Hélène smise subito di insistere; la conosceva molto bene e sapeva che, in quel momento, non avrebbe ottenuto di più che l’ennesimo invito a lasciarla da sola, così rinunciò, almeno momentaneamente, a cercare di parlare con Johanna e tentò di convincere gli amici a fare altrettanto, invitando Christian, che ormai somigliava ad un animale in gabbia, impegnato in una marcia senza fine avanti e indietro per il soggiorno, a fare due passi all’aria aperta.
Christian fu restìo ad allontanarsi, ma, alla fine, si lasciò convincere da Hélène ad accompagnarla a fare un passeggiata.
“Sicuro che non sia successo niente?” chiese Hélène quando si furono allontanati.
“Certo che sono sicuro, Hélène! L’hai vista anche tu, no? L’attimo prima era lì, a dirmi quanto mi amava, e l’attimo dopo mi ha messo alla porta. Hélène, aiutami, perché non ci sto capendo niente!”
Christian era visibilmente agitato: aveva perso ogni punto di riferimento, non riusciva a comprendere il comportamento di Johanna, non sapeva come riuscire ad interpretarlo.
“È successo qualcosa in quelle due ore che siamo stati a mangiare, Hélène. Forse le hanno trovato qualcos’altro… Le analisi… Forse le analisi hanno rivelato qualcosa che non vuole dirci. Devo parlare con il dottore”.
“No, lascia stare, Christian!” lo fermò Hélène, trattenendolo per un braccio. “Se Johanna non vuole dirci cosa le succede, avrà dato ordine al dottore di fare altrettanto. E, mi spiace dirtelo, ma voi non siete sposati e tu non hai nessuna voce in capitolo”.
Christian sospirò con forza, stringendo nella mano, infilata nella tasca dei pantaloni, quell’anello che rappresentava tutti i suoi sogni e le promesse scambiate con la donna che amava.
“E allora devo convincerla a parlarmi, a spiegarmi da dove arriva questa improvvisa voglia che ha di stare sola!” esclamò, riavviandosi verso casa.
“Christian, aspetta!” lo trattenne di nuovo Hélène. “Lasciamola tranquilla qualche ora, come ci ha chiesto di fare. In questo momento, non parlerebbe, ne sono certa. Può darsi che, dopo, quando sarà più calma…”.
“Oh, mio Dio, Hélène! Ti prego, dammi un pizzico, svegliami, dimmi che sto sognando e che tutto questo non è vero!” disse, poi, sedendosi su una panchina.
“Capiremo cosa sta succedendo, te lo prometto” lo consolò Hélène, abbracciandolo.
Kate, nel frattempo, era rimasta a casa di Johanna, in silenzio, in attesa. La conosceva solo da pochi anni, ma, tra loro, si era subito creato un legame forte.
Aspettò sapientemente che l’amica uscisse di propria iniziativa dalla sua stanza e le sorrise, cercando di trasmetterle un senso di vicinanza.
“Ti senti più tranquilla, Johanna?” le chiese all’improvviso.
“In un certo senso, se così si può dire…” rispose con una calma così estrema, da poter sembrare rassegnazione.
“Ti va di dirmi perché hai cacciato Christian?” le chiese, invitandola a sedersi accanto a lei, sul divano. “Mi era sembrato di capire che non desiderassi altro che stare accanto a lui” continuò. “E adesso?”.
“Poco meno di dieci anni fa” prese a raccontare Johanna, perdendosi nei ricordi “io vivevo su una splendida isola caraibica, insieme a tutti i miei compagni di università. Be’… quasi tutti…” si corresse. “Mancava Christian” aggiunse sorridendo. “In quel periodo, mi ero fidanzata con uno di loro, José. Abbiamo vissuto insieme diverso tempo e pensavamo addirittura di mettere su famiglia. Era… una storia seria… nonostante tutto… nonostante Christian… Quando scoprii di essere rimasta incinta, io ero… felice. Be’, sì! Ho sempre desiderato poter aver un figlio e il rapporto con José è stato, comunque, importante”.
Kate, ora, la guardava con l’aria molto incuriosita.
“E cosa è successo?” le chiese.
“Ebbi… diciamo così… un incidente… finii in una sparatoria” seguitò a raccontare Johanna. “E così persi il bambino che aspettavo e subii lesioni molto gravi: i medici dissero che non c’erano speranze che potessi avere altri figli".
“E questo cosa c’entra con quello che sta succedendo adesso?”.
“Be'… A quanto pare… forse una speranza c’era ancora” rispose.
“Vuoi dirmi che…? Stai aspettando un bambino?” chiese Kate, mentre Johanna annuiva asciugandosi la lacrima scesa a bagnarle il viso.
“Sì, questo era la causa delle nausee e degli svenimenti” confermò Johanna “e questo è il motivo per il quale ho deciso di non operarmi più. Voglio dare una possibilità a questo bambino”.
“Oddio, non posso crederci!” esclamò Kate. “Ma perché non hai detto tutto questo a Christian? È… perso dietro di te, scommetto che ne sarebbe più che felice”.
“Non nominarlo nemmeno, Christian! Anzi, promettimi che non dirai niente né a lui né ad Hélène!” le ordinò Johanna.
“Scusami, ma capisco sempre meno. Perché dovrei aiutarti a tenere Christian a distanza?”
“Perché rimandare l’operazione ed affrontare la gravidanza comporterà dei rischi sia per me che per il bambino”.
“E pensi che Christian non sia pronto a restare vicino a te?”
“No, il contrario. Sono sicura che farebbe di tutto per aiutarmi. Certo, prima cercherebbe di convincermi che tutto questo è una follia, ma alla fine comprenderebbe, ne sono sicura” affermò Johanna.
“E allora? Cosa ti impedisce di parlargli?”
“Perché lo conosco… se dovesse succedere qualcosa… a me o al bambino…” disse, rialzando lo sguardo verso l’amica “non resisterebbe… impazzirebbe…”.
“E così preferisci tagliarlo fuori in via preventiva?”
“Se lui non sa del bambino, non potrà… stare in pena per lui” affermò con decisione. “Quanto a me… se ne farà una ragione” aggiunse, con un pizzico di sicurezza in meno.
“Io non credo che tu stia facendo una scelta corretta, Johanna. Capisco che questa notizia ti abbia sconvolta, ma sono molti gli aspetti che devi valutare. E sicuramente dovresti coinvolgere Christian” insistette Kate.
“Ho detto di no, Kate, per favore! Non pensare che abbia preso questa decisione a cuor leggero, ma ho fatto la mia scelta. Ti chiedo soltanto di darmi una mano, perché ne avrò davvero bisogno”.
Kate assentì a malincuore, stringendole le mani.
“Sei proprio sicura di voler affrontare tutto questo da sola?”.
Johanna annuì. Si sentiva un po’ meglio ora che aveva confidato il suo segreto a qualcuno, anche se non poteva fare a meno di pensare a Christian e al fatto che questa volta non sembrava esserci speranza per il loro amore.
“Non riesco a crederci, Johanna. Tu sei incinta” ripeté Kate, per l’ennesima volta.
“Che cosa?!” esclamò Christian, materializzatosi all’improvviso sull’uscio di casa, di ritorno insieme ad Hélène dopo la lunga passeggiata. “Tu… Tu… Aspetti un bambino?”.