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Autore: julierebel17    18/08/2013    2 recensioni
"Non riesco a capire cosa diavolo mi prende, c'è che non ha senso ritrovarmi qui, dinanzi a te, con questa espressione da vittima incompresa del mondo. E' che quando si tratta di te, divento un'altra persona. Scusa"
"Sei solo una stupida". Resto sconvolta al sentir pronunciare tali parole.
"A-Andy io..." non riesco a terminare la frase che mi ritrovo stretta tra le sue braccia. Poggia il mento sulla mia testa. Posso ascoltare il suo cuore battere, direi che è senza dubbio la migliore ninnananna che potesse mai cullarmi in questo mare di emozioni.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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-Eccomi qui! Oggi sono così felice! Non mi assumo la responsabilità di eventuali errori ortografici, scusate, è che devo uscire ed ho scritto in fretta, non ho tempo per ricontrollare! In ogni caso, vi avverto prima….questo è il capitolo del fatidico incontro…un incontro un po’ “particolare” per la nostra cara Helen…conoscerà qualcuno di DAVVERO importante…buona lettura! Baci, baci, Julie-
 
Mi volto ed incontro l’ultima persona che avrei voluto vedere, l’ultima sulla faccia della Terra. Tutte a me capitano. E che cazzo eh!
“Ehm…c-ciao Lu-Lucas” dico con un tono “lievemente” spaventato. Vorrei fuggire il più lontano possibile.
L’unica cosa che mi consola è il fatto che non possa neanche sfiorarmi davanti a tutta questa gente.
“Ciao depressa! Come stai? Che ne dici se ci facciamo un giro fuori in giardino?”. Scuoto il capo.
“N-no, sento freddo, preferisco stare qui” “Ricordo che abbiamo dei conti in sospeso noi due”. Senza farsi vedere dalla folla mi prende per il braccio e comincia a stringere la presa. “Allora? Andiamo?”
Non posso far altro che seguirlo a meno che non voglia fare la figura della scema e mettermi ad urlare che sto per prendere un bel po’ di botte.
“O-ok” rispondo, ormai, terrorizzata.
Appena arrivati in giardino restiamo l’uno di fronte all’altra, ad una distanza di circa un metro. Mi fissa, scruta ogni minimo lembo della mia pelle.
“Cos’hai da guardare?” ribatto perdendo la pazienza. “Nulla, sto pensando a dove potrei sferrare il primo pugno” mi dice con un ghigno.
Deglutisco. Calma Helen. Devi solo stare calma. Sai difenderti.
“Beh? Perché non ti avvicini? Già tremi perdente?” mi chiede beffardo.
“Vaffanculo stronzo!” gli grido alterata. “Eh no, piccola! Stai calma!” stringe le mie guance con l’indice ed il pollice costringendomi a guardarlo negli occhi.
Dopo aver notato il mio sguardo da animale spaurito mi dà un pugno, dritto sul naso. Cado a terra e poggio le mani su di esso. Mi ritrovo con i vestiti completamente zuppi di sangue.
“Dai! Alzati!” mi dà un calcio nello stomaco. Mi rannicchio in un angolo del giardino dopo una breve corsa a gattoni. Spero che non mi veda.
Oh no…mi ha trovata. “Cosa c’è? Ti è piaciuto darmi quel calcio questa mattina, eh? Tieni!” mi dà un calcio più forte colpendo le gambe.
Mio Dio, portatemi via di qui, non…non ce la faccio. Chiudo gli occhi per un secondo, sento che sta per avventarsi su di me.
“Sai che sei proprio carina stasera?” mi strappa la manica destra della maglia scoprendo una spallina del reggiseno.
Sta per darmi un pugno in pieno viso. Vedo l’ombra della sua mano riflettere alla luce della luna.
“Fermati idiota!” qualcuno urla e gli dà un pugno stendendolo al tappeto, proprio accanto a me.
Provo ad alzarmi ma riesco solo a voltare lo sguardo. “Ehi! Tutto bene?” di fronte a me c’è un ragazzo dai capelli scuri, ha gli occhi altrettanto scuri, un po’ a mandorla. Un neo che ha sul viso attira per un attimo la mia attenzione.
“S-si, tu-tutto ok” provo a rialzarmi, ma ancora debole ricado al suolo.
“Sta’ attenta” mi porge la mano aiutandomi a risollevarmi. “Gra-grazie…” faccio per chiedergli il nome…
“Ashley” mi risponde con un sorriso.
“Beh, grazie Ashley, ci si vede”. Provo a camminare, ma cado all’indietro a causa del dolore ai polpacci, dovuto al calcio ricevuto.
Non ho il tempo di sfiorare la terra che mi prende tra le sue braccia. Arrossisco leggermente.
“Scu-scusa” gli dico mezza sconvolta e dolorante. “Tranquilla”.
Notando la mia difficoltà nel camminare mi prende in braccio, cogliendomi alla sprovvista. “A-Ashley, che fai? Posso camminare da sola, va pure” provo a mandarlo via imbarazzata.
“Quante storie! Sta’ zitta e basta! Shhh!” mi dice con tono quasi severo.
“Ti sporcherai i vestiti!” “Ancora parli?! Ho detto shhh!” e si mette a ridere. Mi poggia su una sedia trovata lì in giardino.
“Aspettami qui” dice allontanandosi. Vedo il suo cappotto di pelle sparire nel buio. Mi sento sola ed ho paura.
Lucas è ancora a terra col naso livido. Gli sta bene, penso. Passano circa cinque minuti, quelli che a me sembrano un’eternità, credo che Ashley sia andato via. Meglio che torni a casa anch’io.
Faccio per camminare e mi ritrovo di nuovo a terra. Col naso che ancora sanguina. Che cazzo Helen, potevi fare più attenzione eh!
Striscio sull’erba gelida fin quando un’ombra invade il mio campo visivo.
“A-Ashley!” “Hai proprio la testa dura tu! Eh? Ti avevo detto di aspettarmi, dove vuoi andare in queste condizioni?”. Mi rimprovera come fosse mio padre.
Abbasso lo sguardo. “Scusa, volevo andare a casa” “Ho avvertito Lucy che una sua amica stava andando via, non so come ti chiami, le ho detto che avevi la maglia dei Doors ed ha capito in un attimo”
La paura mi assale di nuovo. Non voglio essere un peso per Lucy, non deve preoccuparsi per me.
“Mi-mica le hai detto cosa è successo?” “No, tranquilla, le ho detto che ti riaccompagnavo io”
Arrossisco di colpo. “Non ce n’è bisogno, sto bene, ci metto solo venti minuti ad arrivare a casa”
Faccio per andare, zoppicando. Ashley mi prende per il polso tirandomi a sé.
Batto la testa sul suo petto.
“Forse non hai capito. Ho detto che ti riaccompagno io e basta. Tu stasera vieni con me, devi disinfettare le ferite e non puoi stare da sola”
“Ma chi ti conosce! A casa tua, sei forse matto?!” “Dai! Smettila di fare la bambina! Sono il migliore amico di Lucy! Sono un tipo affidabile eh! Non un maniaco!”
“O-ok” a quelle parole resto un po’ basita. Lucy non me ne aveva mai parlato.
“Però, appena hai medicato le ferite mi riporti a casa!” “Va bene, va bene, Miss setto nasale distrutto”.
Mi prende in braccio e mi porta in un’auto. Mi sento un po’ in soggezione. E’ più grande di me, sicuramente.
In auto l’unico rumore che si sente è quello del silenzio.
Nessuno dei due apre bocca. Arriviamo di fronte ad un piccolo appartamento.
Ashley apre lo sportello e mi prende di nuovo in braccio. Le mie gambe poggiano sui suoi avambracci. Esausta lascio che il mio capo cada sulla sua spalla, lasciando la lunga scia di riccioli penzolare.
*A CASA*
Appena entrati sono ancora in braccio ad Ashley che resta qualche minuto in piedi, guardandosi intorno, quasi come se stesse pensando a dove posarmi.
Sento una voce chiamarlo. “Ash! Ash sei tu?!”
Cosa?! C’è altra gente in casa?! E si tratta di…ragazzi!
Oh mio Dio. Helen stai calma. Dai, stai bene anche così, hai solo il naso rotto, i vestiti zuppi di sangue, un labbro spaccato e mezza faccia viola. Che sarà mai?
“Ash! Finalmente sei tornato! Cos’hai? Non rispondi? Sai che sei strano ultimamente? Non hai rimorchiato nessuna alla festa?” gli chiede da una stanza piuttosto vicina.
Poi, sento i suoi passi avvicinarsi a noi.
Mi ritrovo sospesa a mezz’aria con un altro ragazzo di fronte.
Ha i capelli neri, di un nero corvino. Le sopracciglia sottili e la carnagione identica alla mia, bianca!
Sembra quasi un fantasma. E’ magrissimo, scheletrico direi. Ha il labbro inferiore adornato da uno splendido anellino scuro.
I suoi lineamenti sono magnifici, sembrano quelli di una statua in porcellana. Sembra così fragile che accarezzandogli il viso potrebbe addirittura rompersi.
La cosa che spicca di più, però, sono i suoi meravigliosi occhi azzurri. Non sono “azzurro cielo”, “azzurro mare” o tutte quelle stronzate con cui di solito si vuole indicare un colore.
Sono azzurri e basta. Non si possono paragonare a nient’altro. Occhi cerulei. Chissà cosa si nasconde…dietro a quegli occhi blu.
Dopo aver trascorso circa cinque minuti senza fiatare, io (ancora in braccio al mio salvatore), lui e lo sconosciuto ragazzo ci rendiamo conto della situazione.
“A-Andy! Che modi sono?! Va a cambiarti e smettila di dire stronzate!” gli urla Ashley notando che addosso non ha nient’altro che un paio di boxer.
Arrossisco violentemente. Il ragazzo corre via.
“As-Ashley, posso scendere?” gli chiedo quasi timorosa della sua risposta.
“S-si, scusa, siediti qui” mi indica un divano poco distante. “Ecco, per quello che ha detto Andy, il mio amico, beh, non credergli, non è vero che rimorchio ogni sera…cioè…” prova a giustificarsi.
“Ah…non preoccuparti, non lo avevo neanche sentito!” sorrido imbarazzata.
“Eccomi qua!” entra di nuovo quello strano ragazzo, sarà alto un metro e novanta.
“C-ciao!” alzo la mano per salutare, ma la riabbasso di colpo lamentandomi per il dolore.
“Ciao” mi fissa incredulo. Per un attimo i nostri sguardi s’incrociano. Restiamo come incantati. Posso specchiarmi in quelle iridi così fresche, glaciali.
Abbasso il capo. “Mi chiamo Andy!” “Ah, ciao Andy, sono Helen”
Ad un certo punto mi si avvicina fissandomi e girandomi intorno. Gesù! Cos’ho di così strano?
“Ehm…cosa?” faccio per chiedergli spiegazioni.
“Ecco…chi ti ha conciata così?” mi chiede senza peli sulla lingua.
“Un tizio” “E tu? Lo hai menato per bene?”
“No, le ho solo prese, poi è arrivato Ash e…” “Aaah capisco, è un galantuomo questo qui!” batte una mano sulla spalla di Ashley che lo guarda in cagnesco.
“Andy fila!”. Andy corre via ridendo:”A dopo He-scusa, com’è che ti chiami?”
Sembra proprio uno svitato. “Helen!” gli urlo.
Mi sembra di esser capitata in una casa di matti.
“Dai, fammi vedere il naso”. Ashley mi si avvicina. Sento il suo respiro sul mio viso. Troppo vicino. *Bipbipbip* Allarme rosso. Mi volto verso un televisore, alla mia destra. “Bella TV!” gli grido.
“Helen! Dai girati!”
Ok. Sto tranquilla, deve solo medicarmi. “Ti fa male se premo qui?” “Ahi! Fa attenzione!” gli urlo con tutta la voce che mi resta.
“Scusa, devo vedere se è tutto intero!” “Ok” sbuffo. Mi medica le ferite al naso e al labbro che ormai non sanguinano più. Infine fasciamo la caviglia che mi fa un male tremendo.
“Tienici su il ghiaccio per un altro po’, va bene, Helen?” “Si, Ashley, grazie”.
Sto seduta sul divano, non so cosa dire. Sono un po’ a disagio.
“Ehi, voi due! Avete finito di giocare al dottore?!” ci urla quel tipo lì, quello di prima insomma, Andy.
Che nervi. Sto mezza uccisa e ti lamenti pure se un tuo amico (neanche tu!), mi disinfetta le ferite. Che stronzo che sei!
“Scusa se stavo per morire e dovevo farmi disinfettare le ferite!” gli urlo.
Semplicemente mi guarda e ride. Giuro che lo strozzo.
“Quanti anni hai Helen?” “Diciassette, perché?”
“No, no, no, Ash” scuote il capo in segno di disapprovazione. “Troppo piccola per te, mi dispiace, adesso sistemo tutto io, stai tranquillo tu”
Di cosa diavolo parla? Ashley è arrossito. “Sei proprio stronzo Andy, lo sai questo, vero?” gli dice con tono divertito.
“Ovviamente, amico mio!”
“Helen…” sento la voce di Ashley chiamarmi, ma ho troppo sonno per ascoltare quello che mi sta dicendo. Sono davvero esausta. Chiudo gli occhi pian piano, sperando di svegliarmi senza dolori domani mattina…
  
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