Nota dell’autore: La prima parte di questo capitolo è strutturata come i discorsi in parallelo, molto comuni in Tru Calling, dove si può confrontare le idee dei vari “gruppi”. Ad ogni spazio si cambia luogo, ma non discorso.
Le
parti in blu sono i flashback.
Capitolo
4:
‘Lo scambio’
Tru si svegliò di
soprassalto. «Possibile che
quest’anno non finisca mai?!» disse.
Si alzò in fretta e
furia. Corse a prendere i primi
vestiti che trovò.
Guardò le ore: 09.21.
In tre minuti si era vestita ed era
pronta ad
uscire. Prese il cellulare e le chiavi e si gettò verso la
porta. La aprì.
Davanti alla porta stava per
bussare Harrison.
«Harrison! Ora non ho
temp...» disse, ma Harrison
la interruppe.
«Tru, è
successa una cosa...».
«Cosa
c’è, Harrison?!?! Non ho tempo... E’ uno
di
quei giorni!!».
«Tru, devi
ascoltarmi!».
«Harrison, non posso!
Devo andare a salvare una
donna!».
«E io devo salvare
te!» fece lui.
Tru rimase immobile, senza aver
capito il vero senso
di quelle parole.
«Tru...» disse
Harrison. «Ho rivissuto questa
giornata!».
«Cosa?!». Tru
rimase scioccata.
«Sì... Davis,
Tru e Harrison ne stanno parlando in questo
momento!» spiegò Carrie, mentre origliava
all’obitorio.
Richard guardò Jack.
«Ma è una cosa...».
«Guarda che ti ho
sentito!» urlò Harrison,
dall’ufficio. «Ti giuro che è vera! Ne
sono sicuro!».
«Harrison ne era
sicuro!» rispose Carrie a Richard.
Questi non sapeva cosa pensare.
«E’ ovvio che questa
volta le carte in gioco sono cambiate ancora...» fece il
padre di Tru. «Stai
già pensando a qualcosa?» chiese poi.
«Questa volta non
è semplice...» disse Jack. «Non
posso essere troppo esplicito nei movimenti, altrimenti Tru si
insospettirebbe!».
Richard annuì.
«Noi sappiamo che
Harrison ha rivissuto la sua
giornata, ma io non ho rivissuto il mio giorno
due…» spiegò Jack, cupo. «Non
ricordo nulla della giornata di oggi. Io sono l’opposto di
Tru, sì...».
«Ma non di
Harrison!» finì Richard.
Jack guardò negli occhi
Richard e poteva quasi
vedere la sua mente lavorare un piano.
«Siamo in
svantaggio...» commentò Jack.
«Perché?»
chiese Davis, ancora incredulo.
«E’ ovvio che
Jack non può sapere che io sono morta
e che Harrison sta rivivendo la sua giornata per salvarmi, quindi
bisogna fare
in modo che io salvi Linda come nel mio giorno due...».
«... che sarebbe il
giorno uno di Harrison...» aggiunse
Davis.
«... sì, ma
senza che io debba morire!».
«Ma resta comunque un
grande interrogativo...» fece
Davis, preoccupato.
«Quale?» chiese
Harrison.
«Sappiamo che Jack
è l’opposto di Tru, ma non può
essere anche il tuo…» rispose l’uomo.
«Ma come facciamo a
sapere chi sia l’opposto di
Harrison?» domandò Tru.
«Farò fare
delle ricerche...» disse Richard.
«Non cambi
mai...» fece Jack sorridendo.
«Proveremo a scovarlo, ma
l’importante è che fino a
quando non si presenta l’opposto di mio figlio, dovrai fare
tu il suo lavoro!!»
spiegò Richard, molto serio.
«Quindi dovrò
fare in modo che... che...». Jack non
voleva finire la frase: aveva paura.
«... che Tru
muoia?» finì Richard. «Sai che il
Destino
non può permettersi di essere cambiato...».
Jack non sapeva cosa fare: doveva
imparare ad
accettare che Tru meritasse quella fine o doveva chiedersi se faceva
veramente
bene a lasciarla morire?
Harrison spalancò gli
occhi. «Tru...».
«E’ molto
importante, fratellino!».
«Lo so, ma sai che io non
sono bravo in queste
cose...».
«E invece puoi esserlo!
Sforzati! So che puoi
farcela!» esclamò Tru.
«Ehm, vediamo... appena
sveglia mi hai chiesto di
comprare le cose per la festa, poi... poi mi hai chiesto se Davis aveva
chiesto
a me di controllare Jack...».
«Perché tutto
sembrava troppo semplice…» continuò
Tru. «Era il mio piano: farle ricomprare lo champagne e
seguirla fino a casa. Avevo
bisogno di qualcuno che controllasse Jack. Era efficace, ma facile da
sabotare…
Ed infatti Jack deve esserci riuscito in qualche
modo…»
«La cosa strana
è che non siamo riusciti a
controllarlo…» fece Davis. «Mi stupisco
delle risorse che ha… Devo chiedermi se
lavori da solo…».
«Non è questo
il momento di pensare a queste cose!»
disse Tru. «Quindi… Jack ha sabotato in qualche
modo il mio piano senza che ce
ne accorgessimo… Come ha fatto?!! Dobbiamo cambiare
tutto!!».
«Andiamo nel mio
ufficio…» disse Davis.
«Hai
ragione…» fece Jack. «Tru
rimarrà appiccicata
come una sanguisuga a Linda Gordon!».
«Sono andati
nell’ufficio di Davis…» fece la voce di
Carrie dal cellulare. «Non riesco più a sentirli.
Jack, riusciresti a
controllare la vittima se io vado a interromperli?».
«Non farlo!»
esclamò Richard. «Non devi
interromperli ora...».
«Cosa?»
domandò Jack, confuso.
«Lascia che organizzino
il loro piano, Jack!».
«Cosa stai dicendo? Non
vuoi che li fermi?».
«Ho solo detto di
lasciarli organizzare il loro
piano» fece Richard, calmo. «Sapremo presto cosa
vorranno fare!».
«E come?»
chiese Jack.
«Me lo dirà
Davis…» fece Carrie, dietro la porta
dell’obitorio. La donna sorrise e chiuse il cellulare. Diede
un’ultima occhiata
all’ufficio e si voltò verso l’ascensore.
Ore 10.46
«Oh, mi
scusi!!» disse Jack.
«Mi scusi
lei…» disse Linda.
«No, davvero!
E’ tutta colpa mia! Sono così sbadato
quando faccio al spesa al supermercato…».
«Non si
preoccupi!» fece Linda, sorridendo.
«L’importante è che non si sia rotto
nulla! E meno male che non ho ancora preso
lo champagne…».
«Ecco cosa mi sono
dimenticato!! Sa, nella vita da
single mi devo ricordare tutto io… Non
c’è più mia moglie che mi fa la
spesa!!»
fece Jack, con finto rimpianto di una vita da matrimonio.
Linda rimase in silenzio. Anzi,
quella frase
sembrava averla turbata molto.
«Che cosa le
succede?» chiese Jack, delicatamente.
«No…»
fece la donna. «No, niente! Niente… E’
solo
che…».
«Oh, no! Mi
scusi…» fece Jack. «Non mi dica che suo
marito è…».
Linda annuì.
«Oh, mi dispiace
tantissimo! Non so proprio cosa
fare... Anche mia moglie è morta...».
Linda alzò lo sguardo
verso Jack, incredula.
«Sì...»
fece lui. «Se ne è andata
suicidandosi...».
«Oh, mio Dio!»
disse Linda. «Che fine orribile... E
lei come l’ha presa?».
«Insomma, il primo
periodo è stato molto difficile:
mi chiudevo in me stesso, non parlavo con nessuno, evitavo gli amici...
ma poi
ho ricominciato a vivere! Ho capito che... che la mia vita non finiva
dove era
terminata quella di mia moglie!!».
«Sembra la perfetta
rappresentazione della mia
vita... almeno fino a “evitato gli
amici”...» fece Linda.
Jack rimase in silenzio per qualche
secondo, poi
parlò. «Cosa fa stasera?».
«Emh, scusi?»
fece Linda, credendo di aver capito
male.
«Non riesco a sopportare
di vedere una così bella donna
in questo stato... E visto che stasera io a capodanno sono a casa da
solo, le
volevo chiedere se le andasse di passarlo con me... Non le
accadrà nulla! Non
si preoccupi!!».
Linda non sapeva cosa fare:
accettare o no? Il
ricordo del marito la perseguitava ancora.
«Mi scusi...»
fece Jack. «Non dovev...».
«No...» lo
interrupe la donna. «Non... non si deve
preoccupare...».
«Sa cosa le dico... le
lascio il mio numero! Così se
vorrà cenare con me stasera, basterà che mi
chiami!!».
Linda era molto confusa, ma
lasciò che l’uomo prese
un pezzo di carta, vi scrisse sopra il numero e glielo porse.
«Emh...
grazie...» disse lei, esitando a prendere il
numero.
Jack le sorrise e quel sorriso
sembrava averle
aperto di nuovo il cuore. Anche lei gli sorrise.
«Quell’espressione
vuol dire che la rivedrò
presto...?» chiese Jack.
«Linda. Mi chiamo...
sì, Linda!». Era molto
imbarazzata.
«Piacere...»
fece lui porgendole la mano. «Il mio
nome è Jack, Jack Harper...».
La donna gli strinse delicatamente
la mano.
«Allora aspetto la sua
chiamata! Non mi lasci solo a
capodanno...».
Linda gli sorrise.
Jack non poté far altro
che sorriderle: era già
caduta nella trappola.
Ore 10.54
Jack aveva modificato il corso
della giornata, ma
faceva tutto parte del suo piano.
Linda sarebbe uscita qualche minuto
dopo a causa
dell’incontro con lui, ma lui non poteva notare una donna
giovane, sulla
ventina, capelli lunghi castani, sciolti, che volavano
nell’aria mentre correva
il più velocemente possibile: Tru stava entrando nel
supermercato. E questo
poteva significare solo una cosa: la sfida era iniziata.
Jack lasciò il suo
carrello alla cassa, fissando
fuori dalla vetrata del supermercato, senza staccare mai gli occhi dal
suo
bersaglio, ovvero Tru che stava per attraversare la strada.
Tru stava per entrare nel Gray
Market quando Jack le
bloccò la porta.
«Guarda chi si
vede!» disse lui. «Come va, oggi?».
«Cosa diavolo ci fai qui,
tu?» chiese Tru, sorpresa.
Jack, nel giorno uno non aveva incontrato Linda nel supermercato.
«Sono venuto a fare la
spesa per stasera. Io e la
morte ceniamo a nume di candela, sai…» fece Jack.
«Oh, mi dispiace: un
altro capodanno da solo…»
ribatté Tru.
Jack sorrise: la competizione con
Tru era sempre
divertente. «Già, ma resta il fatto che oggi
dovrai stare molto attenta, cara
vecchia Tru...» disse.
«E perché
dovrei?» chiese Tru. Aveva l’impressione
che lui, ancora una volta, sapesse qualcosa, che fosse nuovamente una
marcia
avanti a lei.
«Perché Linda
è una donna molto debole, fragile...
facilmente manipolabile!! Meno male che il Destino mi rende le cose un
po’
facili...» fece l’uomo, sorridendo.
Tru tirò un sospiro di
sollievo: Jack non sapeva che
Tru era morta quella sera. «Quindi... Quindi ammetti che la
concorrenza non è
facile da battere?» aggiunse, facendo un piccolo sorriso.
Jack sorrise ancora.
«Ammetto che la competizione è
forte, ma non per questo non riesco a batterla!».
Il sorriso di Tru scomparve.
«Dov’è?». Non aveva
tempo da perdere.
«Dov’è
chi?» fece Jack sarcastico.
Tru si spostò senza
neanche ribattere.
«Ah, ti riferisci a
Linda!! Sì, ecco... sta uscendo
proprio ora dal supermercato... lì, dietro di te!»
spiegò Jack.
Tru si voltò di scatto
dietro di lei, verso l’uscita
del Gray Market, esattamente di fianco all’entrata. Linda
Gordon stava uscendo:
come fare?
Ma un particolare inquietante la
fermò: nella borsa
della donna c’era una bottiglia di champagne.
«Cosa
diavolo...?» sussurrò tra sé e
sé Tru,
voltandosi poi verso Jack. «Come mai ha una bottiglia di
champagne nella borsa
della sua spesa? Cosa diavolo stai architettando?».
«Io?» fece
Jack. «Io... Qui io non c’entro niente,
credo! E’ Linda che ha preso lo champagne!!».
«Non ci
credo...». Tru si voltò e uscì dal
supermercato di corsa.
Jack fece un sorriso e
andò a pagare la sua spesa.
Tru aprì la porta e si
ritrovò sul marciapiede. Alla
sua destra, pochi metri più avanti, Linda Gordon stava
svoltando l’angolo. Tru
prese fiato e corse il più veloce che poteva: cosa voleva
fare Jack? Perché le
aveva ricordato di comprare lo champagne quando il suo compito era far
si che
se ne dimenticasse ancora?
Tru svoltò
l’angolo e vide Linda camminare
tranquillamente. Chiedendosi dove sarebbe andata, la risposta le arrivo
subito
in mente.
“Tru e
Linda stavano
attraversando una scorciatoia
che conduceva a casa della vittima.
«Faccio
sempre
questa scorciatoia...» disse Linda.”
E Tru conosceva un’altra
scorciatoia per arrivare
più in fretta a casa di Linda. Sarebbe arrivata prima di lei
e sarebbe riuscita
a controllare che arrivasse in casa con la bottiglia di champagne.
Subito
svoltò a destra.
Linda stava camminando nella
scorciatoia che tutti i
giorni prendeva per tornare a casa dal supermarket.
Da dietro un cassonetto
sbucò fuori un uomo con un
passamontagna. Aveva un coltello in mano. «Mi dia tutto
quello che ha!!» urlò.
Linda lasciò cadere
tutto a terra e spaventata
cominciò ad eseguire gli ordini dell’uomo.
Jack entrò nella via,
con le borse in mano.
Sia il rapinatore che Linda si
spaventarono.
Jack lasciò cadere le
sue borse della spesa e subito
si gettò verso Linda.
«Jack,
aiutami!!» esclamò.
Lo scippatore strappò
via dal collo di Linda una
collana che indossava e immediatamente si dileguò.
Jack arrivò da Linda,
che intanto si era gettata a
terra.
«Come sta? Tutto
bene?» chiese Jack, fingendosi
preoccupato.
«Sì...
credo...» disse Linda. «Per fortuna è
arrivato lei...».
Tru vide un uomo uscire dalla
scorciatoia di corsa,
esattamente da dove sarebbe dovuta uscire Linda. In mano aveva un
passamontagna, una collana ed un coltello.
Tru sentì un brivido
lungo la schiena.
“«...
e
poi puoi stare sicura perché non ci viene
mai nessuno di pericoloso, visto che ogni tanto passa qualcuno della
polizia!!».”
Quella strada non era poi
così sicura. Ma il fatto
più sconcertante è che nel primo giorno 2,
Harrison non aveva mai accennato al
fatto che Linda potesse essere stata rapinata in quel vialetto. Cosa
stava
succedendo? Cosa stava cambiando? E perché?
Quando svoltò
l’angolo, le fu quasi tutto chiaro:
vide Jack aiutare Linda ad alzarsi.
«Mi
dispiace...».
Tru lo sentiva anche da lontano.
Cominciò ad
avvicinarsi a passo svelto.
«Guardi... tutte le sue
cose...» fece Jack, vedendo
le borse della spesa di Linda per terra, distrutte.
«Non si
preoccupi...» disse la donna.
«E invece
sì... il cibo... lo champagne... è tutto
andato, ormai! Stasera viene a cena da me! Senza
discutere...».
Linda sorrise.
«E le
ricomprerò io tutta la spesa...».
Linda rimase impressionata dalla
gentilezza
dell’uomo.
«Va tutto
bene...?» chiese Tru, avvicinandosi
svelta.
«Certo!» disse
Jack. «Va tutto bene...».
«A me non
sembrerebbe...» disse Tru.
«Sono appena stata
aggredita da un rapinatore...»
spiegò Linda. «Per fortuna è
arrivato... Jack che mi ha aiutato...».
«Già, una vera
fortuna...» commentò Tru.
«Beh, ora credo sia tutto
a posto... La accompagno a
casa io!» fece Jack.
Linda sorrise.
«Se volete che vi
aiuti...» intervenne Tru.
Tru guardò Linda.
«E’ sicura che non serva una
mano?».
Jack prese Linda per le mani e la
guardò sorridendo.
Linda si sentì sicura e
fissò per qualche secondo
gli occhi di Jack. Poi si voltò verso Tru.
«Grazie... Ma non mi serve nulla...
Mi aiuterà Jack!».
Jack sorrise e guardò
Tru.
Lei incassò il colpo e
si voltò. La sua mente si
mise subito a lavorare.
Cosa stava succedendo?
Cos’era cambiato rispetto al
primo giorno due? Perché i piani di Jack sarebbero cambiati
se lui non sapeva
che Harrison aveva rivissuto la giornata? E perché Linda
sarebbe stata
aggredita nel secondo giorno 2 ma non nel primo?
La sfida con Jack sembrava diventare sempre più difficile.
Mi dispiace per il ritardo di tre
giorni per la
pubblicazione… ma ho avuto dei problemi con il pc!! Non riesco a inerire le storie... Mi sa
che i ritardi saranno frequenti... scusate!!
Comunque volevo ringraziare Hikary
e per le vostre
recensioni!! Ditemi
anche cosa non vi piace della trama!! Anche solo una frase,
un’espressione... Mi
serve!! Grazie 1000000000000!!! Spero vi sia piaciuto anche
questo capitolo!!