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Autore: SimmyLu    17/02/2008    4 recensioni
Il villaggio di Amajitaku nel Paese della Pioggia viene attaccato da misteriosi ninja mascherati. Soltanto una geisha di nome Akisame viene trovata ancora in vita dalla squadra di ninja del Paese del Vento guidata da Kankuro. Il giovane jonin mette a repentaglio la propria vita per portare la ragazza al Villaggio della Sabbia in tempo per essere curata prima che sia troppo tardi. Fra i due si crea così un legame profondo, ma una volta raggiunto il Villaggio tutto comincia a cambiare...
Chi è e cosa nasconde questa misteriosa ragazza che per qualche motivo non ricorda nulla della propria aggressione?
Genere: Romantico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PIOGGIA NEL DESERTO

… di Simmy-Lu …



Capitolo Terzo: Uno sguardo senza alcuna malizia

Akisame non aveva mai viaggiato così velocemente e, in un primo momento, quasi aveva perso i sensi quando, dopo qualche cauto passo, il ninja aveva cominciato a correre per poi spiccare un salto improvviso e proseguire il viaggio fra le fronde degli alberi. La ragazza aveva serrato gli occhi con la sensazione di aver lasciato lo stomaco a terra e, irrigidendosi per la paura, si era stretta ancor più al suo giovane salvatore, terrorizzata dalla possibilità di precipitare da un momento all'altro.
Non trovò nulla di sconveniente in tutto ciò, ma per lei sarebbe stato, in una situazione differente, per lo meno imbarazzante, inadeguato, per non dire quasi impossibile... viaggiare in spalla ad un uomo! Se glielo avessero raccontato solo qualche giorno prima, avrebbe soffocato riso e rossore dietro un ventaglio, in una stanza confortevole e lussuosa, vestita con preziose stoffe e truccata alla perfezione, probabilmente circondata dagli invitati ad una qualche festa.
Eppure in quel momento si sentì al sicuro, come se lei e quel ragazzo avessero viaggiato in quel modo da sempre e non le importava di non essere truccata e avere invece la faccia sporca, non si preoccupava dei propri capelli che, invece di essere lucidi e acconciati, si agitavano sciolti e arruffati nell'aria umida di quel mattino.
Di fronte alla morte ci si accorge di come molte cose non abbiano in realtà molta importanza.

Macchie verdi chiare e scure si susseguivano veloci nel rapido passaggio da un ramo all'altro. Alcune chiome avevano cominciato ad ingiallire prima di altre e qualche foglia cadeva al loro passaggio coprendo il fondo della foresta dei colori dell'autunno.
Gli alberi più grandi, che il ninja prediligeva nella scelta del percorso, erano alti e imponenti, ma da lassù tutto appariva diverso; le nuvole sembravano non essere mai state tanto vicine e il volo degli uccelli appariva come qualcosa di familiare al di là dei rami più alti che impedivano una visuale più ampia del cielo sopra le loro teste.
Era una prospettiva differente: ciò che stava in basso sembrava improvvisamente più piccolo e meno rilevante, ma Akisame si guardò bene dallo spingere la vista oltre le spalle per guardare al di sotto; ogni salto del ragazzo implicava un lungo momento in sospensione a cui faticò ad abituarsi perché non aveva mai sperimentato quelle altezze.
In realtà non ricordava nemmeno di essersi mai arrampicata su un albero.
Nonostante le sue preoccupazioni iniziali poté constatare che il ninja non era mai pervaso dal timore del prossimo salto e anzi procedeva senza esitazione da un albero all'altro con estrema sicurezza. Appoggiava i piedi sulla corteccia con fiducia e precisione; sembrava quasi che le suole delle sue scarpe fossero attratte dai rami e viceversa.
Gli angoli del copricapo di agitavano nel vento e sembravano davvero due buffe orecchie.
«Come stai?» chiese brusco Kankuro, schivando un ramo troppo sottile e puntando verso uno più robusto, qualche metro più in basso, su cui atterrare.
«Be... bene.» disse Akisame sorpresa di essere interrogata così d'improvviso, infatti non le aveva più rivolto la parola da quando erano partiti lasciandosi alle spalle il villaggio distrutto.
«Riesci a muovere le dita?» chiese il ragazzo spiccando l'ennesimo salto.
La geisha chiuse gli occhi e controllò che mani e piedi rispondessero alla sua volontà; Kankuro la sentì deglutire dietro di sé, sulla sua schiena, e avrebbe voluto controllarle personalmente i movimenti, ma si trovò troppo impegnato ad evitare un folto faggio dalla chioma quasi completamente autunnale che non sembrava offrire alcun appiglio abbastanza solido per reggere entrambi.
Le dita della ragazza si mossero poco e lentamente e Akisame le avvertì distanti e pesanti.
«Sì.» rispose subito dopo, ma senza aggiungere nulla di più.
Kankuro non le chiese altro, consapevole del fatto che non gli aveva risposto del tutto sinceramente: si accorse infatti che la ragazza aveva aumentato un poco la stretta delle braccia attorno al suo collo ma senza fare forza con le mani. Gli angoli della bocca del ninja si incurvarono verso il basso, come Akisame aveva già visto accadere in precedenza, facendo assomigliare il suo viso dipinto ad una maschera severa.
Non si era certo aspettata un elogio da parte sua, ma una risposta rassicurante l'avrebbe fatta stare meglio; invece il silenzio del ragazzo la fece sentire colpevole.
Akisame appoggiò la testa sulla spalla del ninja cercando di ricordare i fatti del giorno precedente e fare così l'unica cosa che potesse essere di qualche utilità, ma il suo sforzo fu vano: i ricordi erano come bolle d'aria immerse nell'acqua, appena tentava di afferrarle si disperdevano.
Continuarono ad avanzare senza fermarsi.


Superarono rapidamente un gruppo di betulle dalle foglie gialle e marroni tra cui si potevano scorgere i tronchi bianchi macchiati di nero.
Kankuro cominciò ad aumentare l'andatura con salti più brevi e più rapidi, la vegetazione aveva cominciato ad essere fitta e gli alberi più esili, spogli e meno robusti.
«Perdonami.» disse ad un tratto il ninja, «Non posso andare più veloce di così.» spiccò l'ennesimo salto, «Specialmente se non posso usare anche le mani.» aggiunse, aumentando l'intensità della stretta delle braccia e delle mani che le sostenevano le gambe.
Akisame non rispose, la stoffa tesa e legata stretta per tenerli uniti le impediva quasi di respirare liberamente, ma stare così vicino al ragazzo le dava sicurezza.
Il ciondolo le premeva sulla pelle, sotto la maglia scura e la leggera sottoveste. Il piccolo pezzo di metallo si era riscaldato un po' grazie al tepore dei loro corpi.
Era un calore piacevole, una sensazione che non ricordava di aver mai provato: stare accanto ad un uomo senza sentirsi sgradevolmente soffocata, come costretta in una gabbia dalla quale non poter uscire mai più. Il senso di libertà e leggerezza che realizzò in quell'attimo fu però presto pervaso dalla chiarezza della verità e la geisha divenne cosciente di quanto poco in realtà potesse fare per se stessa.
In quel momento, con una strana fermezza, si rese consapevole di una scelta che i fatti avevano già preso per lei e decise di affidare la sua vita nelle mani del giovane ninja.
Lui che l'aveva salvata, ora ne era diventato responsabile: Akisame dipendeva completamente da quel ragazzo che correva per portarla al sicuro e si dava anche la pena di scusarsi per non riuscire a fare di più.
Procedettero in silenzio ancora per diverso tempo, fra grosse querce e aceri dalle foglie verde pallido che si allungavano imponenti verso il cielo.
Aggirarono un piccolo spiazzo in cui vecchi alberi erano caduti aprendo una finestra di luce per il sottobosco, un groviglio di arbusti e giovani piante. All'ombra dei tronchi marcescenti crescevano rigogliose grosse felci sul tappeto di foglie secche e rametti.
Disturbarono e fecero fuggire un piccolo stormo di uccelli che stava sostando su un altissimo faggio dai rami sottili e già completamente spoglio; uno scoiattolo grigio si fermò ad osservarli quando passarono poco distante dalla sua tana.
Poi, senza preavviso, Kankuro rallentò bruscamente e piegò la testa leggermente a sinistra, come a voler catturare un flebile suono.
«Eccoci.» disse fermandosi sul ramo nodoso di un acero. Akisame non capì perché si fossero fermati, si guardò attorno mentre il ninja si sedeva a cavalcioni sul ramo e le lasciava le gambe in modo che potesse farlo anche lei. Non c'era nulla di rilevante nei dintorni, a parte la foresta.
Kankuro sciolse il nodo del pezzo di stoffa che li teneva legati per poi sistemare meglio i tre rotoli che si era sistemato sul petto e lasciando finalmente entrambi liberi di fare un profondo respiro.
Akisame appoggiò le mani sulla corteccia dell'albero accorgendosi di quanto fossero brevi e lenti i suoi respiri, fino a quando era stata sulle spalle del ragazzo non aveva sentito la stanchezza che però ora sembrava piombargli addosso come un peso molle e opprimente. Inoltre le ferite all'altezza dello stomaco procurate dagli spiedi le facevano male e le sentì bruciare sotto la stretta fasciatura. Cercò di non darlo troppo a vedere, ma alzando lo sguardo notò che il ninja la stava fissando. Il ragazzo aveva scavalcato il ramo con una gamba e ora sedeva accanto a lei coi piedi che penzolavano di sotto; in quel momento la geisha ebbe la sensazione che il terreno si trovasse davvero troppo in basso ed evitò accuratamente di assicurasi di quella supposizione.
Kankuro riprese fiato, si sistemò il copricapo e si passò il dorso della mano sulla fronte asciugandosi il sudore.
«Ci riposiamo un momento mentre aspettiamo gli altri.» disse osservandola con una strana espressione dipinta sul volto, le sopracciglia appena aggrottate sopra un occhio chiuso e l'altro no, con la bocca storta in un taglio obliquo definito da linee di pittura colorata. Gli occhi grandi e stanchi di Akisame lo fissarono scuri e profondi mentre i lunghi capelli, sporchi e scompigliati, le ricadevano sulle spalle fino alla base della schiena. Provò imbarazzo nel trovarsi così vulnerabile di fronte allo sguardo di un uomo, con le gambe nude ed esposte e non troppo di più a coprirle il resto.
Si accorse però che il ninja non stava osservando il suo corpo, ma il suo volto e nel fare questo non percepì da parte sua alcuna malizia e si sentì un po' confusa.
Kankuro si voltò e guardò di sotto: «Vado a controllare se è tutto a posto.» disse e la geisha si rese finalmente conto che diversi metri più in basso scorreva un timido ruscello; poteva distinguere il sussurro dell'acqua farsi largo fra gli altri rumori della foresta.
Il giovane prese la stoffa e, con uno slancio, la fece passare sotto al ramo afferrandone poi l'altra estremità al volo; fece un nodo e ne consegnò i lembi alla ragazza.
«Tieniti qui. Ce la fai a restare da sola per qualche minuto?»
Akisame annuì, ma non ebbe il tempo di chiedere spiegazioni perché il ragazzo si era già calato di sotto e scendeva rapido e agile come una scimmia accompagnato dalle foglie gialle che l'albero lasciava cadere ai propri piedi.
Raggiunto il terreno Kankuro si mosse cautamente verso il timido corso d'acqua, circondato da felci e piccoli fiori bianchi e gialli; si chinò e raccolse qualche sassolino che lanciò poi in direzioni diverse: fra i cespugli, su alcune rocce, fra due piante aggrovigliate.
Non accadde nulla e decise quindi di avvicinarsi al ruscello, avanzando fra macchie di luce e macchie d'ombra proiettate al suolo dalle chiome degli alberi. Si chinò fra le felci e, protendendosi in avanti, tuffò una mano in acqua e bevve.
Poi si alzò, diede ancora una rapida occhiata ai dintorni e risalì sull'albero.
«Vieni» le disse, recuperando la stoffa e tendendole le braccia per aiutarla ad aggrapparsi nuovamente a lui «Ora puoi scendere anche tu.»
«Qualcosa non va?» chiese Akisame.
«Beh... non esattamente.» rispose il ragazzo prima di prenderla di peso e scendere nuovamente dall'albero. La lasciò solo quando furono ai margini del ruscello e la ragazza si inginocchiò e si chinò in avanti per bere. L'acqua rifletteva la sua immagine distorta e la geisha la infranse con le mani per portarsi il liquido alla bocca; non riusciva a chiudere perfettamente le mani a conca e dovette ripetere l'operazione più volte prima di riuscire a dissetarsi.
Proprio mentre stava per assaporare un nuovo, breve sorso, tutto accadde così velocemente che non ebbe nemmeno il tempo di spaventarsi.
Kankuro la afferrò e la sollevò e in un lampo furono dietro ad un fitto cespuglio poco lontano.
«Zitta. Arriva qualcuno.» sibilò.
Sfilò un rotolo fra quelli che si era legato sul petto, il primo in alto, lo lanciò in aria, giunse le mani in un modo particolare e, in una nuvola di fumo bianco, il rotolo si trasformò in qualcosa d'altro.
Il ninja mosse le braccia come se stesse lanciando un peso, e quel qualcosa si infilò fra le fronde di uno degli alberi vicini e non si mosse più, invisibile nell'ombra.
Akisame, con gli occhi sgranati e il respiro corto, non poté far altro che appiattirsi dietro al cespuglio e aspettare.
Il suo cuore batteva all'impazzata.



FINE TERZO CAPITOLO, continua...

Naruto (c) Masashi Kishimoto


N.d.A. - Questo capitolo avrebbe dovuto essere più ricco di eventi, ma ho dovuto dividerlo in due per non farlo troppo lungo. Non so se sia un bene o un male che si aggiungano capitoli. Non credo che ci sia bisogno di spiegazioni, se avete delle curiosità per quel che riguarda il luogo in cui si trovano i due ragazzi vi chiedo di pazientare e aspettare il quarto capitolo.
Mi scuso per il lungo periodo di attesa di questo capitolo terzo.

Risposte alle recensioni:

x GgPoulain: "Memorie di una Geisha" è uno dei libri più belli che io abbia mai letto, anche il film è stupendo e me ne sono innamorata subito. Se non l'hai ancora visto te lo consiglio caldamente! Ti ringrazio dei complimenti, spero di manterene viva la tua attenzione e di non deludere le tue aspettative! Grazie del commento!
x Chris: Il contrasto che c'è fra il mondo di Akisame e quello di Naruto, cioè fra due tipi di vita differenti sarà più evidente man mano che la storia andrà avanti. Quello di Akisame quello di kankuro sono due modi di vivere differenti, ma non aggiungo altro in proposito perché spero di riuscirmi a spiegare scrivendo la storia. Il primo capitolo potrebbe essere considerato un prologo volendo, ma sinceramente ho preferito una normale numerazione dei capitoli, comunque sì: il centro della storia non è proprio ancora questo ovviamente. Ti ringrazio molto dei complimenti e mi fa piacere che il mio modo di presentare personaggi e atmosfere ti piaccia. Se ne hai l'occasione leggi il libro di Arthur Golden, non te ne pentirai.
x Verdolina: In effetti con soli due capitoli il tuo dubbio è assolutamente lecito. Comunque posso dirti che non coinvolgerò nella mia storia moto della trama originale del manga di Naruto, ma solo una parte, quindi capirei se la mia fic non coinvolgesse i più appassionati della serie. Allo stesso tempo però ne userò dei fatti per intrecciarli con la mia trama, quindi contnuare a leggere potrebbe essere interessante! Grazie mille dei tuoi complimenti, sono felice se quello che scrivo e come lo scrivo, piace.
x Sihaya10: ...e naturalemnete io non rivelerò il perché del titolo se non verso la fine! XDD Sì, questa fic non è sintetica come altre e infatti faccio molta, molta più fatica a scrivere e ci metto molto più tempo a preparare come si deve un capitolo, anche perché ho un sacco di cose in mente oppure mi vengono nuove idee mentre sto rileggendo un capitolo già scritto. In ogni caso per me è una sorta di sfida: mi piace avere il controllo su ogni particolare e dilatare il tempo della narazione a mio piacimenti per inserire un particolare stato d'animo o una riflessione... credo che questo capitolo ne sia un esempio! Adoro le metafore e con il personaggio di Akisame è un piacere pensarne di nuove. Sì, la geisha nasconde qualcosa, altrimenti la storia non sarebbe interessante, ma anche qui non posso rivelare nulla e dovrai sopportare il dubbio fino alla fine della storia! Kankuro ti intenerisce? Che carino, non avrei immaginato che potesse farti una simile impressione. Ho determinate idee su questo personaggio e se ti fa tenerezza... diciamo che allora ho cominciato bene! Ho il terrore dell'OOC su Kankuro, anche perché è un personaggio che compare poco e probabilmente una sua versione corretta e IC è quasi impossibile, ma non vorrei dipingere su di lui qualcosa di troppo estraneo al personaggio. Spero di riuscirci e di non deluderti! Baci, grazie mille.
x Valery_Ivanov: grazie, sei sempre molto gentile e le tue recensioni mi fanno sempre molto piacere... mi auguro che tu non ti sia stufata di aspettare il nuovo capitolo! Spero ti piaccia, fammi sapere cosa ne pensi.
x killuy_93: ti ringrazio tantissimo, sei davvero molto gentile a farmi tutti questi complimenti! Anche a me piace moltissimo Kankuro e spero che la mia versione in questa fic di questo personaggio ti piaccia. E spero anche che tu abbia ancora voglia di leggere la storia!
   
 
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