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Autore: Lady R Of Rage    13/08/2013    3 recensioni
Una nuova scuola elementare sta per essere aperta in un quartiere povero di Los Angeles.
Questa notizia è una gioia per i bambini, ma una minaccia per la malavita. Una malavita che non ha scrupoli, nè pietà.
Non basta essere benefattori, per essere al sicuro. Non basta lo status, per ottenere la salvezza.
Non basta essere i Black Eyed Peas, per sfuggire alla vendetta.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Nuove minacce
 
In quindici anni di carriera, poteva capitare che un concerto dei Black Eyed Peas non andasse alla perfezione. Quello che non era mai capitato, però, era che qualcuno tentasse di ucciderli.
Rachel sospirò mentre si ravviava i capelli. Lei seguiva i Black Eyed Peas sin da quando era una ragazzina, per lei erano la personificazione di quell’entità sfuggente e sublime chiamata Musica.
Un cameraman diede il segnale dell’inizio delle riprese; Rachel, graziosa nel tailleur color lavanda, cercò di sorridere alla telecamera, nonostante il suo sorriso apparisse reale quanto una banconota da tre dollari.
-Conclusione drammatica e inaspettata al concerto dei Black Eyed Peas. L’esibizione, il cui obbiettivo era raccogliere fondi per la costruzione di un scuola elementare nel degradato quartiere di River Heights, si è presto trasformata in un disastro. Un riflettore è infatti precipitato dalla sommità del palcoscenico, investendo il componente del gruppo Apl.de.ap. Nonostante le condizioni del rapper siano positive, il sospetto aleggia nell’aria, e una domanda affolla la mente di tutti: solo un incidente, o qualcosa di programmato?-
 
Will.i.am si sedette su una poltrona nel backstage, massaggiandosi la tempia con mano tremante. La ferita alla testa, sommata al panico e alla preoccupazione per le condizioni di Apl, produceva un dolore acuto e pesante nella sua scatola cranica.
Subito dopo, nel backstage entrarono una Fergie scarmigliata e pallida, e Taboo, ormai libero dalla corazza carnefice, che trasportava sulle spalle un Apl semincosciente.
Fergie si sedette su una seggiola accanto a Will, e abbandonò il capo sullo schienale. Taboo adagiò il corpo esanime di Apl su un divano, e si sedette senza tante cerimonie su un bracciolo.
Il silenzio dominava nella stanzetta. Continuò a dominare fino al momento in cui Fergie pose la domanda,
-Chi mai avrà tentato di ucciderci?-
-Non lo so, e non so nemmeno se lo voglio sapere.- rispose Taboo. –Sembra tutto così complicato…-
Accarezzò gentilmente la testa di Apl, che aveva sì ripreso conoscenza, ma sembrava incapace di compiere un movimento diverso dal girare gli occhi.
-Guardate cosa gli hanno fatto. Sono dei mostri.-
-E non è tutto.- riprese Fergie. –Anche quell’uomo che si è arrampicato sul palco… l’ho visto, aveva con sé una pistola. Se non fosse stato per la sicurezza…- e qui non riuscì ad andare oltre. L’ipotesi era troppo inquietante per essere vagliata.
-Anche a me è successo qualcosa.- intervenne Will.
Raccontò, stavolta senza mentire, l’episodio della lettera, del mattone, e della sua macchina.
Quando ebbe finito, estrasse dalla tasca il messaggio anonimo.
Gli occhi dei tre Peas erano fissi su quel pezzo di carta, spaventati come se Will gli avesse porto una bomba.
-Cosa possiamo fare?- domandò Apl, che nel frattempo si era definitivamente ripreso.
-Non lo so.- rispose Will chinando il capo. –Sembrano fare sul serio.-
Lo spavento regnava sovrano. I Peas si cercavano a vicenda con gli occhi, percependo sulla pelle un pericolo
occulto e letale.
Ad un tratto, una musica vivace si librò nell’aria. Fergie portò la mano alla tasca, e ne trasse un telefono squillante. Premette il pulsante di risposta alla chiamata, e portò l’apparecchio sul lato del capo.
-Pronto? Sì, sono io… cosa? Non è possibile! Quando? Oh, no. Dove si trova, adesso?-
Con il proseguirsi della conversazione, ogni parola sembrava costarle una fatica sempre maggiore. Il viso era improvvisamente impallidito, e le mani le tremavano. Quando la chiamata si concluse, Fergie si sedette sulla seggiola, affondò il viso nelle mani e scoppiò in lacrime.
Will si alzò di scatto, le cinse dolcemente le spalle col braccio, e le domandò con voce gentile ma ferma cosa fosse successo.
-S-si tratta di… di Josh.- Fergie alzò lo sguardo, rivelando un viso arrossato e attraversato da rivoli di lacrime.
-Una m-moto lo ha investito. Sta… sta molto male. Ora è i-in… in ospedale.-
 
Sul letto della sala operatoria, Josh pareva addormentato.
Un braccio e una gamba erano intrappolati in una guaina di pesante gesso bianco. Su tutta la superficie del corpo erano state applicate delle garze e dei cerotti, e un respiratore gli copriva la bocca e il naso.
Fergie stava in ginocchio accanto al letto, il viso sepolto nelle braccia e adagiato sul petto di lui, i capelli sparpagliati sulle spalle come una tenda logora. All’esterno della stanza, Will, Apl e Taboo fissavano sgomenti la scena attraverso un vetro.
Pochi attimi dopo, Fergie si rialzò. Aveva gli occhi rossi e l’aria molto trascurata, e nello sguardo si leggeva un dolore troppo forte anche per essere sfogato con le urla. Stampò un ultimo bacio su una guancia di Josh, e domandò a una donna in camice presente al suo fianco.
-Per quanto ne avrà, infermiera?-
-Non si sa ancora, signora Duhamel.- rispose cupa la donna. – Le condizioni di suo marito sono critiche. Presenta lesioni aggravate su tutto il corpo, due arti fratturati, alcune costole incrinate e un trauma cranico. Siamo davvero spiacenti.-
Le porse un bigliettino piegato:-Nella sua tasca è stato trovato questo.-
Fergie strinse forte i pugni, affondando le unghie nella carne. Poi esalò un basso lamento, e si diresse, a passi mesti, verso l’esterno della stanza, dove i suoi amici la attendevano.
Appena la vide, Will allargò le braccia lasciando che lei vi corresse all’interno. Fergie affondò il viso nella spalla di Will; non pianse, perché non aveva più lacrime.
-Mi dispiace.- disse semplicemente Apl.
-Hanno trovato questo biglietto nella sua tasca.- rispose lei. Lo aprì, e lo lesse tutto d’un fiato.
 
Eravate stati avvisati, ma avete fatto finta di non sentire.
Il riflettore e l’incidente sono solo l’inizio.
Se non fermate i lavori, domani potreste finire come lui.
 
Will rabbrividì. Apl deglutì nervosamente. Quanto a Taboo, era diventato più bianco della cera.
-Allora è così. Qualcuno ha un piano per ucciderci.- ansimò pochi attimi dopo Apl.
-Non capisco. Chi può avere così interesse verso una scuola?- domandò un terrorizzato Will.
-Non lo so. Ma non basterà a spaventarci.- disse Fergie in tono deciso. –Josh avrebbe voluto vedere la scuola finita. Non saranno queste minacce a fermare il nostro lavoro.-
Will la guardò dritta negli occhi. Mai l’aveva vista così decisa. Tutto il dolore per l’incidente di Josh si era trasformato in una rabbia fredda e indomabile. E si sentì molto più al sicuro, al suo fianco.
Apl sentì una mano cercare la sua. Si voltò e incrociò gli occhi sbarrati di Taboo.
-Faranno del male ai bambini, Apl?-
-Non lo so.- rispose Apl. –Temo che, se hanno fatto questo a Josh, potrebbero anche…-
-Sta zitto.- lo interruppe l’altro. –Se si avvicinano a Jaymie e ai bambini? Non voglio nemmeno pensarci.-
Apl strinse più forte la mano dell’amico. –Lo so. Fatti forza. Tutto quello che possiamo fare è andare avanti, e sperare che vada tutto bene.-
Queste furono le sue parole, anche se, in realtà, non ci credeva nemmeno lui.

Angolo della Cuin
Eccomi qui. 
Gente pucciosa, il mistero si infittisce! Chi sono i misteriosi attentatori? Josh vivrà o morirà?
Lo so, dovrei stare a lavorare sulle long su Total Drama... ma visto e considerato che sto ricevendo pochissime recensioni in questo periodo, mi metto a finire qui.
Aspettansi commenti. Ci si vede!
Mitica
  
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