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Autore: _jobroslovato_    16/08/2013    1 recensioni
La protagonista di questa storia è una ragazzina di 16 anni, Nicole, che vive a Boston.
Per problemi scolastici non potrà più andare a Londra ed è costretta a trascorrere l'estate dalla nonna Kate.
Qui, lei pensa di trascorrere un'estate orribile ma invece succede il contrario di ciò che si aspettava. Conosce un nuovo ragazzo, Nicholas, che fa volontariato insieme a lei. Fra i due nasce qualcosa di importante.
Intanto la ragazza deve studiare tutta l'estate e rimane sconvolta quando scopre chi è il padre di Nick. Dopo alcuni inconveniente i due ragazzi tornano insieme e lo resteranno per sempre.
E' la mia prima Fanifction che creo e pubblico. Spero vi piaccia. (mi scuso se ci sono degli errori che mi sono sfuggiti). :)
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passarono i giorni e le settimane. I capitoli di scienze diminuivano e gli esami per il recupero si avvicinavano.
Ultimamente ci siamo trascurati un po’ con Nick. Fra canile, Boris e studio non sapevo più dove dividermi, così Nick ha deciso di portarmi a cena fuori il sabato sera.
Una volta pronta Nick passò a prendermi e mi portò in un club.
-Sei bellissima. Te l’ho già detto?-chiese ridendo
-Si. Ma solo cento volte- dissi io ridendo.
-Bhe…parlando di cose serie, sai che fra una settimana parto. Quando parti invece tu??- disse quasi spaventato per la mia risposta.
-Presto. Credo fra qualche giorno. Volevo proprio parlartene. Mi hanno chiamato i miei. La loro vacanza in Germania è terminata. Posso tornare a casa. Gli ho chiesto ancora alcuni giorni, ma dovrò partire al più presto. Mi mancherai tantissimo, ma ci rivedremo in a Boston no?-chiesi ansiosa.
-Si. Certo. Tornerò a Boston ma..solo per qualche settimana- disse cambiando tono.
-Perché tesoro?? Non hai intenzione di viverci?-dissi io.
-No. Vedi Nico…sono stato ammesso ad una Università Musicale di New York.-disse quasi triste.
-Come?? Ma Boston è piena di Università musicali. Perché proprio lì? Così lontano..-dissi angosciata.
-Tesoro, per la nostra famiglia è come una specie di tradizione. Quasi tutti i miei parenti sono usciti con una laurea da lì. Da mio nonno all’ultimo dei miei fratelli. Adesso tocca a me. Non posso rifiutare, la prenderebbero a male, e inizieranno a dire cose del tipo “Sai che zia Stephany credeva in te, prima di morire ti disse che avrebbe voluto vederti con una laurea in mano, da lassù dove si trova adesso, non darle questo dispiacere, per lei sei il figlio che non ha mai avuto”. Tutto questo è vero, ed è proprio per questo che non posso rinunciare.- disse desolato.
-Senti Nick, è tutta una bella storia, una favola in cui io sono solo una semplice lettrice, non posso entrarci dentro e fare una delle protagoniste insieme a te. Capisci cosa intendo?! E’ la tua vita, loro sono la tua famiglia, io sono una semplice ragazza che chiedeva il tuo amore. Capisco adesso che è impossibile..-dissi con occhi lucidi.
-Ei non ho detto che mi trasferirò per sempre a New York. Sto lì per studiare, ma durante le vacanze stagionali vengo da te e stiamo insieme. Io ti amo non ti lascerò andare.-disse dolcemente.
-Nick, scusami, non ci riesco. Non riesco a stare lontano da te per mesi, io non ti vedrò, tu non sarai accanto a me ed io a te, che senso ha stare insieme? Restiamo amici.-dissi triste.
-Nico, smettila, non dire così, io ti amo, e tu ami me, non possiamo essere solo amici..-disse lui.
-Riaccompagnami a casa, ti prego.-disse con voce bassa.
Lui non disse altro. Pagò il conto e mi riaccompagnò a casa. Una volta arrivati..
-Ei vogliamo parlarne un secondo. Voglio spiegarti..-disse Nick.
-Tranquillo, non c’è nulla da spiegare, il concetto è chiarissimo. Voglio solo dirti una cosa.
Mi mancherai. Mi mancherai tanto, Nicholas. Divertiti a New York e sii sempre forte come sei adesso. -in lacrime gli diedi (presumo) l’ultimo bacio e scesi di corsa dall’auto.
Lui rimase in silenzio, incredulo di ciò che gli avevo detto, ma notavo nel suo viso un’espressione che per poco lo portava a versare qualche lacrima.
Passarono i giorni e io e Nick ci incontravamo solo al canile. Niente più uscite extra. O almeno lui ci provava ma ero io a rifiutare. Ci sentivamo via messaggi e chiamate, come fanno due buoni amici.
Intanto arrivò il giorno della mia partenza.
Salutai tutti. Nonna, Jenny, Denise, il prof. Paul, tutti. E..anche Nick.
-Allora..ci si vede a Boston. Ti chiamo quando sarò in città.-disse Nick.
-Si. Okay -risposi dubbiosa-Gli diedi un bacio nella guancia, ma improvvisamente mi blocco il braccio e mi bacio romanticamente. Non posso nasconderlo, ma mi viene difficile ammetterlo. Credo sia stato il miglior bacio dei tre mesi.
-E’ tutto così difficile..- gli dissi- vado.-
Mi lasciò andare e poi aggiunse urlando
-Ti amo, Nicole.-
-Anche io ti amo. - dissi sottovoce consapevole che non mi aveva sentito.
Arrivata a casa salutai i miei, che iniziarono subito a raccontarmi la loro splendida avventura in Germania, dopo di che crollai nel mio bel lettone, mi era tanto mancato.

Mancavano solo 2 giorni all’esame e 5 all’arrivo di Cris. Non vedevo l’ora.
Decisi così di studiare sodo in quei giorni e così feci.
Arrivò il giorno dell'esame di recupero di scienze.
-In bocca al lupo tesoro.-mi disse mamma- ce la farai-
Dopo l'esame tornai a casa al settimo cielo.
-Mammaaaaa. Mammaaaa- urlai per tutta la casa.
-Ce lo fatta. L’ho superato. Mi hanno dato i risultati subito. Sono stata ammessa all’esame e promossa per l’anno successivo. Si va al quarto superiore, gente.-dissi felicissima.
-Tesoro sono davvero orgogliosa e felice per te. Te lo meriti. Nonna mi ha detto che hai studiato sodo, questo è quello che hai ricevuto in cambio. Ottimi voti. Brava tesoro, corri a dirlo a papà.-disse orgogliosa.
Dopo averlo detto a papà chiamai subito Cris per darle la bella notizia.
Era felicissima per me, ma poco dopo cambiò tono.
-Nico devo darti una brutta notizia. Non vengo più fra 3 giorni, ma verrò a metà settembre. Ci sono dei problemi e quindi non posso scendere prima. Mi dispiace, non sai quanto mi manchi, siamo lontane da più di 2 mesi, non so se ce la farò ancora.-disse dispiaciuta.
-Cosa? Cris. Dai, scendi. Prendi il primo volo. Ti prego ho bisogno di te.-dissi triste.
-Lo so. Anche io di te. Senti adesso devo scappare. Ti chiamo io. Ciao. Ti voglio bene. -riattaccò.
E’ uno strazio. Ho davvero bisogno di lei. Lo sapevo. Dopo ogni bella notizia ce n’è sempre una brutta pronta a coglierti di sorpresa.

Passarono tre giorni dall’ultima volta che mi chiamò Cris. Aspettavo ancora la sua chiamata e io non ho voluta chiamarla perché questa sua lunga sosta a Londra mi sembrava una cosa seria quindi aveva avuto sicuramente da fare.

*Suona il campanello*.
-Vado io- urlai.
Aprii la porta e davanti a me comparve una bandiera inglese tenuta in mano da qualcuno che era nascosto dietro essa.
-Good Afternoon Girl.-disse la voce misteriosa.
Così scostai con la mano la bandiera per vedere la faccia. Chi era?!
-Criiiiis. Dio mio che ci fai quiii?? Quanto sono felice. Non dovevi restare a Londra fino a metà settembre?- chiesi dubbiosa.-Che stronza migliore amica che c’ho.-dissi ridendo.
-Bhe? Non mi fai entrare?-disse ridendo.
Si accomodò e iniziò a raccontarmi tutte le sue avventure lì. Mi disse che si era divertita tantissimo e che mi aveva portato pure dei regali.
-Era una balla comunque. Volevo farti una sorpresa ed eccomi qui. Mi sei mancata un sacco.-mi abbracciò.
-Andiamo portami un po’ in giro. Ho scordato la mia vecchia Boston.-disse ridendo.
Mi preparai e andammo in giro per la città.
-Allora? Come va con Nicholas?? Voglio assolutamente vederlo.- disse felice.
-E’ finita. Ma se posso te lo farò conoscere lo stesso. E’ un bravo ragazzo e un buon amico.-dissi con uno sguardo strano nel viso.
-Che cos’è quella faccia?? Guarda che ti conosco, sai? Ti piace ancora, non negarlo.-disse decisa.
-Già. Che posso farci? La prossima volta andrà diversamente. Mi rassegno. Ma basta parlare di me. Tu hai tante di quelle cose da raccontarmi, vero??- chiesi con un sorriso incuriosito.
Parlammo e passeggiammo per ore per la città, fino a quando decidemmo di tornare a casa da me per cenare.
Aprii la porta con le mie chiavi, entrai in casa e alla vista m’imbambolai e mi caddero le chiavi per terra.
  
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