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Autore: Piska    17/02/2008    7 recensioni
Allora, alla fine non ho proprio resistito.. Questo è il continuo di "Tutto quello che non sono" xD spero vi gusti! ^^
Una ragazza mora guardò fuori dal finestrino del treno gli ultimi raggi di luce del sole che stava tramontando.è vietato introdurre il tag br all'inizio e alla fine dell'introduzione. Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aluuurr xD
Mi dispiace di avervi fatto aspettare coooosì tanto ç___ç spero mi perdonerete sisi. Anche se questo capitolo non è il massimo -.- perdonatemi di nuovo ç___ç
E grazie per leggere <3

CAPITOLO 6

Al mattino, Georg e Gustav furono svegliati da un gran fracasso proveniente dal corridoio.
Infastiditi, si assicurarono che la ragazza dormisse ancora, ed uscirono a vedere che succedeva.
Quel che videro, fu Bill intento ad urlare contro la porta della propria stanza, ovviamente chiusa.
- Tom! Cazzo, se non apri subito questa porta giuro che appena mi compari davanti ti stacco a morsi tutti i dread uno ad uno e li uso per strangolarti! -
Batté forte i pugni sulla porta, quasi a volerla sfondare.
Subito, i due ragazzi corsero da lui e lo allontanarono dalla porta di peso.
- Bill! - sibilò Georg - Smetti di fare tutto questo baccano! Vuoi svegliare tutto l’albergo?! -
- Certo che no - ribatté stizzito il moro - Ma è un’ora che sono qui fuori e quell’imbecille non mi apre! -
Gustav scosse lentamente la testa, sospirando.
- E come chiedere altre chiavi alla reception no, eh? -
Il moro si ammutolì, visibilmente in imbarazzo.
Dopo qualche momento di silenzio, si mosse, ricomponendosi.
- Beh.. allora vado a chiederle - e sparì, diretto alle scale.
I due ragazzi sospirarono contemporaneamente. Guardarono le diecimila valigie abbandonate in corridoio dall’amico e le sistemarono bene a ridosso del muro, per non creare intralcio.
Intanto Bill tornò, con in mano una copia delle chiavi. Le infilò nella toppa subito, senza quasi badare ai due amici che lo guardavano preoccupati, ed entrò in camera.
La prima cosa che vide fu l’assoluto caos regnante nella stanza. Sembrava fosse passato un uragano, i vestiti e le cose di Tom erano sparse dappertutto.
Non vedendo suo fratello, la prima cosa che pensò Bill fu che qualcuno si fosse intrufolato in camera rovistando in ogni dove.
Rimase paralizzato sull’uscio, temendo che avessero portato via anche Tom, ma dopo qualche minuto vide un cumolo di vestiti sul pavimento muoversi. Ne emerse una testa bionda con lunghi dread e Bill gli corse in contro.
- Tomi! - esclamò, sollevato, aiutandolo ad alzarsi - Stai bene? -
Il ragazzo lo guardò disorientato, visibilmente confuso.
- Certo, come dovrei stare? -
- Ehm.. non lo so, visto che mi hanno detto che ieri eri ubriaco marcio -
Tom sembrò scuotersi dal sonno e ricordare tutto.
- Ah.. Si.. ecco.. - balbettò.
- Non preoccuparti - lo rassicurò il moro, abbracciandolo - Non è successo nulla -
Tom abbassò lo sguardo.
“Invece si...”
I due sgombrarono il letto dai vestiti accatastati alla rinfusa e si sedettero.
- Dai - lo incitò Bill - Raccontami tutto -
Anche Gustav li raggiunse, sedendosi di fronte a loro, mentre Georg tornava di là a vedere come stava la ragazza, lasciandosi i tre amici e le loro voci alle spalle.
Aprì piano la porta della propria camera per non disturbare Anny, ma quando entrò si accorse che il letto era vuoto.
Si avvicinò alla porta del bagno e bussò piano.
- Anny? Sei qui? -
- Si…- rispose la ragazza in un sussurro.
- Posso entrare? -
- C-certo..-
Georg entrò nel bagno e trovò Anny seduta per terra, con la schiena appoggiata alla vasca da bagno.
- Ehi, - disse, sedendosi accanto a lei - come stai oggi? -
La mora non gli rispose, ma lo sguardo malinconico che gli lanciò, fu sufficiente a farlo preoccupare.
- Beh, stamani è arrivato Bill. È di là a parlare con suo fratello e Gustav. Se vuoi, mentre loro stanno in camera, possiamo scendere a fare colazione -
- N-no… Grazie, ma n-non ho f-fame…-
- Oh avanti Anny, - disse Georg cingendole le spalle - devi mangiare qualcosa, altrimenti diverrai troppo debole. Già ieri hai saltato la cena…-
- Ok…- sospirò infine la mora.
L’amico uscì dal bagno, mentre lei si vestì, si sciacquò il viso e cercò di calmarsi.
Poi insieme uscirono dalla stanza dirigendosi verso l’ascensore.
Passando davanti alla camera dei gemelli, però, udirono delle urla, come se stessero litigando.
Georg , dapprima non ci fece caso, per non turbare di più Anny, ma fu proprio lei che, dopo due buoni minuti che aspettavano l’ascensore e ascoltavano i loro amici sbraitare, si diresse alla stanza.
Georg la seguì, ed insieme entrarono.
Erano Bill e Gustav che urlavano. Gustav tratteneva il moro dal saltare addosso a suo fratello.
- TOM! IO TI AMMAZZO! -
- Bill, CALMATI ORA! -
- E tu LASCIAMI! Devo UCCIDERLO! -
Tom, appena visto entrare Georg, si fiondò dietro di lui, nascondendosi.
- Ma che succede? - domandò quest’ultimo.
Bill e Gustav si girarono verso di lui, tornando alla realtà.
La mora, vedendo Tom così vicino a lei, si fece da parte sedendosi sul bordo di un letto, con la testa tra le mani.
- Tu… tu non sai… io devo ucciderlo - disse Bill, in preda alla rabbia e rosso in volto, indicando suo fratello.
- Ma che ti ha…- cominciò a domandare Georg, ma Gustav lo interruppe.
- Meglio che per ora tu non lo sappia - sussurrò.
Anny cercava di trattenere le lacrime, ma non era facile con tutto quel caos. In più, si rese conto che ora anche Bill e Gustav sapevano cosa fosse successo. Un moto di vergogna la assalì e lei avrebbe tanto desiderato non essere mai esistita.
Georg si accorse del suo stato, avrebbe voluto abbracciarla, ma Tom si teneva stretto alla sua maglietta e gli rendeva impossibile qualsiasi movimento.
- Io non ci posso credere… - ricominciò Bill con tono più calmo, rivolgendosi al fratello - Dopo tutto quello che è successo… Tutto quello che mi avevi detto… COME DIAVOLO HAI POTUTO AVERE IL CORAGGIO DI FARE QUESTO? -
Il rasta era senza parole. Era vero: non aveva scusanti per quello che aveva tentato di fare.
- I-io… Io non…- era tutto ciò che riusciva a dire.
- Tu COSA? Non volevi? TU, NON VOLEVI? E LEI? A LEI NON PENSI?! -
Ormai Anny era al limite. Scoppiò a piangere a dirotto e tutti si voltarono verso di lei.
- V-vi prego… Non… Non litigate a causa m-mia… Lui non c’entra… è t-tutta colpa mia.. -
Bill le fu subito accanto, abbracciandola stretta.
- No, non dire così. Non è per nulla colpa tua, tu non hai fatto niente di male, non devi nemmeno pensarlo -
La mora si aggrappò alla maglietta dell’amico, lasciando che le lacrime scorressero copiose sul proprio viso.
Tom sbucò da dietro Georg, indeciso se avvicinarsi a lei o no. Fece un passo, ma Georg, che ormai aveva capito tutto, lo trattenne. Il rasta tese un braccio incerto verso Anny, scossa dai singhiozzi.
- Anny… io…-
Bill alzò di scatto la testa e lo fulminò con lo sguardo.
- Tu non ti avvicinare a lei MAI più. Non la toccare, non la guardare, non pensarla nemmeno. E ora sparisci - sibilò, stringendo ancora di più la ragazza a sé.
Tom abbassò lo sguardo, rassegnato. Ormai era inutile cercare di rimediare.
Georg e Gustav lo portarono fuori dalla camera lasciando la ragazza ed il moro da soli.
- Anny, mi dispiace molto per quello che è successo - le sussurrò Bill - se solo non me ne fossi andato…-
Lei alzò la testa e lo guardò negli occhi.
- N-non lo pensare n-nemmeno.. n-non è colpa t-tua! A-avrei potuto c-chiudere la p-porta a chiave…- ormai si sentiva la responsabile - Se… se non avessi i-impiegato così tanto a fare la d-doccia, lui avrebbe b-bevuto di meno e non avrebbe…- le parole le si soffocarono in gola.
- No. È colpa solo di mio fratello. Tu non c’entri, non sei tu che hai scelto che andasse in quel modo. Se ora decidessi di non voler più rimanere qui… Il solo pensiero mi uccide, ma ti capirei -
- Oh, Bill…- la mora gli accarezzò il viso - non me ne voglio a-andare… io… sarà difficile, ma in qualche modo c-ce la farò -
- Tu però ricorda che io ci sono sempre per te, qualunque cosa succeda, vieni da me. Non sei sola, e non lo sarai mai. Poi ci sono anche Georg e Gustav - sorrise - anche se ti conoscono da poco, si sono già affezionati -
La mora annuì, asciugandosi le lacrime.
- Grazie -
Bill le diede un bacio sulla guancia e le sorrise.
- Figurati -
- A proposito… - iniziò Anny, cambiando argomento - Cosa eri andato a fare in questi giorni? -
Il moro si illuminò.
- Giusto! Aspetta qui -
Uscì veloce dalla stanza e frugò in una delle proprie valigie a ridosso del muro.
Ne estrasse uno scatolino ed una busta, e tornò in fretta dalla ragazza.
Si mise davanti a lei, che lo guardava confusa, e glieli porse.
- Apri - le disse con la voce carica di eccitazione.
La ragazza prese i due oggetti e ubbidì, curiosa.
Non appena li scartò, rimase a bocca aperta.
- Allora? - volle sapere Bill - Che te ne pare? - non la smetteva di sorridere.

  
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