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Autore: TruvsJack    21/02/2008    3 recensioni
E' capodanno, ma Tru non si ferma mai: mentre a casa sua ha inizio una festa, in un supermercato avrà fine una vita. E nel tentativo di salvare quella vita, Tru rischia più del dovuto... e alla fine sarà lei a dover essere salvata. NB2: La trama rimarrà fedelissima a ciò che viene detto nel telfilm e anche alla sua struttura di narrazione. Infatti, leggete il "negli episodi precedenti" come se lo stesse guardando alla tv (quando vedete il simbolo "_" significa che cambia la scena). Ci saranno i flashback (in blu) e i discorsi in parallelo. NB3: Questo è solo il primo episodio della fanfiction, che avrà una seconda stagione completa di 13 episodi e una terza di nove (secondo i miei piani... hihi!) NB4: Recensite tanto!! Ve lo chiedo anche come favore!!! Così riesco a capire cosa vi piace e cosa no e posso rendere più piacevole la vostra lettura!! Dopotutto la serie non è mia, ma di tutti noi fan!! Grazie 10000000000000000000!! hihi!!
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 5 “La seconda possibilità” 

Ore 12.20 

Harrison sapeva cosa doveva fare: dopo aver aiutato Tru a dirle gli errori che aveva fatto nel suo giorno due, era il momento di rilassarsi.
Il suo giorno uno era stato molto piacevole in compagnia di Every: non doveva fare altro che chiamarla e chiederle un appuntamento. In fondo non era stato così difficile fare colpo su di lei il giorno prima.
Mentre stava camminando in direzione del suo nuovo appartamento, prese il cellulare e chiamò.
Fu quando passò davanti allo Standard Cafè che gli occhi notarono subito la ragazza con i capelli rossi, in piedi davanti al bancone. Sembrava preoccupata: si guardava in giro, con gli occhi spalancati. Ma quando le riavvicinò un uomo, tutte le sue preoccupazioni sembravano essere sparite: fece un sorriso, forse finto. Anche l’uomo, Jack, sorrise.
Harrison non poté che essere sorpreso e preoccupato allo stesso tempo. Subito chiuse il cellulare ed entrò nel bar.
Jack lo notò subito. «Harrison!» disse, gentile.
«Jack...» fece il ragazzo. «Che ci fai qui?».
«Sto accompagnando a pranzo questa bellissima ragazza...» disse lui.
Harrison spostò lo sguardo su Every, che riservava un po’ di imbarazzo. «Sì, ci siamo incontrati in un negozio poco fa e ci siamo ricordati di esserci visti alla festa di Natale di Tru...» spiegò lei.
«E così le ho chiesto di venire a pranzo con me...» aggiunse l’uomo.
Harrison stava morendo dentro: Jack gli stava rovinando ancora la vita.
«Sai...» riprese Jack. «Ti chiederei di aggiungerti a noi, ma ho appena visto tua sorella e so che avete del lavoro da fare...».
Harrison non si preoccupò molto di quella affermazione: Jack non sapeva che lui aveva rivissuto al giornata, non poteva saperlo.
«Sì, comunque...». Harrison cercò di cambiare subito discorso: se Jack stava tentando di fare qualcosa a Every, lo avrebbe fermato. «Every... volevo chiederti una cosa...».
«Dimmi!» fece lei, sorridendo.
«Visto che la festa che Tru ha organizzato stasera sembra stia per saltare...». Harrison fece una pausa.
«Sì...» lo incitò lei a continuare.
«Ecco... volevo chiederti se ti andava... beh, sì, insomma... di venire con me a mangiare da qualche parte».
Every arrossì.
«Sai che questa notte ti ho sognato?» disse lei.
Harrison non aveva capito. «E... questo vuol dire sì o vuol dire no?».
«Certo Harrison, verrei con te mangiare in un delizioso ristorante, giusto per cominciare molto bene l’anno!» rispose Every, sempre sorridente.
Harrison dentro di sé stava esplodendo dalla gioia. «Davvero?! Cioè, volevo dire... Grande!! Passo a prenderti io questa sera e vestiti elegante perché ti porto in un posto davvero speciale...» disse, facendole l’occhiolino.
Jack li strappò via dalla favola. «Every, credo sia ora di andare perché poi devo tornare al lavoro».
«Oh sì, scusa...» fece lei. Si voltò verso Harrison. «Allora a stasera... Ciao!».
Harrison sorrise alla ragazza e poi guardò Jack. Il suo sguardo cambiò d’improvviso e sembrava parlare da sé: falle qualcosa e non sai cosa ti accadrà.

 

Carrie entrò nell’ufficio di Davis per la seconda volta quel giorno.
«Come procede con Tru? Quell... Harper: ha fatto qualcosa?».
«Oh, ciao» fece lui. «No, no... non ha ancora fatto niente, credo. Tru non mi ha ancora detto niente...». Finalmente alzò lo sguardo dal computer e notò Carrie, nella sua bellezza, appoggiata alla porta dell’entrata. Davis rimaneva sempre affascinato dalla sua eleganza, sia nel vestire, che nelle sue forme.
Il silenzio era sceso nella stanza, ma si sentiva che ognuno dei due aveva qualcosa da dire.
«Ehm... Carrie...» disse, infine Davis. «Ti andrebbe... ecco, insomma... di venire, sì... a cena... con me, questa sera?».
La reazione della donna lasciò trasparire che non aspettava altro. «Certo che vorrei venirci! Anzi, era ciò che volevo...».
Davis fece un sorriso compiaciuto.
«Elegante?» chiese Carrie.
«Direi di sì...» fece Davis, ma subito fu assalito dai dubbi. «Perché non va bene? Vuoi andare in un posto più... normale? Una pizza? Oh mio Dio... una pizza!?! Cosa sto dicendo?! Devo impa...».
«Davis...» lo interrupe lei con la sua voce sensuale. «Elegante va benissimo... E’ perfetto!».
«Allora vengo a prendert...». Davis fu interrotto da un rumore all’entrata: qualcuno era arrivato in obitorio.
Tru comparve qualche secondo dopo, con il fiatone. «Davis devo parl... Ah, ciao Carrie! Scusate se ho interrotto qualcosa, ma devo parlarti assolutamente...».
«No, non preoccuparti Tru!» disse Carrie. «Vado via subito, se il lavoro vi chiama».
Tru le sorrise.
Carrie tornò a Davis. «Allora ti aspetto questa sera... Ciao».
«Emh... Ciao!» rispose lui, con la sua solita goffaggine.
«A presto, Tru!» fece Carrie andandosene.
«Ciao!» disse lei, entrando nell’ufficio.
«Cosa succede?» chiese subito Davis.
«E’ successa una cosa incredibile: è cambiato tutto!!» spiegò Tru.
«In che senso? Come “E’ cambiato tutto”?» chiese Davis, sorpreso.
«Jack deve... deve aver fatto qualcosa... Oggi Linda è stata vittima di una rapina...».
«Ed è morta?! Non è per questo che era morta nel tuo giorno 1?».
«E’ morta, ma non in questa rapina!! Il fatto che nel giorno 1 non c’è stata nessun’altro tentativo di rapinare Linda, a quanto sappiamo. Harrison ce lo avrebbe detto!!».
«Non può esserselo dimenticato o più semplicemente non saperlo?» chiese l’uomo.
«No, non credo» rispose Tru.
«Non lo troverei così difficile, però!! Tu parli poco con tuo fratello delle tue giornate rivissute!! Se lo rendessi più partecipe potrebbe aiutarti meglio... come potrebbe farlo Carrie!!».
«Davis, non credo sia il momento di cominciare adesso il discorso!».
«Hai ragione... Quindi, spiegami bene cosa è successo...» fece Davis.
«Prima di tutto quando sono arrivata al Gray Market Jack era già lì! Come poteva? Nel giorno uno di Harrison sappiamo che non ho mai incontrato Jack fino alla rapina, altrimenti sarei riuscita ad evitare che sabotasse il mio piano!!».
«Si vede che Jack ha cambiato i suoi piani...».
«Come? E perché? Lui non può sapere che mio fratello ha rivissuto la giornata, a meno che...».
«No, Tru. E’ una cosa impossibile...». Davis aveva capito il pensiero di Tru. «Jack non può essere l’opposto di tuo fratello!!».
«E perché?» chiese Tru.
«Perché devono essere due... opposti!».
«Credi che il fatto che Jack abbia cercato di far morire Harrison una volta non abbia dato motivo a mio fratello di odiarlo tanto da diventare il suo opposto?» fece Tru.
«Forse non hai capito... Gli opposti devono essere perfettamente agli antipodi!! Guarda le differenza fra Jack e te: per cominciare siete uomo e donna, e questa non credo sia un differenza da poco...» rispose Davis, preso dal discorso.
«Ma come facciamo a trovare l’opposto di Harrison, allora?!» domandò Tru.
«Non credo dovremmo occuparci di questo, ora...».
«E invece sì, Davis! Rifletti: Harrison ha rivissuto la giornata!!» esclamò Tru, scandendo le parole. «Cosa vuol dire questo? Che ho perso il mio potere? Cosa mi accadrà?».
«Non dimenticarti che anche tu stai rivivendo una giornata in questo momento, quindi il tuo potere non è andato perso, credo...» disse Davis.
Tru rimase immobile, a pensare.
«Tru...» fece Davis, con voce affettuosa. «So che non è una cosa facile e che questa volta è la tua vita a dover essere salvata e se...». Davis non era sicuro di voler finire quella frase. «... vuoi rinunciare a salvare questa donna, non faticherò a capire il perché lo hai fatto!».
Tru guardò il capo negli occhi. «Io salverò Linda Gordon e salverò anche me stessa, con l’aiuto tuo e di mio fratello!».
«E visto che non riesco a capire cosa Jack abbia in mente, devo aspettare fino all’ultimo» spiegò la donna.
«Cosa vuoi fare, Tru?» chiese Davis preoccupato.
«Visto che Jack non riesco a capire cosa abbia in mente di fare Jack, e visto che l’unica cosa della quale sono certa è che dovrà far si che tutto accada come nel giorno 1...». Tru prese il suo giubbetto di pelle e cominciò a rivestirsi. «Aspetterò fino a questa sera, andrò a quel supermercato e aspetterò che avvenga la rapina!».
Davis sentì un brivido lungo la schiena. «Tru, no! E’ troppo pericoloso!! Ti devo ricordare che questa volta c’è in gioco anche la tua di vita?».
«E’ l’unico modo per salvarla, Davis...» rispose lei, prima di andarsene.
 

Ore 19.02
 

Qualcuno bussò alla porta della casa di Linda Gordon.
La donna uscì dalla cucina e si diresse all’ingresso del suo appartamento e guardò chi c’era dietro la porta. Staccò la catena ed aprì.
Sulla porta stava sorridente Jack Harper. «Ciao!» disse.
«Ciao!» fece Linda, invitandolo ad entrare.
«Tieni...». Jack entrò in casa con un regalo. «Ho portato una bottiglia di champagne per questa sera!».
«Mhh...» commentò Linda. «Si annuncia una serata piena di sorprese...».
«Non sai quante!» aggiunse Jack, sorridendo.
 

Ore 19.06
 

Tru si fermò proprio davanti al Gray Market ad aspettare.
Entro venti minuti circa sarebbe arrivata Linda Gordon e, ne era sicura, anche Jack.
Tru fissò il uso orologio, impaziente: ora segnava le 19.07
 

Jack tornò dal bagno e subito si diresse in cucina per aiutare Linda Gordon a preparare la cena.
«Potresti passarmi il sale?» chiese Linda.
Jack si guardò intorno e lo trovò. «Ecco, tieni!».
Linda prese il sale e per un attimo toccò la mano di Jack: era da tempo che non provava un brivido del genere passarle lungo la schiena.
Jack la fissava con i suoi occhi profondi.
Le mani si staccarono: Linda sembrava combattere quel sentimento.
«Credo...» fece Jack, imbarazzato. «Credo che...». Alla fine vide la bottiglia di champagne lì in cucina e tutto fu pronto: erano le 19.08.
Aveva calcolato il tempo che ci voleva dal Gray Market alla casa di Linda ed ora era il momento di agire.
«Credo che andrò a portare di là lo champagne...» disse. Prese la bottiglia e si diresse in soggiorno.
Giunto alla tavola apparecchiata, prese un coltello e fece un lungo sospiro. Senza pensarci ancora, lo avvicinò alla mano e si fece un taglio.
Non gli era mai capitato di doversi fare del male per far si che una vittima morisse. Ma questa volta la posta in gioco era più alta: non doveva solo far morire Linda, ma anche Tru. Le conseguenze se fossero state vive tutte e due sarebbero state enormi. E se questo significava un piccolo taglio sulla mano, era disposto a farlo.
Linda in cucina sentì un forte rumore: un vetro si era rotto. Subito corse in soggiorno e vide Jack seduto per terra, tra i vetri della bottiglia dello champagne che si era rotta.
«Aah!» urlò Jack, mostrando a Linda la mano tagliata.
«Mio Dio! Come stai?!» chiese la donna, gettandosi ad aiutarlo.
«Devo essermi tagliato con un vetro...».
«Fammi vedere...» fece lei, prendendogli la mano.
Jack fece qualche smorfia di dolore.
«Esce molto sangue...» disse Linda. «Ci vuole del disinfettante e qualche cerotto... Vado a prenderli in bagno».
«Grazie...» rispose Jack.
Linda si diresse in bagno a prendere i cerotti, ma Jack sapeva che non li avrebbe trovati: quando era andato in bagno li aveva presi e li aveva nascosti in tasca, assicurandosi così che Linda non li trovasse.
La donna tornò poco dopo. «Non capisco dove siano finiti i cerotti...» disse. «Ero sicura di averli! Comunque ora disinfettiamo la ferita...».
«Se vuoi, posso andare a prenderli qui al Gray Market... non ci metterò molto!» fece Jack.
«Va bene, ma verrò con te» disse Linda. «Non lascerò che un ospite a casa vada a comprarsi i cerotti!! Ti
accompagnerò io...».
«Grazie!» disse Jack. «Speravo venissi con me...».
Linda sorrise. Jack pure: il suo piano aveva funzionato.

 

 

Volevo ringraziare ancora Hikary e Lyrapotter per le loro recensioni, specialmente per quella di Hikary del capitolo 4, mi è stata molto d’aiuto. Come avrai notato, ho cercato di inserire meno punti esclamativi possibili (non so se sono ancora troppi... hihi) e mi scuso per l’errore che ho fatto con la frase di Jack. All’inizio ero anche io restio a inserirla, ma messa così creava più suspance: giuro che non farò più l’errore di cambiare il comportamento di un personaggio solo per creare più interesse nella storia!!

Per quanto riguarda le tue supposizioni sull’opposto di Harrison, con questo capitolo avrai ristretto il campo a Every, ma ti dico una cosa: gli autori di Tru Calling hanno detto che è stato solo un caso che il padre e la madre di Tru fossero sposati, perché sarebbe un annullamento delle forze... Quindi si riapre ancora il gioco. Ti svelo, però, che prestissimo si scoprirà il nome dell’opposto di Harrison.

Per quanto riguarda il fronte “relazione Tru-Jack” ti dico che qualcosa accadrà, ma non lo si vedrà subito, ma in un doppio episodio davvero speciale che ho messo come finale di stagione, dove si scoprirà anche il passato di Jack e i segreti dei suoi legami con Carrie, Richard e Jensen (credo di aver fatto un buon lavoro con il passato di Jack, ma giudicherete voi presto)!!

Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità verso i miei piani sulla mia fanfiction e spero anche vi sia piaciuto anche questo capitolo!! E come dico sempre... Recensite!!

A presto!!

  
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