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Autore: Lisbeth17    11/08/2013    1 recensioni
[Che Dio ci aiuti]Lasciando inalterato il finale di stagione, ho sempre pensato a un possibile, personalissimo, proseguimento.
Un nuovo personaggio, il tempo che è passato ineserabile, com’è cambiata la vita agli inquilini del convento degli angeli?
Dal testo:
C’è una storia che voglio raccontare, la mia storia, per farlo come si deve, ho bisogno di fare un passo indietro, forse più di uno, per raccontarvi le cose così come le hanno vissute i protagonisti, soprattutto lei, la mia mamma.
Ho scoperto poco tempo fa il suo diario…
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Attimi...'
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Un Passo Indietro


Un passo indietro


[Azzurra]

Mi blocco dopo aver sentito le parole di mia figlia.

Com’è possibile che si sia legata così tanto a lui in così poco tempo? Che io sappia non ha mai fatto una cosa del genere…

E se avesse chiesto questo anche a Paolo o a Marco? Loro me lo avrebbero detto? Guido me lo direbbe? Infrangerebbe questo segreto e la promessa fatta a Lucia per dirmi la verità?

Non lo so, la verità è che non lo so più, e non mi sento nemmeno tanto lucida da giudicare qualcuno.

Scapperei a gambe levate, solo che temo troppo il male che potrei fare alla mia bambina.

È lei il mio primo pensiero, sempre.

 

[Guido]

Non ho parole per rispondere a Lucia.

La stringo forte al petto, ignorando le lacrime che mi sono scappate, quando allento la presa e la piccola mi guarda, fa un’espressione triste.

- Sei tiste? Pecché piangi? – dice asciugandomi il viso con le sue manine, che io riempo di piccoli baci.

- Sono immensamente felice mia piccola princepessa! – le dico ritrovando il sorriso, e lei mi stupisce di nuovo.

- Papi! – dice posandomi un bacio sulle labbra, e stringendomi ancora il collo.

 

[Azzurra]

Se prima avevo solo un piccolo piccolo dubbio, ora sono certa che ai trent’anni non ci arriverò e che questo succederà a causa di mia figlia, che sta attentando ripetutamente alle mie coronarie.

Vorrei eclissarmi ma…

- Ma in questo convento non c’è mai nessuno!! – dice Paolo ad alta voce, comparendo dietro di me, ovviamente ignaro della mia espressione sconvolta, o forse no…

Che abbia fatto lo stronzo di proposito?

Mi volto per incenerirlo, per poi vedere Guido e Lucia raggiungerci, eppure lui ha gli occhi lucidi, è innagabile quanto le parole di Lucia lo abbiano profondamente colpito.

- Mami! Mami! – dice Lucia riportandomi alla relatà e correndomi in braccio.

 

[Guido]

 

Non sapevo che sarebbero tornati, non pensavo tornassero così presto. M’incanto a guardare Azzurra e Lucia vicine, quando una voce mi sorprende.

- Vedo che non ho fatto troppi danni… - mi dice il celeberrimo Paolo avvicinandosi a me.

- Un po’ più in basso e poteva aggiustarmi il naso. – gli dico io, un po’ per mostrargli che l’ho sentito benissimo l’altro giorno, un po’ perché mi sembra molto meno bellicoso dell’ultima volta che ci siamo visti.

- Effettivamente le avrei fatto un favore. – dice lui scrollando semplicemente le spalle.

Scoppiamo a ridere entrambi, suscitando lo stupore di Azzurra e Lucia che si voltano a guardarci. Azzurra in cagnesco, Lucia più sorridente.

- Diamoci del tu. – dico offrendogli la mano - Guido.

- Paolo. – dice lui stringendola, offrendo ad entrambi la possibilità di un nuovo inizio.

 

[Azzurra]

 

Ma stiamo scherzando?!

Non è possibile!!

Lucia, mi scappa dalle braccia per andare a salutare Paolo, mentre Guido si avvicina a me.

- Ciao!

- Ciao!

- Com’è andato è il viaggio?

- Bene!

- Perché non mi hai detto che saresti tornata oggi?

- Abbiamo deciso piuttosto velocemente.

 

[Guido]

Quando vedo gli altri della truppa raggiungerci, prendo coraggio.

- Azzurra puoi venire nel mio studio? Io e te dovremmo parlare…

- Subito?

- Ci sono cose che devo dirti.

Annuisce e abbassa la testa, le faccio strada mentre lei si ferma a salutare Nina, Giulia, Davide e suor Angela.

La vedo voltarsi verso Paolo, quasi esitante all’idea di venire con me, e lui annuisce incitandola a seguirmi.

Decisamente mi sto perdendo qualcosa, più di qualcosa direi.

 

Mi scosto dalla porta per farle strada fino al mio studio, dove entro precedendola, le indico il divano, ma lei non sembra volersi decidere, si avvicina alla scrivania e si siede su una delle due sedie che vi sono di fronte, inspiro profondamente per sedermi accanto a lei.

- Mi dispiace, credo che i miei atteggiamenti prima di partire, per ora, possano essere stati … fraintesi …

- Aspetta! Aspetta! Non voglio parlare di questo, non adesso diciamo, devo dirti una cosa… - mi alzo in piedi, non riesco a calmarmi, lei per me non prova nulla, o forse…

- Guido, ti prego non rendiamo le cose … difficili …

- Azzurra piantala, non sono qui per confessarti il mio… - un colpo di tosse ben riuscito per interrompere la frase supercompromettente che stavo per dire – sono qui per parlarti di nostra figlia, Lulù.

La vedo sbarrare gli occhi, sorpresa un po’ dal nostra figlia, ma almeno adesso ho la sua completa attenzione.

- Io non so come dirtelo…

- Le è successo qualcosa? Eppure mi sembrava stesse bene… - mi chiede ora un po’ agitata.

- Sta benissimo – mi dico sedendomi di fronte a lei e prendendole le mani – scusami, non volevo farti agitare, mi prometti che questa cosa rimarrà tra noi?

- Guido?!

- Ho sbagliato probabilmente, non avrei dovuto risponderle senza parlarne prima con te … ma ero così … emozionato…

- Guido?!!!

- Hai ragione, scusami, di nuovo! – faccio un profondo respiro e le tengo ancora le mani, mi è mancata moltissimo la sua pelle.

- Lucia… mi ha chiesto una cosa… mi ha chiesto se quando siamo solo noi due io posso essere il suo papà… - la vedo sgranare gli occhi. È stupita? Arrabbiata? – Ti assicuro che non le ho detto nulla in merito, sono stato con lei, come sempre, come … come da quando è qui. Certo, dorme nel mio appartamento, ma io… non … non le ho mai detto chi sono…

- Lo so! – mi dice lei stringendo le mie mani e notando il mio panico più totale.

- So che non avrei dovuto risponderle, non senza prima chiedere a te, o parlartene, ma non ho saputo resistere. Mi dispiace Azzurra, le ho detto di sì, io ero così… felice.

- Va bene.

- Cosa?

- Va bene, io… vi ho sentito.

- Ah!

La vedo lasciare le mie mani, e se questo mi sembrava una cosa difficile da dirle, ora c’è tutto il non detto di questi anni che torna tra di noi, come un muro enorme, come un oceano invalicabile, ritira le mani e scosta la sedia più indietro.

- Azzurra, io ti devo delle scuse, per tutte le cose orribili che ti ho detto durante quella telefonata. – è rigida e tesa come una corda di violino.

Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve, 
che freddo amore mio, pensaci bene a far l'amore. 
È giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male, 
io non ti invidio niente, 
non ho niente di speciale. 
Ma se i tuoi occhi fossero ciliege io non ci troverei niente da dire. 
E non c'è niente da capire. 

- Non ci sono parole che possano scusarmi, me ne rendo conto, ti ho offesa moltissimo, e non avrei mai voluto farlo, ho lasciato che le mie paure prendessero il sopravvento…

- Guido… no…

Qualcuno bussa alla porta, interrompendo il nostro discorso.

- Scusatemi… - dice Paolo affacciandosi.

- Ria, tu sei rincoglionita… - dice lui entrando nel mio studio e chiudendosi la porta alle spalle.

- Che ho fatto? Non ho lasciato le chiavi a Marco? Non ho pagato il fabbro? Non ho …

- Zitta! – dice lui alzando gli occhi al cielo – nulla di tutto ciò… ma ha appena chiamato Silvia, ed è appena arrivato il vestito… tu stasera sei attesa a Milano, te lo ricordi?

- Oh cavolo, no!

- No un corno. Ti hanno già pagata, fa parte della campagna fatta due mesi fa, ci devi andare…

Vedo Azzurra sbuffare come una bambina.

- Sono appena arrivata! – dice ancora mettendo il broncio, e sembra di nuovo la ragazza innocente e leggera che ho conosciuto quasi 5 anni fa, niente barriere, niente dolore, niente traccia del male che ha sofferto…

- Lo so tesoro mio, ma non si può evitare, non con una campagna del genere. – dice ancora Paolo cercando di farla ragionare, nemmeno fosse davvero una bambina.

- Va bene, vieni con me?

- No, io resto qui, sto ancora cercando di recuperare con Nina, a proposito grazie per la mano che mi stai dando…

- Perché tu mi stai aiutando? Mi mandi a Milano da sola!

- Sola?! Chi ha mai detto sola? Secondo me Guido ti può accompagnare…

- Cosa??? – diciamo entrambi piuttosto stupiti, e anche un po’ sconvolti… Azzurra è pure arrabbiata…

- Sì, mentre mi chiamava Silvia, la suora mi ha raccontato una volta in cui tu hai fatto un favore a lui accompagnandolo ad una serata di gala, ora lui potrebbe sdebitarsi accompagnandoti all’evento della Martini… e poi professore, non sei curioso di conoscere un po’ meglio il mondo dove lavora la madre di tua figlia?

 

[Paolo]

 

Ora li ho stesi entrambi!

Il professore mi guarda basito, e Ria mi vuole vedere morto e castrato, certamente prima castrato e poi morto, di morte lenta e dolorosa ovviamente.

- Guido, immagino tu abbia un abito scuro…

- Io non ho accettato ancora… - protesta Azzurra inutilmente, ed è giunto il momento di mettere il carico, e dopo sì che sarò morto davvero.

- Ah non te l’avevo detto?! Quando mi ha chiamato Silvia mi ha chiesto il nome del tuo accompagnatore, non potendo io, ho fatto il nome di Guido, è stato il primo a venirmi in mente.

Vedo Azzurra diventare rossa come un peperone.

- Azzurra, se non vuoi che ti accompagni sono certo che potremmo trovare un modo…

- Io ti ammazzo. – dice facendo capire di non aver ascoltato Guido per niente.

- Azzurra – dice lui afferrandola per il braccio, mentre lei sta per scagliarsi poco elegantemente su di me – troveremo una soluzione.

- Guido… - dice lei ora fissandolo, fa un profondo respiro per non sfogare su di lui una collera eccessiva – come facciamo? Pur apprezzando la cosa, come facciamo? Ci hai pensato? – dice voltandosi in cagnesco verso di me.

- I bambini… - dice Guido ora perplesso anche lui.

- Suvvia ragazzi, non fate così, ai vostri figli ci pensiamo noi. – dico con un teatralissimo gesto della mano, prima di lasciare la stanza e loro due, come due ebeti.

 

[Azzurra]

Non è possibile, questo non è possibile.

Se Marco non fosse stato fermato dal questore, e fosse venuto a Modena con noi, questo non sarebbe successo.

- Azzurra, non credo sia obbligatorio… in fondo…

- Non ce l’ho con te, o almeno non per questo… ma va bene, è solo che non amo le imposizioni, detesto chi mi dice quello che devo fare.

- Capisco.

- Andiamo, ce la faremo, e poi noi dobbiamo parlare…

- Di noi?

- Di Lucia! – dico avvicinandomi rapida alla porta. – Vuoi riconoscere tua figlia?

Lo lascio da solo nel suo studio dopo questa frase.

E poi, in fondo è meglio così, prima di tutto, prima che si dicano parole che non si pensano effettivamente, è meglio che lui veda davvero chi sono e che lavoro faccio.

 

[Guido]

Sono rimasto inebetito nel mio studio, quando Azzurra si affaccia di nuovo, trovandomi ancora imbarazzatamente incantato.

- Finiremo tardi, ci fermeremo a dormire a Milano e torneremo a Modena domani mattina presto. Ci sono problemi per te?

- Assolutamente no, vuoi che sento un albergo?

- Ho un appartamento a Milano, non serve. Preparati, partiamo per le sei, anzi, se vuoi … vieni con me, che devo dirlo a Lucia.

[Azzurra]

 

Come immaginavo Lucia non è molto contenta di questa novità, soprattutto sembra particolarmente disorientata dal fatto che Guido viene con me, però quando è intevenuto Davide si è notevolmente calmata ed è sembrata quasi contenta della cosa.

 

[Guido]

 

Lucia sembra, dopo aver parlato con Davide, aver accettato di buon grado questa cosa, e tutta contenta ha seguito la madre nella sua stanza per aiutarla a prepararsi, mentre Davide è venuto a riportarmi alla realtà.

- Papà, credo che tu ti debba preparare… smoking?

- No, no… un completo scuro andrà benissimo, ora dimmi cosa hai detto a Lucia per convincerla?

Mio figlio mi guarda dubbioso, è evidente che non sappia se dirmi la verità, o meno, insisto con una semplice occhiata e la diga si apre.

- Che sarà come quando la mamma e il papà stanno fuori e noi saremo due fratelli liberi di fare tutte quelle cose che non si fanno di solito se ci sono i genitori.

- Un bel sogno! – mi lascio sfuggire ad alta voce.

- Papà che significa? Tra te e Azzurra?

- Tra me e Azzurra è molto complicato.

- Ho capito, la cosa non mi riguarda. Vatti a preparare.

 

Sono nel chiostro, Giulia mi sta sistemando i capelli, Nina sta decidendo se devo portare la giacca slacciata o meno, la suora mi fissa da capo a piedi, e io mi pento come non mai di vivere ancora qui dentro, peccato che quando Azzurra comincia a scendere le scale, preceduta da Lucia, mi si secca irrimediabilmente la gola.

Come farò a resisterle?

È troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi, 
mi dicono che stai vincendo e ridono 
da matti, ma io non lo sapevo che era una partita, 
posso dartela vinta e tenermi la mia vita. 
Però se un giorno tornerai da queste parti, 
riportami i miei occhi e il tuo fucile. 
E non c'è niente da capire.








NDA


Buone ferie a tutti, questo per augurarvi un buon ferragosto, nell'unico modo che conosco!

Grazie a chi legge, chi segue questa storia, chi la ricorda, e chi la preferisce.


   
 
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