Serie TV > I Cesaroni
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Autore: saramichy    07/08/2013    3 recensioni
Non sono stata soddisfatta della fine di questa quinta stagione, perciò ho deciso di scrivere un'ipotetica sesta stagione per questo telefilm.
Dal prologo:
Non poteva sopportare di vivere in quella mansarda un minuto di più, avrebbe cancellato il ricordo di Marco dal suo cuore, senza per questo togliere a Marta il padre. Con un piano già preciso in testa, scese in cucina per parlare con sua madre.
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Non sopportava di piangere come un bambino di due anni, si rialzò dal letto e prese una decisione: sarebbe andato a studiare al DAMS di Roma, ma avrebbe abbandonato casa Cesaroni. C'erano troppi ricordi tristi e lui aveva bisogno di ricominciare daccapo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Eva Cudicini, Marco Cesaroni, Quasi tutti, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una cena col botto

Inaugurazione con rissa:


Erano passati altri tre giorni e Marco non aveva ancora fatto pace con Maya, la ragazza si era intestardita sulla questione del tradimento e lui non capiva davvero perché se la fosse presa così tanto. Aveva lavorato tutti i giorni assieme a Sofia, la quale sembrava aver ripreso la sua normale vita dopo il loro piccolo incidente: il suo fidanzato l'aveva perdonata ed erano sposati da due anni ormai. Nella mente di Marco era passato per qualche istante una sorta di rabbia mista a rimpianto, avrebbe di gran lunga voluto essere al posto di Sofia, avrebbe voluto essere perdonato ed aver sposato Eva due anni e mezzo prima, ma forse se lo era meritato il destino che aveva avuto e quello che gli rimaneva erano solo rimpianti e con quella consapevolezza iniziò a comporre una nuova canzone che per quanto parlasse del presente, era pur sempre un ricordo vivo del passato.

Quella sera avrebbe dovuto andare all'inaugurazione di un ristorante con Walter. A quanto pare suo suocero non poteva presenziare ed aveva chiesto a lui di andare, la cosa gli era sembrata strana, anche perché aveva scelto lui come accompagnatore piuttosto che Carlotta, ma Walter gli aveva detto che lei doveva uscire con Eva e Marta ed allora si era convinto ad accettare. Non poteva sapere che il ristorante fosse di Alex e che Carlotta, sua figlia ed Eva sarebbero state presenti e la cosa gli avrebbe dato un enorme fastidio.

Preparandosi per l'inaugurazione si disse che in fondo poteva fare a meno persino di Maya, non ci aveva molto pensato in quei giorni, soprattutto perché riteneva che lei avesse torto. Walter arrivò stranamente in orario, cosa assai strana per un tipo come lui. Marco era già pronto ed i due si avviarono verso il ristorante, a quanto pare non distava molto dal quartiere della Garbatella, anzi era abbastanza vicino.

Davanti al locale c'era un tizio che controllava gli inviti, Walter gli mostrò il loro e subito entrarono dentro al ristorante. Era assai particolare, curato in ogni minimo dettaglio, ricordava molto la città di New York, forse il cuoco veniva da lì pensò Marco. Ammirarono la riproduzione della statua della libertà che campeggiava in fondo alla sala, era un bel dipinto e chiunque l'avesse fatto l'aveva vista dal vivo almeno una volta.

Walter e Marco si avviarono verso il banchetto a buffet e lì Marco rimase spiazzato perché di fronte a lui c'era Alex, il suo antico rivale. Persino Alex rimase colpito dalla cosa, ma glissò elegantemente sulla faccenda e li salutò come si fa con dei vecchi amici.

«Walter, Marco, ma che piacere vedervi. Non credevo aveste un invito, dite la verità ve ne hanno propinato uno senza sapere di chi fosse il locale, giusto?»

Walter tergiversò, segno che lui sapeva benissimo dove sarebbero andati, ma Marco rispose sicuro di sé.

«A quanto pare lui lo sapeva, io sono stato incastrato.»

Alex rise, per stemperare la discussione e non fare scenate davanti alla gente.

«So che se avessi saputo che il locale era mio non saresti venuto, ma a me fa piacere vederti. Non nutro alcun rancore nei tuoi confronti per il passato.»

Marco pensava che Alex fosse diventato pazzo. Certo lui non nutriva alcun rancore, anche perché si era sfogato su di lui appena saputo che la bambina di Eva non era sua, aveva portato il segno sul labbro per almeno un mese.

«Già, nessun rancore.»

Lo disse, ma non lo pensava affatto. Lui nutriva ancora del rancore, anche se forse non avrebbe dovuto.

Dopo qualche minuto, arrivarono nel ristorante anche Eva, Carlotta e Marta e il sangue nelle vene di Marco ribollì di rabbia. Perché Eva aveva portato sua figlia in quel posto? Non poteva venire da sola con Carlotta? Non riusciva a credere che potesse realmente presentare sua figlia al suo ex, che poi era davvero un ex o c'era qualcosa di più tra loro?

Gli interrogativi dovettero aspettare, Alex andò loro incontro, abbracciò Carlotta, baciò Eva su una guancia e si rivolse in maniera assai gentile verso la bambina che gli fece un piccolo sorriso, mentre il cuore di Marco rodeva di gelosia, per Eva o per Marta? Non avrebbe saputo rispondere in quel momento, sapeva solamente che doveva distrarsi altrimenti sarebbe successo il finimondo.

Walter lo portò a mangiare qualcosa e Marco dovette ammettere che, nonostante tutto, Alex cucinava assai bene. Il suo sguardo, però, era assai attirato dalla visione di Eva che portava un vestito rosso fuoco da far girare la testa a tutti gli altri uomini presenti in sala, anche se era costantemente al fianco di Alex, cosa che gli risultava sgradita. Walter lo guardava e sorrideva sotto i baffi, forse Carlotta aveva ragione, Marco era ancora molto preso da Eva, solo che non voleva ammetterlo nemmeno a sé stesso.

La serata passò in quel modo, con Eva che sorrideva ad Alex, Marta che ogni tanto applaudiva, Carlotta che controllava la situazione assieme a Walter e Marco che si rodeva anche il fegato. Ad un certo punto, Alex portò Eva in cucina per farle vedere qualcosa e Marco, non capendo più dove si fermava il suo ruolo di ex-ragazzo, chiese a Walter di prendere sua figlia e portarla fuori dal locale. Walter non si aspettava una reazione del genere e, quando si avvicinò a Carlotta per salutare la piccola Marta, non pensava che Marco si sarebbe fiondato in cucina.

«Carlotta, porta fuori la bambina, ho paura che stia per succedere un finimondo.»

La ragazza ubbidì alla richiesta, mentre Walter correva dietro a Marco per cercare di fermarlo, cosa che non gli riuscì. Marco era entrato in cucina desideroso di ripagare con la stessa moneta di quattro anni prima Alex. Gli sferrò un pugno sul labbro e un'altro sul naso, si fermò solamente perché Eva si mise ad urlargli contro.

«Marco, ma sei impazzito? Che diamine ci fai qui e come ti sei permesso di colpire Alex in quel modo e nel suo locale?»

Marco, improvvisamente, tornò padrone delle sue azioni e si scusò con Alex.

«Alex, scusami. Io davvero non so cosa mi sia preso...»

Il ragazzo era costernato e non sapeva come scusarsi perché non sapeva che cosa gli era realmente preso.

«Non ti preoccupare, hai solo pareggiato i conti per quattro anni fa. Tranquillo, come ti ho detto prima, io non porto rancore.»

Eva pensava che Alex fosse maturato ancora di più, mentre Marco era rimasto il solito ragazzino egoista ed egocentrico di sempre. Rabbrividiva dalla rabbia e, quando parlò con Marco, gli intimò di uscire fuori a discutere con lei.

«Tu, idiota di un Cesaroni, adesso vieni fuori che dobbiamo parlare.»

Marco ubbidì come un cagnolino bastonato, mentre Eva lo trascinava fuori dal locale per un braccio.

«Tu devi essere completamente rimbambito. Ringrazia che Alex non ti abbia buttato fuori dal locale a calci nel sedere, cosa che io avrei sicuramente fatto, e che non ti abbia denunciato per aggressione. Cosa diavolo ti è preso?»

Marco non sapeva davvero rispondere, ma non voleva abbandonare la discussione.

«Tu hai portato qui mia figlia, senza dirmelo e mi chiedi che cosa mi è preso? Cosa volevi dimostrare che Alex sarebbe un padre migliore di me? E' questo che pensi?»

Eva non capiva davvero cosa stava dicendo Marco, le sue erano riflessioni tutt'altro che normali.

«Guarda che ho portato mia figlia, perché ti ricordo che io sono pur sempre la madre, per farla divertire, non per fargli vedere suo padre che gioca alla lotta con il mio ex.»

«Ho sbagliato, va bene, ma tu non avevi diritto di portarla qui senza dirmi niente.»

«Marco, tu sei davvero un bambino egocentrico, come diamine fai a dire certe cose. Io non ho portato Marta qui per farti stare male, volevo solo che anche lei si divertisse. Sono mesi che usciamo solo io e lei, tu non c'eri e me la sono portata dietro dovunque andassi per non farle sentire la tua mancanza.»

«Lo so e mi dispiace. Io non so davvero come scusarmi, sono stato stupido o forse ero solamente geloso che mia figlia conoscesse Alex, non lo so.»

Eva parve comprendere le inquietudini di Marco, erano le stesse che aveva lei quando Marta giocava con Maya. Poteva capire che avesse della gelosia nei confronti della figlia, ma in cucina lei non c'era e non capiva lo scatto di ira nei confronti di Alex.

«Non hai dato un bello spettacolo di te, Marco. Hai detto che dovevamo ricucire un rapporto per il bene di Marta, ma tu hai di nuovo messo in discussione tutto.»

«Ti prego, lo so. Perdonami, ti chiedo solo questo e prometto che diventerò più responsabile.»

«Va bene, per adesso torniamo a casa. Non so se ti perdonerò tanto facilmente, ma ci proverò. Adesso torniamo a casa tutti insieme, Marta ti cercava.»

«Davvero?»

«Si, è tutta la sera che ti segue dall'altra parte della sala e dice a tutti che il suo papà è il migliore del mondo.»

«La mia bambina. Andiamo a casa che voglio giocare con lei.»

I tre, seguiti a ruota da Carlotta e Walter, si recarono a casa Cesaroni, dove Marco si mise a giocare con la torre dei lego assieme a Marta. Forse ci sarebbe voluto del tempo per capire i suoi veri sentimenti, per il momento Marco voleva solo godersi la sua bambina e non dover pensare a nient'altro.





  
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