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Autore: Silphyl    01/08/2013    3 recensioni
-Chiaki.-
Quando i due si girarono e Hatori vide chiaramente il viso di Yanase illuminato dalla luce lunare strinse i pugni con così tanta forza che le nocche divennero bianche. Che diavolo ci faceva lì? Aveva categoricamente espresso a Chiaki il fatto che non voleva vedesse Yanase se non per lo stretto necessario. E certamente quell'occasione non poteva essere inserita in categoria 'stretto necessario'. Ma perché Chiaki continuava a volerlo vedere? Anche dopo la sua confessione e il tentativo di portarlo a letto.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chiaki Yoshino, Nuovo personaggio, Yoshiyuki Hatori, Yuu Yanase | Coppie: Hatori/Yoshino
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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CAP 3

The show must go on

Non era cambiata affatto la casa di Yuu in quegli anni, constatò Aika mentre, seduta nel salotto tradizionale, attendeva che la madre del ragazzo tornasse con il tè. Era rimasta sorpresa nel vedere che dopo tutti quegli anni si ricordasse ancora di lei; ma ia pensarci bene in quel periodo frequentava assiduamente quella casa.
“Dopotutto ero la ragazza di Yuu.”
Non appena appoggiò la tazza di tè sul tavolo la madre si inginocchiò composta dall'altro lato del basso tavolino dicendole con un sorriso genuino:
-Yuu dovrebbe essere a casa a momenti. Ma intanto dimmi come stanno i tuoi genitori è da tanto che non li sento.-
Era andata a trovarli pochi giorni prima e lei, anche se con i piedi di piombo, stava ricominciando a ricucire il rapporto. Nonostante le richieste di sua madre non aveva la minima intenzione di ritornare a vivere in Giappone e lo aveva messo in chiaro.
Stava bene in America ma era rimasta colpita nel vedere quanto fossero invecchiati in quegli anni, soprattutto suo padre.
-Stanno tutti bene, grazie.-
La donna sorrise. Era felice di parlare con la ragazza. Le era sempre piaciuta Aika e sperava in cuor suo che il rapporto con suo figlio fosse continuato. In fondo sapeva bene che oltre a delle sporadiche storielle da allora non aveva avuto una storia seria e per lei, che voleva tantissimo diventare nonna, era un fatto che le doleva tantissimo.
In quel momento si spalancò la porta scorrevole:
-Mamma, sono a casa.-
Yuu rimase alquanto sorpreso di trovare la ragazza in casa sua ma non lo diede a vedere. Questa volta optò per un saluto educato ma molto formale domandandosi per quale motivo si trovava a casa sua.
“Di certo non ha fatto tutta questa strada per salutare mia madre.”
Si versò una tazza di tè rimanendosene seduto a sentire chiacchierare la madre per una ventina di minuti che cercava, invano, di farlo partecipare ad un qualsiasi discorso rispondendo sempre e comunque a monosillabi. Infine alzatosi in piedi si diresse verso la porta della stanza e giratosi a vedere Aika le disse:
-Ti va di andare a parlare di là?-
Aika si alzò e dopo aver salutato la signora con un inchino seguì Yuu fino in camera sua. Lo ringraziò mentalmente di aver preso lui l'iniziativa altrimenti non sapeva nemmeno lei per quanto sarebbe rimasta incastrata in quella situazione. Rimase ferma sulla soglia mentre osservava con sguardo malinconico la stanza impregnata di molti, troppi ricordi.
-Non serve che t'imbarazzi. In fondo è successo tanti anni fa.-
Come se fosse stato in grado di leggerle nel pensiero il ragazzo poggiò la borsa piena di disegni e schizzi in un angolo, iniziando a mettere in ordine qualcosa d'imprecisato per cercare di alleviare l'imbarazzo che anche lui stava provando.
Aika si guardò intorno, il tavolino, la scrivania, alcune foto delle superiori e alle pareti diversi suoi dipinti e si avvicinò osservandone uno in particolare: un tramonto.
-Allora, cosa mi vuoi dire?-
La ragazza si girò seria a vedere Yuu negli occhi che intanto si era appoggiato alla parete di camera sua aspettando una risposta.
-Ieri sono stata all'università e ho visto alcuni tuoi dipinti.-
Yuu assunse un'espressione pensierosa non capendo quale fosse il nesso fra le cose.
-Sapevo che avevi del talento ma non avrei mai creduto che tu fossi tanto migliorato.-
Se c'era una cosa che aveva sempre detestato di Aika era il suo perdersi nel discorso senza mai arrivare al nocciolo del discorso.
-E allora?- Chiese il ragazzo spazientito. La ragazza roteò gli occhi notando come la conversazione stava prendendo una brutta piega. Non era nelle sue intenzioni arrivare ad un litigio.
-Un mio conoscente è amico di Philip Ashton, il direttore del museo d'arte moderna di New York. Sono certa che se vedesse i tuoi lavori sarebbe molto interessato ad allestire una mostra in un ala del museo.-
Il ragazzo la guardava serio non spiccicando parola alcuna mentre una sensazione bruciante iniziava ad aprire le sue vecchie ferite. Se quello era un bluff non era per nulla divertente.
-E mi vorressti dire che cosa ci guadagni da tutto questo?-
Aika si avvicinò di alcuni passi sussurrando.
-Prendilo come un modo per farmi perdonare.-
Yuu sorrise sarcastico rispondendo istintivamente:
-Ti vuoi far perdonare per cosa? Per avermi mollato come un coglione senza aver neanche una cazzo di spiegazione,eh?-
La ragazza iniziò a spazientirsi dal sua perenne alone di vittimismo che continuava a portarsi appresso da troppo tempo. Sembrava che fosse lei l'unica colpevole delle sue sofferenze. Non ci aveva mai pensato quanto le era costato lasciare tutta la sua vita e ricominciare da capo?
-La vuoi smettere di gettare tutte le colpe su di me?Sì, ho sbagliato e mi dispiace! Ma tu non sei meglio di me,Yuu! Cazzo!Mi hai usata solo per poter stare vicino a Chiaki! Senza nemmeno pensare ai miei sentimenti!- Disse urlando Aika e dopo aver ripreso fiato continuò:
-Cosa avrei dovuto fare,eh? Me lo dici?!Quando ho scoperto che amavi un uomo. Un uomo! Credi che sia stato semplice?No, non lo è stato!Mi sono sentita usata ed umiliata!-
Yuu rimase in silenzio ascoltando attentamente le sue parole. Sapeva che dal suo punto di vista aveva ragione. Ora come ora non la odiava nemmeno. Sì, appena era accaduto il fatto aveva dato giù di testa ma ormai non ne valeva proprio la pena. Non era più un ragazzino e doveva comportarsi da tale.
-Non sono interessato a far carriera lontano dal Giappone.-
Rispose con tono serio cambiando totalmente discorso.
La ragazza notando il suo comportamento distaccato s'irritò maggiormente; strinse con forza le nocche che divennero bianche.
-E allora mi vuoi dire cosa diamine stai facendo, qui?-
Il ragazzo spalancò gli occhi. Aika aveva omesso di proposito Chiaki fuori dal discorso. Boccheggiò diverse volte cercando di formulare una risposta plausibile a quella domanda che non centrasse con il mangaka ma Yuu sapeva che non esisteva. Scostò lo sguardo mentre l'unica cosa che gli veniva in mente era il viso del ragazzo. L'unico motivo per cui non riusciva ad andare ne avanti e nemmeno indietro era solo e sempre lui. Chiaki...
Da dieci anni era la stessa identica solfa.
L'unico motivo che lo legava al Giappone era solo lui e nient altro che lui ma non poteva ammetterlo con così tanta leggerezza. Preferiva continuare in eterno a disegnare part time per lui che chiudere quel capitolo e ricominciare da capo.
Lui era diverso da Aika.
Era una cosa stupida soprattutto dopo che Chiaki lo aveva rifiutato così platealmente dicendogli:
“Per me c'è solo Hatori. E' l'unico uomo con cui riesco a stare.”
Ma era più forte di lui.
Aika notando il suo smarrimento e che probabilmente non avrebbe ottenuto risposta alcuna si girò recandosi verso la porta.
-Pensaci, Yuu.-


Portò alla bocca il boccone di riso assaporando appieno le spezie. Quel giorno Hatori si era proprio superato preparando due contorni, un primo, il secondo e perfino il crem caramel!
L'editore osservava con faccia compiaciuta Chiaki che si stava comportando, come al solito, da perfetto infante. Ma perso nei suoi pensieri non si rese conto di ritrovarsi il viso del fidanzato a pochi centimetri che, dopo avergli accarezzato una guancia dolcemente, disse:
-Mi hai reso estremamente felice, Tori.-
L'uomo spalancò impercettibilmente gli occhi sorpreso dal comportamento del fidanzato. Era la prima volta che Chiaki si comportava in modo così intimo senza che fosse lui a prendere l'iniziativa. Il mangaka sorrise notando lo smarrimento di Hatori e dopo avergli dato un flebile bacio sulle labbra, continuò:
-Per me significa molto che tu abbia invitato Yuu di tua spontanea volontà.-
Hatori sbuffò allontanando lo sguardo mentre una fitta al petto lo colse.
Non gli piaceva mentire a Chiaki ma non poteva certo confessare che l'invito dell'artista era solo una parte del piano per eliminare Yanase dalle loro vite.
Non si meritava quel sorriso carico di fiducia che aveva in quel momento Chiaki, lo sapeva, ma non poteva più sopportare la presenza di Yuu nella loro relazione:
-E poi Yuu adora le terme!Mi ha telefonato prima per dirmi tutto. Non vedo l'ora di partire!-
Hatori dopo aver poggiato il bicchiere d'acqua sul tavolo disse tutto d'un fiato:
-E poi è un'ottima occasione per fare in modo che Aika e Yuu facciano pace, non credi?-
Chiaki si bloccò con il boccone a mezz'aria, mentre una fastidiosa sensazione lo pervadeva.
Perché gli stava dando così tanto fastidio quella rivelazione?
Doveva esserne felice.
Abbassò lo sguardo torturandosi le mani.
Aveva sempre creduto che quei due fossero una bella coppia.
Vero, lo credeva dieci anni fa.
Ma ora?
Cercando di non mostrare il suo disappunto si nascose dietro ad uno dei suoi soliti sorrisi rispondendo con vivacità:
-Eh,già!Hai proprio ragione, Tori!-


Avevano deciso di prendere il treno per giungere a destinazione. Le terme di Hakone distavano non più di 80 Km a sud della capitale e con i treni ad alta velocità ci avrebbero messo pochissimo. Era stato Hatori a pensare alla prenotazione dell'albergo e a tutto il resto. Aveva scelto le terme di Hakone per il semplice motivo che da Tokyo era molto semplice raggiungerle. Aveva prenotato in un piccolo albergo, pensione completa e dalle foto era rimasto soddisfatto della qualità/prezzo. Appena preso posto sui sedili del treno l'atmosfera divenne alquanto tesa e imbarazzante. Chi si torturava le mani. Chi guardava con disinteresse fuori dal finestrino e chi si guardava l'un l'altro pensando ad un modo per alleviare il nervosismo.
Gli unici che parlavano erano Chiaki ed Aika che cercando di ammorbidire la situazione proposero il gioco dell'uomo nero a cui Hatori perennemente perdeva.
-Vorrei proprio capire che cosa ti servono tre valige, Aika?Stiamo fuori solo per due notti!Ti sei portata pure l'arredamento di casa?- disse sarcastico Yuu non appena scesi dal treno.
-Ha, ha, ha! Simpatico come il mal di pancia, Yanase.-
Chiamarono immediatamente un taxi per giungere l'albergo che si trovava in collina di fronte alla cittadina. Avrebbero di gran lunga preferito fare una passeggiata; in fondo i ragazzi avevano preso con loro solo uno zaino con lo stretto necessario ma il dover aiutare Aika con le tre valigie era un qualcosa di non plausibile.
Non appena arrivarono nella hall dell'hotel, Hatori si diresse spedito alla reception per fare il check-in lasciando indietro gli altri tre che si guardavano intorno emozionati.
Sembrava veramente che fossero ritornati adolescenti.
-L'acqua termale di questa zona ha delle particolari caratteristiche che aiutano il corpo a depurarsi dalle intossicazioni più velocemente essendo più sulfurea e ha proprietà lenitive per la pelle.-
Come da copione Yanase, amante degli onsen, aveva fatto delle ricerche a riguardo mentre Chiaki, con i suoi soliti occhioni da cerbiatto, osservava la cartina in mano all'artista ascoltando attentamente ogni sua parola mentre quest ultimo si compiaceva della sua vicinanza.
Aika leggermente annoiata si sedette sulle poltroncine poco distanti notando, con la coda dell'occhio, proprio come certe cose non sarebbero mai cambiate.
-Abbiamo un problemino.-
I ragazzi si zittirono all'istante nel sentire la voce dell'editore mentre la ragazza, alzatasi dalla poltrona, si avvicinò al trio.
-Che succede, Tori?- Chiese con una punta di preoccupazione Chiaki.
Il ragazzo si portò una mano tra i capelli sospirando:
-C'è stato un disguido e hanno sbagliato nelle prenotazioni.- Yuu sorrise sarcastico interrompendo l'editore:
-Non mi dire che dovremmo dormire alla ghiaccio.- Hatori roteò gli occhi al cielo, ribattendo:
-No, Yanase il problema è un altro. C'è stato un disguido con le prenotazioni e per noi ci sono solo due stanze...- E dopo aver osservato Yuu seriamente negli occhi, continuò:
-...matrimoniali.-
-Quindi?- Chiese sovrappensiero l'artista.
-Quindi...- Rispose Hatori alzando le sopracciglia facendo comprendere l'ovvietà della situazione. Sarebbe stato impossibile cercare posto anche da qualche altra parte gli alberghi termali richiedevano la prenotazione sempre e comunque.
-Quindi Aika-chan e Yuu dovranno dormire nello stesso letto.- Affermò infine Chiaki dicendo quello che gli altri tre temevano di dire.
Yanase non proferì parola.
Osservava Hatori intensamente , già la storia gli puzzava, e poi Hatori non era mai stato uno di troppe parole e in quel momento stava cercando una qualsiasi giustificazione e non era da lui.
“Che sia tutta una messinscena?”
Ma i suoi pensieri furono interrotti da Chiaki che, raccolto il suo zaino, s'incamminò in completo silenzio verso le stanze.
Non capiva nemmeno lui perché il venire a conoscenza che Yuu e Aika avrebbero dormito insieme lo faceva sentire in quel modo. Non era la prima volta quella settimana che provava sensazione simile. Non credeva di essere così tanto egoista e che il suo Io desiderava che Yuu sarebbe sempre rimasto a venerarlo in eterno.
Non era giusto.
Doveva essere felice per lui.
Cercando di mostrare il suo sorriso migliore, si girò verso gli altri che erano rimasti indietro, proferendo:
-Allora ci incontriamo qua fra un'ora per il pranzo!-
To be continued...
   
 
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