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Autore: daemonlord89    13/08/2013    2 recensioni
Una mail misteriosa. Una minaccia.
Il mittente sembra conoscermi, ma io non so chi sia lui.
Cosa vuole da me?
Perché mi dice di prepararmi?
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dai, dai...
Si alza la cornetta. Tiro un sospiro di sollievo.
-Pronto?- dice una voce impastata. La voce di mio padre.
-Papà.-
-Cos... Michele? Che... che succede?-
-Ascolta, papà: tu e la mamma state... state bene?- non so come esordire, inciampo sulle parole.
-Ma certo. Lei è di là che dorme tranquilla.-
-Meno male.-
-Perché? Cos'è successo?-
-Senti, domani farò in modo di mandarvi un agente, una guardia del corpo, a casa.-
-Un
cosa?-
-Un agente di polizia. Per proteggervi.-
-Proteggerci da che cosa? Michele, cosa sta succedendo?-
-E' molto complicato. Non ho tempo per spiegartelo ora. Ho chiamato la polizia e sento le sirene, sono quasi arrivati.-
-Hai chiamato...-
-Ascolta, papà. Domani ci sentiamo, lo prometto. Durante la mattinata devo andare in un posto, poi vi chiamo.-
-Io... Ok, come vuoi.-
Me lo immagino, mentre alza le spalle sbuffando. Non ha mai amato non capire ciò che sta succedendo. Ma non ho tempo per spiegargli niente.
Chiudo la chiamata e vado ad aprire alla polizia.

Sono arrivati con due volanti, scendono sei uomini. Uno di loro, in borghese, mi si avvicina e mi tende la mano.
-Commissario Romano.-
-Michele Maggi.-
-Mi mostri il corpo.-
Li scorto in cantina. Indico loro la porta da aprire, ma non li seguo. Non ho nessuna intenzione di tornare là dentro; e poi, non mi serve. Ho ancora l'immagine ben nitida stampata in testa.
Li avviso che li aspetto di sopra e loro chiedono ad un agente di accompagnarmi.
Mi siedo al tavolo e tamburello nervosamente sul legno con le dita. Loro non sanno che, in tasca, ho il cellulare di Laura. So di aver occultato una prova importante, ma devo tenerlo io.

 

Non posso permettere che vadano anche loro al Cranberry, penso. Non devono sapere niente.

Dopo una mezz'ora, Romano mi raggiunge.
Comincia a farmi un sacco di domande ed io gli racconto tutto, mostrandogli anche le mail ricevute. -E come spiega il fatto che l'assassino conoscesse casa sua al punto da sapere dov'è la cantina?-
E' una bella domanda. Ci ho pensato, mentre aspettavo.
-Potrebbe essere già stato qui. Magari qualcuno che io stesso ho accolto, senza pensare alle conseguenze.-
-E gli avrebbe detto dove tiene i vini?-
-No, ma potrebbe aver intuito che quella porta andava nei sotterranei. Oppure, ha obbligato Laura a fargli strada. Dopotutto, hanno usato le sue chiavi per entrare.-
-Laura, già... La povera vittima.- pensa un attimo -In che rapporti eravate?-
-Perfetti. Avremmo voluto sposarci. Non penserà che sia stato io?-
-In questi casi, è la prassi. Deve convenire, Maggi, che le circostanze sono insolite.-
-Sì, ma... Oh, dannazione. Farò di tutto per provare la mia innocenza.-
-Le auguro di riuscirci.-
-A proposito di questo, sapete se l'unità scientifica ha rilevato qualche impronta interessante?-
-Sto appunto attendendo la chiamata.-
Mentre parlavamo, ha spedito un messaggio. Probabilmente ha chiesto i risultati.
Mi gratto il mento mentre lui si gira.
-Ascolti.-
-Sì?- si volta nuovamente verso di me.
-Io... Temo per la mia famiglia. Mio padre e mia madre vivono da soli, in un paese non lontano. E' possibile richiedere un custode?-
-Beh...-
Gli suona il telefono, si interrompe.
Parla, gesticola e cammina.
Alla fine annuisce e mette giù. Mi guarda.
-Alla scientifica hanno fatto tutte le rilevazioni del caso.-
-E?-
-Niente. Nessuna impronta ignota. Questo non va certo a suo favore.-
-Beh, ma potrebbe aver indossato dei guanti! O no?-
-Sì, certo. Ma vede, a noi non piacciono i condizionali. Non escludiamo nessuna ipotesi ma non prendiamo posizione a meno di non avere certezze. Per quanto mi riguarda, lei rimane indagato.-
-Dannazione!- sbottò, pentendomene subito. Romano mi guarda storto.
-Torni a dormire. Ne ha bisogno.-
-E la guardia per i miei genitori?-
Ci pensa su.
-No.-
-No?- non credo alle mie orecchie.
-Non abbiamo gli estremi per ritenere che siano in pericolo. Ha forse qualche prova al riguardo?-
Istintivamente, la mia mano corre al cellulare di Laura. Mi fermo.
Non posso mostrarglielo. Loro non devono sapere niente. Ne va della mia carriera.
Sono in una situazione spinosa, tra martello ed incudine; decido di lasciar perdere.
-Niente.- dico.
-Bene. E' tutto. Arrivederci, signor Maggi.- il Commissario ordina agli uomini di uscire e io li seguo, per chiudere la porta. Prima che se ne vada, Romano si volta a guardarmi.
-Non è ancora ufficialmente indagato, ma faccia in modo di essere reperibile. Potremmo aver bisogno di parlarle.-
-Va bene. Arrivederci.-
-Buonanotte, Maggi.-


Stupidi bastardi!
Colpisco la porta con un pugno, quando non sento più il rombo dei motori.
La colpisco ancora, e ancora.

E stupido bastardo anche tu, penso, rivolgendomi all'assassino.
Sa davvero troppo su di me. Anzi, pare che sappia
tutto. Sa dove abito, sa chi sono le persone a me care e, soprattutto, conosce anche il mio passato.
Sono tra l'incudine ed il martello.
Devo sperare di essere abbastanza forte per sfuggire da uno dei due.


 

   
 
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