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Autore: Bishoujo Tensai Madoushi    21/08/2013    1 recensioni
Lina e Gourry, insieme dopo mille battaglie... fino a quando Lina non deciderà di darci un taglio. Perchè? E Gourry le permetterà di andare via?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Lina, io non ti lascio andare via

“Lina, io non ti lascio andare via.”

 

Sussultò leggermente alle mie parole. Mi fissava ancora, ansante e rabbiosa, con i pugni stretti. E io ricambiavo il suo sguardo, incatenando i suoi occhi ai miei, sperando in un angolo remoto della mia mente che questo potesse aiutarmi a non farla fuggire.

 

Lina sospirò e le sue spalle scesero, come se un peso insopportabile la gravasse. Mi diede la schiena e si avvicinò alla finestra, in silenzio, mentre la distanza tra noi cresceva sempre più.

 

Io, che riuscivo a leggere nei suoi pensieri, ero completamente isolato, senza idee, inerme di fronte al muro che si stava innalzando tra me e lei.

 

Io, che quel muro lo avevo già superato tra mille difficoltà. Era bastata una piccola breccia nelle sue difese ed ero riuscito a raggiungerla completamente… mentre ora…

 

“Lina…” Non sapevo cosa dirle. Ero certo di averla scoperta mentre cercava di fuggire e il suo comportamento prima e dopo questo istante me lo confermava.

C’era qualcosa di grande e di oscuro che pendeva sulla testa di uno dei due… o di entrambi. Era turbata, d’accordo, ma Lina, la mia Lina, la ragazzina cocciuta che conoscevo non mi avrebbe mai lasciato così.

 

Mi avvicinai a lei, desideroso di toccarla, di gettare un ponte tra di noi… e improvvisamente incazzato. Con lei, che si era chiusa, che mi aveva tagliato fuori.

Con me stesso, improvvisamente esitante come una vergine alla prima notte di nozze… tremante come un funambolo a metà della camminata sospeso sul vuoto.

 

Un passo falso… uno solo e

 

Deglutii dolorosamente, la gola improvvisamente stretta. Ansia, rabbia, paura.

Soprattutto paura.

 

Non potevo perderla.

 

Qualsiasi cosa la sconvolgesse era grave abbastanza da farle decidere di fuggire. Un gesto di troppo e avrebbe colto l’occasione per sparire per sempre, per iniziare una litigata clamorosa che si sarebbe conclusa nel peggiore dei modi.

 

Alla fine mi decisi, avvicinandomi in modo cauto.

 

Le misi una mano sulla testa, scompigliandole il ciuffo con delicatezza, nel mio primo gesto di amicizia e affetto nei suoi confronti. Lei non rispose né si girò.

 

“Lina, parlami.” Anche se il mio tono suonava implorante, non mi interessava. Avevo diritto ad essere furioso con lei e anche se non conoscevo il suo tormento non volevo la lite, non volevo le scuse. Qualsiasi cosa ci fosse volevo superarla con lei, all’inferno e ritorno, come tante volte le avevo promesso.

 

“Lina, non so cosa ti succede… ma tu sai che non ho intenzione di lasciarti andare via così… vero? Ti seguirei fino in capo al mondo.”

 

“Questo suona inquietante.” Le prime parole da quello che mi sembrava un secolo… e la sua voce era roca e incerta. Come se avesse appena pianto.

 

Volevo vederle il volto, asciugare le lacrime che doveva aver versato… ma non potevo. Lina era troppo orgogliosa. Era in grado di piangere in completo silenzio, per non farsi sentire. Farle capire che mi ero accorto che lo aveva fatto avrebbe creato una ferita che il suo orgoglio avrebbe mal tollerato. E la sua ironia nella risposta mi dava una piccola speranza…

 

“Sono molto testardo, quando mi ci metto.” Volevo mantenere il tono leggero. Volevo che si aprisse a me. Ceiphied, volevo stringerla forte e assorbire il suo dolore per farla sorridere di nuovo. Preferivo che mi picchiasse e mi maltrattasse ma non che mi chiudesse fuori.

 

Sbuffò, in un mezzo tentativo di risata. Mi permisi di sorridere anche io.

 

“A volte non basta, Gourry.” Sussurrò con voce nasale.

 

“Per me sei tutto… per te darei la vita, lo sai.” Si irrigidì visibilmente, il suo corpo che tradiva i pensieri. Risposta sbagliata, Gourry.

 

Lina si voltò di scatto, gli occhi rossi e asciutti, le guance arrossate. I pugni di nuovo stretti, la mascella serrata.

 

“Non ti rendi conto di quello che dici. Non hai idea di quello ti esce dalla bocca!” Ansimava mentre i suoi occhi si inumidivano ancora. “Vuoi dare la tua maledetta vita per me?”

 

“Lina, io…” Volevo rassicurarla, volevo farle capire che intendevo quello che dicevo ma che sarei stato attento… non ci tenevo a farmi fare a fette da qualche demone pazzo o simili. Ma non c’era neanche bisogno di dirlo, no? Dopotutto erano più di tre anni che viaggiavamo insieme.

 

“E quando tu avrai dato la vita per me… di me cosa ne sarà? Eh? Maledetto idiota!”

 

Mentre io rimanevo a bocca aperta, Lina aveva iniziato a piangere per davvero. Non l’avevo mai vista così. Il suo corpo era letteralmente scosso dalla violenza dei singhiozzi.

 

Mi diede un calcio sullo stinco così forte che mi parve di sentire l’osso rompersi e con uno spintone mi buttò fuori dalla porta.

 

Lock!” La sentii gridare dall’interno e così la porta era chiusa magicamente a chiave, io fuori, ancora spiaccicato contro il muro del corridoio.

 

Per un istante mi chiesi se per caso non fosse in quei giorni ma l’immagine delle sue lacrime, così poco caratteristiche, così disperate, era ormai stampata a fuoco nelle mie retine.

 

Cos’hai, Lina?

 

“Lina…” Inutile bussare, non avrebbe aperto… forse potevo tagliare la porta con la mia nuova spada? Mentre valutavo il da farsi mi resi conto del profondo silenzio che regnava nella sua stanza.

 

Una completa e compatta assenza di suoni che non poteva significare niente di buono.

 

“Lina?” Nessuna risposta. “Lina!”

 

Corsi verso la mia stanza a prendere la spada. Non mi interessava dover ripagare la porta, essere centrato da una Palla di Fuoco, prendermi un altro calcio spezza ossa… Anche se io e Lina non eravamo sposati, per me era già da anni “nella gioia e nel dolore, tutti i giorni della mia vita”…

  
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