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Autore: SabrinaPennacchio    21/08/2013    1 recensioni
Dopo i vari avvenimenti a Fell's Church e la delusione da Katherine ed Elena, per Damon è arrivato il momento di affrontare un altro problema.
I sentimenti e l'umanità, non svaniscono solo perché lo si vuole.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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--- Capitolo Ventiduesimo ---


«Dovrei organizzare il funerale» 
Sabrina riuscì finalmente a farfugliare qualcosa senza singhiozzare. Da quanto tempo era che Damon la teneva stretta(?!). Ancora non poteva credere che proprio lui si stesse comportando in un modo così dolce e così umano.
Doveva davvero essere in uno stato pietoso per fare quell’effetto anche all’uomo di ghiaccio.
«Dovresti» rispose soltanto, questi, allungando un sorrisino «o lapislazzuli è capace di crearti un super funerale quando non ce ne sarebbe affatto bisogno» la Evans si lasciò scappare un risolino e lui continuò «per me non ci sarebbe neanche bisogno, a dire il vero. Seppelliamoli e basta»
«Stai parlando dei miei genitori!» lei indurì lo sguardo, scuotendo poi il capo mentre si staccava finalmente dalla sua presa «Bisogna fare le cose per bene. Hanno avuto una morte orribile, ma non devono avere anche un seppellimento uguale.» quelle parole le colpirono il petto come mille pugnali: ancora non poteva credere a ciò che era accaduto.
Quel maledetto demone volpe stava giocando con Damon per un conflitto avuto in passato e come se non bastasse il fatto che la stesse seguendo dalla sua vecchia cittadina, ora si stava anche burlando di lei per colpire lui. Questa cosa le metteva rabbia, ma il vampiro non aveva colpe, infondo.
«Voi esseri umani avete davvero troppe cose stupide a cui aggrapparvi» il moro sbuffò, alzandosi dal letto.
«Mi sembra che un tempo sia stato umano anche tu» gli fece notare la ragazza, alzandosi a sua volta. Era sicura che se non lo avesse fatto in quel momento, non avrebbe più trovato la forza per non lasciarsi sprofondare in quel materasso.
Salvatore si voltò a guardarla e allungò un sogghigno «Quindi ti sei veramente ripresa.» fece con tono di scherno, evitando la sua frase «Ammirevole»
«Ah-ha» ella gli fece una linguaccia, dandogli poi un colpo sul petto. Gli strinse la maglia nera, quasi senza accorgersene, allungando un sorrisino appena imbarazzato «grazie» farfugliò e l’uomo fece finta di non capire cosa lei volesse veramente dire: una parte di lui si sentiva davvero rincuorato nel vedere che la sua presenza le avesse appena giovato, mentre l’altra metà si dava dello stupido per preoccuparsi ancora una volta di una stupida femmina umana.
«Damon…» lo chiamò ancora, e lui si voltò a guardarla chinando appena lo sguardo su quella figura minuta e più bassa di lui di qualche centimetro 
«Mh?» 
«quando… sarà il caso…» continuò «sappi che ho qualcosa di importante da dirti…» non che ci fosse realmente qualcosa da dire, e il vampiro sapeva bene a cosa forse voleva riferirsi la ragazza. Infondo avevano fatto l’amore e lei si era donata a lui, mostrandogli quel sentimento che nessuno dei due riusciva a decifrare ma che sembrava legarli anche contro la propria volontà. Ma non volle dire nulla di sbagliato o che potesse ferirla, non quella volta. Rimase solo in silenzio per poi annuire con un sorriso appena accennato.
«Se vuoi che ti tocchi ancora, basta chiederlo» scherzò, aspettandosi quella reazione prevedibile che la Evans aveva mostrato molte volte in quei mesi che si conoscevano. Però essa non arrivò, bensì al suo posto ci fu quel visino che alzava verso di lui con un’ espressione imbarazzata e le gote che, prendendo colore, accentuavano l’odore del sangue tanto delizioso che circolava in quel corpo.
«Ehi» sussurrò, chinandosi su di lei quel che bastava per trovarsi a pochi centimetri da quel volto che ora stringeva in una mano «se fai così, però, potrei saltarti addosso e cibarmi di te nuovamente»
quelle parole la fecero sussultare appena: non era riuscita a dire una parola e adesso aveva anche una leggera voglia di prenderlo a schiaffi, a dire il vero, ma quel respiro caldo sul viso non faceva altro che mandarla maggiormente in confusione.
«… andiamo di là…» riuscì solo a farfugliare mettendogli una mano sul petto per allontanarlo da sé quel che bastava per avviarsi a raggiungere la porta. La aprì e continuando a dargli le spalle, uscì dalla stanza.
Damon Salvatore rimase ancora un attimo lì dentro, immobile. Poi uno sbuffo di risata gli uscì dalle labbra mentre si accingeva a raggiungere la fanciulla che aveva appena varcato la soglia.

«Matt è andato a seppellire i cadaveri. Provvederemo a fargli fare una lapide proprio in quel posto. Ammaliando qualche addetto, nessuno farà domande» stava dicendo la voce di una Meredith che Sabrina riuscì a sentire distintamente dal corridoio mentre si avviava al piano di sotto: dovevano essere in fondo alle scale a parlare.
Aveva cercato di evitare di lanciare uno sguardo alla stanza dei suoi genitori dove ancora un’ orribile tonfo di sangue lasciava la sua scia. Doveva cercare di pensare razionalmente e non farsi venire un’ennesima crisi: non poteva permetterselo. Quelle ore passate a piangere e in uno stato vegetativo, potevano bastare. E doveva anche ammettere che se adesso riusciva a stare in piedi era anche grazie alla figura di quell’uomo in nero che – lo sentiva – muoveva qualche passo silenzioso dietro di lei.
«Stefan è andato a prendere della benzina con Sage» fece, invece, una voce sospirante: quella della piccola Bonnie dai riccioli rossi 
«L’unica scusa è quella dell’incendio improvviso. Diremo che Sabrina era a casa di una di noi.» quella invece, era riconoscibilmente la voce di Elena. «Forse in questo momento solo Angel che è sua amica da anni, potrebbe aiutarla come sembra che non riusciamo a fare noi»
«Non è vero!» si decise finalmente ad intervenire, la Evans, scendendo la scalinata che la divideva di qualche metro dai suoi compagni.
Nel vederla, questi ebbero una reazione fra lo stupore e la contentezza.
«Ti sei alzata» disse la Gilbert, avvicinandosi di corsa a lei con un ampio sorriso «oh, come sono contenta» allungò le sue braccia per stringerla, quando notò la figura in nero del maggiore dei fratelli Salvatore che scendeva le scale poco dopo la bruna. Il sorriso si allungò: Quindi dobbiamo ringraziare lui.
Dalle facce di Meredith e Bonnie, si vedeva chiaramente che Elena non era stata l’unica a pensarlo.
Sabrina sorrise con un velo d’imbarazzo e tristezza «Hai ragione: c’è tanto da fare» farfugliò, stringendola a sua volta «e io voglio dare il meglio ai miei genitori» gli occhi le si fecero appena lucidi «anche se non è quello che mi aspettavo»
la bionda le carezzò i capelli con fare materno mentre la rossa si avvicinava a loro due e le stringeva in un abbraccio a tre «Loro saranno felici di saperti bene. E noi faremo di tutto per farti stare bene»
la cacciatrice annuì, avvicinandosi anch’ella alle tre ragazze «Una volta bruciata la casa» iniziò senza mezzi termini: infondo era da lei parlare chiaramente anche se a volte non sembrava il caso «sai dove andare? Se vuoi stare da Angel, nel frattempo che lei torni, puoi stare da una di noi»
quando l’abbraccio di gruppo si sciolse, Sabrina scosse il capo «Credo sia l’unica soluzio-»
«Starà da me» le quattro amiche si voltarono di colpo verso la voce che aveva appena pronunziato quelle parole: Damon.
«Da te?!» esclamarono quasi all’unisono.
«Da me.» ripeté lui con espressione indecifrabile sul volto. Poi un ampio sorriso fiero si allungò su quel viso dai bei lineamenti «Fra tutti voi, io e Sage siamo gli unici in grado di proteggerla. E io ora abito con quel pazzoide e i suoi animali, se rammentate» fece spallucce «non ho intenzione di costringere una donzella a fare sesso a tre, se è questo che vi preoccupa» 
il volto di Bonnie e Sabrina avvampò contemporaneamente mentre Meredith schioccò le dita delle mani, pronta a colpirlo «Salvatore: io e te già non abbiamo un buon rapporto. Ti conviene non peggiorarlo»
«Damon…» Elena sospirò ma poi ridacchiò appena «credo che la tua idea sia fattibile»
«Che cosa?!» quella domanda retorica quasi urlata uscì dalle labbra delle due fanciulle più timide del gruppo.
Damon ammiccò «Pettirosso, se vuoi unirti a noi non c’è bisogno di farlo capire tanto chiaramente»
La strega boccheggiò più volte per poi prendere la scarpetta che aveva al piede e gettargliela dietro.
L’uomo rise, prendendola con riflessi pronti «E mamma mia!»
«Bonnie getta una scarpa. Damon: cosa hai combinato?» la voce di Stefan, appena rientrato in casa con Sage e Matt, quasi echeggiò nel corridoio. Il fratello rise soltanto, facendo spallucce.
«Amore!» la Gilbert gli corse incontro, cingendogli il collo con le braccia «Abbiamo pensato che – fino al rientro di Angel – Sabrina potrebbe stare da Damon e Sage»
«Che?!» il fratello minore dei Salvatore inarcò un sopracciglio guardando prima la sua amata e poi suo fratello «Ti comporterai bene, spero. Per una volta»
«Io mi comporto sempre bene, noioso Stefan» rispose l’altro con uno sbuffo ironico «bene secondo i miei standard»
«Oh, mais qu'est bonnes nouvelles!» (Oh, ma quale buona notizia!) Sage allungò un sorrisino per poi portare le mani unite e ammiccare verso la ragazza divenuta da solo poche ore, orfana «Ci divertiremo un sacco, mon cherì
«Ehm…» Matt si schiarì la voce, alzando al cielo due recipienti di benzina «allora… che facciamo con queste?!»
Sabrina ebbe un colpo al cuore nel notarle e d’istinto strinse una mano a Damon ancora accanto a lei. Lui inarcò un sopracciglio ma la lasciò fare, quasi incurante, mostrandosi indifferente alla cosa. Ma poi quella stessa mano strinse quella della ragazza.

Ciò che accadde nelle ore che seguirono fu per la Evans quasi troppo veloce. Sentiva ancora il calore della sua casa in fiamme e lo sguardo fermo che aveva su di essa mentre la vedeva cadere a pezzi per poi allontanarsi prima che qualcuno si accorgesse del fuoco e li trovasse lì.
L’unica cosa che aveva voluto salvare, oltre a qualche vestito, era quel diario iniziato solo da poche pagine. Sentiva un masso nel petto e quasi le sembrò che le gambe non la reggessero più, ma non voleva e non poteva ancora lasciarsi andare… almeno non prima della cerimonia funebre per i suoi amati genitori.


Caro Diario,
è accaduto tutto davvero troppo in fretta. Ieri sera ho dovuto fingere di trovarmi a casa di Elena e quando lo sceriffo mi ha chiamata per darmi la brutta notizia, non è stato molto difficile per me, piangere quelle lacrime già versate, per la morte della mia mamma e del mio papà.
Perché si: sono morti… e tutto a causa di quel maledetto Shinichi. Io so cosa vuole da me, ma posso assicurarti che non riuscirà mai ad averla vinta. Lo devo ai miei genitori. E a Damon. Già, Damon. Sono a casa sua, adesso. È da ieri sera che dormo qui ma lui è stato fuori fino a pochi minuti fa. Non so dove sia andato ma io sono rimasta sola con Sage che mi ha piacevolmente fatto compagnia.
Tra poche ore ci sarà il funerale dei miei e non sono davvero pronta ad affrontare tutto questo. È da ieri in tardo pomeriggio che cerco di non crollare più… ma credo che durante la funzione funebre non riuscirò a farne a meno e tornerò a disperarmi. Spero solo di riprendermi presto da questo dolore e questo shock che so non passeranno mai ma che so anche di dovermi portare velocemente alle spalle per poter affrontare una dura battaglia che mi coinvolgerà maledettamente da ora in avanti. Non so nemmeno se vivremo fino a questa notte.
Ho paura.

PS: E Angel non risponde alle mie chiamate. Dove diavolo sarà finita con suo padre?!

 

 Sabrina

 


Damon le mise una mano sulla spalla nel momento in cui lei chiuse il diario e sussultò per poi voltarsi a guardarlo con un sorriso appena accennato.
Lui avrebbe voluto fare qualche battutina sul diario, ma sapeva bene quando era e non era il caso di fare lo stupido, lo spiritoso o lo stronzo. Nonostante tutto lo sapeva benissimo.
La ragazza annuì a quella domanda silenziosa per poi alzarsi dalla sedia della camera che le era stata affidata – confinante con quella del vampiro dai capelli corvini - «Sono pronta» farfugliò, aggiustandosi la gonna di quel vestito nero «andiamo.»

La funzione religiosa per il funerale non durò molto. In quel periodo invernale di fine ottobre Sabrina non sentiva neanche il freddo nelle vene, tanto era quel glaciale inverno che ormai le occupava il cuore.
Sebbene sapesse che non fosse opportuno, chiese di essere lasciata per qualche minuto da sola a dare l’ultimo saluto ai suoi genitori. Una lacrima solitaria le rigò il volto quando ormai fu sola con il solo rumore delle ali di un corvo che svolazzava sopra la sua testa.





Oo Angolino Dell'Autrice oO


Che dire. Questo capitolo dicevo tanto: non riuscirò a scriverlo per mancanza d'ispirazione - e invece mi sono uscite 6 pagine delle quali sono molto soddisfatta :) spero piaccia anche a voi <3
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi, recensendo o leggendo soltanto <3
Ci vediamo nel capitolo ventitreesimo (wow e chi si aspettava che questa storia divenisse così lunga XD)
Un bacio <3

Vostra MikuChan

   
 
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