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Autore: PrimPrime    15/08/2013    1 recensioni
Un grido echeggiò nella giungla
“cavalieri!”
Sentendolo i due si fermarono e sfoderarono le spade pronti a difendersi. Davanti a loro apparvero due ragazzi dai vestiti consumati e logori, e con i visi impiastricciati di tintura e sudore. Uno di loro impugnava la spada mentre l’altro sembrava pronto a combattere a mani nude.
“se vi avvicinate sarà peggio per voi” lo avvertì Efrem
“hai visto? Già rischiamo la vita per colpa tua, l’avevo detto che ci avresti fatto ammazzare!” gli urlò Amos.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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___La loro vita cambiò per sempre

Erano a chilometri da quel luogo di dolore, ma le voci giravano. E quelle voci erano tra le più assurde e incredibili, ma anche spaventose. Il pensiero che una città appena costruita avesse preso le sembianze del Nether o che vi si trovasse un Enderdragon, non era molto credibile. Ma non avevano altre fonti e dovettero credere a quei racconti strampalati. Vivevano in un piccolo villaggio poco lontano da una giungla. Lui e suo cugino ci erano stati spesso, a giocare e a costruirsi  piccole casette sugli alberi, allestite alla meno peggio con il legno rossiccio che vi si ricavava.
Vivevano spensierati in quel villaggio, lui con suo cugino Man e lo zio. Ma un giorno la loro vita cambiò.
Un uomo ferito raggiunse quel luogo tranquillo e raccontò gli orrori che aveva subito. Veniva da Darkaria. I cittadini indignati si misero d’accordo e partirono armati verso la città, non potevano tollerare quello che vi accadeva. Craf e Man videro i loro amici partire, sia gli uomini che le donne. Erano guidati da quell’uomo appena arrivato ed erano pronti a combattere. Quindi lì rimasero solo loro due che erano i più piccoli, ma dovettero imparare a cavarsela da soli, perché non videro più nessuno.
Da quel momento diventarono inseparabili e la loro vita cambiò per sempre.

___

Non dovettero aspettare molto per vederla. Davanti a loro si innalzavano i grandi edifici colorati di cui aveva parlato Remi. Niente lava, niente drago, aveva ragione la ragazza.
“cariiiina” disse Man, trascinando la lettera “i”
“bene, ora è meglio se ce ne andiamo” continuò Craf, leggermente intristito.
Remi sospirò.
“grazie di tutto.. spero di rivedervi” disse prima di salutarli.
Stava dicendo addio ai suoi nuovi amici, ora era sola.
“anche noi lo speriamo” disse Man, triste anche lui.
Si salutarono scambiandosi abbracci e le augurarono buona fortuna, poi ritornarono sui loro passi inoltrandosi nella foresta.
Remi, mentre camminava verso la città, pregava di poterli rivedere. Amos e Efrem, Craf e Man, già le mancavano da morire. Se non avesse più trovato i suoi compagni di viaggio al castello, sarebbe tornata nella giungla al rifugio dei ribelli. Ma ci sarebbero stati ancora?
E soprattutto, sarebbe sopravvissuta?
Cercava di non pensarci. Voleva trovare dentro di sé parole confortanti che l’avrebbero aiutata a farsi coraggio, ma non ci riusciva. Voleva che i suoi amici fossero insieme a lei.
Ma quel viaggio non poteva andare a vuoto, dopo tutta la strada che aveva fatto.. era determinata e avrebbe fatto di tutto per raggiungere The Black Cavalier e prendersi la sua vendetta.
Davanti all’entrata, alcuni cavalieri accompagnavano persone nella città. Uno ad uno cavalieri e persone venivano controllati da altri due cavalieri posti ai lati del portone, che decidevano se farli proseguire oppure no. Se si accorgevano che non era un vero cavaliere, era la fine.
Rimase sulla sinistra e seguì la fila, dopo qualche minuto fu il suo turno e il cavaliere davanti a lei la guardò negli occhi.
“vieni con me” disse e la prese per un braccio.
Che era successo? L’aveva scoperta? Doveva tirarsi fuori da quella situazione, appena sarebbero stati soli avrebbe preso la spada e attaccato.
Venne condotta in una stanza che pareva una piccola armeria. Si guardò un attimo attorno e poi il cavaliere parlò.
“chi sei?”
Ma lei rimase zitta.
Allora il cavaliere si tolse l’elmo mostrando il suo viso. Era una ragazza. Aveva un viso dolce e dei lunghi capelli neri, raccolti in una coda bassa.
Le vennero in mente le parole di Man: “non ho mai visto una ragazza cavaliere”
“se te lo stai chiedendo, non sono chi credi” disse il cavaliere.
“sono il capitano Fox, la figura più importante dopo il re e il suo generale. Tu invece sei una ribelle, non puoi negarlo”
“mi chiamo Remi e sono qui per uccidere The Black Cavalier. Se cercherai di fermarmi ti ucciderò”
“ho detto che non sono chi credi. Sono una ribelle anche io, stavo solo cercando il momento migliore per uccidere il re” le disse Fox.
Remi rimase zitta. Davvero non se lo aspettava.
“speravo che arrivasse qualcuno in mio aiuto. Prima del tuo arrivo ero l’unico finto cavaliere e l’unico che è una ragazza. Ho sentito dire che anche il generale doveva essere una ragazza ma aveva cercato di uccidere il re. Mi sarebbe piaciuto conoscerla”
“ah” fece Remi sbalordita. “s-sono io” balbettò.
“cosa? allora possiamo riuscire ad ucciderlo davvero!” sorrise.
Si rimise in testa l’elmo e fece per uscire.
“seguimi” disse ed uscì.
Uscendo dall’edificio ritornarono sulla strada, appena all’entrata della città. Dentro di essa, la scena negli anni non era cambiata. Le persone erano costrette a lavorare sotto l’occhio vigile di alcuni cavalieri e tutti sembravano tristi e sfiancati dallo sforzo. Camminarono per un po’, passando di fianco a un campo da calcio dove alcuni bambini stavano giocando, ignari del futuro che li aspettava.
Ma per quello Remi era lì, per cambiare il loro futuro. Per cambiare il futuro di tutti.
La città era grande e avrebbero dovuto camminare delle ore per arrivare al castello. Durante il cammino ogni cavaliere che li vedesse passare si metteva sull’attenti in rispetto a Fox. Di certo non sarebbero passate in osservato.
Cosa avrebbero fatto una volta arrivate? Forse Fox aveva qualche idea, ma Remi in preda all’ansia aveva dimenticato di pensare a questo particolare. Correre per il castello con la spada sguainata cercando di raggiungere la sala del trono non era una buona idea, era una pazzia.. a loro serviva un piano ben congeniato.
   
 
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