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Autore: everydayisgreen    05/08/2013    5 recensioni
Justine è una ragazza strana, silenziosa e ribelle. Billie, un ragazzo della sua scuola è proprio come lei. Lui sente di averla già vista da qualche parte, non ha il coraggio di parlarle fino a che un bel giorno non diventeranno amici e Justine scoprirà di averlo sempre conosciuto. Una storia d'amicizia fatta di dubbi e confessioni che si trasformerà in amore eterno.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi; erano le quattro di mattina.
C'era un motivo per cui mi ero svegliata così presto. Un pensiero fisso in testa, che non voleva andarsene.
Billie.
Ero sicura di averlo già visto quel ragazzo.
Era così strano e silenzioso, proprio come me.
Sentivo che c'era un legame tra di noi; come un filo invisibile che ci teneva l'uno con l'altra. 
E poi, era così bello. 
Non capivo per quale motivo fosse così scontroso con me. Io volevo conoscerlo a tutti i costi e scoprire cosa nascondesse. Perchè ero sicura che avesse un segreto da nascondere.
 
"Justine svegliati o farai tardi a scuola!"
Quella fottuta scuola.
Mi alzai e mi preparai velocemente.
Come ogni mattina, c'era Lucy ad aspettarmi fuori casa.
"Buongiorno dormigliona!"
Risi.
"Lucy, posso sapere per quale motivo l'altro giorno Mike e Billie se ne sono andati così presto?"
"Sai, sono due ragazzi difficili. Soprattutto Billie."
"In che senso difficili?"
"Hanno un carattere un pò strano, ma non ti preoccupare, non avrai problemi con loro."
"Lucy io lo voglio conoscere."
"Chi?"
"Billie."
"Ah. Ti consiglio di aspettare perchè credo proprio che sia lui a voler conoscere te."
 
 
"Bene ragazzi, mi raccomando fate gli esercizi che vi ho assegnato per Lunedì; metterò il voto."
Finalmente.
"Cazzo non finiva più! Andiamo a mangiare?" Lucy si girò verso di me.
"Sì. Ho una fame che non ci vedo più."
Ci avviammo in mensa; fuori pioveva.
"Oggi siamo costrette a rimanere dentro, che palle!" Lucy sbuffò.
Ci sedemmo per terra. Mi guardai intorno, Billie non c'era.
Dove poteva essere? Forse stava fuori, ma pioveva davvero forte.
Guardai verso la vetrata che dava sul grande prato.
E lo vidi.
Era lì, in piedi e mi guardava.
Poi all'improvviso sparì.
Sicuramente avevo avuto un'allucinazione.
"Ma che stai facendo?"
Mi girai.
"Stai bene? Guardati stai tremando!" Lucy mi guardava preoccupata.
"Sto benissimo, voglio solo andare a casa."
"Ma non hai nemmeno mangiato! Vuoi che ti accompagni?"
"No.Voglio stare da sola."
Mi alzai e mi avviai verso l'uscita.
Sentivo la pioggia che mi veniva addosso, era talmente violenta che sembrava volesse spingermi.
Presi una via diversa di quella che mi portava a casa.
Sembrava abbandonata, non c'era nessuno. I negozi erano chiusi e non si vedevano luci da nessuna parte.
"Ciao."
Mi girai; era Billie.
"Sei davvero tu?"
"Sì, perchè?"
"Io.. io ti ho visto fuori in mensa, eri lì e mi guardavi."
"Ti sbagli. Oggi non ci sono andato a scuola."
Mi prese un braccio.
"Vieni, andiamo in un posto più coperto."
Mi portò in un parco; sembrava abbandonato anche quello.
"Mettiamoci sotto quest'albero; staremo al sicuro."
Ci sedemmo.
"Ehm, ecco io volevo scusarmi per essere stato un pò scontroso l'altra volta. Sicuramente ti sarò risultato antipatico."
"No, per niente. Vorrei solo sapere il motivo per il quale l'altro giorno te ne sei andato così presto."
Si fece cupo.
"Avevo un impegno."
"Allora perchè non l'hai detto prima?"
"Me ne sono ricordato solo dopo. Ehi aspetta, ma che cosa vuoi? Io non ti conosco nemmeno."
"Ti vorrei ricordare che sei stato tu a portarmi qui."
Sorrise.
"Ti va una sigaretta?" mi guardò e tirò fuori un pacchetto un pò spiaccicato.
"Sì grazie."
Accese una sigaretta e me la mise in bocca.
"Grazie ma potevo anche farlo da sola."
Lui abbassò lo sguardo.
"Comunque.. siete davvero bravi tu e la tua band."
"Grazie, anche se molta gente sembra non apprezzare."
"Beh, allora sono dei coglioni. Perchè avete talento."
Si girò verso di me e mi guardò.
Era stupendo. 
Poi si girò di nuovo e guardò il cielo.
I suoi occhi brillavano.Stavolta erano di un verde molto chiaro.
"E' tardi, ti accompagno a casa."
"Tu non sai dove abito."
Si alzò e mi prese la mano per tirarmi su.
Tirò talmente forte che gli caddi tra le braccia.
Aveva un buon odore.
"Scusa."
"Non preoccuparti non fa niente."
Ci incamminammo.
Arrivati davanti casa, mi guardò dritto negli occhi.
Non mi avrebbe baciata, ci conoscevamo da massimo due ore.
"Bene, allora ci vediamo."
Ci vediamo.
Ma ci saremmo visti ancora? 
"Certo."
Mi sorrise e se ne andò.
Così rimasi lì, sotto la pioggia a guardarlo mentre spariva piano piano in lontananza.


ANGOLO DELL'AUTRICE
Ed ecco il terzo capitolo c:
Ci è voluto un pò per scriverlo, perchè non avevo l'ispirazione, poi ascoltando i Nirvana si è accesa una lampadina (?)
E' un pochino più corto rispetto agli altri, ma volevo che l'incontro tra Justine e Billie fosse molto breve. 



 
  
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