NOTE
DELL’AUTRICE: salve a tutti!!!! Ecco il secondo capitolo,
spero che vi
piaccia.... vi avverto che la storia non è ancora entrata
nel vivo... stiamo
solo preparando il terreno per quello che deve avvenire!!!
Buona
lettura!!!
Crystal
Capitolo
2
NUOVA
LUXOR
Andromeda
Andromeda
dormiva quando ricevette il messaggio di Dohko, che lo portò
a svegliarsi di
soprassalto, come se fosse uscito da un
brutto sogno. Dopo la guerra contro Ade aveva avuto tanti
di quegli
incubi con il Dio come protagonista. Ogni volta riviveva i momenti in
cui,
sotto il controllo del Dio dei morti, aveva attaccato suo fratello....
stentava
anche a crederci, neanche quando si erano incontrati, durante la Guerra
Galattica aveva voluto attaccarlo!
Ogni
notte
gli sembrava di ritornare prigioniero nel suo stesso corpo, impotente
davanti
alla forza di Ade, che lo costringeva a fare del male a chi amava.
Ultimamente,
sognava spesso Crystal e un’altra ragazza, bionda e con gli
occhi azzurri, che
non aveva mai visto prima, che ridevano con lui al Grande Tempio e
all’improvviso il Dio riprendeva il controllo del suo corpo,
come di un
manichino, e lo costringeva ad attaccare i suoi amici.
Quel
messaggio era arrivato proprio nel momento in cui Ade riusciva a
sopraffarlo e
lo aveva strappato a forza dal suo incubo. L’aveva scioccato
sapere che stavano
per tornare a combattere. Non sapeva quale potesse essere il nuovo
nemico, ma
sinceramente sperava di non dover ingaggiare battaglia con nessuno, di
poter
risolvere la cosa in modo pacifico, anche se, con tutta
probabilità, le sue
speranze erano vane.
Si
guardò intorno nella stanza, trovandola claustrofobica nel
buoi della notte,
perciò nonostante l’ora tarda, decise di preparare
tutto quello che poteva
servire e uscì per prendere una boccata d’aria e
schiarirsi le idee in attesa
che arrivasse l’alba e, con essa, la possibilità
di parlare con Pegasus e Lady
Isabel.
Mentre
passeggiava nel parco, sotto la tenue luce della luna crescente, si
perse in
pensieri concentrati sul sogno, nella prima parte, dove lui, Crystal e
quella
ragazza sconosciuta ridevano e scherzavano.
Non
riusciva a capire perchè gli creasse quella sensazione di
calore al petto, nel
cuore.
Pegasus
La
voce
del cavaliere di Libra aveva portato il giovane Pegasus a uscire dallo
stato di
dormiveglia in cui era caduto.
Non
gli
sembrava vero che presto sarebbero dovuti tornare a combattere, dopo
tre anni
di meritata pace.
Dopo
la
guerra contro Ade, il dio degli inferi, in cui lui e gli altri
cavalieri
avevano rischiato di morire e dove per poco non avevano perso anche
Atena, Lady
Isabel, aveva creduto, sperato, che fosse finita, definitivamente.
L’ormai
diciannovenne cavaliere di Pegasus si alzò dal letto nel suo
appartamento alla
darsena, massaggiando distrattamente la spalla, in corrispondenza della
cicatrice
lasciata dalla spada del signore dei morti, che ogni tanto mandava
fitte
dolorose lungo tutto il braccio e iniziò a prepararsi per la
partenza.
Di
sicuro il messaggio di Libra era stato ricevuto anche da Andromeda,
quindi si
sarebbero incontrati da Milady appena avesse fatto giorno.
Si
affacciò alla finestra, osservando distrattamente il cielo
mentre ricordava le
battaglie affrontate gli anni passati. Ripensò a coloro che
avevano perso e ai
legami che si erano creati e consolidati nel corso delle lotte.
Solo
quando vide il Sole illuminare il mare di fronte a lui si riscosse,
preparandosi e lasciando i ricordi tornassero nel passato a cui
appartenevano.
Lady
Isabel
Il
messaggio di Dohko non la sorprese, aveva percepito che qualcosa non
andava,
anche se non era riuscita a capire cosa fosse esattamente,
né tantomeno, da
dove provenisse la minaccia. Aspettava in piedi davanti alla finestra
del
salotto della villa di Thule l’arrivo dei due cavalieri
residenti a Nuova
Luxor, certa che le avrebbero chiesto spiegazioni. Spiegazioni che lei
non
aveva. L’unica cosa certa al momento, era che stava per
cominciare una nuova
guerra, contro un nemico di cui non sapevano assolutamente nulla, non
ancora,
per lo meno.
In
quel
momento arrivarono i due ragazzi, che vennero scortati dentro
dall’onnipresente
Milock, che si lamentava per il comportamento irriverente di Pegasus,
mentre
Andromeda sorrideva, leggermente in disparte.
Anche
Lady Isabel sorrise a quella scena, che si era ripetuta varie volte in
quei tre
anni, poi tornò seria, consapevole che quella non era
un’occasione felice per
stare insieme.
“Milock!
Smettila, ora! Sappiamo tutti che Pegasus non cambierà
mai!” disse un po’
scherzosa, ponendo fine alla ramanzina. Il clima si fece subito teso, i
sorrisi
sul volto di Andromeda e Pegasus svanirono, lasciando il posto ad
un’espressione seria.
“Milady,
avete ricevuto anche voi il messaggio da Libra?”
domandò con voce tesa il
cavaliere di Andromeda.
“Si!
Purtroppo si! E so che vorreste sapere qualcosa di più, ma
tutto ciò che so dirvi
è che, nonostante siamo vicini all’inizio di una
nuova guerra, non è ancora il
momento!” rispose, anticipando le loro domande.
“Non
hai idea di chi possa essere il nostro nemico, questa volta?”
chiese Pegasus,
un po’ deluso, aveva davvero sperato di avere qualche
informazione in più.
“No,
mi
dispiace. Tutto quello che so è che il nostro nemico,
chiunque sia, è ancora
bloccato da qualche potere a me sconosciuto.” Disse.
“Non
ci
resta che recarci al Grande Tempio per scoprirlo, allora!”
esclamò il giovane
castano con tono deciso, stringendo i pugni per la frustrazione.
INDIA/JAMIR
Shaka/Mur
In
due
diversi luoghi della Terra, due giovani uomini venivano contattati
telepaticamente da un loro amico. Il cavaliere di Ariete, Mur, e il
cavaliere
di Virgo, Shaka, ascoltarono con attenzione quello che il compagno
aveva da
dire.
Entrambi
avevano avvertito che qualcosa non andava, ma non avevano potuto
scoprire molto
di più e poi, temevano che, parlandone agli amici, avrebbero
dato troppa
importanza a delle semplici sensazioni, magari errate, creando
scompiglio per
niente. Ma, a quanto pareva, non si erano sbagliati.
Si
recarono
immediatamente al Grande Tempio e, cercando di colmare
l’attesa, provarono a
scoprire qualcosa di più con le loro capacità.
BRASILE
Aldebaran
Era
riuscito,
dopo tanto tempo, a tornare nella sua città, in Brasile, e
ci aveva vissuto
tranquillamente, fino a che, quel messaggio, non confermò il
presentimento che
lo impensieriva da giorni.
Così
si
preparò a tornare in battaglia, a proteggere la Dea Atena e
l’umanità intera
dalle forze oscure.
GRECIA
Kanon
Dalla
fine
della guerra contro Ade, nonostante fosse stato accettato dai cavalieri
suoi
compagni, non se l’era sentita di rimanere con loro, in fondo
non si sentiva
pienamente parte del gruppo, anche se non aveva più problemi
con nessuno di
loro.
Rimase,
tuttavia, vicino al Grande Tempio, nel caso fosse accaduto qualcosa di
imprevisto.
Quando
ricevette
il messaggio di Libra, quasi iniziava a pensare si essere stato troppo
paranoico, ma sembrava che invece il mondo non riuscisse a stare al
sicuro per
più di una manciata di anni.
Si
recò
al Grande Tempio, quasi più curioso che preoccupato, anche
se c’era qualcosa
che gli faceva contorcere le viscere, senza che ne potesse capire il
perchè.
Ioria/Milo
I
cavalieri
della quinta e ottava casa avevano deciso di rimanere a custodia del
Grande
Tempio, nonostante il divieto categorico della dea Atena, che voleva
vivessero
una vita normale, almeno un po’. Tuttavia, i due non si erano
fatti convincere
ed erano rimasti, anche se capitavano spesso occasioni in cui uscivano
senza
pensare ai loro ruoli di cavalieri dello zodiaco.
Però
se
non avessero ricevuto quel messaggio dal loro compagno e amico, Dohko,
sarebbero stati costretti loro a richiamare tutti a causa del terribile
terremoto che si era abbattuto sul tempio e aveva fatto quasi crollare
le
dodici case.
Queste,
protette dal cosmo di Atena, resistettero, purtroppo non fu lo stesso
per l’arena,
le cui tribune e colonne formarono un cumulo di macerie in pochi
minuti.
La
causa
apparentemente sembrava essere stata la breve esplosione di un cosmo
oscuro,
molto lontano, che fece spaventare i due cavalieri, che pensarono a
cosa
avrebbe potuto fare, chiunque possedesse un cosmo simile, se avesse
deciso di
attaccarli.
Dopo
quel
terremoto rimasero vigili, fino all’arrivo dei loro compagni,
un po’ sconvolti
dal ritrovarsi l’arena in rovina.
ISOLA
DEL RIPOSO
Phoenix
L’isola
del riposo. Il suo rifugio, ormai, e anche se il desiderio di rimanere
con
Andromeda era sempre grandissimo, non riusciva a restare tra i suoi
migliori
amici.
Si
era
sentito sempre in qualche modo indegno della loro amicizia e anche dopo
tutto
quello che aveva fatto, tutti i pericoli che aveva affrontato al loro
fianco,
non si sentiva davvero parte del gruppo, sempre per quel piccolo
periodo in cui
era stato dalla
parte delle forze
oscure.
Infatti,
dopo alcuni mesi trascorsi con il suo fratellino, aveva deciso di
allontanarsi,
ma facendo in modo che Andromeda sapesse sempre dove si trovava. E ogni
tanto
tornava, dopo che tutti lo pregavano di farlo. Perfino Crystal. Il che
lo
sorprendeva ogni volta che sentiva la sua voce al telefono. Lo lasciava
senza
parole il fatto che lo volesse alle feste e festeggiamenti vari,
persino al suo
compleanno, o anche solo per stare di nuovo tutti insieme, dopo il loro
inizio
non proprio amichevole.
Lo
rendeva
incredibilmente felice il fatto che lo volessero tutti per festeggiare
insieme,
anche se non sempre riusciva a dimostrarlo.
Sperava
che, con il tempo, questo suo senso di inadeguatezza sarebbe passato,
ma quella
nuova minaccia difficilmente l’avrebbe permesso.
O
almeno
così pensava prima di incontrare l’unica donna
sulla faccia della Terra in
grado di guadagnarsi il suo rispetto senza bisogno di essere una dea.
Anche se,
con i suoi lunghi e ricci capelli rossi, l’altezza e il corpo
agile e formoso e
aggraziato, poteva sembrarlo.
Lo
andò
a prendere, dicendogli... gridandogli che se non si fosse mosso da solo
l’avrebbe
trascinato lei, anche per le orecchie se necessario.
Phoenix
l’aveva bellamente ignorata. Aveva intenzione di intervenire
solo al momento in
cui avrebbero avuto bisogno di lui.
“Come
desideri!” esclamò questa, stringendo gli occhi
verde chiaro in due fessure.
Si
avvicinò
senza far rumore e lo immobilizzò con il pensiero, mentre lo
prendeva per la
collottola come fosse un cucciolo e il cavaliere della fenice
cercò di
liberarsi.
“L’hai
voluto
tu, Araba Fenice.” Disse lei con tono condiscendente, come se
stesse parlando
ad un bambino, “Io ero disposta a farti camminare sulle tue
gambe!” aggiunse.
“Ma
si
può almeno sapere chi diavolo sei?” le
domandò il cavaliere, rivolgendole
parole civili, anche se incavolato, smettendo di ribellarsi.
“Mi
chiamo Jasmine, ti basti sapere questo!” rispose fredda come
i ghiacci di
Crystal.
Phoenix
scosse la testa a quel paragone, perchè in quei giorni gli
veniva sempre in
mente il cavaliere del cigno?
SIBERIA
Crystal
Nel
silenzio delle lande ghiacciate della Siberia, un giovane biondo
vestito solo
con una canottiera blu, pantaloni neri, con degli scaldamuscoli ai
polpacci
arancioni e delle fasce blu ai polsi era inginocchiato sulla neve, con
le mani
giunte mentre salutava sua madre, sepolta nel profondo oceano, e il suo
maestro,
chiuso dentro una lastra di ghiaccio.
Si
stava
preparando a tornare al Grande Tempio.
Dopo
tre anni passati lontano da quel luogo e dalle battaglie, era quasi
strano
tornaci.
Sospirò
pesantemente, cercando di buttare fuori, assieme all’aria,
anche la brutta
sensazione che lo attanagliava, come di vuoto e nostalgia, ma non
sapeva a cosa
attribuirla. Come se gli mancasse qualcosa, ed era da un bel
po’ che l’aveva
notata, ma non ci aveva mai fatto caso così tanto. Tuttavia,
da quando era
scoppiata la guerra contro Ade, si era accorto di come si fosse
accresciuta e
di come sembrasse dividersi. Aveva avuto davvero paura di perdere i
suoi amici
e quando si era ritrovato da solo con Sirio, negli Inferi, aveva
seriamente
temuto che non avrebbe più rivisto Pegasus e Andromeda.
Il dolce e ingenuo
Andromeda... arrossì di
botto, quando si rese conto di cosa aveva pensato, ma, in fondo, non se
la sentiva
di ritrattare. C’era sempre stato un rapporto speciale tra
lui e il più
piccolo tra loro. Sembravano legati da
qualcosa che andava più.... No! Non doveva pensare scemenze,
anche se il solo
pensare al cavaliere di Andromeda gli aveva fatto dimenticare
l’inquietudine
che gli faceva pensare che gli mancasse qualcosa, o forse.... qualcuno.
NOTE
DELL’AUTRICE: Allora due piccoli appuntini...
1)
le
età sono frutto di un mio piccolo ragionamento, anche se
Kurumada in realtà fa
succedere ogni cosa in meno di un anno... io penso che questi poveracci
abbiano
bisogno di un po’ più di riposo, quindi ho
dilatato un pochino i tempi.
2)
Per
quanto riguarda i nomi invece, sono sempre stata abituata ai nomi della
traduzione italiana, ma penso che alcuni di loro siano assolutamente
assurdi,
quindi terrò i nomi originali per alcuni e per altri
userò quelli italiani.
Detto
questo grazie per chi ha letto e se magari lasciaste un commento mi
farebbe
molto piacere sapere cosa ne pensate!!!