CAPITOLO 15
"DROGA"
La cacciatrice di taglie picchiettò con l'unghia la siringa.
"Ora mi dirai come distruggere la regina Keto e il tuo maestro", disse.
"Non ti dirò un bel niente!", disse Soraya.
"Oh, io penso proprio di sì. Sai cos'è questo?", chiese sventolando la siringa e la fiala da dove aveva estratto il liquido violetto. Soraya scosse la testa.
"E' un siero della verità. Una mia invenzione. E' stato testato su un essere umano e ti assicuro che funziona", disse contemplando la fiala.
"Non riuscirai a strappare la verità ad uno Jedi! Siamo stati addestrati a resistere a questo tipo di pressioni!", ribattè Soraya. La cacciatrice di taglie sorrise.
"Non riuscirai a strappare la verità ad uno Jedi! Siamo stati addestrati a resistere a questo tipo di pressioni!", ribattè Soraya. La cacciatrice di taglie sorrise.
"Lo so bene. Infatti è stata provata anche su uno Jedi", tagliò corto.
"Non è possibile, nessuno Jedi...". Soraya si interruppe. Una terribile verità le passò davanti gli occhi.
C'erano solo due Jedi che recentemente erano stati a Naboo ed erano misteriosamente scomparsi...
C'erano solo due Jedi che recentemente erano stati a Naboo ed erano misteriosamente scomparsi...
"Cos'hai fatto al mio maestro e al maestro Dooku, strega?", urlò Soraya.
"Per ora niente ma se continui ad avere quel tono con me te ne pentirai presto!", disse la cacciatrice, "Vedrai che il mio collaboratore li farà fuori da un momento all'altro. Sarà una cosa rapida e indolore"
"Loro sono maestri Jedi, non riuscirà a far loro un bel niente!", disse Soraya.
"Tu credi? Io penso invece...", uno schianto improvviso interruppe la cacciatrice. Si girò verso la porta, posò la siringa e la fiala sul tavolo di duracciaio e andò nell'altra stanza per vedere cosa fosse successo.
Appena uscì, Soraya sollevò la mano e con la Forza riuscì a spingere lo stantuffo della siringa facendo uscire tutto il liquido e a far scoppiare la fiala, così da eliminare tutto il siero.
Sentì la cacciatrice gridare e insultare qualcuno, il suo collaboratore forse.
Appena uscì, Soraya sollevò la mano e con la Forza riuscì a spingere lo stantuffo della siringa facendo uscire tutto il liquido e a far scoppiare la fiala, così da eliminare tutto il siero.
Sentì la cacciatrice gridare e insultare qualcuno, il suo collaboratore forse.
Probabilmente la missione non era andata a buon fine.
La sentì arrivare, furiosa. Non appena entrò il suo sguardo si posò sulla siringa buttata a terra e la fiala in mille pezzi con il liquido violetto che colava a terra.
La fissò piena d'ira. Si avvicinò alla lastra e le diede un potente schiaffo.
La fissò piena d'ira. Si avvicinò alla lastra e le diede un potente schiaffo.
"Stupida Padawan. Credevi forse che avessi solo quella dose? Bene, puoi scordarti di ritornare viva al tuo adorato Tempio. Ora ti convincerò con le cattive!", disse e intanto si avvicinò ad uno scaffale per prendere una fialetta piena di liquido argentato. Si mise i guanti e riempì una siringa.
Soraya riuscì a vederla bene solo in quel momento, dato che la caverna era illuminata da poche luci: era un'umana, una donna alta e slanciata. Poteva avere all'incirca trentanni, forse anche meno.
Aveva lunghi capelli neri che teneva legati con una coda e le arrivavano poco sopra i fianchi. Soraya, dando una veloce occhiata, vide che sulla parte destra del collo aveva uno strano tatuaggio, ma guardando bene scoprì che non era affatto un tatuaggio ma una voglia.
Era grande e biancastra, che partiva dall'orecchio e scendeva fino alla base del collo. Soraya si chiese come poteva non essersene accorta prima.
In quel momento la donna si girò.
Soraya riuscì a vederla bene solo in quel momento, dato che la caverna era illuminata da poche luci: era un'umana, una donna alta e slanciata. Poteva avere all'incirca trentanni, forse anche meno.
Aveva lunghi capelli neri che teneva legati con una coda e le arrivavano poco sopra i fianchi. Soraya, dando una veloce occhiata, vide che sulla parte destra del collo aveva uno strano tatuaggio, ma guardando bene scoprì che non era affatto un tatuaggio ma una voglia.
Era grande e biancastra, che partiva dall'orecchio e scendeva fino alla base del collo. Soraya si chiese come poteva non essersene accorta prima.
In quel momento la donna si girò.
"Questa qui è una potente droga creata da me. Non uccide le persone. Beh, non subito. Ma le fa impazzire, tant'è che non riconoscono più le persone che hanno amato. Diventano delle bestie, incontrollabili, che uccidono chiunque abbia la sfortuna di incontrarle sul proprio cammino. Vorrei tanto poterti dire che è stata testata su un essere umano ma purtroppo tu sei la prima a provarlo", disse scoprendo un braccio a Soraya e spingendo l'ago della siringa nella sua carne.
"Chi sei tu? Che cosa vuoi da me? E perchè perseguiti mia sorella?", disse Soraya con le lacrime agli occhi.
"Io sono Amicla e voglio vendicarmi contro te e tua sorella. E poi... voglio sbarazzarmi del mio caro, vecchio, adorato maestro Sifo-Dyas", disse Amicla. Spinse lo stantuffo e il liquido argentato entrò in circolo nelle vene di Soraya.
"Perchè?", singhiozzò Soraya.
"Mi spiace, il perchè non ti è dato saperlo", rispose Amicla serafica. Fece cadere con noncuranza la siringa sul tavolo, si sfilò i guanti e li buttò.
"Spero solo tu riesca a sopravvivere. Mi secccherebbe troppo trovare qualcun altro al tuo posto. Potrai essermi utile, dopo", disse chiudendo la porta.
Proprio in quel momento la droga stava iniziando a fare effetto.
Un dolore lancinante che le attraversava tutto il corpo, come una scarica elettrica potentissima che passava per le vene e le faceva scoppiare la testa.
Soraya cominciò ad agitarsi e a urlare dal dolore, con le catene che tintinnavano, senza che nessuno potesse sentirla.
Proprio in quel momento la droga stava iniziando a fare effetto.
Un dolore lancinante che le attraversava tutto il corpo, come una scarica elettrica potentissima che passava per le vene e le faceva scoppiare la testa.
Soraya cominciò ad agitarsi e a urlare dal dolore, con le catene che tintinnavano, senza che nessuno potesse sentirla.