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Autore: VexDominil    15/08/2013    1 recensioni
Una scelta è sempre una scelta. Anche se presa per le decisioni sbagliate.
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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"Era stata sempre violenta, in tutto il suo essere. Una bellezza violenta, una lingua violenta, una passione violenta, un dolore violento, un travolgimento violento, un orgoglio violento con degli ideali violenti."
 
 
Norge era furiosa e, diversamente da come si potrebbe immaginare, non lo era perché Temi era diventata amica di quel medico che odiava ma per l'anello che portava.
All'inizio non ci aveva fatto caso ma era stata incuriosita da questo particolare visto che la specializzanda non portava anelli e doveva avere le mani libere da intralci vari e aveva tremato quando aveva capito cos'era.
"Non può essere stata mandata per controllarmi, no. Sono sempre stata fuori dagli affari e non avrebbe senso. Non parlo con i miei genitori da Natale e quello è stato solo un incontro da famiglia normale.
No.
Però... era sconvolta quando è andato via Busco: che le avesse dato degli ordini o delle notizie sgradevoli?
In effetti mi sono sempre chiesta come mai non lo avessero affidato a un medico più esperto, anche se lo controllava solo.
Non dovrei pensare queste cose, è mia amica, ma se fosse tutto una bella recita?
Non posso fidarmi in questo periodo, soprattutto. Magari il nuovo capo vuole che tutti coloro che sono legati alla malavita, pur non facendone parte direttamente, siano sotto il suo controllo, per evitare fughe di notizie.
Se va tutto bene, ovviamente.
Non vorrei pensare all'opzione opposta, ma... tutti sanno cos'ha fatto quel pazzoide alla riunione.
Non vorrei essere nel suo mirino. Anche se adesso che ci penso, quasi certamente non me ne renderei conto poiché sarei già morta due secondi dopo.
Mi ero staccata dalla mia famiglia per evitare questo genere di cose e ora imparo che la mia migliore amica in realtà è una spia o un'assassina al soldo dei Busco!"
L'infermiera era furiosa un po' con se stessa per essersi lasciata infinocchiare e per avere una paura assurda di non sapere cosa aspettarsi alla prossima chiacchierata con Temi.
"Magari aspetta solo di incontrarmi in un posto isolato e poi, ZAC!, ciao ciao Norge.
Com'è possibile che lei sia una della malavita? Non sarebbe capace di nuocere a una mosca.
Almeno, questo era quello che pensavo prima di vedere l'anello.
 Ma non lo porta da tanto, perciò...
Oh, no. Magari ha appena portato a compimento una missione importante.
 O lo sta per fare. Non credo che il vecchio Tommy dia i suoi anelli a tutti gli scagnozzi che ha, altrimenti gli ci vorrebbe una fabbrica per produrli tutti. Quindi è importante o lo diventerà."
Era così sovrappensiero mentre faceva il giro dei suoi pazienti che non si accorse di un'ombra scura che la stava seguendo, che scivolava sui muri con un'eleganza implacabile e che osservava tutto.
Quella allungò una mano verso di lei e...
"Ehi, tutto bene?"
Norge sobbalzò e ringraziò di lavorare in ospedale: in caso di infarto sarebbe già stata sul posto.
E come si permetteva quello di toccarla?
"Benissimo, dottor Asi. Grazie."
Pur essendo una frase dal contenuto innocuo, era stata pronunciata con  un tono tagliente che aveva volutamente calcato sulla erre e aveva indugiato sulla zeta.
Insomma, più che un ringraziamento sembrava un ringhio seguito dal suono di un accoltellamento.
Per nulla infastidito da questo, Luke non poté trattenersi dallo sfiorarsi il collo inconsciamente.
Poi illuminò la stanza con il chiarore dei suoi denti e se ne andò fischiettando verso il suo prossimo paziente, mentre l'infermiera, palesemente scocciata, si chiedeva che cavolo quello avesse da sorridere mentre lei cercava di rendergli la giornata peggiore della sua.
Dopo qualche ora Norge si decise: non era mai stata una codarda e odiava aspettare che le cose scendessero dall'alto.
Come se fosse mai accaduto.
In più il dubbio di sbagliare e di stare allontanando un'amica non le piaceva affatto: tutta quell'aura di incertezza le faceva male al cuore e voleva sapere.
Tuttavia non sopportava il pensiero del dopo: cosa sarebbe successo quando l'avrebbe smascherata?
Anzi: cosa LE sarebbe successo?
"E' inutile. Odio pensare a queste cose. dirò di più: in questo periodo odio proprio pensare in generale.
Però sono curiosa di sapere in che modo abbia ottenuto quell'anello, la santarellina piagnucolosa.
Dev'essere una tosta, se tengo la teoria dell'assassina/spia.
Ma non riesco quasi a credere che lei faccia il doppiogioco o che lavori per la malavita.
Suvvia, probabilmente non ha fatto chirurgia perché odia tenere un coltello in mano."
Nonostante cercasse di prenderla sul ridicolo, Norge aveva paura.
Aveva provato di allontanarsi dalle "frequentazioni" della sua famiglia, prendendo una strada completamente diversa e ora tutti i suoi sforzi sarebbero potuti andare in fumo con lei.
In realtà non sapeva perché avrebbe dovuto avere tutta quell'attenzione, visto che lei faceva solo il suo lavoro e la sua famiglia non era molto importante nella malavita.
In più non credeva affatto che si fosse messa contro il nuovo capo: di sicuro erano indignati e terrorizzati come tutti gli altri, ma non avrebbero mai cercato di spodestare o tener testa a un capo normale, figurarsi a Ebneye Raza.
Era vero che Norge non sapesse affatto degli affari famigliari, ma comunque era informata a proposito della situazione generale, per evitare certi posti o certe mosse.
Quello che era successo alla riunione le era stato riferito subito, così come dei "pacchi regalo" del nuovo capo.
In città tutti pensavano che fosse stato un crimine della malavita, anche se non sapevano né il movente né il colpevole.
La polizia aveva archiviato il caso di scomparsa di tutta la banda Loony, visto che di certo i capi più importanti non avevano mostrato i cadaveri ai loro nemici naturali: li avevano sotterrati o nascosti in qualche luogo strano.
 Qualcuno di poco schizzinoso aveva messo il suo nella fabbrica di alimenti per animali e, una volta tanto, quelli avevano sovvertito la piramide alimentare.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              
Per questo era così all'erta e odiava pensare di essere coinvolta in quelle cose: pur essendone a tutti gli effetti uscita, la malavita aveva l'odiosa abitudine di tornare a trovarla in continuazione e le era venuto un colpo quando Busco era stato ricoverato nel suo ospedale.
Fortunatamente era solo per una malattia al fegato e non l'aveva dovuto incontrare, altrimenti l'avrebbe riconosciuta di sicuro e, tra una chiacchiera e un complimento, l'avrebbe obbligata a fare da corriere in memoria del sodalizio tra le loro famiglie.
Le balzò nella mente il ricordo di trecento barbecue a cui aveva partecipato, giocando, spettegolando e mangiando con i figli di tutti gli alleati dei Busco, senza il pensiero di ciò che tramavano i genitori alle loro spalle.
Sospirò: con quella scelta aveva perso molti amici e di certo non avrebbe mai avuto un lavoro particolarmente prestigioso.
"Non diventerò mai caposala a ventotto'anni come mio cugino, me ne farò una ragione. Però non voglio raccomandazioni o favori in generale, visto che di solito si pagano piuttosto cari."
Persa nella sua mente, non si era accorta che Temi fosse arrivata lì finchè non le aveva sventolato davanti agl'occhi una mano.
"Tutto bene?"
La domanda era stata posta con un tono così sinceramente preoccupato che Norge avampò di vergogna per i suoi pensieri poco carini sull'amica ma si riscosse quando il suo sguardò si posò sulla mano sinistra della specializzanda.
La rabbia prese a bollire ancora dentro di lei e, con un' espressione simile a quella che Catone doveva avere mentre parlava di Cartagine,  le rispose che la sua salute era perfetta e le diede appuntamento fra due ore per parlare più tranquillamente.
 Il volto di Temi si accartocciò un po' come una foglia in autunno ma annuì decisa, prima di scappare verso i suoi pazienti.
Certe volte Norge le faceva una paura bestiale.
Sperò solo che non si trattasse ancora di Asi che trovava davvero simpatico e molto utile per qualsiasi evenienza.
Dopo che le dottoresse l'avevano vista varie volte parlare con lui, avevano cercato di carpire in tutti i modi delle informazioni sul quel medico così affascinante, quindi ora barattava stupidaggini con pazienti e sentiva finalmente di stare per realizzarsi, pur con la colpa che le azzannava le caviglie.
Poi Luke era così carino con lei da insegnarle qualcosa, ogni tanto, al contrario degli altri.
Temi si ripromise di aiutare in qualsiasi modo il suo nuovo amico, soprattutto con Norge in agguato.
"Quella ragazza è diabolica.
Non vorrei mai irritarla sul SERIO.
Sarebbe più che capace di assoldare un assassino. No, farebbe tutto con le sue mani, è più probabile.
 Però è una mia amica e le voglio bene. Mi preoccupa molto il suo umore: è così scostante e crederei che mi stia evitando, se non mi avesse dato appuntamento per vederci alla pausa. Spero solo che sia solo un periodo o la sua antipatia per Luke."
Dopo che entrambe le ragazze si macerarono nei dubbi, riuscirono a incontrarsi nel cortile interno dell'ospedale.
Norge era lì da qualche minuto e aveva in mano una sigaretta, con la fronte aggrottata e una smorfia di concentrazione nel volto.
Di solito fumava quando era tranquilla e in pace con il mondo, cioè quasi mai, mentre se l'accendeva senza mettersela in bocca in periodi di grande crisi.
Le piaceva vedere il fumo salire nel cielo in mille volute e scomparire nel cielo stinto di Egris, diventando così parte delle nuvole.
Qualche volta avrebbe voluto andarsene portata via dal vento ma si riscuoteva e si avviava nei corridoi dell'ospedale, sicura che sarebbe caduto a pezzi se non ci fosse stata lei.
In realtà odiava fumare, sapendo ciò che causava, ma continuava a farlo raramente, forse per ricordare la sua vecchia vita.
Comunque, vedere Norge con una sigaretta era sempre sinonimo di guai, poichè era matematicamente certo che si sarebbe arrabbiata per avere rovinato il momento magico o per aver interrotto i suoi pensieri di risoluzione dei problemi.
Per questo motivo Temi le si avvicinò pian piano e con voce tremante la salutò.
Norge lasciò cadere la sigaretta e la schiacciò sotto i piedi prima di voltarsi velocemente.
Non l'aveva sentita arrivare e questo fatto, per la sua mente sotto stress, significava che la sua amica, la sua confidente, colei che aveva salvato svariate volte, l'aveva tradita.
Prima che l'altra potesse rendersene conto, la bloccò contro un muro con le mani sopra la testa e le ringhiò sopra il viso: "Perchè ti hanno mandato qui? Cosa vogliono da me? Raza ha deciso di farmi fuori e Busco, come un cane fedele, sta obbedendo? Rispondimi o te ne farò pentire!"
Temi era davvero impaurita e non si capacitava di queste novità: perchè Norge la stava minacciando? Chi era Raza? Perchè conosceva Busco?
"Non so chi sia questo Raza e non mi ha mandato nessuno! Norge, mi conosci da qualche anno, ormai, sai che non farei male a nessuno! Per favore, smettila che mi stai spaventando! Se è uno scherzo di cattivo gusto per Asi fa davvero schifo!" Aveva le lacrime agli occhi e cercava di liberarsi un po' le mani, senza riuscirci.
L'altra rise in modo sinistro e secco: "Non prendermi in giro! Non so più chi sei ma so che di certo non sei la mia amica! Non faresti male a una mosca? E questo cos'è, se non il riconoscimento delle tue doti come malavitosa?"
Norge la sbattè di nuovo contro il muro e, impossessatasi della mano sinistra dell'altra, gliela sventolò sotto il naso, chiedendole ripetutamente cosa fosse allora quell'anello, se non il simbolo dei Busco.
Temi sbiancò e iniziò a tremare violentemente, sia per la situazione attuale che per il ricordo dello stupro. Nondimeno cercò di darle una risposta convincente: lo vedeva nel bagliore degli occhi dell'infermiera che sarebbe finita male se non l'avesse convinta.
"L'ho trovato per terra, credimi! Non avevo idea di cosa fosse finchè non l'ho visto addosso a Busco! Ti prego, ragiona! Sono io, Temi! La specializzanda ingenua e sentimentale che aiuti sempre! Per favore, usa la testa!"
Ormai era al limite: cosa aveva fatto per meritarsi tutto ciò?
Norge, ovviamente non le credette: chi si metterebbe mai un anello sapendolo un segno della malavita?
E chi lo lascerebbe per strada, soprattutto?
Si stava iniziando a surriscaldare e questo non andava per niente bene.
Aveva un coltellino a serramanico nei pantaloni, come sempre per autodifesa nel caso ci fosse stato bisogno, e con tutti i cadaveri che giravano nell'ospedale coperto da lenzuoli, non sarebbe stato difficile portare fuori il corpo di Temi.
Presa da questi pensieri, si risvegliò quando sentì la ragazza piangere e raccontare tra i singhiozzi: "Ok, non è che proprio l'ho trovato per caso... Stavo tornando a casa da una bettola, quando in un vincolo.."
Non resistendo più, la specializzanda si aggrappò a Norge e, dato libera uscita alle lacrime, le riportò tutto quello che era successo  quella sera terribile.
L'infermiera rimase immobile, poi ricambiò la stretta, cercando di calmare l'amica sussurandole parole tranquillizzanti all'orecchio.
Temi non poteva essere un'assassina, era stato stupido solo pensarlo.
"Un pulcino nella stoppa, tenero ma totalmente incapace di cavarsela da solo.
Per fortuna che ci sono io, anche se stavolta non l'ho potuta aiutare! 7
Perchè non si è confidata prima?
 Avrei dato la caccia a quel bastardo e, a quest'ora, sarebbe tutto risolto.
E' davvero coraggiosa e non mi sarei mai aspettata che, con un trauma del genere, riuscisse a continuare la sua vita di sempre. Nessuno ha mai sospettato di nulla e nemmeno io ho capito.
E' lei che è stata troppo brava o io sono una pessima amica?
Di sicuro la seconda: stavo progettando l'occultamento del suo cadavere, per Vidar!
Ripensandoci, riesce a stare sulle sue gambe, anche se non sembra."
Dopo un po' la specializzanda si decise a chiedere una cosa che la stava opprimendo da molto:
"Norge, come sai tutte queste cose della malavita?"
L'infermiera gelò sul posto: Temi era ingenua ma non fessa, a quanto pareva.
Però decise di fidarsi, anche perchè le doveva qualcosa: le aveva fatto male sia fisicamente che psicologicamente, mettendo in dubbio la loro amicizia e costringendola a ripensare a dei brutti momenti.
Così titubante, iniziò a confessare tutto: "Ecco, devi sapere che la mia famiglia ha stretti contatti con i Busco ed è tipo una loro sottoposta. Loro  hanno dato ai miei famigliari un territorio dove esercitare e, visto che sono tra quelli più fedeli, siamo stati spesso loro ospiti a cene, feste, vacanze e cose varie. Io mi sono staccata da tutto questo anni fa ma sono ancora al corrente di parecchie cose, per proteggermi.
Mi dispiace per quello che ti ho fatto, ma ultimamente la malavita è in sobbuglio e non mi sento al sicuro, per niente. Sono terrorizzata che qualcuno mi uccida o mi tiri dentro a qualche lotta tra bande. Appena ho notato il tuo anello ho creduto che il nuovo capo della malavita, Raza, avesse ordinato ai Busco di farmi fuori per evitare un possibile tradimento. Ti prego, toglitelo. Non sai a quello che stai facendo. Se qualcun'altro se ne accorgesse, se non è già capitato, potresti trovarti in grossi guai. La città intera è un petardo con la miccia corta: una scintilla e veniamo tutti travolti."
Ma Temi non l'ascoltava più: Norge era di una famiglia malavitosa?
Legata ai Busco come il suo assalitore?
Si staccò dalla sua amica e si allontanò all'indietro di qualche passo, fissandola spiritata.
"Dove sono finita? Qualcuno mi dica che sono finita in un altro universo, uguale ma contrario al mio. Non è possibile! E io che credevo di conoscerla!"
Norge cercò di avvicinarsi, notando il bagliore disperato negli occhi dell'altra, che si allontanò di un altro passo.
"Temi..." La sua voce era davvero così flebile o c'era solo un forte vento, che disperdeva le parole?
"Non avvicinarti! Come puoi essere così? La malavita! Ti rendi conto? Come puoi..." Prese un grosso respiro. "Basta, non voglio più saperne di te! Mi vendicherò di certo su di loro, ma ringrazia che, per la nostra ormai defunta amicizia, non ti succederà nulla. Non parlarmi mai più. Fammi un favore, anzi: crepa. Mi sono stufata di tutti questi segreti di cui io non so nulla. Basta! Voglio reagire e farla pagare a tutti quelli che stanno cercando di rovinarmi. Addio!"
Temi rientrò nell'ospedale e non si girò nemmeno quando Norge cerò di trattenerla dicendole che non poteva farcela contro i Busco, che era pericoloso, che non era giusto quello che aveva fatto.
L'infermiera scivolò sul muro e si raggomitolò, completamente ignorata e piena di un dolore sordo.
Perchè le aveva rivelato quelle cose?!?
Per una come Temi, così amante della giustizia, era stato come sventolare un drappo rosso davanti a un toro.
"Il peggio è che si autodistruggerà: i Busco non si faranno mai fregare da lei, figurarsi ammazzare.
Non ha nemmeno un piano ed è troppo piena di rabbia ora. Non ce la farà mai, soprattuto con Raza in giro. Sono tutti tesi al massimo e non riuscirà ad avvicinarsi di un millimetro al suo obbiettivo.
Perchè mi sono cacciata in questo pasticcio?
Se avessi tenuto le mie ossessioni dentro la mia testa e agito in modo razionale, non sarei a questo punto ora. Ormai Temi è perduta, per sempre. Nessuno riuscirà a fermarla, mai più."




Angolo dell'autrice che augura a tutti buon Ferragosto:
Ciao a tutti!
In questo capitolo se ne vedono delle belle, che ne dite?
Non so bene nemmeno io se la frase a inizio capitolo sia riferita a Norge o a Temi... Voi che ne pensate?
Stavolta c'è solo una curiosità: Vidar è una divinità norrena legata alla vendetta, per questo l'infermiera lo cita in quel preciso momento.
Ringrazio chi recensisce, chi legge, chi segue, ma riservo un enorme ringraziamento ad Acquamarine_ per la sua pazienza nel correggere tutta la storia:
sei mitica!;D
Spero che vi sia piaciuto e che continuiate a seguire le avventure di Temi!;D
Adieu!
Vex
  
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