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Autore: P h o e    21/08/2013    6 recensioni
[STORIA SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
L'amore profumava di rosso, come i suoi occhi. | Prologo.
«Dal modo in cui ti guarda, lascia chiaramente sotto intendere che tra di voi non c'è nessun filo rosso ad unirvi» ammise risoluto.
La principessa, abbattuta, abbassò lo sguardo.
«...Ma un intero spago.»

Quando Fine, principessa e futura regina del Paese di mezzo, scopre di essere stata promessa in sposa ad un completo estraneo a soli pochi mesi prima della nascita, la sua vita svolta non una pagina, ma un intero capitolo, capovolgendo tutta la sua piccola realtà.
Su ordine, quindi, parte con sua sorella (anch'essa vittima della stessa sorte) per un Regno lontano, completamente catapultata in un'accademia dove i giudizi sono all'ordine del giorno e le regole regnano sovrane.
La principessa si ritroverà quindi a lottare con dedizione e coraggio contro quella tradizione in vigore da più di mille anni e contro un amore orgoglioso che profumerà di rosso, proprio come i suoi occhi.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Enchanting 
Atto II:  L'accademia.
 










Fine boccheggiò.
Finalmente il viaggio era giunto al termine, dopo quattro stancanti ore sedute sullo stesso sedile, Fine e Rein sentirono il bisogno di sgranchirsi le gambe. Rein, in particolare avvertì la necessità di riposarsi, perché oltre alla nausea di essere su un mezzo di trasporto, aveva dovuto tenere a bada anche sua sorella la quale non faceva altro che domandare quanto mancasse o alzarsi e abbassarsi dal sedile.
Si ritrovò a domandarsi come si sarebbe comportata Fine, quali atteggiamenti avrebbe riservato ai professori e a questo Shade.
Quando finalmente il comandante del treno annunciò l'arrivo e le gemelle avvertirono le ruote con bordino rallentare sempre di più, entrambe avvertirono una fitta allo stomaco.
Era ora.
Appena scese, Rein si sistemò la modesta gonna che la loro sarta di corte aveva provveduto a cucire appositamente per il viaggio, e riacquistò la sua elegante postura. Fine, invece, scatenò qualche brusio tra la folla che attendeva il proprio treno, a causa del mondo in cui teneva il suo bagaglio. Più che una giovane principessa e la sua valigia, ricordava un cavernicolo che si trascina dietro la carne morta di qualche animale.
Rein si posò una mano sulla fronte, imbarazzata «Fine un po' di modo, sei una principessa.»
Fine la guardò stralunata «questo affare pesa un quintale!» brontolò sbuffando come una teiera.
Rein si astenne dal replicare. Ci avrebbero pensato i suoi professori a riprenderla se ne fosse capitata l'occasione, il fatto era che Fine si era sempre esclusa dalle lezioni principali di etichetta e questo preoccupava la sorella, che si sarebbe dovuta sorbire tutte le lamentele da parte sua per via di una postura poco regale o di un inchino ripreso dai professori.
«Andiamo» la interruppe Fine stessa, cominciando a dirigersi verso l'accademia.

Man mano che si avvicinavano, le gemelle furono catturate dall'enorme struttura reale. A Fine ricordò vagamente il suo castello a Riverouth, ma sei volte più grande e con un immenso cancello che si ergeva fiero proprio davanti alle mura.
Fine fece scorrere lo sguardo sulla moltitudine esagerata di studenti che si avvicinavano all'immensa costruzione, e si ritrovò a domandarsi quanti Regni esistessero che ancora lei non conosceva e soprattutto se tra quella fitta concentrazione di ragazzi c'era anche il suo...futuro marito.
Avvertì un senso di riluttanza nei riguardi di quella parola, ma poi capì che tutti quegli studenti erano lì per il suo stesso motivo, per il fatto che il loro destino era già scritto.
«Sai, da quello che ho sentito dire...il principe Shade è molto richiesto» ammiccò Rein fissando un punto indefinito davanti sè «addirittura pare che la regina Yamul avesse proposto uno scambio a nostro padre, affinché sua figlia Mirlo potesse sposare il principe. Aveva cominciato ad invaghirsene e a fare i capricci, ma papà ha rifiutato.»
Fine sembrò rapita dalla storia della sorella, ma poi si riprese, e sbuffò «Per quello che m'importa! Che se lo tenga pure, tutto ciò che voglio è una vita serena.»
«Saresti comunque stata promessa a qualcun'altro, almeno così hai la certezza che sia un bel ragazzo» replicò Rein con spiccato interesse.
Fine sollevò la valigia e proseguì, senza rispondere. Era davvero la bellezza a mandare in tilt il cuore e la mente di una ragazza?
No, lei non era il tipo da innamorarsi del solito damerino di corte.
Assolutamente.

«Dunque, piano due, stanza otto» mormorò Rein fissando i cartelloni assorta.
Giunte finalmente all'interno, Rein aveva voluto precipitarsi ai cartelloni, mentre Fine l'aveva seguita spaesata da tutta quell'immensità. 
Le alte colonne che sostenevano l'atrio, regalavano un contrasto piacevole al colore dei muri giallo albicocca. All'entrata si affacciava un ampia scalinata, che probabilmente portava alle infinite stanze e camere da letto che quel castello nascondeva, ricoperte da un elegante tappeto rosa antico e le pareti erano arricchite con variopinti ritratti e quadri che per Fine fu impossibile coglierne il significato.
Sopra alle teste degli alunni che si erano recati nell'ingresso principale, si ergeva fiero un lampadario a candelabro, accuratamente arricchito di diamanti sparsi quà e là.
Fine sembrò persa dinanzi a tutta quella maestosità, tant'è che non sentì la sorella che la stava chiamando.
«Fine, Fine ma ci sei?» scoccò due volte le dita davanti ai suoi occhi e finalmente la sorella si riscosse.
«Si, mi stavo solo guardando in giro...» spiegò, ricevendo il piano e il numero di stanza dove avrebbe dovuto alloggiare.
Fine fissò la sorella supplicante di non lasciarla, non voleva obbedire a quel supplizio, non voleva abbandonarsi così ad un destino che non le apparteneva, ed improvvisamente avvertì un nodo in gola. Rein fissò la sorella senza sapere bene come intervenire, forse per il fatto che anche lei condivideva la stessa idea di Fine in proposito.
L'unica cosa che le riuscì, fu appoggiare una mano sulla spalla a Fine e attirarla verso di sè «vedrai che andrà tutto bene» sussurrò carezzandole amorevolmente i capelli rossi «andrà tutto bene...»


Piano quattro, stanza due.
Fine barcollò leggermente di fronte alla stanza che Rein le aveva attribuito. Aveva dovuto separarsi dalla sorella, perchè tra qualche ora si sarebbe svolta la cerimonia di inizio anno e non avevano molto tempo a disposizione per disfare i bagagli.
Si perse osservando i pochi studenti che la superavano o si fermavano a qualche camera sul suo stesso piano, ma trovò quello spettacolo solo un mezzo per combattere le proprie paure. Paure, che sciocchezza! Fine non aveva paura di niente.
Non si sarebbe fatta comandare da nessuno, tutto questo non la spaventava. Ma allora...perché la sua mano, mentre si avvicinava al pomello giallo, tremava?
Svuotò la mente e finalmente spalancò la porta, ritrovandosi davanti alla camera più bella che avesse mai visto: Grandi tendaggi che coprivano le alte vetrate, che chiamarle finestre sarebbe risultato assurdo. Un tappeto rosa simile a quello che aveva visto giù nell'atrio, spalmato sul pavimento, sotto a quell'immenso letto matrimoniale che avrebbe potuto ospitare tranquillamente l'intero personale che lavorava nel suo castello.
Nello stesso salone dove vi era il grande letto, Fine notò due porte dello stesso colore, ma non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi alla maniglia che qualcuno uscì proprio da una di quelle due porte.
Seguirono diversi minuti di silenzio. Fine contemplò la figura maschile davanti a lei, era un ragazzo, doveva aver avuto solo qualche anno in più della principessa, però la superava tranquillamente in altezza di due teste, aveva il fisico erculeo ma slanciato, le ampie spalle che si sposavano benissimo con l'elegante finanziera senza maniche e la camicia bianca sotto di essa. I capelli, di un insolito cobalto, sembravano voler risaltare apposta gli occhi del medesimo colore, ma non avevano bisogno di essere risaltati, erano già così dannatamente magnetici e profondi di per sè.
Fine si riscosse subito, battendo più volte le palpebre, quando lui ammiccò un sorrisetto divertito.
«Scusatemi, ma credo che abbiate sbagliato stanza» declamò subito, con il tono più gentile che le uscì. Era impossibile che avesse sbagliato stanza, Rein le aveva dato le giuste indicazioni, sicuramente ci doveva essere un errore o molto più semplicemente lui non aveva letto bene il numero della stanza.
Ma lui non sembrò voler togliersi quel sorrisetto dalle labbra che a Fine cominciava a dare sui nervi e finalmente parlò «Voi dovete essere Fine, giusto?» come diavolo faceva a conoscere il suo nome? «Non ho sbagliato stanza, non so se avete avuto modo di leggere il regolamento o vi siete informata sulle norme scolastiche, ma i promessi sposi devono alloggiare nella stessa camera per prendere confidenza.»
Cosa cosa cosa?! Fine non capì più nulla... e poi per quale motivo la sua voce si era inclinata in modo spaventosamente malizioso a quel prendere confidenza?
Lo guardò di sbieco, ritornando indietro sulle sue parole. E improvvisamente una scintilla si accese in lei.
«Ma allora voi...?»
«Si, sono Shade» sorrise, facendo un elegante baciamano.








N/A
E anche il secondo capitolo è fatto!
Oddio, grazie mille per tutte le recensioni che mi avete lasciato nel capitolo precedente :)
Fatemi sapere se qualcosa non vi convince.
Un bacione da Alice.
  
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