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Autore: eos75    07/08/2013    6 recensioni
Non aveva mai creduto ai colpi di fulmine, fino a quando non vide le sue mani...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai creduto ai colpi di fulmine, ho sempre pensato che l’innamoramento debba avvenire dopo una più o meno lunga frequentazione, che sia un’emozione che cresce man mano che ci si conosce e giunge lentamente all’idillio perfetto.
L’amore a prima vista, dicevo, non fa per me.
Poi un giorno ho visto *lui*, o forse dovrei dire che ho visto le sue mani…
Ditemi pure che sono una perversa feticista, ma la parte del corpo che preferisco in assoluto in un uomo, sono le mani.
E le sue erano perfette, dalle dita lunghe e affusolate, non ossute né delicate, forti ma non grezze. 
Un brivido mi percorse nell’istante stesso in cui le tolse dalle tasche del giubbino di jeans e cominciò a muoverle mentre parlava con Giorgio, il proprietario del negozio.
La mia attenzione fu completamente catalizzata da quelle opere d’arte che si muovevano in gesti sicuri e mascolini, ora agganciandosi al passante della cintura, ora andando alle labbra, posandovisi in atteggiamento d’ascolto.
Le volevo.
Le volevo su di me, desideravo con ogni fibra del mio essere che mi toccassero, carezzassero in quel modo che, ne ero certa, mi avrebbe regalato un’estasi sublime.
Finalmente mi vide e, lo ammetto, l’ammirazione che lessi nel suo sguardo mi fa gongolare a tutt’oggi.
Col fiato mozzato e la bocca semiaperta mi fissò per alcuni istanti, mentre Giorgio osservava prima me e poi lui con aria maliziosa.
“Niente male, vero?”
Devo a quel vecchio marpione se quelle mani si posarono finalmente su di me, dapprima sfiorandomi reverenti come fossi fatta di porcellana, poi sempre più sicure ed esperte. Scivolavano, premevano, pizzicavano dolcemente e ad ogni tocco fremevo e vibravo di pura felicità, di assoluto piacere.
Ancora oggi, quindici anni dopo quel giorno, è così: le stesse sensazioni, le stesse emozioni ogni giorno, ogni ora che passiamo insieme.
Sulla spiaggia al tramonto, seduti sulle scale di una chiesa o nel corridoio di un treno, nel cortile della scuola o sul letto di camera sua.
Le altre sono gelose di me, avverto le occhiate velenose che mi lanciano, qualcuna ha tentato perfino di farmi del male! Ma lui ha subito allontanato la disgraziata assassina, che se n’è uscita sculettando dalla sua vita dandogli del folle.
Ci sono stati, in verità, momenti in cui temevo m’avrebbe lasciata per un’altra, più giovane o più bella…
Ma dopo poco tornava da me, con un sorriso malinconico e colpevole.
“Lo sai che non posso fare a meno di te!” Mi sussurrava piano, sfiorandomi.
E l’ebbrezza tornava, insieme alla musica che avvolgeva entrambi nel suo folle delirio di dolore e piacere, fino a sublimare in orgasmi ogni volta più forti e sconvolgenti, lasciandoci sfiniti e paghi. Fino alla volta successiva.
E’ un rapporto fatto di equilibri sottili il nostro, retti da quella dea incostante che è l’Ispirazione. Quand’ella lo abbandona, non mi tocca per giorni, settimane e io languo in un angolo della sua esistenza, struggendomi. Una sensazione acuta d’inutilità mi pervade ed il mio mutismo diviene duro e ostinato.
Quando la dea bizzosa gli si accompagna, posso avvertirla scorrere in quelle dita meravigliose che mi carezzano per ore mentre, soli, ci concediamo attimi d’estasi pura.


“Ehi, Simo, ma non ti sei stancato di quella vecchia Fender?” 
“Non scherzare, Gio, questa è l’unica donna che non mi tradirà mai!”
   
 
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