NOTE
DELL’AUTRICE: eccomi con il sesto capitolo!!!!
Grandi rivelazioni nello scorso, vero??? Naaa, scommetto che voi
sapevate già
tutto..... comunque grazie alle sei gentilissime persone che hanno
messo la
storia tra le seguite, e grazie alla mia grandissima amica averyn che
mi ha
recensito tutti i capitoli, TI VOGLIO TANTO BENE!!!
Bacioni
a tutti
Se
vi va lasciate un commentino
Buona
lettura
Crystal
Capitolo
6
Il
cavaliere del cigno fu spedito, dopo l’ennesimo
fallimento, a cercare di trovare i futuri Guardiani.
Sbuffando,
si allontanò dal Grande Tempio per
cercare ad Atene, se magari trovava qualcosa.
In
quei giorni si era accresciuta incredibilmente
la sensazione di vuoto che provava, solo che ora che era a conoscenza
di avere
una sorella gemella, sapeva a cosa era dovuta, solo che
l’esserne informato non
lo faceva stare meglio.
Trovò
anche Phoenix che cercava in città, visto che
si era scoperto che era Andromeda il Guardiano e due fratelli non
potevano
essere entrambi Guardiani, anche se potevano avere una forte
affinità con gli
elementi comunque, anzi, era molto probabile fosse così.
Infatti,
nel caso del cavaliere della Regina Nera,
era accaduto proprio questo, Andromeda era il nuovo Guardiano
dell’Aria e lui
possedeva una forte affinità con il fuoco, dovuta anche al
fatto che era
cavaliere della Fenice e condivideva con l’uccello di fuoco
l’anima immortale.
“È
tutto a posto?” domandò il biondo, notando
l’espressione cupa dell’altro, più scuro
del solito.
“No,
non esattamente.” Rispose senza guardarlo,
dopo un lungo momento di silenzio, in cui il cigno si era convinto che
non
avrebbe ricevuto risposta al quesito, accendendo la sua
curiosità, ma anche la
sua sorpresa, visto che non era tipo da lasciarsi andare a confidenze
di alcun
genere con qualcuno che non fosse suo fratello.
“Cosa
è successo? Se vuoi parlare...” disse
Crystal, lasciando la frase a metà, anche se si era compreso
il finale “io ci
sono”.
Phoenix
lo guardò, per la prima volta da quando si
erano incontrati, dritto negli occhi, con un’espressione
così intensa che
Crystal non volle approfondire la ricerca di un significato da
attribuirle.
Non
sapeva perché, ma lo stare sotto quello
sguardo, solitamente freddo o indifferente, lo faceva quasi tremare,
come se
potesse leggergli dentro e, in teoria, con il Fantasma Diabolico,
poteva
davvero farlo.
Si
diede dell’idiota, per essersi offerto di
ascoltare, probabilmente l’altro l’avrebbe mandato
al diavolo. Invece, contro
ogni sua più rosea aspettativa, questi si mise a parlare,
tranquillamente.
“Ho
notato che tu e Andromeda avete legato
molto...” buttò lì con tono fintamente
indifferente, anche se la risposta aveva
grande importanza per lui.
Il
biondo arrossì leggermente, passandosi una mano
tra i capelli, scompigliandoli.
“Beh,
si siamo molto amici. A volte, tuo fratello è
in grado di capirmi come nessun altro!” disse, con tono basso
e caldo, che fece
stringere un pugno a Phoenix, per la gelosia.
Non
sapeva perché, né quando, né come
fosse nata
quella specie di sentimento verso il biondo, ma, da un po’ si
era scoperto a
volere le sue attenzioni, a desiderare che quel tono fosse rivolto a
lui, che
l’espressione appena persa comparisse quando pensava a lui,
invece, era tutto
per suo fratello.
Il
giovane si accorse della rabbia repressa a
fatica dal cavaliere della Fenice e gli prese una mano, per aiutarlo a
trattenersi, solo che non si aspettava l’
“aggressione” che seguì. Era pronto a
difendersi da pugni e grida rabbiose, ma quando lo spinse contro un
muro e lo
bloccò con il suo corpo, prendendogli i polsi e fermandoli
sopra la sua testa.
“Phoenix!
Fermati, lasciami andare!” quasi gridò
Crystal, con gli occhi sgranati, cercando di divincolarsi con scarso
successo.
L’altro era più forte di lui se si considerava
solo la forza bruta.
Purtroppo
si trovavano in un vicolo e nessuno
l’avrebbe sentito, anche se avesse gridato.
“Phoenix!
Ti ho detto di lasciarmi andare!” esclamò
con decisione, ma anche una punta di paura nella voce.
Gli
occhi blu scuro dell’uomo che aveva davanti
sembravano quelli di un pazzo che non ha nulla da perdere, talmente
pieni di
emozioni che lo disorientavano.
“Altrimenti?
Che fai? Chiami mio fratello per farti
aiutare?” fece crudelmente ironico.
Quelle
parole lo spaventarono più di tutto il
resto.
Il
Phoenix che avevano imparato a conoscere amava
suo fratello, Andromeda, non avrebbe mai detto una cosa simile,
tuttavia, non
ebbe il tempo di pensare o dire altro, che quello cercò di
baciarlo.
Evitò
le sue labbra girando il viso, scatenando
l’ira dell’altro, che, però, lo
lasciò andare, indietreggiando di scatto,
respirando affannosamente, come se avesse corso per ore.
“Phoenix?”
domandò piano il cigno, questa volta
preoccupato. “Stai... bene?” aggiunse,
avvicinandosi al cavaliere dell’uccello
di fuoco, che sembrava non riuscire a respirare.
La
mancanza di ossigeno lo fece crollare a terra,
accompagnato dalle braccia dell’amico.
“Mi
dispiace... anf... anf... non so cosa...anf...
cosa mi sia... anf... anf... preso... anf...” si
scusò, senza fiato e con
parole soffocate.
“Non
ti preoccupare! Non è accaduto nulla.” Lo
rassicurò. “Adesso cerca di
riprenderti.” Aggiunse, guardandolo preoccupato,
mentre il suo viso prendeva una malsana sfumatura bluastra.
“Dannazione,
non posso restare qui, devo andare a
cercare aiuto.” Ragionò.
Ormai
Phoenix aveva perso conoscenza e nonostante
tutto il suo respiro non si regolarizzava.
“Ehi!
È tutto a posto?” domandò una voce
femminile,
proveniente dall’inizio del vicolo.
Il
biondo alzò lo sguardo verso quella giovane
donna che si era avvicinata, per verificare le condizioni del suo amico.
“No,
non so come aiutarlo.” Rispose, guardandola e
specchiandosi in due occhi azzurro ghiaccio identici ai suoi.
“Forse
lo so io come fare, ma tu... tu devi
promettere che non dirai nulla a nessuno!” gli disse,
scrutandolo intensamente,
in attesa di una risposta, che arrivò sotto forma di cenno
di assenso.
Dopo
di che, lei si inginocchiò dietro il cavaliere
della Fenice, facendogli posare la testa sulle sue ginocchia e,
mettendogli una
mano sulla fronte, chiuse gli occhi, lasciando fuoriuscire una grande
energia e
solo allora Crystal si accorse che il ciondolo che portava al polso si
era
illuminato.
Aveva
davanti una delle nuove Guardiane!
E,
a giudicare da come le si era illuminata la mano
di una luce bianca, ma calda, carezzevole, sapeva già
utilizzare i suoi poteri
e cosa stava facendo.
Inoltre,
la somiglianza che sembrava esserci tra di
loro lo lasciò di stucco, lei poteva essere...
Si
distolse dai suoi pensieri quando vide uno
spaventoso fumo nero uscire dalla bocca del suo amico per andare a
riaddensarsi
in una figura gemente a terra, poco lontano da loro.
Lo
sconosciuto si rivelò essere un uomo alto, con i
capelli lunghi e neri come la notte senza stelle, con due occhi
completamente
neri all’infuori delle pupille, che erano rosse come il
sangue.
La
ragazza misteriosa stava ancora con gli occhi
chiusi, ma un raggio di luce bianca partì dalla sua mano in
direzione
dell’uomo. Il quale ringhiò, mostrando una
chiostra di denti affilati, con due
canini lunghi fino ad arrivare quasi al labbro inferiore. Il viso
distorto
dall’allungamento dei denti, si modificò
leggermente, da umano divenne più
simile a quello di un animale, sulle mani comparvero degli artigli
lunghi e
scuri.
La
trasformazione fece partire altri tre raggi di
luce, mentre il biondo vedeva Phoenix riprendere lentamente coscienza e
un
colorito normale.
Improvvisamente,
un rumore così forte da diventare
solo un ronzio fastidiosissimo, gli fece sentire i timpani
così compressi da
temere che scoppiassero, mentre gli occhi lacrimavano per la luce dei
raggi che
la giovane continuava a mandare senza mancare mai il bersaglio.
“Mhm...”
gemette Phoenix, risvegliandosi e
ritrovandosi sulle gambe di qualcuno, che teneva posata dolcemente una
mano
fresca sulla sua fronte.
Lì
per lì, vista la frescura piacevole portata da
quella mano, aveva pensato fosse Crystal, anche perché,
davanti si suoi occhi
ancora un po’ appannati si erano stagliati dei biondi capelli
e una specie di
fari azzurro ghiaccio, ma appena era riuscito a schiarirsi la mente, si
accorse
che la mano era troppo piccola e morbida, per essere quella del
cavaliere. Si
domandava, per cui, chi potesse essere la ragazza, perché di
questo si
trattava, che si stava prendendo cura di lui.
Intanto,
il nemico, dopo aver visto fallire il suo
attacco aveva provato a rispondere ai fasci di luce, con saette oscure,
ma
queste venivano deviate o fermate da una cupoletta comparsa sui tre
giovani.
Un
altro ringhio proruppe dalla gola del nemico,
che si dovette ritirare non appena avvertì
l’avvicinarsi di altre energie
potenti.
“Questa
volta siete stati fortunati, ma tornerò e
allora vi distruggerò con le mie stesse mani.”
Minacciò, andandosene.
“Phoenix!”
chiamò Crystal preoccupato. “Stai bene?”
gli domandò, aiutandolo ad alzarsi, sorretto anche dalla
Guardiana sconosciuta.
“Grazie,
se non fosse stato per te, non avrei
saputo come aiutarlo!” le disse il biondo, ricevendo uno
sguardo strano dalla
giovane.
“Quindi
devo ringraziare te, se sono ancora vivo?”
chiese il cavaliere della Fenice, guardandola.
La
ragazza gli sorrise, ravvivandosi i lunghi
capelli biondi, leggermente mossi, arrossendo appena sulle gote.
Il
giovane moro guardò i due ragazzi biondi davanti
a lui, notando una volta di più l’incredibile
somiglianza tra i due.
“Kaey!
Kaey!” gridò una voce femminile poco
lontano, attirando l’attenzione della ragazza.
“Scusate,
devo andare!” disse, allontanandosi.
“Aspetta! Come ti chiami?” le domandò
Crystal, prima che girasse l’angolo.
“Kaeyla!”
rispose con un sorriso. “Non
preoccuparti, ti troverò io, fratello!” disse,
sparendo nella via.