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Autore: Crystal eye    13/08/2013    3 recensioni
Tre anni dopo lo scontro con Ade, i cavalieri sono richiamati a combattere da alcune vecchie conoscenze. All'inizio sembra essere una battaglia come le altre, ma quando in mezzo si mettono l'amore e delle scoperte che lasciano senza fiato, l'unica cosa che possono fare è cercare di non farsi sopraffare. Tra battaglie, amori e nuove parentele, il destino del mondo si posa, come sempre, sulle spalle di cinque ragazzi.... ma saranno davvero da soli?
Dro questa è dedicata a te che mi hai dato la giusta ispirazione per scriverla!!! ti adoro!!!!!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE DELL’AUTRICE: eccomi con il sesto capitolo!!!! Grandi rivelazioni nello scorso, vero??? Naaa, scommetto che voi sapevate già tutto..... comunque grazie alle sei gentilissime persone che hanno messo la storia tra le seguite, e grazie alla mia grandissima amica averyn che mi ha recensito tutti i capitoli, TI VOGLIO TANTO BENE!!!

Bacioni a tutti

Se vi va lasciate un commentino

Buona lettura

Crystal

 

Capitolo 6

 

Il cavaliere del cigno fu spedito, dopo l’ennesimo fallimento, a cercare di trovare i futuri Guardiani.

Sbuffando, si allontanò dal Grande Tempio per cercare ad Atene, se magari trovava qualcosa.

In quei giorni si era accresciuta incredibilmente la sensazione di vuoto che provava, solo che ora che era a conoscenza di avere una sorella gemella, sapeva a cosa era dovuta, solo che l’esserne informato non lo faceva stare meglio.

Trovò anche Phoenix che cercava in città, visto che si era scoperto che era Andromeda il Guardiano e due fratelli non potevano essere entrambi Guardiani, anche se potevano avere una forte affinità con gli elementi comunque, anzi, era molto probabile fosse così.

Infatti, nel caso del cavaliere della Regina Nera, era accaduto proprio questo, Andromeda era il nuovo Guardiano dell’Aria e lui possedeva una forte affinità con il fuoco, dovuta anche al fatto che era cavaliere della Fenice e condivideva con l’uccello di fuoco l’anima immortale.

“È tutto a posto?” domandò il biondo, notando l’espressione cupa dell’altro, più scuro del solito.

“No, non esattamente.” Rispose senza guardarlo, dopo un lungo momento di silenzio, in cui il cigno si era convinto che non avrebbe ricevuto risposta al quesito, accendendo la sua curiosità, ma anche la sua sorpresa, visto che non era tipo da lasciarsi andare a confidenze di alcun genere con qualcuno che non fosse suo fratello.

“Cosa è successo? Se vuoi parlare...” disse Crystal, lasciando la frase a metà, anche se si era compreso il finale “io ci sono”.

Phoenix lo guardò, per la prima volta da quando si erano incontrati, dritto negli occhi, con un’espressione così intensa che Crystal non volle approfondire la ricerca di un significato da attribuirle.

Non sapeva perché, ma lo stare sotto quello sguardo, solitamente freddo o indifferente, lo faceva quasi tremare, come se potesse leggergli dentro e, in teoria, con il Fantasma Diabolico, poteva davvero farlo.

Si diede dell’idiota, per essersi offerto di ascoltare, probabilmente l’altro l’avrebbe mandato al diavolo. Invece, contro ogni sua più rosea aspettativa, questi si mise a parlare, tranquillamente.

“Ho notato che tu e Andromeda avete legato molto...” buttò lì con tono fintamente indifferente, anche se la risposta aveva grande importanza per lui.

Il biondo arrossì leggermente, passandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli.

“Beh, si siamo molto amici. A volte, tuo fratello è in grado di capirmi come nessun altro!” disse, con tono basso e caldo, che fece stringere un pugno a Phoenix, per la gelosia.

Non sapeva perché, né quando, né come fosse nata quella specie di sentimento verso il biondo, ma, da un po’ si era scoperto a volere le sue attenzioni, a desiderare che quel tono fosse rivolto a lui, che l’espressione appena persa comparisse quando pensava a lui, invece, era tutto per suo fratello.

Il giovane si accorse della rabbia repressa a fatica dal cavaliere della Fenice e gli prese una mano, per aiutarlo a trattenersi, solo che non si aspettava l’ “aggressione” che seguì. Era pronto a difendersi da pugni e grida rabbiose, ma quando lo spinse contro un muro e lo bloccò con il suo corpo, prendendogli i polsi e fermandoli sopra la sua testa.

“Phoenix! Fermati, lasciami andare!” quasi gridò Crystal, con gli occhi sgranati, cercando di divincolarsi con scarso successo. L’altro era più forte di lui se si considerava solo la forza bruta.

Purtroppo si trovavano in un vicolo e nessuno l’avrebbe sentito, anche se avesse gridato.

“Phoenix! Ti ho detto di lasciarmi andare!” esclamò con decisione, ma anche una punta di paura nella voce.

Gli occhi blu scuro dell’uomo che aveva davanti sembravano quelli di un pazzo che non ha nulla da perdere, talmente pieni di emozioni che lo disorientavano.

“Altrimenti? Che fai? Chiami mio fratello per farti aiutare?” fece crudelmente ironico.

Quelle parole lo spaventarono più di tutto il resto.

Il Phoenix che avevano imparato a conoscere amava suo fratello, Andromeda, non avrebbe mai detto una cosa simile, tuttavia, non ebbe il tempo di pensare o dire altro, che quello cercò di baciarlo.

Evitò le sue labbra girando il viso, scatenando l’ira dell’altro, che, però, lo lasciò andare, indietreggiando di scatto, respirando affannosamente, come se avesse corso per ore.

“Phoenix?” domandò piano il cigno, questa volta preoccupato. “Stai... bene?” aggiunse, avvicinandosi al cavaliere dell’uccello di fuoco, che sembrava non riuscire a respirare.

La mancanza di ossigeno lo fece crollare a terra, accompagnato dalle braccia dell’amico.

“Mi dispiace... anf... anf... non so cosa...anf... cosa mi sia... anf... anf... preso... anf...” si scusò, senza fiato e con parole soffocate.

“Non ti preoccupare! Non è accaduto nulla.” Lo rassicurò. “Adesso cerca di riprenderti.” Aggiunse, guardandolo preoccupato, mentre il suo viso prendeva una malsana sfumatura bluastra.

“Dannazione, non posso restare qui, devo andare a cercare aiuto.” Ragionò.

Ormai Phoenix aveva perso conoscenza e nonostante tutto il suo respiro non si regolarizzava.

“Ehi! È tutto a posto?” domandò una voce femminile, proveniente dall’inizio del vicolo.

Il biondo alzò lo sguardo verso quella giovane donna che si era avvicinata, per verificare le condizioni del suo amico.

“No, non so come aiutarlo.” Rispose, guardandola e specchiandosi in due occhi azzurro ghiaccio identici ai suoi.

“Forse lo so io come fare, ma tu... tu devi promettere che non dirai nulla a nessuno!” gli disse, scrutandolo intensamente, in attesa di una risposta, che arrivò sotto forma di cenno di assenso.

Dopo di che, lei si inginocchiò dietro il cavaliere della Fenice, facendogli posare la testa sulle sue ginocchia e, mettendogli una mano sulla fronte, chiuse gli occhi, lasciando fuoriuscire una grande energia e solo allora Crystal si accorse che il ciondolo che portava al polso si era illuminato.

Aveva davanti una delle nuove Guardiane!

E, a giudicare da come le si era illuminata la mano di una luce bianca, ma calda, carezzevole, sapeva già utilizzare i suoi poteri e cosa stava facendo.

Inoltre, la somiglianza che sembrava esserci tra di loro lo lasciò di stucco, lei poteva essere...

Si distolse dai suoi pensieri quando vide uno spaventoso fumo nero uscire dalla bocca del suo amico per andare a riaddensarsi in una figura gemente a terra, poco lontano da loro.

Lo sconosciuto si rivelò essere un uomo alto, con i capelli lunghi e neri come la notte senza stelle, con due occhi completamente neri all’infuori delle pupille, che erano rosse come il sangue.

La ragazza misteriosa stava ancora con gli occhi chiusi, ma un raggio di luce bianca partì dalla sua mano in direzione dell’uomo. Il quale ringhiò, mostrando una chiostra di denti affilati, con due canini lunghi fino ad arrivare quasi al labbro inferiore. Il viso distorto dall’allungamento dei denti, si modificò leggermente, da umano divenne più simile a quello di un animale, sulle mani comparvero degli artigli lunghi e scuri.

La trasformazione fece partire altri tre raggi di luce, mentre il biondo vedeva Phoenix riprendere lentamente coscienza e un colorito normale.

Improvvisamente, un rumore così forte da diventare solo un ronzio fastidiosissimo, gli fece sentire i timpani così compressi da temere che scoppiassero, mentre gli occhi lacrimavano per la luce dei raggi che la giovane continuava a mandare senza mancare mai il bersaglio.

“Mhm...” gemette Phoenix, risvegliandosi e ritrovandosi sulle gambe di qualcuno, che teneva posata dolcemente una mano fresca sulla sua fronte.

Lì per lì, vista la frescura piacevole portata da quella mano, aveva pensato fosse Crystal, anche perché, davanti si suoi occhi ancora un po’ appannati si erano stagliati dei biondi capelli e una specie di fari azzurro ghiaccio, ma appena era riuscito a schiarirsi la mente, si accorse che la mano era troppo piccola e morbida, per essere quella del cavaliere. Si domandava, per cui, chi potesse essere la ragazza, perché di questo si trattava, che si stava prendendo cura di lui.

Intanto, il nemico, dopo aver visto fallire il suo attacco aveva provato a rispondere ai fasci di luce, con saette oscure, ma queste venivano deviate o fermate da una cupoletta comparsa sui tre giovani.

Un altro ringhio proruppe dalla gola del nemico, che si dovette ritirare non appena avvertì l’avvicinarsi di altre energie potenti.

“Questa volta siete stati fortunati, ma tornerò e allora vi distruggerò con le mie stesse mani.” Minacciò, andandosene.

“Phoenix!” chiamò Crystal preoccupato. “Stai bene?” gli domandò, aiutandolo ad alzarsi, sorretto anche dalla Guardiana sconosciuta.

“Grazie, se non fosse stato per te, non avrei saputo come aiutarlo!” le disse il biondo, ricevendo uno sguardo strano dalla giovane.

“Quindi devo ringraziare te, se sono ancora vivo?” chiese il cavaliere della Fenice, guardandola.

La ragazza gli sorrise, ravvivandosi i lunghi capelli biondi, leggermente mossi, arrossendo appena sulle gote.

Il giovane moro guardò i due ragazzi biondi davanti a lui, notando una volta di più l’incredibile somiglianza tra i due.

“Kaey! Kaey!” gridò una voce femminile poco lontano, attirando l’attenzione della ragazza.

“Scusate, devo andare!” disse, allontanandosi.
“Aspetta! Come ti chiami?” le domandò Crystal, prima che girasse l’angolo.

“Kaeyla!” rispose con un sorriso. “Non preoccuparti, ti troverò io, fratello!” disse, sparendo nella via.

 

 

 

  
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