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Autore: Crystal eye    21/08/2013    3 recensioni
Tre anni dopo lo scontro con Ade, i cavalieri sono richiamati a combattere da alcune vecchie conoscenze. All'inizio sembra essere una battaglia come le altre, ma quando in mezzo si mettono l'amore e delle scoperte che lasciano senza fiato, l'unica cosa che possono fare è cercare di non farsi sopraffare. Tra battaglie, amori e nuove parentele, il destino del mondo si posa, come sempre, sulle spalle di cinque ragazzi.... ma saranno davvero da soli?
Dro questa è dedicata a te che mi hai dato la giusta ispirazione per scriverla!!! ti adoro!!!!!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE DELL’AUTRICE: eccomi qui con il settimo capitolo, scusate se vi ho fatto aspettare tanto, ma da questo chappy in poi le pubblicazioni saranno a cadenza settimanale, perchè sta per cominciare la scuola.... purtroppo..... allora ringrazio le sei persone che mi hanno messo tra le seguite e le mie due tesore, averyn e Dro, che mi recensiscono sempre e ascoltano pazientemente i miei scleri... GRAZIE!!!!

Buona lettura e se volete lasciare un commentino, sappiate che sono sempre bene accetti.

Crystal

 

Legenda: sogno; storia.

 

Capitolo 7

 

I due cavalieri ritornarono al Grande Tempio sconvolti e pensierosi. A coloro che chiedevano cosa fosse successo dicevano semplicemente “Abbiamo trovato la sorella di Crystal/mia sorella ed è lei una delle nuove Guardiane”.

Il cavaliere del cigno, inoltre, cominciò a rimanere solo, fuori, in città, giornate intere, nella speranza che sua sorella decidesse di farsi vedere, di poterle parlare, di capire come mai lei sembrava a conoscenza di tutto e perchè non si era fidata di lui, comportandosi come se fosse solo una ragazza normale, con poteri anormali.

Cercò di tenersi in contatto con gli amici, ma faticava a stare in compagnia, quindi si isolò, uscendo anche, talvolta, di notte e facendo preoccupare tutti, soprattutto Milo e Andromeda.

Poi, il venti di gennaio, tre giorni prima del suo, del loro, compleanno, la incontrò, ma non come si era aspettato, anzi...

 

Pov Kaeyla

 

Correvo in un bosco scuro, senza sapere dove stavo andando esattamente. Correvo, correvo il più veloce possibile, per evitare in ogni modo che qualunque cosa mi stesse inseguendo mi raggiungesse.

Vidi davanti a me una porta scura e minacciosa, ma mai quanto quello da cui scappavo.

Entrai.

Quello che mi trovai davanti mi fece accapponare la pelle. Non avevo mai visto un luogo più tetro e dall’atmosfera più pesante, l’oscurità era ovunque, anche nell’aria che respiravo. Sembrava entrarmi dentro, come se fosse solida.

L’Inferno, a confronto, sembrava una casa di bambole.

Mi guardai attorno, cercando di capire se il mio cervello non avesse confuso le informazioni.

Una grande sala nera e rosso cupo, scavata nella roccia, con drappeggi dello stesso rosso scuro del muro, che coprivano due porte ai lati della camera.

Un trono di pietra si stagliava minaccioso al centro, semi addossato al muro tra le due porte: sedutovi sopra, un’ombra scura con gli occhi simili a fiamme, uno azzurro ghiaccio e uno rosso e bruciante come il fuoco.

Ascoltava il rapporto di una persona inginocchiata a terra, mentre delle volute di fumo nero si avvicinavano a quel corpo, avviluppandolo con i loro tentacoli incorporei.

“Quello che stai cercando di dire è che hai fallito, Bhrama!” esclamò l’ombra, stringendo gli occhi in due fessure infuocate.

“Si, mio signore!” rispose mesto, anche se non era una domanda, con la testa china. “Ma vi assicuro che non fallirò ancora! La prossima volta che affronterò i Guardiani, vi porterò la testa della detentrice della Luce!” aggiunse, facendo scoppiare a ridere il suo signore in una risata sinistra, che mi mise i brividi e che si interruppe bruscamente.

“No! Voglio che me li porti vivi. Tutti!” ordinò. “Ora va, mio Generale, prepara i soldati ad una nuova offensiva, perchè, entro un anno, io e la mia dolce consorte saremo liberi! E allora, distruggeremo chiunque oserà mettersi tra noi e la nostra vittoria!” disse, scoppiando di nuovo a ridere in un modo che mi fece accapponare la pelle.

Cercai di uscire dalla grotta senza che mi vedesse, ma quando rialzai lo sguardo sul trono, non c’era più nessuno.

VAI VIA DI QUI!

Gridò una voce nella mia testa, mentre io cercavo di aprire la porta, in preda al panico.

“La giovane Guardiana della Luce! Che sorpresa! Te ne vai già? E senza salutare?” disse una voce dietro il mio orecchio, mentre un pugnale o una spada mi trapassava il costato, mozzandomi il respiro.

 

Quel dolore mi aiutò a uscire dal sogno/visione, mentre gridavo per il dolore della ferita e il bruciore del pugnale, che però impediva l’uscita di troppo sangue.

“Tesoro, cosa succede? Perchè quelle... oh Dei misericordiosi!” disse mia nonna, correndo a vedere come stavo, appena si accorse della lama che penetrava le mie carni.

“Resta ferma il più possibile e non estrarre il pugnale per nessuna ragione!” mi ordinò, uscendo di corsa dalla camera per andare a prendere tutto il necessario per fasciare la ferita.

Cinque minuti dopo, era seduta sul letto, accanto a me, a disinfettare la ferita e a chiedermi della visione.

Le raccontai il sogno, poi lei si informò su cosa volessi fare a quel punto.

“Intanto, devo parlare con Crystal, devo avvertirlo di ciò che ho visto. Poi....” riflettei ad alta voce, alzandomi a sedere, o almeno, quella era la mia intenzione, del tutto dimentica della profonda ferita che mi aveva inferto l’ombra nel mio sogno. “Ahi! Cavoli... che male...!” scossi la testa, tornando sdraiata con una mano posata sulla ferita fasciata. “Però devo rintracciare le altre Guardiane....” mormorai, un po’ preoccupata.

Mia nonna mi guardò intensamente.

“Vuoi che chiami Selenia? Così ti aiuta a farle venire qui?” mi propose. Io risposi solo con un cenno del capo.

L’aiuto di Selenia mi avrebbe fatto comodo.

“Nonna!” la fermai prima che uscisse, “Grazie!” le dissi con un sorrisone, appena si girò.

Lei, sorridendo a sua volta ritornò indietro per darmi una carezza sulla testa, che mi scompigliò i lunghi capelli biondi.

Sospirando, mi rilassai sul letto, cercando di non pensare a nulla, nella speranza di non sognare più.

 

Ero in una stanza piccola, illuminata a mala pena dalla luce della Luna.

Un ragazzo biondo dormiva un sonno agitato da incubi e troppi pensieri. Le occhiaie scure che aveva sotto gli occhi erano indicazioni chiare di quanto poco dormisse la notte.

Poi, dalla porta, uno spiraglio di luce preannunciò l’entrata di un’altro giovane. Questi si avvicinò a mio fratello, con uno sguardo addolorato e triste, talmente intenso e struggente nella sua tristezza da essere quasi troppo intimo da guardare.

“Crystal...” sussurrò, sedendosi a terra di fianco al letto. “Perchè? Perchè non ci dici cosa ti turba così? Perchè non ti confidi? Neanche con me? Perchè? Perchè ti isoli così? Non vedi come ti fai del male, dannazione? Smetti di farti del male!” domandò, sapendo di non poter ricevere risposte.

Vidi le sue spalle alzarsi ad intermittenza e mi ci volle qualche secondo per capire che stava piangendo silenziosamente, senza singhiozzi.

“Io ti amo, dannazione! Perchè devi tenerti tutto dentro? Perchè non ti apri con me, come hai fatto in questi tre anni? Voglio aiutarti, non posso sopportare di vederti triste e perso come in questi ultimi giorni... ti prego.... ti prego, reagisci, amore mio.... reagisci... ti prego....”continuò a sussurrare, con tono dolorosamente spezzato, mentre calde lacrime cadevano dai suoi occhi.

Mio fratello cominciò a lamentarsi, segno che si stava svegliando, quindi il giovane che era entrato nella stanza si asciugò gli occhi e uscì, fermandosi sulla porta per osservarlo ancora qualche istante, permettendomi di vedere la sua pelle bianchissima, gli occhi verdi, grandi e leggermente arrossati e i capelli dello stesso colore. Dopo di che, chiuse la porta, lasciando la camera di nuovo nel buio.

Crystal si svegliò in quel momento, aprendo stancamente gli occhi azzurro ghiaccio, puntandoli nella mia direzione.

Rimasi sorpresa, anche se sapevo che non poteva vedermi. Tuttavia, avevo bisogno che almeno mi sentisse.

Mi avvicinai lentamente, con la sensazione che lui, in realtà, riuscisse a vedermi, solo non capendo come fosse possibile che mi trovassi nella sua camera.

Poggiai una mano sulla sua fronte, facendogli chiudere gli occhi e parlando direttamente con la sua mente.

“Crystal... fratello.... puoi sentirmi?” gli chiesi.

“Si, ti sento... sorellina mia.” Mi rispose, esitando un poco prima di chiamarmi così, riempiendo i miei occhi di lacrime di gioia.

“Ho bisogno di parlarti!” esclamai, “Vieni all’Hotel della Luna, ti aspetterò lì, domattina.” Gli dissi, vedendolo e sentendolo, più che altro, annuire sotto la mia mano.

Sorrisi. “Allora a domani, fratello mio!” lo salutai, allontanandomi e spezzando il contatto, ma lui riuscì, non avevo idea del come, a prendere il mio polso, dicendo. “Non svanirai nel nulla dopo, vero?”

“No, dopo probabilmente, vivremo insieme, con i tuoi amici e alcuni dei miei!” risposi felice.

Rassicurato, mi lasciò andare e io mi ritrovai improvvisamente in una stanza simile a quella di mio fratello, ma illuminata da una candela.

Sul letto, dormiva il ragazzo che avevo liberato dalla possessione del demone o quel che era.

Sembrava stesse facendo un brutto sogno, era tutto sudato e si agitava quasi convulsamente, come a voler sfuggire a qualcosa.

“Esmeralda... No! No, no.... Esmeralda....” mormorava nel sonno.

Stavo per andarmene, consapevole solo di una sensazione di stritolamento allo stomaco, che mi faceva stare male e di stretto al cuore che mi sorprese.

“Kaeyla! No, non andartene! No...! Non farle del male! Kaeyla!” disse a voce più alta, shoccandomi, perchè potevo accettare che mio fratello mi vedesse, ma non qualcun altro. E poi, fino ad un secondo prima chiamava “Esmeralda” e ora voleva me? Pensai arrabbiata.

Girandomi, decisa a dirgliene quattro, mi bloccai, ora più sconvolta che alterata. Lui piangeva! Piangeva, sussurrando il mio nome!

Non potevo crederci, però quelle lacrime mi facevano male.

Mi sentivo anche io sul punto di piangere, ma, scuotendo la testa nel tentativo di scacciare ogni brutto pensiero e deglutendo per scacciare il magone che mi serrava la gola, mi avvicinai a lui, sedendomi sul letto e, appoggiandomi al suo braccio, posai un delicato bacio sulla sua fronte, tranquillizzandolo.

Di sfuggita vidi un mantello svolazzare oltre la porta socchiusa, poi mi svegliai, mentre lui sussurrava ancora “Kaeyla...”

 

Mi risvegliai all’alba, con Selenia, la mia maestra, che mi guardava con un sorrisino malizioso.

Spalancai gli occhi, arrossendo e capendo il perchè di quello sguardo.

“Non è assolutamente come pensi tu!” le dissi, facendo allargare il suo sorriso.

“Oh, piccola! Non riesci ancora  a capire il tuo cuore, eh?” mi chiese lei, scuotendo la lunga chioma d’ebano. “In ogni caso, ho contattato le nostre amiche e stanno arrivando, questa sera, Lucy e Luane saranno qui, mentre Sophia e Grimilde non arriveranno prima di domani.” Mi comunicò più seria. “Tua nonna mi ha raccontato la visione, ne hai avuta un’altra?” indagò la giovane donna orientale.

Io scossi la testa, sapevo che aveva visto almeno la fine del mio sogno, ma, a parte quello, non avevo visto altro.

Sorrise e annuì, prima di alzarsi.

“Verrò anche io, quando dovrai recarti al Grande Tempio!” esclamò con sicurezza.

Non ebbi tempo per dire nulla, perchè se ne andò, dicendomi di riposare, che mi avrebbe svegliato lei, quando il mio gemello fosse arrivato.

Così, mi lasciai cadere di nuovo tra le bracci di Morfeo, questa volta senza che il dio dei sogni mi facesse avere altre visioni.


  
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