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Autore: Dama DeLupottis    14/08/2013    6 recensioni
Seguito di "Un bisturi al posto del cuore", ma può essere benissimo letta separatamente, visto che le storie hanno in comune solo i protagonisti. In sintesi parla della difficile storia d'amore fra un chirurgo e una sua (ormai) ex-paziente di ben 28 anni più giovane. Gli ostacoli non sono pochi, e da come si può intuire dal titolo alcuni di essi possono essere piccoli, ma molto "ingombranti"! non voglio svelare parte integrale della trama quindi...buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov. Dario

Sto tornando dal lavoro: dovrei essere stanco, ma in realtà sono un pò nervoso. Sono proprio curioso di conoscere questo Manuel, che già dal nome così sofisticato non mi piace! Ma non fate caso a questo! Sappiamo benissimo che anche se si chiamasse come me, mi starebbe antipatico lo stesso! Anzi forse avrei addirittura accusato i suoi genitori per mancanza di fantasia!

E’ trascorsa una settimana da quando io e Anna ci siamo riappacificati, poi non ci siamo più sentiti: lei non mi ha chiamato e io, un po’ per orgoglio e un po’ per timore non l’ho fatto. Nel frattempo sono uscito con Marta, la mia mezza collega senza un briciolo di autorità e con bassa stima di sé. Come è andata la serata? Ma sì…non mi è dispiaciuta: in fondo è una ragazza simpatica, dolce e sensibile…direi quasi vitale se non fosse così riservata con le persone che non conosce. Sapete...potrei stare qui a riempirla di complimenti, ma la verità è che lei non è LEI, e la serata trascorsa non ha fatto altro che confermarmi ciò che pensavo in partenza, ossia che Marta non fa per me. Abbiamo parlato, abbiamo riso insieme, abbiamo trascorso una serata diversa dalle altre…ma non c’è stato niente di più. L’ho salutata con una stretta di mano ed un sorriso e poi ho ripreso a camminare per la mia strada, tornando serio e sospirando ogni tanto.

Finalmente arrivo davanti a casa mia: parcheggio la macchina in strada e mi avvicino alla porta d’ingresso, dinnanzi alla quale si trovano già i due piccioncini, che a voler guardare non sembrano neanche tanto innamorati: lui fissa lo schermo del telefono, guarda l’ora e poi lo rimette in tasca borbottando qualcosa alla ragazza in parte che se ne sta con le braccia conserte e lo ignora altamente. Questa è la mia ragazza! E che ragazza! È semplicemente stupenda: con quell’abito verde che ricorda tanto il colore della mia divisa… è come se fosse un getto di aria fresca nella mia monotonia. Che poi se io parlo di monotonia…non oso pensare cosa potrebbe dire un segretario d’ufficio, che se ne sta incollato ad una sedia a fissare lo schermo di un computer per tutto il giorno!

Mi avvicino sorridendo, quando Manuel si rivolge ad Anna chiedendo:- E’ lui?- Anna annuisce e Manuel prosegue dicendo:- Dario! Finalmente! Pensavo non arrivassi più!-

Mi porge la mano, e mentre la stringo ribatto:- Eh… ormai la gente ci ha fatto l’abitudine! E comunque non sono in ritardo di molto!-

- Solo di 45 minuti!- precisa il pignolo signorino

- Appunto!- sottolineo il fatto che rispetto ai miei standard questi sono pochi, ma visto che il tipo non fa altro che guardarmi con aria da sufficienza mentre apro il portone d’ingresso preciso:- Non potevo certo rifare un solo orecchio ad un ragazzo, solo per essere puntuale! Giusto?-

Finalmente chiude quella bocca, ma poi quando siamo in ascensore decide di riaprirla cercando di farmi dei complimenti, tanto per addolcirmi un po’:- Certo che…dev’essere esilarante tornare a casa e dire “oggi ho rifatto le orecchie ad un uomo”!-

- Beh se fosse realmente così, più che esilarante lo definirei poco concludente! In realtà oggi ho fatto anche un riposizionamento mandibolare, un avanzamento mascellare, una mentoplastica e due fillers!- cerco di restare impassibile mentre lo dico, ma non posso far altro che gioire dentro di me nel vedere quanto si stia sentendo piccolo ed insignificante in questo momento.

- Però!- esclama meravigliato:- Sei come un robot! Sai…a dirla tutta mi fai quasi paura!-

La sua definizione mi irrita non di poco, ma faccio buon viso a cattivo gioco:-  Oh andiamo! Neanche ti avessi detto che ho ricostruito il naso a dei cadaveri!-

Vedo il viso di Manuel sbiancare in un secondo, ma non posso godermi troppo lo spettacolo, visto che le porte dell’ascensore si aprono e io sono costretto ad avviarmi verso la mia porta di casa.

Quando riacquista l’uso della parola domanda quasi schifato:- Perché l’hai fatto?-

- Secondo te?-  domando senza voltarmi lasciando ancora un po’ un alone di mistero

- Non l’ha fatto!- interviene Anna:- Non me l’ha mai detto!-

- Perché non me l’hai mai chiesto!- rispondo voltandomi verso di lei:- E comunque non è una cosa da tutti i giorni! In Italia questa pratica non esiste…di solito la faccio in Austria o in Olanda…ma non molto spesso…solo in occasioni particolari!- apro la porta di casa e dico:- Prego! Entrate pure!-

-Ora sei decisamente inquietante!- commenta il signorino come se si trovasse davanti un assassino che non vede l’ora di squartarlo vivo! Sinceramente non pensavo di fare così paura, ma in questo caso devo dire, che ne sono ben lieto!

- E comunque non ne avevo mai sentito parlare di questa cosa!- dice Manuel quasi come se volesse accusarmi di qualche reato che in realtà non ho commesso. O forse semplicemente insinuando che io sia un lurido bugiardo!

- Non è una pratica illegale!- tengo a precisare:- Qui in Italia, come ripeto, non è diffusa perché sono rare le persone che donano il proprio corpo alla scienza! In Austria invece, sono circa quarantaduemila ogni anno!-

- Ma è una follia!- esclama quasi inorridito

- Secondo me è un grande atto di solidarietà!- ribatto:- Grazie a questo i chirurghi specializzandi possono fare pratica evitando di uccidere qualcuno sul tavolo operatorio, e i più esperti possono mettere appunto nuove tecniche che in futuro potrebbero salvare la vita a centinaia di migliaia di persone!-

- Ricostruendogli il naso?- domanda sorridendo lievemente

Mi vuole provocare il bastardo? Perché in tal caso non ha ancora capito con chi ha a che fare!

- Non sto parlando solo di chirurgia plastica! Anche se a parer mio, ricostruire il volto ad una persona che ce l’ha sfigurato, vuol dire lo stesso salvargli la vita!-

Lui rimane senza parole, e come pensavo, si vede costretto ad annuire:- Sì…forse hai ragione!-

- Sì lo credo anch’io!- esclamo soddisfatto.

Dopo un attimo di silenzio Manuel torna di nuovo all’attacco:- Ehm… tu parli sempre così? Cioè… ti presenti alla gente che non ti conosce parlando sempre di argomenti così macabri?-

- Beh diciamo che mi piace sorprendere le persone…o ignorarle se sono di brutto umore!-

- Ah! Ne deduco che sei un tipo lunatico!- esclama come se avesse fatto la scoperta del secolo! Bravo! Vuoi un applauso o preferisci una caramella come premio?

- Quale chirurgo non lo è? Siamo tutti lunatici, poco sensibili e super presuntuosi…abbiamo il complesso del dio e siamo sposati con il nostro lavoro! In sintesi…brutta categoria la nostra!-

- Ma se Anna tiene così tanto a voi, si vede che in fondo non siete poi così male!-

Guardo Anna che sorride, e allora sorrido anch’io dicendo:- A lei piace complicarsi la vita!-

- Ahah Siete davvero così terribili?-

- Non lo so! Chiedilo a lei!- mi rivolgo ad Anna con il classico tono di voce che fa venire la pelle d’oca a tutte le donne:- Siamo davvero così terribili?-

- Io…non so!- risponde un po’ impacciata.

- D’accordo! Visto che non ho intenzione di ammuffire aspettando una tua risposta, risponderò io per te!- mi volto verso Manuel e con tono confidenziale rispondo:- No! Non siamo così terribili! In fondo sotto il camice si nasconde pur sempre un uomo! Ma ci vuole pazienza perché venga fuori…molta pazienza!-

Mi sto ancora segretamente compiacendo di ciò che ho detto, quando noto che Anna tiene una gabbia in mano:- E quello cos’è?-mi abbasso scorgendo un orrendo batuffolo di pelo bianco e nero:- Che ci fa questa cosa in casa mia?-

Anna sospira e dice:- Questa “cosa” come la chiami tu, si chiama Giuggiola, e avrebbe bisogno di una casa in questi cinque giorni in cui sarò via!-
- Nononono!- mi affretto a dire:- Primo: lo sai che odio i gatti! Secondo: sono sempre via, non posso badare anche a questo! E terzo: non ho il giardino, hai la minima idea di come mi ridurrebbe la casa?-

- E’ addomesticata, sa dove fare i suoi bisogni, non rovina né tappeti, né divani, e non sporca!-

- Perde il pelo!- obbietto

- Hai la cameriera!- conclude sfidandomi con lo sguardo. Atteggiamento che io letteralmente adoro.

- Chiamasi “donna delle pulizie”- la correggo tanto per farla innervosire

- E’ lo stesso!-

- Non è vero!- ribatto

- Beh in questo ha ragione!- dice Manuel schierandosi dalla mia parte

- Ti ringrazio Manuel!-esclamo trionfante.

- Prego accomodatevi!- dico indicandogli le sedie e il tavolo…poi sposto lo sguardo su Manuel e dico:- Manuel dimmi un po’… tu…che lavoro fai?-

- Io lavoro nel settore del marketing…- comincia descrivendo con paroloni e paroloni il suo noiosissimo mestiere, mentre io fingo di essere interessato e nel frattempo gli offro un the con dei biscotti al cioccolato, che lui prontamente rifiuta in quanto carboidrati e zuccheri dopo le sei di sera. Quanto non lo sopporto!

La cosa che mi sembra alquanto strana e che per quanto io possa celare l’ostilità che provo nei suoi confronti, non sento molta ostilità nei miei, anzi, direi quasi nulla, nonostante la mia precedente arroganza avrebbe già dovuto farlo innervosire e non di poco. Invece no! Eccolo qui, tutto gentile e amichevole nei miei confronti! Ma che razza di uomo è? Un’hippie con la parola “peace” stampata sul culo? Scusate la volgarità! Di solito non mi si addice! Ma in questo caso abbiate compassione!

Ad un certo punto Manuel si volta a guardare il viso di Anna e dice:- Amore, sei un po’ sporca qui!- raggiungendo col dito il punto del mento nel quale aveva un residuo di cioccolato. Mentre Manuel cerca di pulirla con tutta la delicatezza immaginabile, noto un’espressione di fastidio negli occhi di Anna e subito ne capisco il motivo. Per chi non lo sapesse, in quella zona passa uno dei nervi centrali che controllano la sensibilità delle labbra e del mento; piuttosto frequentemente dopo un intervento come il suo, il paziente tende ad avere una fastidiosa ipersensibilità in quella zona, o più raramente perderla del tutto.  Ma come fa lui a non accorgersi? Non serve certo un medico per notarlo! E perché lei sta zitta?

- Fallo nell’altro senso!- mi permetto di dire:- Così le dà fastidio!- concludo guadagnandomi un’occhiata meravigliata da parte di Anna, che sicuramente non pensava che facessi caso a queste piccolezze

- E tu come fai a saperlo?- domanda interrompendo per un attimo la sua azione

Come faccio a saperlo? Ma non è ovvio? Sto per dargli mentalmente del cretino, ma un’occhiataccia preoccupata e implorante di Anna mi fa insorgere uno strano sospetto, così mi limito a dire:-  Sono il suo chirurgo! L’ho operata io!-

- Ah giusto!- risponde. Bene! Almeno questo lo sa!

Dopo qualche minuto Manuel comincia di nuovo a tirarsi la zappa sui piedi dicendo:- Sai sono contento che tu ed Anna vi siate riappacificati! Insomma…lei tiene molto a te…questa notte ha pure urlato il tuo nome!- conclude appena prima che Anna gli tiri una gomitata.

- Davvero?- esclamo guardandola maliziosamente:- E che genere di grido era?-

Anna mi guarda male, mentre Manuel scoppia a ridere dicendo:- No no! Non era quel genere di grido! Era piuttosto spaventato!-

Sposto lo sguardo su di Anna, allora lei per mettere fine al discorso decide di andare dritta al punto:- Ho sognato l’incidente di Fabrizio…solo che al posto suo c’eri tu!-

- Chi è Fabrizio?- domanda Manuel, ma nessuno di noi gli presta ascolto

I nostri sguardi ormai si sono intrecciati: riesco a leggere molta sofferenza nel suo, e anche se non ne capisco appieno il motivo, la cosa mi fa star male.

-Dimenticati quel giorno!- mi limito a dire senza abbandonare il contatto visivo fra noi

- Non posso! E’ stato uno dei più brutti della mia vita…e i giorni brutti si ricordano più facilmente di quelli belli!- i suoi occhi se possibile diventano ancora più tristi. Ora so a cosa sta pensando: a come io l’abbia cacciata via dall’ospedale e dalla mia vita solo poche ore dopo averla baciata. Ricordo le sue lacrime, il mio atteggiamento impassibile, e i rimproveri di Massimo, che come sempre era riuscito a salvarla dal mio lato più oscuro.

- Non dirmi che…- interviene Manuel come se avesse avuto una folgorazione istantanea:-Fabrizio era il tuo ragazzo ed è morto…-

- No! Fabrizio è suo figlio e non è morto!- ribatte Anna leggermente infastidita da questa sua intromissione. Da dove gli è saltata fuori poi questa?

-Ah!- esclama Manuel, rivolgendosi poi a me:- Scusa ma…faccio di tutto per scoprire il nome del suo ex ragazzo, ma lei non me lo vuole proprio dire! Tu per caso lo conoscevi?-

Spalanco gli occhi sorpreso: ecco perché Manuel non mi teme! Ecco perché non prova risentimento nei miei confronti! Non è un ingenuo, né un ragazzo sicuro di sé…è soltanto un ragazzo all’oscuro del fatto di trovarsi davanti al suo nemico. Guardo Anna, cercando di trasmetterle tutta la rabbia e la delusione che provo nei suoi confronti, ma come pensavo lei abbassa lo sguardo inerme.

- Sì! Sì lo conoscevo!-proseguo cercando di sorridere:- Di un antipatico che non ti dico! Stronzo e arrogante…oserei quasi dire con il cuore di pietra! Ancora mi domando come una ragazza così dolce come Anna abbia potuto innamorarsi di un ragazzo del genere! Al suo confronto io sarei stato molto molto meglio!-

- Magari con qualche anno di meno!- esclama, dandomi la prova di aver colto nel segno.

- Già! Con parecchi anni di meno!- rispondo guardando in direzione di Anna

- Ora basta!- dice fulminandoci entrambi:-Smettetela! Tutti e due!-

Entrambi annuiamo, ma visto che gli argomenti di cui parlare sono stati esauriti, fra di noi cala un silenzio imbarazzante.

Ad un certo punto però, Manuel guarda l’ora dal suo cellulare e dice rivolgendosi ad Anna:- Amore, a me scade il disco orario! Vado giù e ti aspetto ok?- aspetta che lei annuisca e poi si volta verso di me, porgendomi nuovamente la mano: - E’ stato un piacere Dario! Arrivederci!-

- Anche per me! Arrivederci! Buon Viaggio!- esclamo sorridendo per l’ultima volta

Quando la porta d’ingresso si chiude, mi rivolgo verso di lei dicendo:- Perché non gli hai detto di noi? Non lo ritenevi importante?-

- L’ho fatto perché il mio passato non pregiudicasse il mio futuro!-

- Dunque ti vergognavi del tuo passato! Di me!- urlo furibondo.

Sono arrabbiato, ma soprattutto mi sento ferito, anche se mi costa ammetterlo, perché tralasciando questo particolare, Anna ha deciso di negare la nostra storia, il nostro amore e tutto ciò che ne è stato. È come se tutto quello che noi abbiamo passato insieme fosse stato sminuito in solo istante, come se tutto ciò per cui abbiamo lottato fosse stato vano. Come se tutto fosse stata una presa in giro. E questo per me, è decisamente insopportabile, così con tutta la delusione che ho in corpo gli domando :- Se io sono stronzo, tu che cosa sei?-

- Avevo paura Dario! Cerca di comprendermi!-

- No! Non riesco proprio a comprenderti!- sbraito agitandomi per la stanza:- Non riesco a capire come tu possa stare con un ragazzo se hai paura del suo giudizio! Non potrai mai essere te stessa! Non sarai mai felice!-

- Non puoi esserne certo! Solo perché gli ho nascosto una parte del mio passato non vuol dire che io non possa essere felice con lui!- dice quasi come se dovesse convincere ancora se stessa.

- Ma se non ci credi neanche tu?-

- Ora basta Dario!- comincia ad urlare anche lei:- La vuoi smettere per una volta di darmi contro? Volevi essere mio amico e allora comportati come tale! Sostienimi nonostante tu credi sia in errore! Fallo per me Dario! Ne ho bisogno!- conclude cercando di addolcirmi con i suoi occhioni tristi, ma questa volta non ci riuscirà…non sono io il cattivo di turno!

- No! Ma per chi mi hai preso? Non ti sosterrò mai nei tuoi sbagli! Né tantomeno farò da balia al tuo stupido gatto!-

- D’accordo!- esclama freddamente:- Allora tanto vale finirla qua!-

Non so perché ma questo finale non mi piace. Non era questo ciò che volevo per lei quando avevo deciso di lasciarla: non volevo che annegasse nelle proprie illusioni…e non lo voglio nemmeno ora. Sta sbagliando, e di molto, e io devo salvarla, costi quel che costi.

Visto che l’approccio diretto non funziona, decido di tentare un’altra strada, cercando di farla ragionare tirando in causa il suo ragazzo:- Senti, mi spiace dirtelo ma…da quello che ho visto, Manuel è un bravo ragazzo, e merita una ragazza altrettanto brava a suo fianco!-

- Che vorresti dire? Che io non lo sono?- domanda infastidita

- No!- esclamo perentorio

- Ah davvero?-

- Davvero!- dico con convinzione:-  E sai perché? Perché una brava ragazza non nasconde il suo passato, una brava ragazza racconta tutto, espone alla luce del sole anche i propri sbagli…- continuo avvicinandomi a lei:- Una brava ragazza non teme il giudizio altrui perché sa di essere nel giusto, si dona senza riserve al suo ragazzo perché si fida ciecamente di lui, ma soprattutto…- dico fissandola negli occhi:-  Una brava ragazza non sta con un ragazzo se è innamorata di un altro!-

- Io non…- cerca di ribattere, ma io non gliene lascio il tempo, attirandola verso di me e catturando le sue labbra con un bacio.

Uno schiaffo deciso mi raggiunge in pieno volto, cosa che mi fa avere un piccolo deja-vu, del nostro primo bacio al chiaro di luna, sul terrazzo dell’ospedale.

- Hai rovinato tutto!- esclama essendo consapevole che con questo gesto, io avevo nuovamente troncato qualsiasi possibilità di amicizia. Cosa a cui forse teneva davvero.

- Mi dispiace!- dico con un velo di tristezza, dovuto anche al fatto che lei mi ha brutalmente respinto

- Perché l’hai fatto?-

- Non lo so!- Ed è vero. Non so giustificare questo mio gesto. Non so che dire!

- Rispondimi Dario! PERCHE’ l’hai fatto?- urla con tutta la rabbia che prova dentro di sè. Mi sembra quasi di vedere il suo sguardo incendiarsi.
E allora esplodo anch’io:- Perché non sopporto l’idea che lui possa farlo e io no, perché nonostante io abbia rinunciato a questi privilegi nel momento in cui ti ho detto di rifarti una vita senza di me impazzisco al solo pensiero che qualcun altro possa sfiorarti …- faccio una breve pausa per ammirare il suo sguardo sorpreso e poi concludo dicendo:- Perché ti amo ancora e tu provi la stessa cosa!-

Lei allarga gli occhi dallo stupore, ma cerca d’ignorare ciò che sente:- Come fai ad esserne così certo?-

- Lo so e basta!- dico con altrettanta convinzione

- Ti sbagli!- ribatte con vigore. Ma comunque non le credo!

- Ne dubito!- dico addolcendo il mio tono di voce e intensificando il mio sguardo:- Lo capisco da come mi guardi, da come ti arrabbi quando ti contraddico, da come fai fuoco e fiamme per un bacio che stando a come dici tu non dovrebbe significare niente, ma che a quanto pare non ti ha lasciata indifferente…-

- Solo perché non volevo perderti come amico…non ha significato nulla di più!- si ostina a dire

- Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio!- dico avvicinandomi ancora di più:- Prova a guardarmi negli occhi e a dirmi se ci vedi solo un amico…-

La prendo per un braccio e la costringo a guardarmi negli occhi. Da tempo ormai, ho imparato a non ascoltare solo la sua voce, che spesso può mentire, per orgoglio, o forse solo per paura…ho imparato a guardarla negli occhi, perché so che quelli non mi potranno mai mentire:- Allora? Che cosa vedi?-

Lei resta immobile a fissarmi per qualche secondo e poi dice:- Il mio peggior nemico!-

Detto questo raggiunge nuovamente le mie labbra, e mi bacia con una passione che non riesco a non ricambiare. Le sue mani circondano il mio collo mentre le mie corrono ad accarezzarle la schiena.

Continuo a pensare che prima o poi questa magia finirà e che presto lei si pentirà di ciò che ha appena fatto. Invece contro ad ogni mia aspettativa, quando si stacca dalle mie labbra, cattura con le mani i lembi della mia maglia e me la toglie.

Faccio lo stesso con il suo vestito, che per quanto sia meraviglioso, non lo è abbastanza da indurmi a lasciarglielo indosso. E ora siamo qua, mezzi nudi, uno di fronte all’altro, come se il tempo si fosse fermato…come se non esistesse altro all’infuori di noi.

 
Pov. Anna

L’ho baciato. Non sono riuscita a contrastare il mio istinto. E anche adesso continuo a baciarlo, perché amo questa sensazione, questa sorta di elettricità che ci unisce, che mi fa sentire di nuovo viva. E’ inutile negarlo: io e Dario siamo fuoco vivo, perché nonostante abbiamo già consumato il nostro rapporto decine di volte, ogni volta è come la prima o addirittura migliore. La passione che ci unisce sembra non svanire mai! Così eccomi qua: nuovamente sdraiata sul suo divano ad osservarlo mentre mi accarezza le gambe in tutta la loro lunghezza facendole incrociare attorno al suo bacino. Adoro l’intensità del suo sguardo: mi fa sentire la cosa più preziosa di questo mondo, mi fa sentire desiderata…ma soprattutto… amata.

So perfettamente che è sbagliato quello che sto facendo! Ma non m’importa! Sto seguendo il mio cuore… ed è questo ciò che voglio! Voglio stare fra le sue braccia…di nuovo! Voglio sentire queste mani sul mio corpo, e queste labbra sulle mie. Voglio Dario…e nessun altro!

Ammiro i suoi gesti così delicati e amorevoli nei miei confronti, temo quasi che la passione che ci ha travolti poco fa stia svanendo lentamente, ma fortunatamente devo ricredermi quando Dario giunge di nuovo sopra di me e comincia a baciarmi il collo e a leccarmi dietro l’orecchio. I suoi baci sono roventi, comincio già a sentire caldo. Possibile che con così poco riesca già a farmi sospirare?

Finalmente mi libera anche degli altri indumenti e si libera anche dei suoi, ma continua a baciarmi e ad accarezzarmi ovunque, tracciando scie umide lungo tutto il mio corpo, come se non avesse la minima fretta di consumare il nostro rapporto. Eppure anziché preoccuparmi o offendermi, mi sento felice, perché in ogni suo gesto, in ogni suo bacio o carezza, riesco a vedere quanto lui ancora mi ami, e mi rispetti, considerandomi molto di più che un semplice corpo pronto a soddisfare le sue voglie.

Io però, purtroppo per lui, in questi casi non riesco proprio ad aspettare. Non ce la faccio! E’ una tortura sia fisica che mentale! E voglio che finisca alla svelta!

 Mi trovo quindi costretta ad implorarlo affinché giunga al dunque:- Dario! Ti prego! Non ce la faccio più!-

Lui sorride, sicuramente fiero di sé per avermi già fatto impazzire ancora prima di cominciare sul serio. Finalmente poi decide di accontentarmi…

Sentirlo di nuovo dentro di me, mi fa sentire caldo e freddo allo stesso istante, però devo ammettere, che è da tanto tempo che non mi sento così bene come in questo momento. E’ come se il tempo e lo spazio fossero svaniti tutto ad un tratto, anche la stanza attorno a noi sembra più sbiadita, uno sfondo poco importante per i veri protagonisti che siamo noi, o quel maledetto amore che ancora ci congiunge…come due calamite, a prescindere da tutti gli ostacoli che ci ruotano attorno e da tutto il nostro impegno speso ad evitare questo dannoso ricongiungimento.

Ad un certo punto, le sensazioni che sento sono troppo forti per permettermi di formulare anche solo mezzo pensiero. Sento il piacere esplodere lentamente dentro di me ed espandersi lungo tutto il mio corpo. Subito dopo anche Dario ne viene travolto: lo vedo sospirare pesantemente ed accasciarsi infine accanto a me cingendomi il fianco con un braccio.

Aspetto che il mio respiro torni regolare, e poi trovo il coraggio di guardarlo negli occhi dicendo:- Che cosa significa questo?-

Lui mi guarda tristemente e risponde:- Una tragedia!-

Torno a guardare il soffitto, cercando di cogliere tutte le sfumature di quella sua cruda definizione. Poi l’inconfondibile suoneria del mio cellulare interrompe i miei pensieri: è Manuel che sicuramente si starà chiedendo quanto c’impiego a salutare un vecchio amico.

Mi alzo dal divano dicendo:-Devo andare!- e comincio a cercare frettolosamente i miei indumenti sparsi sul tappeto, mentre anche Dario cerca i suoi.

Sono consapevole del fatto che Dario manterrà fede alla sua promessa: sparirà dalla mia vita, lasciandomi nuovamente sola. Cerco d’ignorare questa sensazione, pensando a come dire la verità a Manuel o a come reagirà, ma tutto questo sembra niente in confronto alla sua perdita.

Niente è più importante di colui che mi sta lasciando, in silenzio, perché sa perfettamente che le parole in questi casi sono inutili…e lo sono anche le lacrime…lo so… ma ormai non riesco più a ricacciarle indietro. Così dopo aver solo indossato l’intimo, tutti i miei sforzi per trattenermi si rendono vani, e sedendomi sul divano del peccato, mi lascio andare in un pianto disperato.

Dario senza dir niente mi si siede accanto, e mi abbraccia: la sua presenza era solita rassicurarmi un tempo, ma ora la consapevolezza che nessun altro mi stringerà in questo modo così dolce e protettivo, non fa altro che aumentare il mio dolore e di conseguenza il mio pianto.

- Ho tradito Manuel!- esclamo ad un tratto, quasi come per autoconvincermi del fatto che questo sia il motivo principale dei miei singhiozzi strazianti.

- Se l’hai fatto vuol dire che non era la persona giusta!- cerca di consolarmi

- Chi è la persona giusta allora? Ne esiste forse una?- domando in preda alla disperazione

Dario mi guarda con sguardo triste e colpevole e poi dice:- Anna mi dispiace! Non pensavo tenessi così tanto a Manuel!-

- Infatti non sto piangendo per lui!- confesso ad alta voce.

Una stretta allo stomaco mi avvolge nel momento in cui lo guardo negli occhi e lo imploro dicendo:- Dario, ti prego dimmi che non te ne andrai! Per favore! Dimmi che non pensavi veramente ciò che hai detto in montagna…-

Il suo sguardo se possibile si fa ancora più triste mentre le labbra che poco prima mi avevano riportato in vita, confermano la mia condanna:- Mi dispiace Anna!-

A quelle parole tutto il mondo mi crolla addosso. Sapevo che Dario rimaneva sempre fedele alle sue promesse, belle o brutte che fossero, e che niente riusciva ad impedirgli di rispettarle, ma speravo tanto che questa volta avrebbe fatto un’eccezione.

- E’ colpa mia!- dico cercando una giustificazione per cui non meritavo che lui mi rimanesse accanto:- Avrei dovuto resistere e invece non l’ho fatto! Mi dispiace!-

Lui ferma il mio affanno prendendomi il viso fra le mani:- Ehi! Ehi! E’ colpa di entrambi: io ho ti ho provocato e tu hai ceduto! Abbiamo scelto di sbagliare insieme, ma ora dobbiamo affrontarne le conseguenze!-

- No! Non voglio!-

- Ma devi!- dice appoggiando la sua fronte alla mia:- Starmi vicino ti fa solo male! Non siamo fatti per essere amici… ma non possiamo essere qualcosa di più!-

- Sì invece!- mi ostino a dire, ma lui scuote la testa:- No Anna! Si tratta della tua vita! Sarai felice un giorno, e riuscirai ad esserlo senza di me! Continua a combattere, perché io so che ce la puoi fare!- conclude asciugandomi le lacrime.

Io annuisco, capisco ciò che lui intende, e lo accetto anche se fa male, ma prima di tutto questo devo farlo almeno per un’ultima volta: prendo il suo viso tra le mie mani e congiungo nuovamente le mie labbra con le sue. Inizialmente le sue mani giungono ai miei polsi cercando di fermarmi, ma poi anche Dario decide di lasciarsi andare in questo disperato bacio d’addio, dal sapore un po’ salato a causa di tutte le lacrime che io ho versato.

Quando finalmente trovo il coraggio di staccarmi da lui,  mi alzo dal divano e Dario fa lo stesso aiutandomi poi ad indossare il vestito e infine la giacca.

Sto per girarmi quando Dario mi prende per mano e guardandomi più dispiaciuto che mai dice:- Perdonami Anna! E’ stato più forte di me! Non ce l’ho fatta a resistere nel vederti fra le braccia di un altro! Ma credimi… farti del male era l’ultima cosa che volevo fare! -

- Non hai fatto solo questo!- gli confesso:- Mi hai anche salvato da un’illusione che io chiamavo amore. Mi hai aperto gli occhi su questa relazione sbagliata, dandomi la possibilità di chiudere per sempre questo grande errore. E per questo…. non ti dirò che te ne sono grata, ma… grazie comunque!-  concludo cercando lievemente di sorridere.

Dario risponde accennando sorriso, e poi per stemperare questa pesante atmosfera mi porge la gabbietta di Giuggiola dicendo:- Mi raccomando non dimenticare il gatto!-

- No tranquillo! Ormai lei è l’unica che mi rimane!- esclamo prima di avviarmi verso la porta dicendo solamente:- Ciao Dario!-  visto che non ho il coraggio di pronunciare l’altro saluto più adeguato.

- Ciao!- risponde, con un sorriso amaro, che dava a quel ciao, l’inesorabile consistenza di un vero e proprio addio.

Scendo le scale cercando di ricompormi, ma con scarsi risultati.

Arrivo alla macchina di Manuel: nel momento in cui apro la portiera lo sento esclamare: - Finalmente!- poi però nel vedere i miei occhi rossi domanda preoccupato:- Amore, cosa è successo?-

- Mi dispiace! Non avrei mai dovuto venire qua! Forse se tu avessi saputo la verità sin dall’inizio, mi avresti impedito di rovinare tutto così!- dico cercando nel frattempo il modo più adatto per dirglielo. Che poi…esiste forse un modo adatto per dire al proprio ragazzo “ti ho tradito!”?

- Quale verità? Cosa avrei dovuto sapere?-

- Dario…lui era il mio ex!- dico il più in fretta possibile, come se dovessi strappare un cerotto

- Co…cosa?- balbetta incredulo

- Lo so! E’ strano! Non te l’ho detto perché avevo paura di quello che avresti potuto pensare…ma è così! Noi due siamo stati insieme e… la nostra storia è finita così…senza motivo…a parte quello della differenza d’età! L’abbiamo deciso insieme…o meglio lui l’ha deciso e mi ha convinto ad accettare. In verità io non l’ho mai del tutto rimosso dalla mia mente…-

- Perché me lo stai dicendo proprio adesso?- domanda insospettitosi

Io tardo a rispondere, e lui comincia a cogliere da solo la triste verità:- No! Non dirmi che tutto questo tempo…tu e lui…-

Abbasso la testa:- Mi dispiace! Lui mi ha provocato e io non ho saputo resistergli…perché in fondo…io lo amo ancora… non ho mai smesso di amarlo…-

Manuel scuote la testa deluso, senza dire una parola o dare di matto come sarebbe stato del tutto naturale. Poi però ad un certo punto dice:- Posso farti una domanda?- dopo aver annuito continua dicendo:- Hai mai amato me tanto quanto hai amato lui?-

Io rimango senza parole, mi sembra troppo brutto dire semplicemente di no o scuotere la testa, così mi appello alla canzone di ieri…sperando che lui ne colga il senso:- Non lo so! So solo…che non ho mai odiato nessuno quanto lui!-

- Il vero amore!- sussurra Manuel per poi  rivolgersi a me con l’espressione più dura che gli abbia mai visto fare:- Non ho altro da dirti Anna! Scendi da questa macchina!-

Annuisco e scendo senza dire un’altra parola: forse perché sono stufa di dire “mi dispiace” o forse perché al momento non potrei sopportare un altro addio ad alta voce e preferisco quello sottinteso.

Così rimango lì…sola per la strada, mentre m’incammino verso la fermata dell’autobus più vicina, con la mia cara gattina ancora in gabbia che comincia a lamentarsi della sua prigionia.

Alzo la gabbietta, la guardo negli occhi e le dico:- Buona Giuggiola! Adesso andiamo a casa! Solo io e te!-

Già! Solo io e un gatto…che adoro…ma che non potrà mai colmare del tutto il vuoto che sto sentendo in questo momento.

 

Ciao ragazze! Cosa ne pensate di questo capitolo? E’ un po’ triste, lo so…ma secondo me racchiude comunque un grande atto d’amore. Il loro amore: epico e indissolubile. Poco veritiero, ma comunque bello! Non trovate? Spero che i dialoghi non siano troppo scollegati fra di loro, noiosi o ripetitivi…se avete qualche critica da fare…scrivete pure senza timore! =) Detto questo vi anticipo che il prossimo capitolo non arriverà prima di un mese…causa vacanze in montagna (in cui sarò impegnata ad uccidere scorpioni =S ) e sessione di esami di settembre…purtroppo già molto vicini. Basta! Non vi voglio deprimere! Quindi vi saluto e vi raccomando di godervi questi caldi giorni d’agosto! Ciao ciao! un bacione!
  
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