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Autore: Soul of the Crow    12/08/2013    4 recensioni
Questa long è il sequel de "L'Avvento del Sole Nero".
Ci troviamo nella serie di IE GO CS: l'El Dorado e la Feida stanno distruggendo il Giappone, e come era successo anni prima con il Fifth Sector e la Confraternita del Sole Nero, un'altra forza si dovrà mettere al lavoro per far tornare le cose come dovrebbero essere.
Servirà l'aiuto degli ex Emissari del Sole Nero, e tra viaggi nel tempo e nuovi personaggi, saranno svelate anche nuove notizie riguardanti la Confraternita del Sole Nero: un esperimento avvenuto alla nascita della Confraternita, ma risultato troppo pericoloso da poter essere portato a termine, potrebbe tornare a galla e qualcuno sarà costretto a compiere una scelta...
Per i dettagli, vi aspetto dentro.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Al quarto piano sotterraneo… Nella serra…

Come Sibyl gli aveva detto, Aster si era recato nel serra dell’Organizzazione delle Ali Nere: era una sala ampia, ma era molto diversa dalle altre stanze. Una volta entrato, notò una parete di vetro che, probabilmente, divideva quella zona del vivaio da un’altra; inoltre, il pavimento era di roccia e i muri non presentavano lastre metalliche: dietro il ragazzo era ancora presente una parete rocciosa, ma davanti a lui vedeva le onde del mare e il cielo grigio, quindi i muri dovevano essere fatti di un qualche materiale trasparente simile al vetro. Stesso discorso per il soffitto: una parte era costituita dalla roccia del promontorio, mentre il resto era trasparente ed era costellato qua e là da tracce d’acqua lasciate dalla pioggia. Intorno a lui invece c’erano diversi banconi di metallo sui quali si trovavano diverse piante da fiore; a causa dell’assenza della luce del Sole, la serra era illuminata da luci a neon.
Ad un certo punto, udì due voci femminili, una delle quali sovrastava l’altra e non sembrava volersi fermare; si guardò intorno per un po’, fino a quando vide due figure non lontano da lui: queste erano Hana, la quale indossava una tuta simile a quella che aveva visto addosso a Yuki il giorno prima, e continuava ad osservare Hayley, la quale sembrava rimproverarla di qualcosa data l’espressione arrabbiata dell’ex Emissaria e quella leggermente stupita della ragazza dai capelli rosa.
La loro conversazione non gli riguardava, ma Hana gli doveva parlare, quindi si avvicinò alle due:
- Ti ripeto che non so come sia potuto accadere. - disse la rosa.
- A causa della tecnica tua e del tuo amico, sono rimasta addormentata per un bel po’! - esclamò la rossa.
- Non esagerare. Hai dormito solo un paio di giorni, anche se è strano: io e Tsu abbiamo usato il Profumo della Natura molte volte sugli altri membri della Squadra B, ma sono rimasti svenuti solo pochi minuti o al massimo un paio d’ore. - si giustificò l’altra.
- Non prenderti gioco di me! -
- Non avevo intenzione di farlo! -
Ok, era vero che Hana e il suo amico avevano addormentato Hayley e volevano fare lo stesso con lui, ma quella discussione era inutile e ridicola:
- Ragazze. - le chiamò Kazetsuki e le due si ammutolirono.
- Che cosa ci fai qui? - gli domandò subito l’ex Emissaria.
- Sibyl mi ha detto che Hana e Tsu mi dovevano parlare. Tu perché ti trovi qui? -
Dopo quella frase calò il silenzio, ma durò solo pochi secondi quando Brown prese parola:
- Ufff… E va bene. Me ne vado. - detto questo, s’incamminò verso l’uscita della stanza.
Quando se ne fu andata, la rosa si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo:
- Era ora che se ne andasse. Non la smetteva più. -
- Senti Hana, non sono qui per perdere tempo. Che cosa mi dovevate dire tu e… Ehi, dove stai andando? -
- Dobbiamo andare da Tsu. Vieni con me o preferisci aspettare tutto il giorno? -
Stavolta fu l’albino a sospirare rassegnato, per poi seguire l’altra che lo condusse in quella che doveva essere un’altra sezione del vivaio perché lì erano presenti solo alberi con frutti non ancora maturi e il pavimento era di terra battuta, attraversato da sentieri di mattonelle di pietra per arrivare da una parte all’altra di quella sezione. Lì trovarono il ragazzo dai capelli e gli occhi verdi che annaffiava alcuni degli alberi.
- Tsu, siamo arrivati! - lo chiamò Hana e il verde interruppe quello che stava facendo:
- Ci avete messo un po’… -
- Lo so, ma Hayley non mi ha fatto passare un bel quarto d’ora: ce l’ha ancora con noi perché la avevamo addormentata. - si giustificò la rosa.
Aster aveva cominciato ad osservare il paesaggio fuori dalla grande vetrata: se Phoenix ci teneva a mantenere segreta l’Organizzazione delle Ali Nere, non aveva pensato che qualcuno potesse notare quella serra? Sarebbe stata una cosa piuttosto insolita quella mezza cupola di vetro in mezzo al nulla.
- Non ti preoccupare: nessuno può vedere questo vivaio dall’esterno. - gli rispose il verde come se fosse riuscito a leggergli nel pensiero.
- E mi spieghi come è possibile? Non credo che una cupola di vetro passi inosservata. - affermò il ragazzo dagli occhi color cenere.
- Il faro e i sotterranei sono protetti da una barriera che, oltre ad impedire l’ingresso nella base ad ospiti indesiderati, crea una specie di illusione che nasconde la cupola di vetro e le finestre. Per farla breve, chiunque si trova all’esterno vede solo un normale promontorio e un faro dall’aspetto fatiscente. - gli spiegò Hana.
A quelle parole, Kazetsuki si ricordò di un particolare: anche la villa del Sole Nero aveva una barriera che aveva le stesse funzioni.
- Non mi avete ancora detto perché mi avete fatto venire in questo posto. - ricordò lui ai due membri della Squadra B.
- I motivi sono due: vogliamo scusarci, anche da parte dei nostri compagni, per quello che è successo durante la partita d’allenamento. Era un po’ che non giocavamo una partita vera e credo che ci eravamo lasciati prendere la mano. Il secondo motivo è che… - Tsu prese una cesta, che fino a quel momento l’albino non aveva notato, contenente delle foglie essiccate e un vaso di vetro che conteneva dei fiori ormai secchi e privi di petali.
- Vorremmo che tu portassi questi nella mensa. Sibyl ce li aveva chiesti qualche giorno fa, ma dovevamo prima farli essiccare in un’altra sezione della serra. -
- Io mi chiedo perché quella si ostina a voler utilizzare questi per preparare il tè. - pensò a voce alta il ragazzo dagli occhi color cenere.
- Secondo lei usare le foglie e i fiori danno una maggiore efficacia agli infusi che si ottengono.
In ogni caso, se ci pensi tu, noi copriremo il tuo turno per il pranzo e la cena. - gli promise la ragazza dagli occhi verdi.
L’ex Emissario borbottò un “va bene” e se ne andò con la cesta e il vaso.
I due membri della Squadra B rimasero ad osservarlo fino a quando non lasciò il vivaio:
- è lui allora uno degli ex Emissari di cui parla il “tu sai cosa” che è in possesso di Phoenix. - disse ad un certo punto il verde.
- Sì, e se quello che ci ha detto è vero, Aster ha bisogno di capire il proprio vero potenziale più di quanto ne abbiano bisogno gli altri ex Emissari messi insieme. Il suo keshin ha provato a dirgli qualcosa, ma deve essere stato interrotto. - aggiunse la rosa.
- Beh, noi sappiamo che non è l’unico a possedere un vero avatar. Gli ex Emissari Minori e gli ex Quattro Grandi hanno risvegliato i loro keshin, ma questi non riescono ancora ad assumere la loro vera forma; inoltre, c’qualcuno tra gli ex Emissari Maggiori che sta cercando di occultare il proprio avatar: evidentemente non vuole che si faccia vedere. - dopo quella frase, Tsu riprese il lavoro che aveva interrotto quando la compagna e Kazetsuki erano arrivati e così Hana tornò nella sua sezione della serra.
- Chiunque sia questa persona, non dovrebbe nascondere il proprio keshin. Secondo l’oggetto che ci ha mostrato il capo, occultare un avatar potente può scatenare ripercussioni su chi lo deve evocare. - pensò la rosa.


Quello stesso pomeriggio… Al terzo piano sotterraneo… Nell’auditorium…

Se si escludevano le pareti dalle lastre bianche ormai diffuse ovunque nei sotterranei, il pavimento di quella sala era di parquet nero e, divise da una specie di corridoio che conduceva fino al palcoscenico, c’erano una cinquantina di sedie rosse disposte in file. Sul palco troneggiava un pianoforte a coda nero.
Kaori si era diretta lì, sia perché voleva stare in un posto lontano dai rumori provenienti dalla sala d’allenamento, sia perché voleva trovare un posto in cui poter suonare, dal momento che il programma d’educazione al calcio la aveva tenuta impegnata per buona parte del tempo e non aveva avuto un minuto libero in quei due mesi.
- Non credo che Phoenix scherzasse sul fatto che i nostri amici ci hanno dimenticati, ma quanto vorrei che non fosse mai successo niente. - pensò triste Kira, facendo scorrere le dita di una mano sui tasti bianchi del pianoforte, per poi sedersi sullo sgabello di fronte allo strumento musicale.
Ad un certo punto, cominciò a far scorrere lo sguardo sulla stanza e dopo un po’ sentì il rumore di passi che si stavano avvicinando a lei, ma non fece in tempo a capire di chi si trattava che si ritrovò due ragazze davanti e, fortunatamente, erano due ex Emissarie: Erika Dance e Giada Quatlane. Nell’osservare quest’ultima, notò che i capelli rossi non erano più raccolti in una cosa, ma erano lasciati sciolti sulle spalle; inoltre, sembrava aver acquisito un colorito leggermente più scuro, e non era più pallida.
- Che cosa ci fate qui? - chiese gentilmente la ragazza dagli occhi color acquamarina.
- Facevamo un giro e siamo capitate qui. Non che ci sia molto da fare qua dentro. - le rispose semplicemente Erika.
- E poi ti abbiamo vista venire qui e speravamo di sentirti suonare. - aggiunse Giada.
Kira annuì, mentre le altre si avviavano verso i posti a sedere:
- Aspettate. Perché non suonate anche voi? Vi ho sentite poche volte durante il periodo del Sole Nero, ma devo dire che siete molto brave. -
Quatlane si limitò a scuotere la testa, mentre Dance mormorò qualcosa come “Oggi non ne ho molta voglia”, così Kaori prese lo sparito dell’Ode al Cielo, recuperato dalla sua stessa epoca dopo la partita d’allenamento contro la Squadra B perché non era riuscita a trovare una copia, e quando cominciò a suonare la prima parte della melodia, note alte e una musica allegra si diffusero nella sala:
- Beh, forse i miei amici ex Emissari e Shindou sono le uniche cose buone che il periodo del Sole Nero mi ha dato, ma lui probabilmente non si ricorderà nemmeno di me. - pensò lei, e quasi senza accorgersene, saltò una parte dell’Ode al Cielo e le note basse erano comparse e quelle alte erano quasi sparite.
Le altre due ex Emissarie però sembravano essersi accorte di quel brusco cambiamento, ma rimasero ad ascoltare fino alla fine: alle note basse se ne erano aggiunte alcune alte, ma rimanevano comunque poche, e ad un certo punto comparivano grossi contrasti nella comparsa tra le note alte e basse. Una volta che la melodia s’interruppe, Giada ed Erika tornarono sul palco, trovando Kaori ansimante:
- Che ti è successo? Sembra che tu abbia corso chissà quanto. - commentò la rossa.
- è che non ho mai suonato l’Ode al Cielo andando oltre la parte della “Malinconia”. - rispose Kira, ma le altre due sembravano non capire cosa intendesse:
- L’Ode al Cielo o anche Canto dei Guardiani del Cielo è composto da cinque parti, ognuna delle quali è associata allo stato d’animo di una persona in relazione all’aspetto che il cielo può assumere con le variazioni del clima: la prima parte si chiama “Allegria” ed è costituita interamente da note alte per simboleggiare il cielo limpido durante le giornate di Sole; la seconda si chiama “Calma” in cui si aggiungono alcune note basse, ma sono talmente poche che non si notano neanche, e indicano le nubi che si stanno aggiungendo in cielo nonostante questo rimanga azzurro. -
- Non credo di aver sentito quella parte mentre suonavi: sei passata dalla prima ad una che sembrava più malinconica. - la interruppe l’altra ragazza dai capelli castani.
- La terza parte si chiama appunto “Malinconia”: è riferita al cielo plumbeo e quindi è composta soltanto da note basse. La quarta è denominata “Tristezza” e con l’aggiunta di poche note alte a quelle della “Malinconia”, indica la pioggia che comincia a cadere; la quinta e ultima parte è la “Paura” e, come avrete notato, sono presenti grossi contrasti nella comparsa tra le note alte e basse per simboleggiare la presenza di venti, tuoni e della pioggia che cade sempre più fitta.
Come vi ho già detto, queste ultime parti non le ho mai suonate prima per un semplice motivo… -
- Eseguivi i vari pezzi al pianoforte a seconda di come ti sentivi, e dal momento che non provavi tanto spesso tristezza o paura, non suonavi quasi mai gli ultimi due pezzi. - dedusse Giada ad alta voce.
Kaori assunse un’espressione del tipo “ E tu come facevi a saperlo?” e l’altra rispose:
- Semplice intuito. -
- Così per curiosità, perché hai deciso di suonarli stavolta? - le domandò Dance.
Non ci fu risposta a quella domanda e Kira prese ad osservare lo spartito:
- Mentre suonavo me lo sono chiesta anch’io, ma forse l’ho fatto a causa della situazione in cui ci troviamo: noi ex Emissari abbiamo perso le nostre famiglie a causa del Fifth Sector, rischiavamo di perdere i nostri parenti adottivi a causa di Pandora e potremo perdere per sempre i nostri amici a causa di El Dorado. Non voglio che accada. - pensò lei e la sua mente corse nuovamente a Takuto: come stava? Gli era successo qualcosa di male a causa dell’organizzazione che aveva modificato il corso degli eventi? La aveva davvero dimenticata?
L’unica cosa certa era che non avrebbe trovato presto una risposta a quelle domande.


Di sera… In un paese dell’Hokkaido…

Nonostante il vento non avesse smesso di soffiare, la pioggia aveva quasi finito di cadere, così Rika e Rin avevano deciso di uscire per fare un giro. Come aveva detto Phoenix, qualcuno di loro detestava stare rinchiuso in casa troppo a lungo e loro erano tra quelle e quella poteva essere una buona occasione per vedere com’erano cambiate le cose rispetto al loro tempo.
Erano arrivate in un paese non molto lontano rispetto a dove si trovava la Villa del Sole Nero nella loro epoca, grazie ad una funzione dell’orologio che avevano ricevuto pochi giorni prima: avevano scoperto che il pulsante blu permetteva di teletrasportarsi in ogni posto che volevano, purché si trovasse in quell’epoca. Il paesaggio era abbastanza cambiato: le case sembravano fatte di uno strano materiale lucido bianco, presentavano poche finestre e alcune avevano addirittura la forma di una mezza cupola. Avrebbero voluto fare un po’ di shopping, ma i pochi negozi che avevano trovato erano chiusi.
- Comincio a credere che il bianco e il grigio siano diventati una moda qui. - disse Ryuu, rompendo il silenzio che si era creato e rotto soltanto dai passi delle due ex Emissarie nelle strade quasi deserte della cittadina. Era ancora estate dopotutto e, da quel che sapevano, in quella stagione l’Hokkaido era spesso meta di turisti, ma forse la distruzione che stavano portando la Feida e l’El Dorado aveva spinto molti a chiudersi in casa a causa della paura.
- Non sempre fuggire è la risposta giusta e noi lo sappiamo bene. Queste persone non hanno molta scelta, e probabilmente se avessimo lasciato al Confraternita avremmo avuto salva la vita, ma Pandora ci avrebbe rintracciate in ogni caso e avrebbe potuto far del male ai nostri parenti. - aggiunse Suzuki.
- In ogni caso, la situazione in cui ci trovavamo noi alla Confraternita e ciò che stanno provando queste persone non credo sia paragonabile. Phoenix ci aveva detto che finora non ci sono state vittime nelle lotte tra la Feida e l’El Dorado, e spero che questo punto non cambi. - le due continuarono a camminare fino a quando solo il vento rimase a far loro compagnia.
Dopo qualche minuto, notarono che un ragazzo dai capelli argentei appena scompigliati, la carnagione chiara e gli occhi color sangue che stava camminando nella direzione opposta alla loro e che trasportava alcune buste di plastica. L’aspetto era piuttosto singolare, ma c’era qualcosa di familiare nei lineamenti del viso, almeno secondo le due ex Emissarie; nonostante ciò, nessuno dei tre sembrava volersi fermare, almeno fino a quando il ragazzo non decise di parlare, pur senza guardare le due ragazze:
- Rika, Rinako, so bene che ci siamo conosciuti neanche una settimana fa, ma un saluto sarebbe gradito. -
- Come fai a sapere i nostri nomi? Non ti abbiamo mai visto! - affermò Ryuu, la quale si decise a girarsi, insieme a Suzuki, verso l’interlocutore. Quest’ultimo fece lo stesso e, una volta posate le buste per terra, premette un pulsante verde sul suo orologio e il suo aspetto mutò subito: i suoi occhi diventarono azzurri e i capelli castani, mentre un ciuffo di questi ultimi andò a coprire parzialmente l’occhio destro.
- Adesso mi riconoscete o no? -
Le due non riuscivano a credere a quello che avevano appena visto, anche se in quel breve periodo avevano avuto una sorpresa dietro l’altra:
- Sho, sei davvero tu? Mi spieghi come hai fatto? - gli chiese Rika incredula.
- Il pulsante verde dell’orologio permette anche di creare un’illusione ottica in modo che gli altri pensino che abbiamo un aspetto diverso. - le rispose lui, mentre prendeva le buste da terra.
- E perché devi utilizzarla?  - domandò Rin.
L’altro sembrò incupirsi a quella domanda, ma non diede una risposta a Suzuki e riprese a camminare, raggiunto poco dopo dalle due ex Emissarie:
- Ho detto qualcosa che non dovevo? - gli chiese Rinako sinceramente preoccupata.
- No, non ti preoccupare. - mentì lui: c’era un motivo preciso se agiva in quel modo, e solo Isako, Marcus e i membri della Squadra B lo conoscevano, ma non si sentiva ancora pronto per dirlo a qualcun altro.
Mentre i tre continuavano la passeggiata, due figure femminili rimaste nascoste in un vicolo li avevano osservati tutto il tempo:
- Sho Shibuya, ho come l’impressione che tu e Isako dovrete vuotare il sacco molto presto, e lo stesso discorso vale per la Squadra B e il vostro leader. - disse la prima figura.
- Infatti, ma dovremo aiutarli anche noi. Gli Undici Supremi compariranno a breve, ma anche gli ex Emissari del Sole Nero dovranno essere pronti per allora. - le ricordò la seconda figura, più bassa della prima.
- Questo lo so anch’io, ma Marcus Phoenix è in possesso dell’unico oggetto che potrebbe indicare agli ex Emissari la via che devono seguire per raggiungere il loro potenziale più alto. Adesso è meglio che ce ne andiamo. - dopo quell’ultima frase, le due sparirono nel nulla, mentre il vento rimaneva l’unico a popolare le strade di quel paese.


Angolo di Emy
Vi consiglio di prestare attenzione alle ultime parole di Hana e Tsu, ma le due figure misteriose… Beh, vi dico solo che non sarà l’ultima volta che le vedremo.
Il capitolo in sé però non mi pare molto bello: quelli precedenti mi soddisfavano un po’ di più, ma io ho fatto quello che potevo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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