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Autore: WalkingContradiction    05/08/2013    1 recensioni
Mi chiamo Billie Joe Armstrong. Ho Vent'anni. Vivo a Oakland, al 432 di Liberty Street e lavoro nel pub Black Trees, a 100 m da casa mia.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Walk Away

Hello, I'm...

 

Mi chiamo Billie Joe Armstrong. Ho Vent'anni. Vivo a Oakland, al 432 di Liberty Street e lavoro nel pub Black Trees, a 100 m da casa mia.

Non ho nient'altro da dire... mia madre si chiama Ollie e mio padre Andrew. Oh si! ho anche dei fratelli più grandi...

Ma non è importante, cosa sono oltre a nomi scritti su un sudicio foglio informativo rimasto segregato in uno dei tanti cassetti dell'orfanotrofio dove sono cresciuto?

Già... ho scoperto due anni fa di non essere solo al mondo; ma non me ne fotte un cazzo, non farò il figliol prodigo, sono cresciuto solo e vivrò solo.

Ora sono le otto e fra mezz'ora devo essere al locale a servire i primi ubriaconi del giorno e a leccare il culo a Jhon, il proprietario, se non voglio ritrovarmi sotto i ponti in men che non si dica.

Mangio velocemente un paio di fette biscottate e mando giù un bel bicchiere di latte.

Infilo la divisa e sopra il mio solito felpone enorme. Era di un ragazzo dell'istituto che me l'ha regalato prima di andarsene, lo porto sempre con me.

Prendo le chiavi ed il portafoglio ed esco di casa trafficando a lungo con la serratura ormai secolare.

Fuori c'è un potente sole nonostante sia ormai fine Settembre, ne sono felice, mi piace il caldo nonostante non abbia mai il tempo ed i soldi di andare qualche giorno al mare.

Mi tiro giù il cappuccio della felpa e mi passo una mano fra i miei scomposti capelli corvini, mi dimentico quasi sempre di pettinarli.

" Ehi" Mi saluta una voce.

Mi giro sorridendo, è Mike, il mio migliore amico da una vita. Andiamo sempre al lavoro insieme la mattina.

Alzò la testa per incrociare i suoi occhi. è un ragazzo molto più alto e possente di me, a volte mi sento a disagio accanto a lui, soprattutto quando si tratta di ragazze... lui è così bello, mentre io valgo meno di zero.

I miei tratti dolci e quasi femminili e la mia arietta innocente mi rendono facile presa delle discriminazioni.

" Buongiorno" Mi dice scostandosi i capelli biondissimi dagli occhi color cielo.

" Ciao Mike" Ricambio con un cenno della testa.

Lui si avvicina e mi sfiora una guancia " Sei più pallido del solito, amico" Nota " Stai bene?"

Annuisco " Non è niente, ieri sera avevo un po' di febbre , ma ora sto bene"

Annuisce poco convinto " Andiamo allora?"

" Certo" Dico seguendolo a ruota.

Raggiungiamo il Black Trees pochi minuti dopo e subito mi fiondo al bancone, mentre Mike corre in cucina.

" Ciao Bill" Mi saluta Erika, mentre porta dei caffé a due giovani studenti mattinieri " Buon mattino"

" Ehi Erika" Ricambio scoccandole un affettuoso bacio sulla guancia " già che sgobbi??" La prendo in giro.

Lei mi guarda male " Guarda che qui si inizia alle 8:15 non alle 8:30, caro mio"

Le faccio cenno di tacere " Godiamoci il silenzio del locale privo di clienti" Dico.

La sento sbuffare e sorrido: mi piace farla arrabbiare.

" Buongiorno Billie" Mi saluta Jhon " Di nuovo in ritardo?" Mi rimprovera.

Abbasso lo sguardo " Mi scusi, faccio quel che posso"

Lui mi sorride, la carta compassione fuziona sempre " Questa volta la passi, ma ora inizia a lavorare, fra poco arriveranno tutti i clienti"

" certo, grazie mille" Gli sorrido prendendo le tazzine del caffé e cominciando a lucidarle per bene.

tutti i clienti... non entrava quasi mai nessuno di giorno...

" Due coche e un sadwich" Ordina Erika poggiandosi al bancone.

" Subito" Rispondo velocemente.

" Bill hai mangiato questa mattina?" Ti chiede.

" Si perchè??" Domandi cercando il suo sguardo.

Lei alza le spalle " Conosco le tue abitudini, e cerco di cambiarle"

" Ti ho detto che ho mangiato, non devi farmi da mamma" Le rispondo un po' irritato porgendole l'ordine "Non far aspettare i clienti"

" Non sei mai stato bravo a mentire, Billie" Mi dice prima di allontanarti.

Sbuffo massaggiandomi le tempie.... a volte quella ragazza rompeva proprio le scatole.

" Nervoso già di prima mattina?"

Alzo gli occhi, chi aveva parlato??

davanti a me c'è un ragazzo dai lunghi capelli castani e gli occhi color nocciola, mi sorride amichevole " Buongiorno"

" 'giorno" Rispondo accennando un sorriso " Cosa desidera?"
" Non hai risposto alla mia domanda" Mi dice.

Lo guardo interdetto " Da quando è il cliente che fa domande??"

il suo sorriso si allarga " Si capisce dalle rughe che si formano intorno ai tuoi occhi, scommetto che non ce le hai sempre"

" e quindi??" Domando irritato.

" Quindi che??" Mi risponde penetrandomi con il suo sguardo scuro e intenso "è una considerazione"

" Fatta da uno sconosciuto" Preciso.

" Ah!" Risponde lui battendo una mano sul balcone " Alan Parker! Piacere!"

Afferrò la sua mano un po' tentennante " Billie Joe Armstrong"

Lui mi sorride " Ora puoi farmi quella domanda"

" Domanda?" Domando confuso.

Lui scoppia a ridere " Quella che fanno i camerieri, Billie?"

Mi sento avampare di vergogna, mentre gli chiedo l'ordinazione, che vergogna!!

" Un birra, grazie" Mi sorride prima di tirar fuori i soldi dal portafoglio.

Li prendo e mi allontano verso il frigo per prendere la birra... che tipo strano quel Alan...

 
  
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