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Autore: ely_trev    11/08/2013    2 recensioni
[Hélène e i suoi amici]
Avviso subito che la storia sarà comprensibile anche a chi non conosce questo telefilm che Mediaset ha improvvisamente sospeso per non si sa quale motivo ormai più di dieci anni fa. Quest'estate, girovagando su internet, ho scoperto che ne sono stati fatti ben tre seguiti (l'ultimo dei quali, per giunta, in patria, ancora in programmazione a distanza di 20 anni dall'inizio della serie) mai arrivati in Italia; dopo essermi informata a grandi linee sullo svolgimento della storia, ho deciso di riprenderla dal punto di vista di uno dei miei protagonisti preferiti - Christian - provando a portare avanti un mio personalissimo "e se...?".
E se il suo amore verso la fidanzata storica non fosse mai svanito?
E se quell'inaspettato ritorno avesse risvegliato tutti i suoi sentimenti?
E se si fosse reso conto di non essere innamorato della sua attuale fidanzata?
Alcuni personaggi sono stravolti rispetto all'ambientazione originaria, altri (che non conosco bene, non avendo avuto modo di vedere il telefilm tradotto) sono stati eliminati per semplificarmi un po' la vita (anche perché i protagonisti della mia storia sono Johanna e Christian).
Per chi non ha conosciuto la serie, prenda il mio racconto come un originale. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando i ragazzi tornarono nella stanza dell’ospedale, la trovarono vuota: Johanna se ne era andata. Su consiglio del dott. Miller, che, per espresso ordine di Johanna, non poteva rivelare la verità, tornarono tutti verso casa, dove Johanna, per sua stessa ammissione, si era ridiretta.
Christian corse come una furia, anticipando le amiche di qualche minuto, ed entrò in casa, preoccupato e confuso. Quando la vide, si bloccò all’improvviso: era in camera da letto, in piedi, davanti alla finestra, con l’aria terribilmente seria, e fissava un punto indefinito al di là del giardino.
Johanna” la chiamò, ma lei sembrava non ascoltarlo nemmeno: continuava a tenere gli occhi fissi sul nulla e non accennava il benché minimo movimento.
Johanna, ti prego” insistette. “Parlami! Cosa è successo? Perché sei andata via dall’ospedale? Johanna!” continuò, afferrandole un braccio, per tentare di scuoterla, almeno un po’. “Dimmi qualcosa, Johanna!”.
Non è successo niente, Christian” disse, voltandosi a guardarlo, e il suo sguardo sembrava essere di ghiaccio “semplicemente, ho riflettuto su tante cose e ho deciso di non operarmi più”.
Cosa?!” esplose Christian. “Sei impazzita o cosa? Tu devi operarti” disse, sottolineando le sue parole come se esprimessero un comando che non ammetteva repliche, “e ti opererai. Dovessi obbligarti con la forza”.
Ho detto che non mi opererò e né tu né nessun altro potrà farmi cambiare idea!” replicò con convinzione. “Ho preso questa decisione e non tornerò indietro. E, adesso, fuori di qui, Christian!” gli ordinò, lasciandolo di stucco.
Johanna…” continuò Christian, ancora incredulo, con la voce tremante. “… cosa vuol dire “fuori di qui”?
Vuol dire che devi andartene, Christian, che devi lasciarmi sola e tornare a casa tua. A Parigi” aggiunse, dopo una breve pausa.
Che cosa stai dicendo, Johanna? No, no, no! Tu stai vaneggiando!” proseguì, mentre veniva colto da un attacco di riso isterico. “O mio Dio! Mi sembra un incubo. Ti prego: svegliami e dimmi che sto sognando, perché io non ci capisco più niente. Mi stai cacciando, Johanna?”.
Johanna lo fissò negli occhi con uno sguardo talmente duro da pietrificare ogni suo muscolo.
Tu mi stai cacciando…”. Era un’affermazione, ora, la sua. “Ma… ti rendi conto di quello che stai facendo, Johanna? E il nostro amore? Quell’amore che anche tu, poche ore fa, giuravi di provare, che fine ha fatto? Le nostre promesse? Che fine hanno fatto tutte queste cose, Johanna? Senti: io lo so che tu hai paura, che sei spaventata all’idea di dover affrontare questo intervento e…”.
Tu non sai proprio niente, Christian!” lo interruppe. Sapeva perfettamente che, se si fosse operata, lui le sarebbe stato accanto, ma le cose, in quel momento, erano decisamente diverse. Subito dopo, alzò nuovamente lo sguardo, incrociando quei grandi occhi scuri che tanto amava e che ora sembravano supplicare una spiegazione che non poteva dargli. “Torna a Parigi. Dimenticami” gli ordinò di nuovo. Non sapeva cosa le avesse dato la forza di sostenere lo sguardo di Christian fino a quel momento, ma qualunque cosa fosse, quella forza non l’avrebbe accompagnata ancora per molto.
Ma…” tentò di obiettare ancora una volta Christian.
Esci di qui, Christian! Fuori da casa mia!” ripeté, questa urlando, tanto che anche Kate ed Hélène, ormai sopraggiunte, poterono udire l’esclamazione imperativa con la quale si era rivolta al suo fidanzato, il quale, spintonato fuori dalla camera, si ritrovò in soggiorno, insieme alle due amiche, sbigottito e sgomento.
Cosa è successo, Christian?” gli domandò Hélène, avvicinandosi.
Io… Non lo so…”. Faceva quasi fatica a parlare. “Da quando sono entrato non ha fatto che ripetermi solo questo: che non si sarebbe operata e che dovevo tornare a casa mia, che la dovevo lasciare sola. Ma io…” continuò voltandosi verso la porta della camera da letto, ormai chiusa a chiave dall’interno “non posso… io…”.
Christian aveva l’impressione di essere finito su un universo parallelo; chi era quella donna che l’aveva respinto con tanta decisione e che cosa ne aveva fatto della sua Johanna, quella che, solo poche ore prima, si lasciava stringere tra le sue braccia con passione e desiderio? Dov’era finita quella donna che gli aveva detto di amarlo e che avrebbe voluto passare il resto della vita con lui?
Una lacrima piena di tristezza gli solcò il viso. Era incredibile: Johanna aveva finito con il farlo piangere ancora una volta. Ma cosa era successo? Perché si stava comportando così? Che cosa le aveva fatto cambiare atteggiamento così radicalmente?
Johanna, per favore, aprimi” la supplicò Hélène, bussando alla porta. “Vogliamo solo aiutarti; perché non ci spieghi cosa è successo? Perché ti stai comportando così?”.
Vattene, Hélène” ordinò anche all’amica, lasciandosi comunque scappare un singhiozzo che non sfuggì all’attenzione di Hélène. “Per piacere, andate via tutti” ripeté, prima di scoppiare in un pianto disperato, sapientemente soffocato dai cuscini del suo letto.
   
 
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