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Autore: PrimPrime    03/08/2013    2 recensioni
Un grido echeggiò nella giungla
“cavalieri!”
Sentendolo i due si fermarono e sfoderarono le spade pronti a difendersi. Davanti a loro apparvero due ragazzi dai vestiti consumati e logori, e con i visi impiastricciati di tintura e sudore. Uno di loro impugnava la spada mentre l’altro sembrava pronto a combattere a mani nude.
“se vi avvicinate sarà peggio per voi” lo avvertì Efrem
“hai visto? Già rischiamo la vita per colpa tua, l’avevo detto che ci avresti fatto ammazzare!” gli urlò Amos.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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___Un trio perfetto

Conosceva Amos da qualche mese, ma aveva smesso di fidarsi anche di lui.
Lo aveva incontrato in un bosco, era insieme ad Aron. Loro erano amici da sempre, pareva che la loro amicizia fosse destinata a durare in eterno. Ma Aron era scomparso e Amos era restato solo con Remi.
Quando conobbe Efrem, invece, era passato qualche mese dalla scoperta di chi fosse davvero Dark. Dal primo momento non riuscì a fidarsi di lui, anche se la salvò molte volte. Ma Efrem aveva il potere di tranquillizzare le persone, quando aveva bisogno lui c’era.
Un giorno, mentre stava con Amos, Efrem si era presentato al suo castello per una visita. Da quel momento i tre non si erano più separati.
Erano davvero un trio perfetto, ne era certa.

___

Il sole si fece strada tra gli alberi e filtrò fra le foglie che nascondevano il rifugio da occhi indiscreti. Furono proprio i raggi del sole a svegliarli, quella mattina. Fu davvero piacevole svegliarsi così, anziché essere lei a svegliare gli altri dopo il suo turno di guardia.
Prepararono insieme la colazione, quindi Remi offrì loro il suo pane che era una cosa rara, e insieme mangiarono molto. Dovevano essere in forze per affrontare quel viaggio.
Partirono a metà mattinata, armati di tutto punto e determinati. A Remi dispiaceva un sacco che Amos e Efrem non fossero lì, ma era comunque contenta di aver trovato dei nuovi amici.
Craf e Man ogni tanto dicevano qualcosa per rallegrarsi il cammino, anche se erano già felici di loro. Infatti erano contenti di contribuire alla distruzione di Darkaria anziché bighellonare in cerca di cibo, rischiando la vita inutilmente ogni giorno.
Grazie alle loro conoscenze e alla mappa che Remi aveva con sé, dopo qualche ora erano già fuori dalla giungla e si avvicinavano alla foresta. Era l’ultimo ostacolo prima di raggiungere Darkaria.
“credi di poter trasformare anche noi in due finti cavalieri?” chiese Craf
“non ho mai visto dei cavalieri con i vestiti sporchi e logori” disse Man, facendo leggermente arrabbiare l’amico.
“credo di si” rispose Remi. “ma mi serve un bel po’ di ferro..”
“era solo per curiosità. Io in quella città non ci metto piede..” continuò Craf
Remi lo guardò come per chiedere se ci fosse un motivo ben preciso per questo, ma fu Man a rispondere.
“ho sentito dire che le sue strade sono in roccia del Nether e i giardini in sabbia delle anime. Gli edifici sono tutti in mattoni e ossidiana, c’è fuoco ovunque e nell’aria si respira un forte odore di metallo. Detta così sembrerebbe l’inferno in terra, non rimarrei stupito nel vedere anche fiumi di lava incandescente”
“e io ho sentito dire che tutti gli abitanti sono usati come schiavi e costretti a costruire enormi statue del loro re, mentre lui resta a guardarli osservando che ognuno faccia il suo lavoro. E con lui, un enorme drago viola punisce i fuggitivi o chi si ribella” aggiunse Craf.
Remi era certa che si fossero fatti idee sbagliate della città, anche se non ci andava da un sacco di tempo.
“credo che vi spagliate.. ci sono stata tempo fa e posso dirvi che è un posto delizioso. Edifici colorati e progettati per il divertimento dei cittadini, bambini felici che giocano tra loro.. poi, quando diventano adulti, sono costretti a lavorare come schiavi per The Black Cavalier”
“non sembra tanto meglio di come l’abbiamo descritta noi” le disse Man.
Ed effettivamente aveva ragione, era solo un posto per attirare la gente e costringerla ad obbedirgli.
Finalmente davanti a loro potevano vedere la foresta, con grandi alberi di diversi tipi e dimensioni. Remi continuò a camminare verso di essa, ma Craf la fermò prendendola per un braccio.
“nella giungla non c’era nessuno, ma qui sarà diverso” le disse.
Decisero che era meglio scavarsi un tunnel che superasse la foresta e si misero al lavoro, scavarono per qualche minuto e vi entrarono, posizionando una torcia lì dove si trovavano e chiusero l’entrata con della terra. Poi scavarono davanti a loro, allontanandosi lentamente ma in modo sicuro e in poco tempo capirono di essere a metà della foresta. Ma erano in marcia ormai da ore e dovevano riposare, sicuramente fuori era notte. Chiusero una parte del tunnel da cui erano arrivati e allargarono un poco quella in cui si trovavano, per poi posizionarci dei letti. Si sdraiarono ma nessuno di loro si addormentò subito, dato che non si sentivano al sicuro.
Dei rumori provenienti da sopra li fecero sobbalzare, quindi tesero l’orecchio per capire cosa li stava producendo. Non erano versi di alcuni mob, questo era sicuro. Dopo neanche un minuto capirono: erano passi. Qualcuno dalla foresta si stava avvicinando alla loro posizione, facendo battere i loro cuori all’impazzata. Quei passi si fermarono a pochi centimetri da loro, si sentirono delle voci e poi i passi si allontanarono. I tre tirarono un sospiro di sollievo.
Dopo quell’episodio, si misero d’accordo per fare dei turni di guardia. Non potevano essere scoperti, non ora che erano così vicini alla meta.
Grazie all’organizzazione dei turni di notte riuscirono finalmente a dormire e rimettersi in forze per il giorno seguente. Ormai Remi era certa che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno con i due ragazzi, perché la città era vicina. Ci sarebbe arrivata con un giorno di ritardo rispetto a quello che si immaginava, ma l’importante era arrivarci e portare a termine il suo piano.
Chissà cosa stavano facendo i suoi due compagni di viaggio in quel momento. Forse stavano cercando del cibo o dei minerali. Forse la stavano cercando. No, non potevano. A loro la sua idea era sembrata da pazzi e, anche se non volevano ammetterlo, lei sapeva che morivano dalla paura al solo pensiero di avvicinarsi a Darkaria. Ma le sembrò comunque strano che avessero continuato la loro vita, senza pensare a lei.
Forse si stavano allontanando. Il pensiero la fece star male, perché significava che non li avrebbe più visti. Ricordava la posizione del castello e la strada per raggiungerlo, ma non poteva sapere se li avrebbe ritrovati oppure no. Una lacrima le solcò il viso, subito se l’asciugò.
Doveva essere forte.
Insieme ai nuovi amici scavarono verso l’alto e tornarono in superficie. Si trovavano ancora nella foresta, ma attraversarla da corridoi sotterranei era diventato stancante. Scavare e camminare allo stesso tempo li avrebbe rallentati, mentre ora potevano correre e superare subito quegli alberi.
Uscirono dalla foresta poco dopo e davanti a loro si estendeva una vasta pianura. Ancora pochi passi e sarebbero arrivati.



__spazio autrice
ehi gente :) ormai l’ho capito che questa storia non interessa a nessuno, dato che di recensioni ne ho solo una e il capitolo precedente lo hanno letto in 3.. ma intendo continuare a pubblicare..
intanto colgo l'occasione per ringraziare i pochi che leggono :)

   
 
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