sensazione bruttissima che potrebbe realmente portarmi al suicidio. L'unica umanità che mi rimane, a cui devo cercare di aggrapparmi sono lassù, su di me. Stelle, luce, speranza. Felicità, amore.

Cosa si prova quando si ama, quando si vuole così tanto bene a qualcuno da essere disposto a sacrificare la propria vita che, alla fine, senza amore sarebbe senza valore? Quella voglia matta di abbracciare qualcuno, di vederlo quando è lontano, essere in angoscia quando sta male, quando è in pericolo? Il dolore quando qualcuno se ne va? Io non ho nemmeno sfiorato questo pensiero quando sono scappata.

La cosa che voglio veramente non è abbattere le mie paure, allora. E' trovare un sorriso. Di trovare degli occhi da poter guardare, delle mani per farmi proteggere, una bocca da poter baciare. Una persona che darà un senso alla mia vita di macchina, che è dotata di un motore ma non lo usa. Il cuore.

Fulminea, una linea bianca attraversa il cielo. Una stella cadente.
E improvvisamente sorrido, perchè ricordo gli occhi del ragazzo, quando ci trovai una stella cadente.

 

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Hello :D
Come state? Io finalmente ho di nuovo il mio computer, che bello! Eh sì, perchè non funzionava più, quindi ce ne è voluto di tempo per aggiustarlo. E adesso sono di nuovo qui! Sì, so che adesso state tutti scappando.
Bene, non ho niente da dire. Sto cercando di migliorare il mio modo di scrivere, e anche se so benissimo che non ne sono molto capace continuo a provarci con questa storia. Potrebbe non riuscire, ma ehi, bisogna provare nella vita. Migliorerò facendo pratica. Ma non garantisco niente *sogghigna*
Questo capitolo l'ho scritto almeno 2 secoli fa, quindi circa...2 mesi, in realtà? Ricordo che proprio l'introduzione la scrissi prima di sapere che mio babbo era finito all'ospedale e quindi spensi il computer e andai a trovarlo. Bello, insomma.
Enniente, vi ho rotto abbastanza. Fatemi sapere cosa ne pensate, dai :c anche un semplice "fa schifo, lascia perdere" :c
Ultimissima cosa: Bianca ti adoro. Niente da aggiungere.

Basta, ho sclerato anche troppo.
_dirty_ice

  
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