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Autore: Cee4    15/08/2013    2 recensioni
Un ospite a lungo atteso e, ovviamente, tutto va come non deve andare.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matthew Bellamy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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nanny
A pochi metri dalla stazione arresta la corsa, così veloce che stava inciampando nei suoi stessi pantaloni, e cerca di riprendere un passo tranquillo. Ci riesce poco.
Sta sudando.  Ha il fiato ancora  troppo corto e che si perde in due colpi secchi di tosse. Oh, si accorge di un piccolo livido proprio lì, nella parte interna del braccio.
Non ricorda come se lo sia procurato e la zona è abbastanza insolita.
Aveva un piano, un eccellente piano nonostante abbia ripetuto più volte a Dominic di non averlo. Però, ha evitato con cura di incrociare i suoi occhi quando glielo diceva.
Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli da un mese, da quando aveva saputo che sarebbe arrivata alle otto con il treno da Londra e che sarebbe stata loro ospite per un paio di giorni.
Proprio non ce l'ha fatta ad arrivare in orario, maledizione.
Proprio non ce la fa ad evitare di essere quasi sempre in ritardo, in realtà. E' abbastanza convinto che verrà bocciato per tutte le note accumulate.
Sono effettivamente fin troppe note davvero.
Arriva al piazzale sperando che ci sia ancora.
L'avrebbe dovuta aspettare vicino al binario con calma, fingendo di non voler essere lì, almeno non così tanto, e dire che "Mamma ha insistito. Se no, mi toglie l'uso del garage per una settimana". No, questo l'avrebbe fatto sembrare ancora un pivello. Cioè, ha diciassette anni , due lavori part-time e una band stabile. E fa sesso, protetto.
Non è un ragazzino, proprio no.
Però il garage gli è essenziale, questo sì. E' complicato cercare un altro posto.
Anzi, non vuole neanche farlo. E' pigro, ma soprattutto non ha i soldi per un eventuale sua quota e gli scoccia chiedere di nuovo un prestito. Non che gli manchi la faccia, eh.
Ha intenzione di stare alla larga dai debiti e dai guai per adesso.
Argh, l'avrebbe salutata con disinvoltura, poggiando a terra piano, in un gioco di disonesta indifferenza e nascosta superbia, la custodia con dentro la chitarra e...Ma è ovvio, tutto sta andando come non deve assolutamente andare.
Se lei non gli stesse venendo incontro e non avesse quell'adesivo a forma di stella sulla valigia, probabilmente c'avrebbe messo dell'altro tempo per riconoscerla. I capelli sono ritornati al loro colore naturale, il trucco è più leggero e non porta l'ear cuff a forma di ala all'orecchio sinistro. "Tre anni", pensa.
Per un attimo rimane come abbagliato da quell'immagine che si sta avvicinando mentre inconsciamente agita la mano in aria.
D'un tratto, le braccia  di lei gli sono tutte intorno.  Ha un profumo dolce, come di vaniglia e qualcosa di fruttato.
Il suo cuore sobbalza. Spera che  non lo abbia sentito, ma ne dubita.
Lei sbatte le palpebre, sorride ed infila all'istante, dietro ad un "Ciao" entusiasta, "Matt" e "Tesoro" come se fossero un'unica parola . Un'unica parola che risuona nuova e gentile nella sua bocca.
Lui, pregando di non arrossire e abbassando la mano, ricambia.
"Tutto qui? Mi aspettavo un benvenuto con trombe e festoni dal mio pupillo".
"Ciao Nell. Così va bene?".
Lei scoppia a ridere. E' un sì.
Matthew rimane turbato da quella risata come sempre così contagiosa. Un riso fragoroso che conosce da che ne ha memoria.
Nell è Nell, una di quelle entità indiscutibili come la mamma, il papà e la maestra.  In mezzo quattro anni di differenza, il fatto che l'abbia visto con il pisello ciondolante ed il culo al vento quando correva verso la piscina gonfiabile del giardino o, parimenti, la vasca da bagno con le venature rosa e che l'incarico di tenerlo d'occhio in un'infinità di occasioni.
In più, lo ha salvato dal soffocamento quando era un bambino stupido e curioso. Dio, ha inghiottito un ciondolo per vedere cosa poteva succedere!
Ebbene, quella rovina meravigliosa che è il primo amore per Matthew James Bellamy ha le sembianze di una mini-Terra al centro di un pavimento pieno di vomito.
Però, Nell è Nell.
E le vuole bene.

***

"Certamente è arrivata solo ieri sera", commenta Matt tra sé e sé, "ma stiamo passando poco tempo insieme".
Scrolla le spalle e sbadiglia. Prima di addormentarsi aveva sperato, visto l'assenza della madre e della nonna per una visita medica la mattina dopo e la provvidenziale vacanza di Paul in Irlanda, di rimanere solo con lei. Invece, si sono presentati a casa Dom e Chris, seguiti da Tom e altri due, per delle prove che ricordava aver cancellato. Maledetti impiccioni.
Nell è stata monopolizzata, un'altra volta,  e quasi quasi gli dispiace che sia venuta.
Dopo essere rimasto, schiena inchiodata al muro, a sentire le chiacchiere altrui e il proprio bieco silenzio, si è rintanato in cucina.
"Devo essere sembrato uno sciocco", riflette. A lei e  ai suoi amici.
Si sente orribile, odia i ragazzi per la facilità dei gesti e delle parole e odia se stesso per essere stato di nuovo così agitato ed esitante.
Aveva pensato a quei giorni in maniera diversa. Le avrebbe raccontato del primo concerto fuori l'Inghilterra, in una bettola francese. L'avrebbe affascinata.
Aveva intenzione di dirle tante cose, di cui aveva preso persino nota in una lista lunga una paginetta e mezzo.
Sente la porta d'ingresso che si apre e si chiude, segno che gli scocciatori se ne sono andati. Non si fionda subito da lei, cerca di fare meno rumore possibile.
La vede seduta sul divano a stampe floreali, immersa nel chiarore del sole estivo che filtra dalla finestra del salotto.
Spia Nell rimanendo dietro lo stipite della porta, come quando era un moccioso. Incantato e preoccupato di osservare quanti più dettagli di lei in modo da farli suoi.
Le guance gli bruciano, le mani gli bruciano. Anche qualcosa più sotto, sintomo che ormai è cresciuto.
Non sa come fermare tutto ciò e neanche se lo vuole veramente.
A porvi fine è lei. "Ehi, avvicinati" e di nuovo quel "MatTesoro" talmente ingiusto.
Lui le si siede vicino e, per farlo, le passa affianco sfiorandole le ginocchia scoperte. Acconsente con un mugolio al "Davvero simpatici i tuoi amici" e si mette le mani nelle tasche dei jeans per tenerle ferme.
Nell non è annoiata dal silenzio irreale in cui si è trasformata quella calma conversazione. Approfitta per osservarlo e pensa che forse lo sta mettendo in imbarazzo. Insomma, si sono tenuti in contatto telefonicamente ma rivedersi dopo tanto tempo mette a disagio anche lei.
Stargli vicino durante la separazione di George e Marilyn, prometterle di appoggiarla nelle scelte, parlarsi fino allo sfinimento.
Le salta in mente un ricordo. Matt piccolo, capelli a spazzola e cravatta, che si guarda intorno e si  bea, con una punta di vergogna, dell'applauso del pubblico ad un saggio. La prima volta in cui si era davvero guadagnato la scena. Per di più, con le sue forze.
Un' appagante rivincita dopo aver avuto il ruolo dell'albero o del cespuglio ad ogni benedetta recita di Natale.
Matthew aveva circa dodici anni e stava seduto davanti ai tasti di un piano. Lì si era sentita orgogliosa di lui che stava così bene sul palco, della luce che aveva negli occhi e nel sorriso.
E ora, la verità è che non è più così piccolo. Nell si rende conto che non è poi tanto semplice buttargli un "Ti aiuterò se qualcosa va storto, ok?". Sono grandi, talvolta con dimensioni infantili, ma sono grandi.
Lui non ha bisogno di una sorella che l'aiuti con i compiti o una sorvegliante che gli ricordi di fare le cose. E' un uomo tutto zigomi, occhi blu e brufoli, questo è assodato.
E' un uomo e non può renderlo felice regalandogli una liquirizia al cocco.
Lei solleva la mano posandola sul gomito di Matt.

***

"Te l'ho già detto, è un segreto", le ribadisce all'ennesima domanda su dove diamine stiano andando, "Intanto, hai deciso che gusto prendere?".
"Fragola, grazie. Tu?".
"Tè al limone".
"Non volevi anche tu il gelato?".
"Ho cambiato idea". Il rumore del ghiaccio che si frattura leggermente non appena il tipo del convenience store mette la bevanda nel bicchiere gli è tristemente familiare. Qualcosa a livello del petto fa il medesimo suono.
Iniziano a camminare e, dopo un "ora si gira a destra" e un "adesso a sinistra e poi sempre dritto", arrivano ad un vecchio gazebo. Un rudere per nulla romantico.
Si accomodano prima che le gocce mirino a smettere di essere un isolato avvertimento.
Sono bloccati senza un posto dove andare e lui trova difficile respirare con lei così vicina. E' una situazione stupida.
La fissa fino a sentirsi sporco in ogni angolo. Vuole toccare lei e quel ricciolo rosso troppo corto per stare al suo posto. D'altronde, sarebbe poi un male prendere l'iniziativa? Smetterebbe di essere il suo MatTesoro?
Il silenzio di Nell lo fa sentire insicuro.
Argh, non avrebbe dovuto avere certi pensieri, non avrebbe dovuto pensare affatto. Matt deglutisce un po' troppo rumorosamente. E 'a disagio da morire.
"Chissà a cosa sta pensando?", lui si domanda. Ad un tratto, rivede la sedicenne che è in piedi, braccia incrociate dietro la schiena, alla vecchia fermata del bus di fronte casa sua. Una bambolina che aspetta, sotto una pioggia simile, che sua madre  rimetta insieme i cocci del proprio cuore.
E lui, bambino, che le porta l'ombrello e che non capisce perché abbia la solitudine stampata sulla pelle. Ora ha imparato il significato di quell'espressione. Ad accomunarli ci sono la liquirizia, l'odio per Josie McGill e il divorzio dei genitori.
Ciò che non sa Matt è quanto allora quella ragazzina sia stata salvata giusto dal fatto che lui fosse là .
Nell lo sente respirare e gira lo sguardo verso il suo mento.  Anche ora desidera essere salvata. Però, ciò comporterebbe spiegargli che occorre davvero una bella manciata di pretesti e un mucchio di propositi per andare avanti e quanto spesso giorni senza un proposito preciso capitino. Non intende farlo. Non a lui, non a quello che più che ad un Tom Cruise malaticcio e rielaborato da Picasso assomiglia ad uno dei topini di Cenerentola. Il suo topino infagottato e intelligente.
Lei si china fino a che la lunga treccia scivola oltre la sua spalla destra a solleticare il collo di Matt, contro cui sorride chiudendo gli occhi. Si sente un pochino vecchia e per nulla saggia.
Lui  tenta di essere forte ma, non appena lei si alza, le ginocchia gli tremano. 
"Allora, il tipo con i ricci, Christopher?, mi ha detto che ormai da un annetto avete dei cocciutissimi fan che vi seguono ovunque".
"Pochi, ma ci sono. E' vero".
"Sono così contenta. Per dei ragazzini come voi è un risultato bello grande".
"Odio chi usa la parola ragazzini. E quel tono snob".
"Mmm, bè, vediamo, facciamo...".
"Poi, perché, tu cosa saresti? Un'adulta? Pff".
"Hai anche tu ragione. Ma non mi vuoi raccontare niente niente?".
Nell sbuffa e...Non staranno mica litigando, no?  Ah, lei gli ha insegnato bene come essere ridicolo, fare scivoloni madornali e dire cose che non pensa sul serio. Per lui sarebbe più semplice ritornare a qualche anno indietro e darle fastidio con i suoi capricci perché, si sa, i maschi rompono le scatole  alle ragazze per cui provano interesse. Che consolazione! Perlomeno, per lui funziona in questa maniera.
Matt forse non intende crescere, non per lei. "Non mi piace la mia voce. Cioè, non è male ma...Insomma, l'anno scorso abbiamo vinto perché abbiamo fatto casino. Lo shock ha fatto colpo. Non so come spiegarti, mi viene voglia di rompere tutto con le mie corde vocali. Devo sistemare il...falsetto?! Il nome della band mi piace, ha un impatto e con gli altri c'è un buon feeling. Ci divertiamo e questo basta. Non vogliamo essere pretenziosi, non lo siamo. Forse io a volte lo sono. Forse. Anzi, mi dicono che sfracagno le palle troppo spesso. Sono  preoccupato per nonna. E' dimagrita velocemente negli ultimi mesi. Paul ha una ragazza, io no. Tipo che adesso non mi va. Non riesco ad immaginare quanto possa durare ma è divertente.  Sarebbe figo avere un bus e gente che si prende cura di tutto, ma per ora carichiamo e scarichiamo la roba sulle macchine e maciniamo chilometri e ore per suonare. Non facendo neanche in tempo alle volte. E' un lavoro duro e sporco. Ahahahah Ehm, alcuni c'hanno chiesto gli autografi e sono confuso.Scarabocchiare su qualche pezzo di carta il proprio nome è imbarazzante. Con mamma litigo raramente, il liceo è un po' la merda e, invece, con papà litigo una volta sì e una no. Mi ci metto di impegno, eh, ma lo scambio di battute finisce sempre in una discussione. Probabilmente è normale, episodi normali di rapporti familiari. Ahahahah".
"Ehi, frena quella macchinetta", lo rimprovera, "... Sai, ho sempre invidiato chi avesse un talento di questo tipo. Per le arti in generale, ecco".
"Credo sia anche un talento saperle apprezzare. Questo credo, sì".
Nell non se l'aspettava un'uscita del genere, con un tono profondamente fragile e dolce da farla sentire minuscola. Bisognerebbe aver paura di un tizio così, capace di consumarti con discorsi strani ma di certo non roba per deficienti.
Lei sì che dovrebbe avere paura. In realtà, sente una felicità cruda. L'ha salvata di nuovo e non se ne è neanche accorto.
Nell scoppia a ridere e Matt fa lo stesso. Ogni volta che arriva una nuova ondata di risate la pancia punge ad entrambi, ma non importa.
Dato che sembra non voler smettere presto, decidono di sfidare la pioggia e ritornare.
In men che non si dica si ritrovano bagnati dalla testa ai piedi. Due gattini randagi.
Continuano a correre come pazzi, evitando le persone per strada facendo zig-zag. Più l'adrenalina sale, più si tengono per mano.
Abbastanza incapaci di fermarsi.

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La persona di Matt Bellamy non ha nulla a che fare con i fatti esposti in questa storia et. etc. e Nell è una bambolina rossa tutta di fantasia.
La vicenda della quasi morte di Matthew per soffocamento è raccontata dal suddetto interessato  in qualche intervista. Credo si trattasse effettivamente di un mappamondo. Anyway, who cares, è solo un pretesto.
*momento real-time* La liquirizia al cocco è una  piccola golosità anche per chi non sopporta la liquirizia, tipo me, sicché la consiglio. 
*momento grammatica e sintassi* Chiedo venia per l'espressione "sfracagnare le palle" ma è alquanto calzante. Al momento non ho trovato alcuna sostituzione valida, si accettano consigli.
In questa shot non succede praticamente nulla, malgrado le premesse, sicché grazie per essere giunti/e sino alla fine.
N.B Il Matthew non diciassettenne (=^-ω-^=) meritava pioggia e fango su di sé per molteplici ragioni, ma l'ascolto di Fury  mi ha fregata.
Bye.
   
 
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