LA
LUCE DEI MIEI OCCHI
CAPITOLO
OTTO
Shary,
Max, Iggy, Fang, Nudge e Total erano seduti
attorno al tavolo della cucina a giocare a Monopoli. Jo era andata al
lavoro da
un paio d’ore, mentre Gasman e Angel dormivano placidamente
nei loro letti.
“Sono
centoventi dollari”, sbottò Iggy rivolto a
Fang, porgendogli la mano con sguardo di sfida.
Fang
gli diede i soldi sbuffando; il biondo li stava
battendo tutti, come sempre, e come facesse ancora nessuno lo capiva.
A
un certo punto si sentirono dei leggeri passi
venire verso di loro e una bambina bionda con gli occhi leggermente
assonnati
comparve sulla porta della stanza.
“Max,
io e Gazzy non riusciamo a dormire”, disse Angel
guardando la più grande dello Stormo con sguardo quasi di
supplica.
Max
però non sapeva che dirle, così fu Shary a
intervenire: “Volete che vi legga una favola?
Così, magari vi viene sonno”.
“Davvero?”
“Certo!”
rispose la rossa, alzandosi da tavola.
“Tanto ormai Iggy mi sta mandando in bancarotta”.
La
ragazza e la bambina si allontanarono su per le
scale e, dopo aver preso un libro, Shary entrò in camera
delle ragazze, dove c’era
anche Gasman, e si sdraiò in mezzo ai due fratelli.
“La
conoscete la storia di Peter Pan?”
“No,
di che parla?” le chiese Gazzy.
“Di
un bambino che non voleva mai diventare grande e
che viveva sull’Isola che non c’è.
Sapeva pure volare”.
“Davvero?
Aveva anche lui le ali come noi?”
“Oh,
no. Lui usava la polvere delle fate.
Ascoltate”.
Shary
aprì il libro e iniziò a leggere una delle sue
fiabe preferite che sua mamma le leggeva sempre quando era piccola. I
due
bambini le stavano accanto, ascoltavano attentamente presi dalla
storia, ma
ogni tanto i loro occhi si chiudevano per un po’.
Dopo
poco più di mezz’ora, la ragazza si accorse che
Angel e Gasman si erano addormentati, avevano gli occhi chiusi e il
respiro
pesante, segno che dormivano piuttosto profondamente.
Si
fermò un attimo a guardarli; erano così dolci e
innocenti, due semplici bambini che dormivano beatamente dopo aver
ascoltato la
favola della buona notte, due bambini che all’apparenza
sembravano
normalissimi, due semplici bambini che avevano ancora una vita lunga e
piena
davanti a loro.
E
così sarebbe dovuto essere.
Ma
la vita era ingiusta per tutti, anche per quei
due poveri bambini che, oltre a essere mutanti, non avevano una
famiglia, né
dei genitori, una casa o una protezione…
La
ragazza decise di alzarsi, così si sedette sul
letto cercando un modo per uscire senza urtarli. Lanciò uno
sguardo alla porta
socchiusa e allora si arrestò; Iggy stava passando proprio
in quel momento, con
le mani in tasca e i capelli biondi leggermente spettinati. E allora le
successero di nuovo le stesse cose che le succedevano tutte le volte
che lo vedeva.
Avrebbe tanto voluto dormire anche lei abbracciata a lui come avevano
fatto
prima i bambini con lei.
“Dovresti
dirglielo”, disse una voce dietro di lei
facendola sobbalzare; si girò e si trovò davanti
gli occhi di ghiaccio di
Angel. Ma non stava dormendo? Certo che quella bambina era un
vero… non sapeva
come definirla, ma certe volte metteva un po’ di
inquietudine.
“Dovresti
proprio dirglielo”, continuò lei. “Che
ti
piace. Sono sicura che lui ne sarà contento”.
Bene,
perfetto, anche la bambina aveva capito che si
era innamorata di Iggy. Probabilmente lo sapevano tutti ormai, anche il
cane.
Ma un momento. Che cos’è che aveva detto? Che
sarebbe stato contento se lei
glielo diceva? E perché?
Shary
era in garage a pulire la moto di suo padre.
Adesso la usava lei ogni tanto, visto che non poteva né
volare né guidare la
macchina.
“Ciao!”
la salutò qualcuno, appena entrato. Lei
sorrise immediatamente sentendo il cuore che le balzava nel petto,
riconoscendo
quella voce.
Si
voltò e si trovò davanti ai soliti occhi azzurro
cielo che la sapevano sempre catturare e ammaliare.
“Ciao”,
ricambiò lei con un sorriso dolce.
“Che
facevi?”
“Sto
pulendo la moto”.
“Hm…
interessante”.
Restarono
per mezzo minuto in silenzio, un silenzio
piuttosto imbarazzante in cui nessuno dei due sapeva che cosa dire.
“Ti
va di fare un giro con me in moto?” chiese ad un
tratto lei senza neanche sapere come le erano venute quelle parole;
forse erano
servite solo per interrompere il silenzio, infondo era solo una
innocente
proposta, lui poteva anche rifiutare. Ma allora perché lei
si sentiva come se
gli avesse appena chiesto di uscire e dentro di sé sperava
con tutto il cuore
che rispondesse affermativamente?
“Sì,
d’accordo”.
Shary
si sarebbe volentieri messa a saltare per
tutto il garage dalla contentezza, ma era meglio evitare certe
figuracce.
“Ma
dove andiamo?” chiese poi lui, prendendola un po’
alla sprovvista. Già, dove potevano andare? Ma poi
però, dopo averci pensato un
attimo, rispose con entusiasmo.
“In
un bel posto. È una sorpresa però”.
“Ok,
mi piacciono le sorprese”.
Dopo
aver indossato il casco, montarono entrambi in
moto, lei davanti e lui dietro, circondando la vita della ragazza per
non cadere.
A Shary sarebbe piaciuto il contrario, così che lei poteva
stringersi forte a
lui e sentire i muscoli che aveva sotto la maglietta, ma purtroppo un
piccolo
problema alla vista di Iggy le impediva di fare questo.
Le
strade quel giorno non erano molto affollate così
arrivarono in circa venti minuti ad una spiaggetta dove non
c’era anima viva e
dove le onde erano piuttosto alte sebbene il vento non era molto forte.
Era il
posto preferito della ragazza, ci veniva tutte le volte che aveva
bisogno di
stare un po’ da sola a riflettere, in moto oppure anche a
nuoto. Non veniva mai
nessuno a nuotare lì, proprio perché le onde
erano molto alte, a parte i pochi
coraggiosi che volevano provare l’adrenalina di nuotare o
surfare tra le onde
altissime.
Dopo
essersi guardata un po’ intorno, a Shary
all’improvviso venne un’idea che forse avrebbe
potuto soddisfare la voglia che
sentiva prima, mentre erano in moto.
“Ti
va di provare a guidare la moto?”
Iggy
sgranò gli occhi incredulo, non aspettandosi
una proposta del genere.
“Sì,
ma… come faccio? Non so se te ne sei accorta ma
non ci vedo”.
“Oh,
beh, questo non sarà un problema così grosso.
Non c’è anima viva quindi non andremo addosso a
nessuno ed è anche tutta
sabbia quindi anche se cadiamo non ci
faremo molto male. E poi… ti dico io dove guidare e quando
svoltare”.
“Ma
ne sei sicura?”
“Certo.
Tu ti fidi di me?”
“Sì,
mi fido di te”. C’era sicurezza e certezza
nella voce del ragazzo quando aveva pronunciato quelle parole e Shary
si sentì
immediatamente scaldare il cuore; si fidava di lei e quello era
già un inizio.
Ma un inizio per cosa?
Rimontarono
di nuovo entrambi in moto, sempre col
casco, ma questa volta invertirono le posizioni e così
finalmente la ragazza
aveva potuto stringersi a lui e toccare i suoi pettorali.
Ottima
come scusa, lo aveva visto fare spesso nei
film. Ma non gli aveva proposto di guidare soltanto per questo, non era
certo
stupida da rischiare la sua vita soltanto per un piccolo capriccio. Era
sicura
che non avrebbero fatto incidenti, lui riusciva a cavarsela in tutto
perché non
anche con una moto? Voleva semplicemente fargliela provare, aveva
capito quanto
ci tenesse e be’… voleva cercare di renderlo
contento.
All’inizio
erano partiti piano, guidando sulla
sabbia della spiaggia però lontani dal mare di un paio di
metri. Poi, pian
piano, Iggy aveva acquistato un po’ più di
sicurezza e aveva aumentato la
velocità, guidando quasi come se fosse in autostrada.
“Fra
un metro gira nella curva a destra”, disse ad
un tratto Shary all’orecchio del ragazzo perché la
sentisse.
E
lui fece come lei gli aveva detto.
Continuarono
così per circa una mezz’oretta, lui che
guidava e lei che gli diceva dove andare.
Iggy
si fidava ciecamente di lei e non solo
letteralmente. Per la prima volta si sentiva bene, come se potesse
vederci
veramente, riusciva pure a immaginarsi il paesaggio davanti a lui.
Era
come se lei fosse i
suoi occhi…
MILLYS’ SPACE
Sono
un po’ in ritardo con l’aggiornamento, ma sono
stata
presa da diverse altre cose e ho continuato a rimandare. Scusate, ma le
vacanze
mi annebbiano un po’ la mente.
Be’,
ecco qua… sì, lo so che questi capitoli sono un
po’
noiosi e che sarete stufi di sentir parlare solo di Iggy e Shary, ma
vorrei
concludere la questione tra loro due.
Non
starò a parlare molto, è piuttosto tardi e ho
ancora
altre cose da fare. Spero vi sia piaciuto comunque.
Lasciatemi qualche recensione e non scordatevi di fare una visitina
alla mia
pagina face : )
Bacioni,
M
MAXBARBIE:
ehi, bella : ) come vedi, non sei l’unica in ritardo. Sono
contenta che
apprezzi tutti i miei capitoli, mi fa davvero piacere. Sai, non sempre
io ne
sono soddisfatta. Però questo devi dire che mi piace ^^ tu
cosa ne dici?
Un bacio.
P.S. se non mi avessi detto che è uscito Nevermore non
l’avrei saputo prima di
entrare in una libreria ^^ mi sono messa a battere i pugni sul tavolo e
a
saltellare dalla gioia sulla sedia ^^ lol