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Autore: MoreUmmagumma    01/08/2013    5 recensioni
E se uno dei Led Zeppelin scoprisse di avere una figlia nata da una notte di passione con una delle tante ragazze?
***
Non è l'ennesima storia d'amore tormentata e travagliata. Si tratta solo dell'amore di un padre per una figlia che non sapeva di avere.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jimmy Page, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Grazie per essere venuti anche voi- disse Jimmy mentre camminava nella neve tenendo per mano Alice, la quale aveva insistito per portarsi dietro il suo Sammy.  
-Dovere- sorrise Jonesy. –E poi ogni tanto fa bene passare una serata diversa. Anche se Bonzo avrebbe preferito un pub, vero John?-
Quest’ultimo lasciò scappare un grugnito seccato, facendo un gesto con la mano verso il bassista, mentre osservava le mille luci colorate del Luna Park.
-Non vengo in un posto del genere da non so quanto tempo!- esclamò incantata Pamela, unitasi a loro all’ultimo momento.
-Adesso preferisci altre giostre, vero?- sghignazzò Robert.
Pamela abbozzò un sorriso malizioso, mentre Jimmy lanciò un’occhiata severa all’amico che si ricompose subito dopo. Continuarono a camminare, attraverso le innumerevoli bancarelle di dolci, banchi del tirassegno e giostre di vario genere, tra cui le montagne russe e un’enorme ruota panoramica.
-Bonzo, guarda lì!- esclamò tutt’a un tratto Robert, avvicinandosi al gioco della prova di forza col martello. –Vediamo cosa riesci a fare!-
-Vuoi sfidarmi?- domandò John, raggiungendolo. –Prego, prima le signore- lo schernì, mentre il giostraio con dei buffi baffi sotto il naso gli porgeva il martello. Robert lo afferrò, si posizionò davanti alla pedana con un piede davanti l’altro, e dopo essersi preso qualche secondo di tempo, battè il martello sul piedistallo, con la speranza di riuscire a far suonare il gong in cima.
-Sei una schiappa!- esclamò Bonzo, quando il peso si fermò proprio a metà, per poi ritornare giù. –Ora ti faccio vedere io come si fa. Guarda e impara- disse poi, prendendo il martello, colpendolo sul piedistallo più forte che poté. Il peso arrivò fino al gong, facendolo risuonare con successo. Bonzo lasciò cadere il martello a terra, allargando le braccia in segno di vittoria, prima che il giostraio gli mostrasse qualche premio. Erano perlopiù giocattoli per bambini, così decise di prendere un tamburo di plastica da riportare al figlioletto Jason, una volta finito il tour.
-Finalmente uno strumento che ti si addice!- lo punzecchiò Robert, arrivandogli da dietro le spalle. -Non vedo l’ora di sentirti suonare Moby Dick con questo-
-Dici così solo perché ti ho battuto. Quella della prova di forza è un’arte, che le femminucce come te non possono comprendere- si vantò Bonzo, orgoglioso della sua vittoria.
Si unirono di nuovo agli altri, che avevano visto la scena da lontano, parlottando fra loro.
Alice tirò una manica del cappotto di Jimmy, richiamando la sua attenzione, puntando poi il dito verso il banchetto dello zucchero filato, davanti alla quale si era già formata una fila di bambini impazienti. Jimmy strinse la presa che legava la sua mano a quella della bambina e insieme si avvicinarono al carretto, dove l’intenso odore dolciastro dello zucchero gli pervase le narici. Dopo qualche minuto di attesa Alice ricevette il suo dolce, addentandolo non appena prese in mano il bastoncino al quale era arrotolato.
Il sole era tramontato da poco e il cielo era ancora carico della sua luce crepuscolare. Il Luna Park era gremito di gente, bambini con i dolci in mano, che osservavano le luci intorno a loro e i genitori che li tenevano per mano per paura di perderli di vista da un momento all’altro, tanta era la gente; e ovunque si udiva la musica delle giostre e le urla dei giostrai che incitavano le persone ad avvicinarsi.
Robert e Bonzo stavano ancora discutendo sulla loro sfida, quando Alice si fermò di colpo, guardando alla sua destra, dove un banco del tirassegno era ricoperto per quasi una metà da un’infinità di peluches.
-Ne vuoi uno?- le domandò Jimmy.
Lei annuì, sorridendogli, per poi tirarlo dietro di sé verso il banco, seguiti dagli altri. Il giostraio gli fece segno di approssimarsi e a prendere in braccio il fucile a pallini per abbattere almeno otto delle dieci bottiglie di vetro poste sulle mensole, nella parte posteriore del banco.
-Quale ti piace di più?- domandò Jimmy ad Alice.
Lei alzò lo sguardo verso i peluches ed indicò un piccolo orsetto marrone di pezza.
D’improvviso Robert si fece largo tra di loro, imbracciando il fucile che il giostraio stava porgendo.
-Tranquilla principessa, ci pensa zio Robert a vincerlo per te-
Detto ciò, prese la mira e premette il grilletto, rompendo la prima bottiglia, seguito tra le varie esclamazioni degli altri. Successivamente le ruppe tutte quante, vincendo il premio per la bambina e conquistandosi una rivincita in merito alla sfida predente con Bonzo.
Alice prese in mano l’orsetto e lo guardò, mentre un sorriso di contentezza si fece strada sul suo volto.
-Se vuoi te lo tengo io, visto che in mano hai già Sammy- le disse dolcemente Pamela, inginocchiandosi verso di lei. –Poi quando torniamo in albergo te lo ridò-
Alice la guardò negli occhi e alla fine accettò, mentre la ragazza infilava l’orso nella sua borsetta a tracolla.
-Forse sarebbe ora di comprarle qualcosa da mangiare- osservò Jonesy. –Anche perché non può cenare con lo zucchero filato-
Jimmy assentì, rivolgendo un’occhiata ad Alice e tutti insieme si incamminarono verso una bancarella di hot dog, panini e toast. La fila era infinita, una lunga odissea di dolori ai piedi, con annessi lamenti, ma con un premio decisamente ambito.
-Da quant'è che tiri con il fucile, Robert?- chiese Bonzo picchettando le dita sul tamburello. -Le verginelle come te dovrebbero fare la maglia, non sparare!-
-Non ti è andata giù vero? Secondo me sarebbe stata la volta buona che avresti fatto cilecca. Senza contare le tue performance con le...-
Jimmy gli rifilò una gomitata, e sia lui che Robert sorrisero ad Alice che li guardava senza capire di cosa stessero parlando. Piano piano arrivò il loro turno, il tempo passato a chiacchierare di ricordi d’infanzia e aneddoti divertenti. Jimmy ordinò per primo, prendendo un hot dog ad Alice e un toast al formaggio per sé. Quando si girò per porgere il panino ad Alice si rese conto che la piccola era sparita.
-Alice?-
Guardò Pamela, che lo osservava interrogativa prima di domandargli: -Che è successo?-
-Dov’è Alice?-
-Era accanto a te- disse abbassando lo sguardo per controllare.
Sparita. 
Nel nulla.
In un attimo.
Neanche il tempo di girarsi per un momento.
-Alice?- la richiamò, controllando se fosse accanto a uno dei suoi compagni.
-Che c’è?- gli domandò Jonesy, mentre pagava il suo conto. Robert e Bonzo si voltarono verso di lui, cercando di capire cosa stesse succedendo.
-È sparita Alice. Era... era qui un momento fa!- esclamò Jimmy, in preda al panico.
-Calmati. Non può essere andata tanto lontano. Dai ragazzi, andiamo a cercarla- disse Jonesy, facendo per allontanarsi insieme agli altri dal chioschetto.
Si divisero, Robert e Bonzo da una parte diretti verso l’entrata, mentre Jonesy, Jimmy e Pamela dall’altra, verso il centro del Luna Park.
Fermarono diverse persone, domandando loro se avessero visto una bambina piccola, sui quattro anni, con un cappotto beige addosso e un fermaglio colorato che legava la parte davanti dei suoi lunghi capelli neri e un coniglietto bianco di peluche in mano.
Ricevettero vari “no” come risposta. Le persone troppo occupate a soddisfare le richieste dei figli o dei nipotini, per preoccuparsene.
Il cuore di Jimmy batteva come impazzito.
Cosa era successo ad Alice?
Alla sua Alice.
Era da sola?
O in compagnia di un maniaco?
Stava piangendo disperata?
Si era fatta male?
Cercò di calmarsi, tentando di riprendere fiato.
Dove poteva essere andata?
Forse davanti al tirassegno, quello con tanti peluches.
Si divise dagli altri e si diresse verso la bancarella, con la speranza di trovarla lì, ad ammirare i peluches.
Ma niente.
Alice non era nemmeno lì.
Raggiunse di nuovo gli altri, che nel frattempo si erano ritrovati, senza successo.
-L’avete trovata?- domandò, la voce disperata.
-No- risposero gli altri con rammarico.
Jonesy posò le mani sui suoi fianchi, cercando un’altra soluzione, quando, puntando lo sguardo verso la ruota panoramica, la vide.
-Eccola là!- esclamò, indicandola.
Alice guardava verso l’alto, le manine che stringevano il suo Sammy, quando un tipo le si avvicinò, togliendosi il cappello dalla testa e inginocchiandosi per arrivare la sua altezza. Le disse qualcosa, prima che lei gli prendesse la mano che le stava porgendo per portarla poi solo Dio sa dove.
Jimmy corse verso di lei, raggiungendola, per poi staccare con forza la sua manina da quella dell’uomo.
-Levale le mani di dosso, prima che te le rompa!-  
-Mi scusi... stavo solo... ecco... pensavo di portarla da qualcuno che l'aiutasse-
-Non le serve, lei ha me!- esclamò, prendendola in braccio, avvicinandosi al resto del gruppo.
-Non scappare più- le disse poi, poggiandola a terra.
Alice lo guardò in silenzio, con sguardo dispiaciuto, mentre Jimmy, inginocchiato davanti a lei, le teneva le mani.
-Mi hai fatto spaventare... prometti che non lo farai più?-
Lei annuì, volgendo poi gli occhi verso la ruota panoramica.

Le mille luci danzavano davanti ai suoi occhi in un turbinio di colori. Da quell’altezza riusciva a vedere tutto il Luna Park sotto i suoi piedi, come in un sogno. Jimmy la prese in braccio, le gambe avvinghiate attorno alla sua vita e le piccole braccia allacciate al suo collo.
Il giro sulla ruota durò mezz’ora, la notte si era già inoltrata ed Alice era eccitata all’idea che quella sera sarebbe andata a letto più tardi del solito. Ma allo stesso tempo era stanca, le palpebre che si facevano sempre più pesanti e le gambe che a stento riuscivano a tenerla in piedi.
Jimmy ed Alice scesero dalla cabina per ultimi, mentre gli altri si erano già portati avanti, quando all’improvviso dopo qualche minuto, la bambina cominciò ad agitarsi, guardandosi intorno.
-Sammy!- gridò.
Jimmy la guardò e notò che effettivamente non aveva più con sé il suo coniglietto.
-Tranquilla, lo ritroviamo- la rassicurò dolcemente, tornando indietro verso la ruota. -Mi scusi- disse al giostraio, posto in una cabina dotata di vari macchinari. –Mia figlia deve aver lasciato il suo pupazzo in una delle cabine-
-Mi spiace ma non posso farci niente- rispose l’uomo, senza nemmeno voltarsi per guardarlo.
-Senta... nel caso dovesse ritrovarlo può mandarlo a quest’albergo? È importante- disse, lasciandogli l’indirizzo dell’hotel.
L’uomo gli rivolse un’occhiata al di sopra degli occhiali, sospirò e ad annuì.
Jimmy ritornò indietro, con la consapevolezza che molto probabilmente non avrebbero mai più rivisto quel coniglietto. Si sentì un fallimento. Una delusione. Alice aveva gli occhi gonfi ed arrossati, mentre due grosse lacrime le rigarono le guance rosee.
Jimmy decise di comprargliene un altro, sperando che potesse rimpiazzare quello appena perso.
-Non sarà bello come Sammy...- cercò di dirle, porgendoglielo. –Però guarda, ti vuole già bene-
Alice lo prese tra le braccia mentre Jimmy le asciugò le guance con un fazzoletto, che ripose subito dopo nella tasca del suo cappotto. La riprese per mano, raggiungendo gli altri, incamminandosi verso l’albergo.
Per tutto il tragitto gli altri cercarono di intrattenere la piccola, ma senza ottenere grandi successi. Attraverso i suoi silenzi era possibile vedere la tristezza per il compagno di giochi perduto. E Jimmy non riusciva a darsi pace: qualcuno avrebbe pensato che era solo un banale pupazzo di peluche a forma di coniglio, ma non lui. Quello non era un giocattolo qualunque, ma il giocattolo di sua figlia. L'aveva delusa, nonostante Pamela gli avesse ripetuto più volte che non era colpa sua, Jimmy sapeva di essere venuto meno a un grande dovere da genitore. E scoprì ben presto che quello che la piccola pensava di lui era divenuta la cosa più importante del mondo.

 

Note dell'autrice: rieccomi qui! Finalmente pubblico, dopo tanto tempo. Perdonatemi ma ho avuto da fare con altre mille cose da scrivere, tra cui un progetto con Dk in a Madow che se tutto va bene pubblicheremo da settembre :3 (l'ho scritto anche nella traduzione, ma nel caso leggeste solo questa...).
Vabbè, spero vi sia piaciuto :3
E qui ho una foto di quella che dovrebbe essere Alice :3



Anche se in teoria dovrebbe avere i capelli più lunghi e io me la immagino sempre con una codina che le raccoglie solo i capelli davanti, lasciando i restanti sciolti ^^
Al prossimo capitolooooo :*
  
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